Libano: esplode un altro deposito di munizioni di Hezbollah

 
Emanuel Baroz
14 ottobre 2009
2 commenti

Libano: esplode un altro deposito di munizioni Hezbollah, un ferito

deposito-armi-hezbollahTair Filsi (Libano) – Una esplosione nell’abitazione di un esponente del movimento sciita Hezbollah ha causato ieri sera il ferimento di una persona nel Sud del Libano, ha reso noto il movimento stesso, definendo al contempo “prive di fondamento “informazioni che parlano di numerosi morti”.

“Sono emerse informazioni sull’esplosione nel garage dell’appartamento di uno dei nostri fratelli nella località di Tair Filsi che ha provocato il ferimento di una persona, immediatamente trasportata in ospedale per le cure”, ha affermato Hezbollah in un comunicato.

Fonti diverse hanno riferito dell’esplosione nel villaggio di Tayr Filsi, ad una ventina di km ad Est di Tiro, apparentemente causata da un razzo risalente alla guerra del 2006 tra i guerriglieri Hezbollah e le forze israeliane. Un primo bilancio parlava di almeno cinque morti, tra cui un dirigente di Hezbollah e suo figlio.

Una portavoce della forza dell’Onu nel sud Libano (Unifil) ha confermato l’esplosione, limitandosi ad aggiungere che i caschi blu sono al lavoro con l’esercito libanese per fare luce sull’accaduto.

Il 14 luglio scorso è esploso nel Sud del Libano un deposito di armi che, secondo fonti dell’Unifil, era del movimento Hezbollah. Dieci giorni dopo, nella prima reazione ufficiale, il vice segretario del movimento sciita, lo sheikh Naim Qassem , aveva negato che fosse un deposito di armi, affermando che si era trattato di “un normale incidente causato da vecchi ordigni raccolti dopo il ritiro israeliano dal Sud del Libano”, del 2000.

(Fonte: Ticinonews, 12 Ottobre 2009)

Nella foto: ciò che resta del deposito di armi (Fonte: Euronews)

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  • #1Emanuel Baroz

    Esplosione in Libano, Hezbollah nega morte suo dirigente

    lunedì 12 ottobre 2009 22:25

    BEIRUT (Reuters) – Un’esplosione in un deposito di munizioni a casa di un dirigente di Hezbollah, nel sud del Libano, ha causato la morte di cinque persone, tra le quali ci sarebbe lo stesso funzionario e il figlio. Lo hanno detto fonti delle forze di sicurezza.

    Hezbollah, però, nega che ci siano state vittime nell’esplosione. Il portavoce del gruppo sciita libanese, Ibrahim al-Moussawi, ha parlato di una sola persona ferita e ha detto a Reuters che le cause dell’esplosione sono tutt’ora al centro di un’indagine.

    Il luogo dell’esplosione, nel villaggio di Tayr Filsi sulla sponda meridionale del fiume Litani, è stato immediatamente isolato.

    http://it.reuters.com/article/topNews/idITMIE59B0S420091012

    14 Ott 2009, 16:26 Rispondi|Quota
  • #2Emanuel Baroz

    Hizbullah, altro deposito di armi… altro botto

    di Lorenzo Trombetta

    A giocare col fuoco ci si può far male. Lo sa bene un “dirigente” di Hezbollah, ferito – per alcuni morto – in un’esplosione nel sud del Libano, le cui circostanze sono ancora tutte da accertare ma che ricordano molto quella di tre mesi fa nella vicina Kherbet Silm. All’epoca seguirono sassate per soldati Unifil. Questa volta?

    A tre mesi dall’esplosione di un deposito di armi presumibilmente dell’ala armata del movimento sciita libanese Hizbullah, un’altra deflagrazione ha illuminato questa sera (12 ottobre 2009) i cieli del sud del Libano.

    Alle 20:30 locali uno o più ordigni ancora non meglio identificati sono esplosi all’interno di un garage di una palazzina di tre piani a Tayr Falsayh, località a un’ottantina di km a sud di Beirut, 20 km a est di Tiro.

    Il luogo dell’incidente si trova in piena area di responsabilità del contingente italiano dell’Unifil, la missione Onu schierata tra il
    fiume Litani e la Linea Blu di demarcazione con Israele.

    Le fonti concordano nel dire che la palazzina apparteneva a Abd al-Nassir Issa, “dirigente di Hezbollah. Secondo l’agenzia Reuters, Issa sarebbe tra “i cinque morti” assieme al figlio Said. La France Press riferisce invece che Abd al-Nassir Issa è stato gravemente ferito dalla deflagrazione accidentale di un razzo.

    Dopo i primi “pesanti bilanci”, col passare delle ore l’evento è stato ridimensionato: attualmente, sia l’Agenzia nazionale libanese (Nna) sia al-Jazira che al-Arabiyya, le due principali emittenti tv panarabe presenti con i loro corrispondenti nel sud del Paese dei Cedri, affermano del sicuro ferimento di “numerose persone”, ma smentiscono la morte di altre.

    A sostegno della gravità dell’esplosione arriva il resoconto del corrispondente della Nna, che riferisce che l’intera palazzina è crollata a causa dell’esplosione.

    Dal canto suo, uno dei portavoci dell’Unifil, Yasmina Bouziane, ha affermato tempestivamente che i caschi blu sono al corrente dell’esplosione di Tayr Falsayh e che “sono al lavoro con l’esercito libanese per fare luce sull’incidente”.

    Come d’abitudine, Hizbullah ha invece atteso qualche ora prima di riferire dell’accaduto. Solo alle 23.40 locali, circa tre ore dopo l’esplosione, sul sito della tv al-Manar del Partito di Dio è apparsa la seguente scritta in sovrimpressione: “Ci sono informazioni di un’esplosione avvenuta nella località di Tayr Falsayh, in cui sarebbe rimasta ferita una persona”.

    Altre fonti non meglio precisate di Hizbullah, citate prima da al-Jazira e poi dal portale di notizie NowLebanon, ostile al movimento sciita, hanno smentito categoricamente la morte di persone nell’esplosione.

    L’incidente, hanno proseguito le fonti anonime “del Partito di Dio”, è stato causato dalla deflagrazione accidentale di ordigni israeliani “risalenti all’aggressione israeliana contro il Libano” del 2006.

    Questo, come altri dettagli della vicenda, non possono non far ricordare l’episodio di Kherbet Silm, del luglio scorso. Uno presunto deposito dell’ala armata del movimento sciita anti-israeliano era esploso all’alba nei pressi del villaggio di Kherbet Silim, a est di Tiro, nella zona centrale dell’area di responsabilità di Unifil.

    Anche all’epoca, Hezbollah aveva affermato che si era trattato dell’esplosione accidentale di un deposito di armi del nemico,
    “accatastate dalla gente del posto dopo l’aggressione israeliana contro il Libano” del 2006.

    Quando qualche giorno dopo i caschi blu francesi, accompagnati da quelli italiani, erano andati a ispezionare il villaggio per
    assicurarsi che “nessun’altro al di fuori dell’esercito libanese possegga armi nella zona a sud del Litani” (come chiede la risoluzione Onu n.1701), avevano trovato ad attenderli i sassi della “gente del posto”.

    Quei sassi, avevano affermato gli abitanti di Kherbet Silm, erano stati lanciati perché Unifil, così facendo, commetteva una
    “violazione” della stessa 1701, secondo cui solo l’esercito libanese può ispezionare veicoli o siti sospetti.

    Dopo i fuochi d’artificio di questa sera, il comunicato dei caschi blu è stato tempestivo e chiaro: “l’Unifil lavora con l’esercito libanese per fare luce sull’incidente”. E’ ancora presto per dirlo, ma questa volta è quasi certo che nessun militare Onu sarà preso a sassate.

    E non perché gli abitanti di Tayr Falsayh non abbiano sassi per le loro strade da lanciare a ospiti poco graditi, ma perché ci penserà l’esercito libanese a fare luce sulla vicenda. Magari assieme agli ufficiali di Hezbollah..

    http://temi.repubblica.it/limes/hizbullah-altro-deposito-di-armi%E2%80%A6-altro-botto/7101?h=0

    15 Ott 2009, 09:44 Rispondi|Quota