Donne palestinesi protestano per fiction turca anti-israeliana

 
Emanuel Baroz
6 aprile 2010
1 commento

Donne palestinesi protestano per fiction turca anti-israeliana

Detenute palestinesi: i soldati israeliani non ci stuprano

fiction-turca-focus-on-israelROMA, 6 apr. – Anche le detenute palestinesi in Israele protestano contro la serie Tv anti-israeliana trasmessa dalla tv turca, che nei mesi scorsi ha creato forti tensioni tra Ankara e Gerusalemme. Lo riporta il sito web del Jerusalem Post.

La fiction turca racconta la storia di una famiglia palestinese che parte per una vacanza in Giordania, e che al ritorno trova la sua casa demolita dall’esercito israeliano. Israele aveva protestato duramente contro il governo turco perchè nella fiction i soldati israeliani vengono rappresentati come brutali assassini e stupratori.

Ma secondo il Jerusalem Post questa fiction non è piaciuta anche a molti palestinesi, e in particolare alle donne palestinesi detenute nelle carceri israeliane, irritate da una scena in cui dei soldati israeliani “stuprano” una donna palestinese. “Questo film diffama le detenute e la loro lotta nelle prigioni degli occupanti”, hanno affermato le detenute palestinesi in una dichiarazione. “Chiediamo al produttore di questa fiction turca di chiedere scusa al popolo palestinese per la scena che mostra i soldati israeliani che stuprano una donna palestinese in una prigione chiamata Miriam”.

La dichiarazione afferma anche che la scena dello stupro non c’entra nulla con la realtà. Le detenute hanno anche condannato la scena in cui la famiglia di una “vittima stuprata” la uccidono dopo la scarcerazione da una prigione israeliana. “Le famiglie palestinesi abbracciano sempre le loro figlie quando escono di prigione”, dicono le detenute palestinesi. “Consideriamo questa fiction come un tentativo per diffamare l’immagine delle detenute palestinesi e come un insulto pubblico al popolo palestinese. Il film serve solo all’occupazione”.

(Fonte: Apcom, 6 aprile 2010)

Nella foto: un estratto della fiction andata in onda; per chi avesse voglia di farsi il sangue marcio assistendo ad una chiara dimostrazione di come il pregiudizio antisraeliano prosperi nel Medio Oriente consigliamo la visione di questo video

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  • #1Emanuel Baroz

    La tv turca attacca Israele e fa infuriare pure i palestinesi

    di Fiamma Nirenstein

    Zelo traditore, che brutta figura si fa quando si cerca di essere più realisti del re. Se ci si poteva aspettare che la Turchia inciampasse sulla strada iperislamica e antisraeliana intrapresa recentemente, che fossero i palestinesi, bandiera di Erdogan, a sbugiardare la Turchia non si sarebbe mai potuto prevedere. La storia è semplice: a ottobre la tv turca ha trasmesso un serial che ad ogni puntata mostrava la mostruosa cattiveria dei soldati israeliani. I soldati uccidevano e tormentavano con mostruosi sghignazzi bambini e donne palestinesi. Ok, fa parte della nouvelle vogue turca, la stessa che ha portato Erdogan a gridare insulti a Shimon Peres durante l’incontro di Davos.

    Il serial in questi giorni è in onda su due tv del network saudita Mbc. Israele aveva già protestato, ma si sa, il diritto alla libera espressione fa si che né gli Usa né gli europei alzino mai un dito specie quando si incita all’antisemitismo. Diverso è con l’islamofobia, si capisce. Ma al tredicesimo episodio, in cui una famiglia palestinese torna dalla Giordania per trovare la sua casa distrutta dalle solite carogne, c’è anche una scena molto espressiva in cui una prigioniera del carcere israeliano, Miriam, viene violentata dalle guardie. Uscita dalla galera la ragazza nel film viene uccisa dalla famiglia, ed è sempre ovvia colpa degli israeliani. Ma la reazione delle prigioniere vere è stata immediata: «Chiediamo ai realizzatori della serie tv di scusarsi per la scena in cui viene violentata una prigioniera di nome Miriam» hanno detto. La scena, hanno aggiunto, non ha niente a che vedere con la realtà, e che non è mai successo che una ragazza palestinese sia stata violentata da un soldato israeliano: «Chi si immagina che una palestinese in prigione venga violentata, vive in un mondo di illusioni e di errori. Né abbiamo mai sentito dire che qualche donna sia stata uccisa dalla famiglia una volta rilasciata». Anche l’Autonomia Palestinese si è ribellata: Kadura Fares, membro del comitato centrale di Fatah, ha detto alla radio israeliana che i palestinesi chiedono di smettere di mandare in onda il film.

    La Turchia intanto si avventura in una quantità di attivismo molto spinto: mentre da Gerusalemme è stato ritirato l’attuale ambasciatore Ahmet Oguz Cernicol (forse ritenuto troppo morbido dopo un recente testa a testa con il governo israeliano e sostituito con un diplomatico locale, Kerim Uras) a Istanbul si prepara il più grande convoglio marino per raggiungere Gaza con aiuti: lo organizza la Turkish Relief Foundation (Ihh) con varie associazioni decise a formare un convoglio di aiuto alla zona governata da Hamas cui parteciperà una ventina di navi turche, europee, malesi alla fine di aprile. Lo sfondo dell’attività antisraeliana dei turchi consta di un potente avvicinamento al mondo islamico dopo tanti anni di mediazione con l’Occidente. Oggi Erdogan è protagonista della resistenza alle sanzioni contro il nucleare iraniano, insieme a Chavez.

    Intanto quasi tutti i militari turchi imprigionati dal governo con accuse di cospirazione sono stati rimessi in libertà, mettendo così in mostra l’intento eminentemente politico della retata. E in questi giorni si discute molto anche del fatto che il governo turco sta riscrivendo la Costituzione in chiave islamista, introducendo misure che ne rafforzano il potere mettendo in subordine il militare e il giudiziario. L’ultima azione anti Israele è stata la minacciosa asserzione che la Turchia non se ne starà con le mani in mano e difenderà i musulmani ovunque, anche a Gerusalemme.

    (Fonte: Il Giornale, 7 aprile 2010)

    8 Apr 2010, 23:13 Rispondi|Quota
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