Omicidio a Dubai, perché è difficile che sia stato il Mossad

 
Emanuel Baroz
22 febbraio 2010
9 commenti

Omicidio a Dubai, perché è difficile che sia stato il Mossad

Mahmoud Mabhouh è stato assassinato. Il colpevole è sconosciuto. Ma tutti già danno la colpa a Israele. Senza prove

di Michael Sfaradi

dubai mossad focus on israelCome una scheggia impazzita la notizia dell’assassinio di Mahmoud al Mabhouh, esponente di Hamas, rimbalza sui media che, senza prove, hanno già emesso la loro sentenza e puntano il dito contro i servizi segreti israeliani. Anche se le possibilità che il Mossad sia l’artefice di questo omicidio mirato sono molto alte, per una volta vogliamo fare la parte dell“avvocato del diavolo” perché crediamo che la vicenda debba essere valutata in base alle prove che la polizia di Dubai ha raccolto e non in base dei “sentito dire”.

Mahmoud al Mabhouh, responsabile anche del rapimento e dell’uccisione di due militari israeliani, era da tempo segnato come obiettivo, era uno di quelli che in gergo sono chiamati “i morti che camminano”. Il suo omicidio è avvenuto il 20 gennaio scorso e nei primi giorni si era parlato di una morte per cause naturali, poi, a distanza di circa due settimane, la “morte naturale” è diventata un omicidio e non si sa se per soffocamento o per avvelenamento.

Due settimane per visionare 24 ore di filmati francamente sembrano troppe, non è che forse sono servite per confezionare le prove che portano al colpevole predestinato? Al Mabhouh gestiva dalla capitale siriana i contatti con le potenze regionali alleate del movimento islamico, Iran innanzitutto, si occupava del reclutamento di addestratori e dell’acquisto di armi. Nonostante il suo incarico e il suo passato era riuscito a sopravvivere centellinando i suoi movimenti che erano segreti e decisamente prudenti; da qui sorgono tre quesiti: come mai era partito improvvisamente da Damasco per la capitale degli Emirati senza avvertire nessuno e portare con sé neanche un uomo della sua scorta? Visto che il viaggio era segreto… chi ha avvertito un gruppo così folto di persone che da mezzo mondo si sono dati appuntamento a Dubai e organizzato nel giro di poche ore un’azione così complicata? Secondo la polizia degli Emirati il “gruppo di fuoco” era composto da un numero nutrito di agenti, si è parlato di 11 persone, addirittura di 17, un piccolo plotone.

Tutta questa gente per uccidere un solo uomo? Non sarebbe stato meno pericoloso usare un killer singolo con un’azione “mordi e fuggi”? Questi agenti sarebbero entrati negli Emirati usando documenti falsi, per lo più inglesi, irlandesi, tedeschi e francesi, arrivando alla spicciolata da diverse provenienze, alcune europee. Come mai le autorità aeroportuali francesi e tedesche non si sono accorte, nonostante il sistema intranet di controllo incrociato dei documenti fra i paesi aderenti al trattato di Shengen, che diverse persone si imbarcavano verso un paese mediorientale con documenti falsificati? Come lavora la polizia di frontiera degli Emirati, visto che è stata perforata da documenti falsi per 11 forse 17 volte nel giro di poche ore? Chi ha un poco di dimestichezza nel mondo dei servizi segreti sa che neanche dopo l’attentato alle Olimpiadi di Monaco ‘72 i sicari del Mossad che avevano il compito di eliminare i mandanti del “massacro olimpico” potevano operare su territori arabi; come mai proprio ora questa regola sarebbe stata disattesa?

Alcune fonti hanno riportato che sette cittadini israeliani, il cui nome era scritto sui passaporti falsi utilizzati a Dubai, si sono presentati alla stampa per testimoniare la loro estraneità, in particolare un cittadino inglese residente in Israele. Sembra strano che un servizio segreto efficiente come il Mossad usi delle identità reali, addirittura di cittadini israeliani o di persone residenti in Israele, per compiere missioni di questo tipo. Significa lasciare la firma sul luogo del delitto. A questo punto le cose sono due: o i servizi segreti israeliani sono diventati una banda di boyscout alla gita domenicale, o queste prove sono state lasciate, o costruite in un secondo tempo, proprio per veicolare le indagini verso i servizi dello Stato ebraico. I nostri sono dubbi oggettivi, e non ci stupiremmo se poi dietro a queste prove si nascondesse un “bufala” clamorosa.

Nell’antichità, in fondo, quando cadeva un fulmine dal cielo gli uomini non potendo dare una spiegazione logica credevano si trattasse delle ire degli Dei, ai tempi nostri, invece, quando non si riesce a spiegare ciò che accade nel mondo dello spionaggio automaticamente si pensa al Mossad.

(Fonte: L’Opinione, 19 febbraio 2010)

Nella foto: un estratto del video fatto girare dalle autorità di Dubai

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  • #1esperimento

    Tanto qualunque cosa succede è sempre colpa di Israele. E quando non succede niente si inventano fatti nuovi appositamente per demonizzarlo :(((

    22 Feb 2010, 12:58 Rispondi|Quota
  • #2Andrea

    Ma poi, quanto rumore per nulla….. in fondo hanno solo ammazzato uno sporco terrorista islamico. Tutto il mondo dovrebbe essere contento.

    22 Feb 2010, 20:19 Rispondi|Quota
  • #3mirko anticoli

    ECCO PERCHè NON è STATP IL MOSSAD:
    CHE VANTAGGIO, NE AVREBBE AVUTO ISRAELE, NEL ASSASSINARE UN TERRORISTA RICERCATO, USANDO PASSAPORTI DI OLIM, CHE ORMAI SONO CITTADINI ISRAELIANI, NESSUN SERVIZIO SEGRETO USEREBBE PASSAPORTI FALSI, CHE TESTIMONIEREBBERO LA SUA IMPLICAZIONE?
    SAREBBE PIù FACILE, E CONSIGLIABILE USARE PASSAPORTI SI FALSI , E SI STRANIERI MA DI CITTADINI CHE RISIEDONO NEI PAESI D’ ORIGINE, SI CHE LA EVENTUALE COLPA RICADA SU QUEI PAESI….
    IN REALTà è TUTTA UNA MACCHINAZIONE, UNA SORTA DI NUOVA “ACCUSA DEL SANGUE” ARCHIETTATA DA QUELLO CHE AD OGGI è IL GOVERNO + ANTISEMITA D’ EUROPA , L’ INGHILTERRA, NON DIMENTICHIAMOCI, CHE è L’ INGHILTERRA AD AVER IMPEDITO ALLA LIVNI DI SCENDERE DALL’ AEREO, PER UN LORO MANDATO DI ARRESTO INTERNAZIONALE PER “CRIMINI CONTRO L’ UMANITà”, NON DIMENTICHIAMOCI CHE IL SECONDO GENITO DELLA FAMIGLIA REALE è è STATO E CONTINUA AD ESSERE UN ESTIMATORE DEL NAZISMO, NON DIMENTICHIAMO INOLTRE ANCORA, CHE IL BIOCOTTAGGIO DEGLI ACCADEMICI ISRAELIANI, SI è ESPANSA A MACCHIA D’ OLIO PER IL MONDO, DOPO CHE AVEVA AVUTO UN GROSSO SEGUITO INIZIALE PROPRIO IN INGHILTERRA…, A TUTT’OGGI LA PAROLA INGLESE JEW “EBREO” VIENE INDICATA COME SLANG (IN INGHILTERRA) PER INDICARE LADRO, SE NON è ANTISEMITISMO QUESTO….
    PS: COMUNQUE SE GLI INGLESI CONTINUANO CON L’ ANTISEMITISMO DI QUESTO GENERE, ACCUSANDOCI DI COSE PER CUI NON C’ ENTRIAMO NULLA , E CONTINUANO AD ELIMINARE I NOSTRI NEMICI, SOILO PER DARCI LA COLPA BENISSIMO, A NOI FA PIACERE…
    UN TERRORISTA MORTO, NON HA PREZZO, PER TUTTO IL RESTO C’ è MASTERCARD

    23 Feb 2010, 09:57 Rispondi|Quota
  • #4Emanuel Baroz

    23/02/2010 – Caso al-Mabhouh. Hamas afferma che due ex funzionari di Fatah sarebbero coinvolti nell’uccisione a Dubai del procacciatore d’armi dell’organizzazione. Da parte sua Fatah insinua invece che dei membri di Hamas abbiamo collaborato con gli esecutori. Un sito vicino ad Hamas, il Palestine Information Center, scrive che i due palestinesi arrestati dalla polizia di Dubai sono Anwar Shheibar e Ahmad Hassanain, ex agenti della sicurezza di Fatah attualmente alle dipendenze di un alto esponente di Fatah. Hamas accusa Israele dell’uccisione, ma Izzat al-Rishq, un capo di Hamas a Damasco, afferma che vi sarebbero “piccoli collaboratori” palestinesi.

    (Fonte: Israele.net)

    23 Feb 2010, 11:14 Rispondi|Quota
  • #5Emanuel Baroz

    22/02/2010 – Caso Al-Mabhouh. Un mese dopo l’eliminazione del comandante terrorista di Hamas Mahmoud Al-Mabhouh, la polizia di Dubai continua a rivelare dettagli delle indagini, questa volta su Hamas. Secondo il giornale Al-Khaleej, il capo della polizia di Dubai, Dhahi Khalfan, ha affermato che un membro dell’entourage vicino ad Al-Mabhouh avrebbe passato le indicazioni sul suo arrivo negli Emirati. Khalfan ritiene che questo “traditore di Hamas” sia “il vero killer” di Al-Mabhouh e sollecita Hamas a condurre un’inchiesta interna.

    (Fonte: Israele.net)

    23 Feb 2010, 11:16 Rispondi|Quota
  • #6Emanuel Baroz

    21/02/2010 – Secondo il Daily Mail, il Mossad avrebbe informato per tempo i servizi segreti inglesi MI6 dell’uso di passaporti britannici in una “operazione all’estero”. “Non era una richiesta di permesso – dicono le fonti citate dal giornale britannico – ma un semplice gesto di cortesia fra servizi segreti”.

    (Fonte: Israele.net)

    23 Feb 2010, 11:17 Rispondi|Quota
  • #7Emanuel Baroz

    Dubai: omicidio dirigente Hamas, identificati altri quattro killer

    23 Febbraio 2010 12:05 ESTERI

    DUBAI – Sono state identificate altre quattro persone coinvolte nell’omicidio del dirigente di Hamas, Mahmoud al-Mabhouh, avvenuto a Dubai. Lo scrive il quotidiano israeliano ‘Haaretz’. I quattro sono in possesso di passaporti britannici. Sarebbero undici le persone del commando, tutte in con documenti europei falsi. I ministri degli Esteri dell’Unione europea hanno condannato l’utilizzo delle identita’ rubate, senza tuttavia nominare i servizi segreti israeliani del Mossad, della cui responsabilita’ si e’ detta invece certa la polizia dell’emirato arabo. (RCD)

    http://www.corriere.it/notizie-ultima-ora/Esteri/Dubai-omicidio-dirigente-Hamas-identificati-altri-quattro-killer/23-02-2010/1-A_000084955.shtml

    23 Feb 2010, 12:26 Rispondi|Quota
  • #8Emanuel Baroz

    Probabilmente un regolamento di conti intra-palestinese, ma per uccidere un rivale (terrorista e trafficante d’armi) rubano le identità ad ignari israeliani

    Paul si alza presto, come ogni mattina. Ieri, però, non è stato per lui un giorno come gli altri. Nell’edicola dove compra il giornale, quando arriva, lo guardano come un alieno. Gli basta comprare la sua copia del suo quotidiano di fiducia per capire il perché. E per farsi andare di traverso il caffè.

    Una brutta sorpresa. La polizia di Dubai, in una conferenza stampa tenuta ieri mattina, ha pubblicato i nomi, le foto e i passaporti degli undici componenti del commando che, il 20 gennaio scorso, ha assassinato nell’emirato del Golfo Mahmoud al-Mabhouh, esponente di spicco di Hamas. Tutti passaporti europei, tutti falsi. Uno di questi porta il nome di Paul John Keeley.
    “Sono sconvolto…non riesco a capire come possa essere accaduta una cosa come questa”, racconta Paul a giornali e televisioni israeliane. Nato in Gran Bretagna 43 anni fa, Paul ha compiuto dieci anni fa la sua aliyah, l’immigrazione verso Israele. Con la moglie e i tre figli vive nel kibbutz di Nahsholim. “Da quando ho saputo di questa storia sono terrorizzato, per me e la mia famiglia”, racconta Paul, che mai come oggi avrà rimpianto i suoi due passaporti. “Adesso credo di aver diritto a una spiegazione: aspetto che qualcuno del governo israeliano o dell’ambasciata britannica mi dica qualcosa”. Stesse spiegazioni che attendono Sthepen Daniel Hodes, Melvyn Adam Mildiner, Michael Lawrence Barney e Michael Bodenheimer. I nomi di tutti questi ignari cittadini israeliani, con doppio passaporto, sono stati utilizzati dai killer di al-Mabhouh. Stesso stupore per il giornalista di Ha’aretz Or Kashti che, in un articolo molto divertente pubblicato oggi sul suo giornale, racconta lo stupore quando ha visto che la foto di uno dei killer, che usava il nome Kevin Daveron, era praticamente un suo ritratto.

    La prova video. La conferenza stampa, in stile lezione universitaria con tanto di maxi schermo, di Dhafi Khalfan Tamim, capo della polizia di Dubai, ha lasciato tutti di stucco. Il funzionario ha ricostruito, attimo per attimo, le ore che gli undici membri del commando hanno passato a Dubai. I passaporti, come detto, erano tutti europei: tre irlandesi, sei britannici, uno francese e uno tedesco. Il commando, una donna e dieci uomini, è giunto a Dubai in ordine sparso, con voli provenienti da località diverse. Hanno anche alloggiato in hotel diversi. Hanno usato sim locali, pagato sempre in contanti e fatto vita da turisti. Le videocamere dell’hotel al-Bustana Rotana di Dubai, nel quale il giorno prima era arrivato l’esponente di Hamas, hanno ripreso i pedinamenti ad al-Mabhouh e hanno mostrato come l’unica donna avesse la camera di fronte alla 230, quella dove alloggiava la vittima. Tamim ha confermato le indiscrezioni delle prime ore: l’esponente di Hamas è morto soffocato, dopo essere stato reso innocuo da una forte scossa elettrica. Resta da stabilire se è stato strangolato, soffocato con un cuscino o avvelenato. Altro aspetto ancora da chiarire è anche come i killer siano entrati nella stanza. Il video, in compenso, fissa la cronologia dell’omicidio. Al-Mabhouh torna in camera, presumibilmente dopo cena, alle 20.24 del 19 gennaio scorso. Alle 20.46 il video mostra due degli assassini che escono dall’hotel, gli stessi due che alle 22.30 sono in aeroporto e lasciano Dubai.

    Israele si divide. Tamim ha annunciato che mandati di cattura internazionali sono stati spiccati contro gli undici killer, spiegando che si conta sull’aiuto di Interpol e degli stati coinvolti. Due palestinesi, dei quali non è stato reso noto il nome, sono stati arrestati ad Amman e consegnati alle autorità degli Emirati Arabi Uniti. Sono sospettati di aver fornito appoggio logistico al commando, segnalando gli spostamenti di al-Mabhouh. “Qualcuno ha collaborato sicuramente al suo omicidio”, ha commentato Tamim. “Al-Mabhouh non era entrato con il suo vero nome a Dubai, altri lo avranno segnalato al commando”. Rispetto ai mandanti Tamim non si sbilancia. “Non abbiamo, fino a questo momento, elementi probanti per ritenere i servizi segreti israeliani coinvolti nella vicenda”, ha risposto Tamim alle domande dei giornalisti, “ma non ne abbiamo neanche per escluderlo. Israele ha ucciso molti suoi nemici all’estero, anche in paesi ritenuti alleati”. Il governo israeliano non ha, ancora una volta, commentato l’accaduto. Solo il ministro degli Esteri Lieberman ha negato in modo esplicito il coinvolgimento di Tel Aviv. La stampa israeliana, invece, si è scatenata sull’argomento. Alcune testate, come il Jerusalem Post, hanno preso una posizione decisa, ritenendo l’omicidio di al-Mabhouh un ”duro colpo inferto all’asse del male”. Yossi Melman, editorialista di Ha’aretz, scrive che “Israele non avrebbe nulla di cui vergognarsi nell’aver eliminato al-Mabhouh” che, come confermato da fonti di Hamas, si trovava a Dubai per acquistare armi iraniane per le Brigate Izz Al-Din al-Qassam, ala militare di Hamas. Altre firme sono più caute, ma in molti si pongono domande sulle tecniche del Mossad, l’intelligence israeliana.

    Mossad globetrotter. L’imbarazzo suscitato a Londra, Dublino, Berlino e Parigi per il fatto che siano stati usati passaporti contraffatti non è stato espresso da nessuno dei governi interessati, ma non ha fatto certo piacere. La storia del Mossad è fatta di operazioni all’estero. Basta pensare all’operazione Ira di Dio, che il premier israeliano Golda Meir ordinò per vendicare il massacro degli atleti d’Israele a Monaco durante le Olimpiadi del 1972, raccontata nel film di Steven Spielberg Munich. Un modus operandi che anche l’Italia conosce bene, come racconta l’ottimo libro di Eric Salerno Mossad-Base Italia pubblicato in questi giorni per i tipi del Saggiatore. Nel nostro Paese, con una dinamica non degna ‘dell’unica democrazia del Medio Oriente’, venne rapito e riportato in Israele l’ingegnere nucleare israeliano Mordechai Vanunu, accusato di violazione del segreto di Stato in quanto si era voluto sottrarre al programma nucleare d’Israele denunciandone la presunta esistenza. Al di là dell’etica delle missioni all’estero, è finita nel mirino della stampa d’Israele anche l’affidabilità di quello che per anni è stato ritenuto il miglior servizio segreto del mondo. “Ormai anche i bambini sanno che ci sono telecamere dappertutto”, scrive Amir Oren su Ha’aretz, “se sono loro, possibile farsi inquadrare tutti? E usare nomi di cittadini israeliani realmente esistenti?”.
    Inoltre le tecniche sono note a tutti. In un racconto pubblicato tempo fa, dal titolo Duet in Beirut, l’ex agente segreto israeliano Mishka Ben-David sembra raccontare per filo e per segno l’omicidio di al-Mabhouh. Alla faccia della segretezza. Sul banco degli imputati il capo del Mossad, Meir Degan, del quale molti chiedono la testa, ma che continua a godere dell’appoggio del premier israeliano Netanyahu.

    Scenari complessi. Adesso, sepolto al-Mabhouh nel cimitero del campo profughi palestinese di Yormuk in Siria, acclamato da migliaia di persone e accompagnato dalle promesse di vendetta di Hamas, restano molte pagine da scrivere sugli intrecci di questa vicenda.
    In primo luogo i due palestinesi arrestati. Hamas e Fatah hanno cominciato subito a coprirsi d’insulti. Per il movimento islamista che tiene il potere a Gaza sono due agenti della polizia del Fatah, per gli uomini di Abu Mazen invece si tratta di traditori interni ad Hamas. Di sicuro, però, la soffiata arriva da Damasco, dove al-Mabhouh viveva da anni assieme alla leadership di Hamas in esilio. Damasco è ancora un posto sicuro per loro, dopo che il regime di Assad si avvicina sempre più all’Occidente?
    Dubai, poi, è sempre meno quel paradiso turistico che si racconta, ma il più grande hub mondiale di traffici illeciti. Uccidere al-Mabhouh proprio a Dubai, per alcuni, è un messaggioo agli emiri: basta far transitare le armi e i soldi iraniani verso Hamas, Hezbollah e verso i gruppi sciiti in Yemen e in Iraq. Inoltre, perché al-Mabhouh viaggiava solo? Secondo la sua famiglia, sei mesi fa a Beirut, avevano tentato di avvelenarlo, lasciandolo il coma per trenta ore. Viaggiava sempre con una scorta numerosa, mentre questa volta viaggiava solo, come conferma lo stesso Tamim.
    La partita del grande gioco in Medio Oriente non è finita.

    Da Peace Reporter

    http://esperimento.ilcannocchiale.it/2010/02/18/probabilmente_un_regolamento_d.html

    23 Feb 2010, 12:35 Rispondi|Quota
  • #9Emanuel Baroz

    25/02/2010 – Caso al-Mabhouh. La polizia di Dubai ha diffuso mercoledì i nomi e le foto di quelli che ritiene siano altre 15 persone coinvolte nell’uccisione del comandante Hamas, portando a 26 il numero totale dei sospetti, comprese cinque donne. Secondo quanto riferito dalle tv arabe Al Jazeera e Al Arabiya, alcuni avrebbero avuto passaporti australiani, e tre di essi avrebbero poi lasciato il Dubai attraverso l’Iran.

    (Fonte: Israele.net)

    25 Feb 2010, 11:24 Rispondi|Quota
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