Libano: Hezbollah attacca UNIFIL ma i media non ne parlano

 
Emanuel Baroz
6 luglio 2010
6 commenti

Libano: Hezbollah attacca UNIFIL ma i media non ne parlano

E’ curioso come i media occidentali, sempre pronti a segnalare ogni minima scioccheza che riguardi i palestinesi, non abbiano minimamente fatto cenno ai gravissimi episodi accaduti nei giorni scorsi nel Sud del Libano ai danni della missione di pace UNIFIL.

I fatti: da diverse settimane le pattuglie UNIFIL, che su richiesta delle Nazioni Unite hanno intensificato i controlli nei villaggi a ridosso del confine con la Siria, sono state fatto oggetto di attacchi, minacce e intimidazioni da parte di uomini armati di Hezbollah. I fatti più gravi sono accaduti nei villaggi di Khirbet Silim e, soprattutto, nel villaggio di Qabrikha, dove sono rimasti feriti alcuni militari di UNIFIL. Secondo il Generale Alberto Cuevas Asarta, comandante di UNIFIL, la situazione sta velocemente degenerando ed è chiaro il tentativo di Hezbollah di allontanare i militari di UNIFIL dal sud del Libano o, quantomeno, dalle zone di confine con la Siria da dove arrivano le armi destinate al gruppo terrorista. Secondo alcune fonti non confermate, a dare manforte ai terroristi durante gli attacchi ci sarebbero stati anche elementi dell’esercito libanese.

La teoria secondo cui soldati dell’esercito libanese avrebbero partecipato agli attacchi a UNIFIL è stata smentita ieri dal Primo Ministro libanese, Saad Hariri, durante un incontro avvenuto a Parigi con il Presidente egiziano, Hosni Mubarak. I due leader erano a Parigi per incontri separati con la dirigenza francese la quale, a seguito dei fatti avvenuti nel Sud del Libano, ha convocato per oggi una riunione d’emergenza con i comandanti dei contingenti francese, italiano e spagnolo di UNIFIL. Allo studio dei comandanti e dei politici ci sarebbe un perfezionamento del meccanismo di controllo di UNIFIL sul continuo via vai di armi che negli ultimi anni ha portato il gruppo terrorista di Hezbollah a essere più armato dello stesso esercito libanese. In sostanza, si ammette che le regole della missione UNIFIL non hanno impedito ad Hezbollah di armarsi e ora si vorrebbero cambiare. E’ come chiudere la stalla dopo che i buoi sono fuggiti.

L’impressione generale è che in questo particolare momento la presenza di UNIFIL nel settore est del Libano Meridionale non sia affatto gradita. Siria, Iran ed Hezbollah vogliono quella zona libera da occhi indiscreti e non hanno digerito la decisione dei vertici di UNIFIL di aumentare i controlli proprio in quella zona. Da qui gli attacchi alle pattuglie della missione di pace. Insomma, UNIFIL va bene (va benissimo) per interdire i controlli israeliani, ma se si tratta di mettere i bastoni tra le ruote al colossale traffico di armi tra Siria, Iran ed Hezbollah, allora non va più bene e quindi vanno allontanati.

Vedremo quali decisioni prenderanno i vertici militari italiani, francesi e spagnoli, ma l’impressione è che nulla cambierà. La presenza di UNIFIL in configurazione anti-israeliana fa troppo comodo. L’importante è che non vadano oltre e che non mettano i bastoni tra le ruote ad Hezbollah e ai loro traffici.

Secondo Protocollo

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  • #1Emanuel Baroz

    Libano/ Soldati francesi Unifil presi di mira da residenti nel sud

    Brevemente disarmati a bastonate e sassate

    Touline (Libano), 3 lug. (Apcom) – Residenti di un villaggio del sud del Libano hanno attaccato e brevemente disarmato una pattuglia francese della forza delle Nazioni Unite in Libano (Unifil), a bastonate e sassate. Lo ha reso noto l’esercito libanese, che è intervenuto per riportare la calma la situazione.

    “Abitanti del villaggio di Touline e alcuni residenti del villaggio vicino di Kabrikha hanno attaccato una pattuglia con bastoni, lanci di pietre e uova”, ha affermato un portavoce militare, “I residenti hanno disarmato i soldati e hanno assunto brevemente il controllo del loro veicolo prima che l’esercito intervenisse e li allontanasse dalla pattuglia. Le armi sono state restituite all’Unifil, l’incidente è chiuso”.

    Secondo il portavoce, i soldati francesi hanno arrestato a Kabrikha un ragazzo che gli aveva chiesto che cosa facessero nel villaggio. Mentre la pattuglia entrava nella vicina località di Touline, gli abitanti l’hanno assalita e hanno recuperato il ragazzo. Testimoni hanno confermato la stessa versione, che Unifil si è rifiutata di commentare.

    L’incidente si verifica alcuni giorni dopo le reazioni ostili di residenti del sud contro un’esercitazione ordinaria dell’Unifil, che ha in particolare spinto la Francia a esprimere la sua “preoccupazione”. Il rappresentante di Ban Ki-moon in Libano, Michael Williams, ha sottolineato da parte sua che alcuni di questi atti, avvenuti martedì, “erano chiaramente orchestrati”. Hezbollah, che una sanguinosa guerra ha opposto a Israele nell’estate 2006, è il partito politico più influente nel sud del Libano. Il suo numero due, Naim Kassem, ha affermato in un’intervista ieri che Unifil dovrebbe “fare attenzione”.

    Unifil è stata formata nel 1978 per sorvegliare la frontiera con Israele e controllare il ritiro dell’esercito dello stato ebraico che ha occupato una parte del sud del Libano nel 1978 e in seguito nel 1982. Israele si è ritirato nel 2000, ma Unifil è stata mantenuta. E’ stata rafforzata dopo la guerra del 2006 e conta circa 13mila soldati.

    6 Lug 2010, 13:09 Rispondi|Quota
  • #2Emanuel Baroz

    Libano: sassaiole contro pattuglie Onu

    Beirut, 3 Luglio 2010 – Per la seconda volta consecutiva in pochi giorni una pattuglia dell’Unifil, la missione Onu schierata nel sud del Libano e a cui partecipano circa 2.000 soldati italiani, è stata oggetto di violente proteste e di sassaiole da parte di residenti di alcuni villaggi della regione, a pochi km dalla Linea Blu di demarcazione con Israele. Lo riferisce l’agenzia ufficiale libanese Nna. Secondo la tv locale Mtv due caschi blu sarebbero rimasti feriti.

    (Fonte: L’Unione Sarda, 3 Luglio 2010)

    6 Lug 2010, 13:10 Rispondi|Quota
  • #3Emanuel Baroz

    Disarmati dalla folla. Aggressione ai caschi blu in Libano

    Beirut, 4 Luglio 2010 – Assaliti e disarmati dai sostenitori di Hezbollah. I Caschi blu ancora nel mirino, nel sud del Libano. Accerchiato un veicolo dell’Unifil, la folla ne ha attaccato l’equipaggio con sassi e bastoni, ferendo leggermente il capopattuglia.

    Secondo del genere in tre giorni, l’episodio è avvenuto nel villaggio di Kabrikha, proprio a ridosso della Linea Blu che segna il confine provvisorio con Israele.

    “Siamo tutti scesi in strada per manifestare il nostro dissenso – racconta una residente -. Non accettiamo quanto stanno facendo le Nazioni Unite. Nessuno lo accetterebbe nel proprio paese. Se loro sono qui per proteggerci, quello che noi vogliamo mandare è un messaggio a Israele: il coraggio non ci manca e possiamo difenderci da soli”.

    Hezbollah nega ogni coinvolgimento, ma il fronte politico libanese esprime preoccupazione. A destare allarme, anche le voci secondo cui la Siria avrebbe fornito al movimento sciita dei missili Scud.

    (Fonte: Euronews, 4 Luglio 2010)

    6 Lug 2010, 13:11 Rispondi|Quota
  • #5Parvus

    Io mi meraviglierei se i media ne parlassero. Vorrebbe dire che gli sceicchi avrebbero smesso di finanziarli.

    6 Lug 2010, 22:28 Rispondi|Quota
  • #6Alberto Pi

    Bastonate e sassate contro i peacekeeper

    L’Onu “deplora con forza” gli attacchi ai caschi blu in Libano

    “I membri del Consiglio di sicurezza invitano tutte le parti coinvolte a garantire il rispetto della liberta’ di movimento di Unifil, in conformita’ al suo mandato e alle sue regole di ingaggio”, prosegue la nota.

    Roma, 11-07-2010

    Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ribadisce il proprio sostegno ai caschi blu dell’Unifil dispiegati in Libano, chiede che venga rispettata la loro liberta’ di movimento e “deplora con forza” i recenti incidenti che hanno visto coinvolti i peacekeeper delle Nazioni Unite.

    In un comunicato, “i membri del Consiglio di Sicurezza deplorano con forza i recenti incidenti che hanno coinvolto i peacekeeper Unifil nel sud del Libano il 29 giugno, il 3 e il 4 luglio, nell’area di intervento Unifil” e “accolgono con soddisfazione la dichiarazione dell’8 luglio in cui il governo del Libano ha deplorato gli incidenti sopra ricordati, riaffermando il suo impegno verso Unifil cos come per il pieno rispetto della risoluzione 1701”. La risoluzione 1701 mise fine, nell’estate 2006, al conflitto tra Israele e le milizie sciite libanesi di Hezbollah.

    “I membri del Consiglio di sicurezza invitano tutte le parti coinvolte a garantire il rispetto della liberta’ di movimento di Unifil, in conformita’ al suo mandato e alle sue regole di ingaggio”, prosegue la nota.

    Le Nazioni Unite sollecitano quindi “un rafforzamento della collaborazione tra forze armate libanesi e Unifil”, sottolineando l’importanza di “un maggior dispiegamento delle forze armate libanesi nel sud del Libano, in conformita’ con la risoluzione 1701”.

    Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu conclude ribadendo il proprio “pieno sostegno a Unifil e invitando tutte le parti coinvolte a collaborare nella missione al fine di dare piena attuazione alla risoluzione 1701”.

    Nei giorni scorsi, era stata la Francia a chiedere al Consiglio di Sicurezza dell’Onu di ribadire il suo sostegno alle truppe Unifil, alla luce delle proteste scatenate contro i militari in alcuni villaggi nel sud del Libano.

    Martedi’ 29 giugno, gli abitanti di alcuni villaggi avevano protestato in piazza contro un’esercitazione ordinaria dell’Unifil. Nei dintorni della localita’ di Khirbit Silim, erano state scagliate pietre contro un veicolo Onu e un casco blu era rimasto lievemente ferito. Sabato scorso, 3 luglio, i residenti di un villaggio del sud del Libano avevano attaccato e disarmato una pattuglia francese, prendendola a bastonate e sassate. Episodi che avevano indotto gli ambasciatori di Italia, Francia e Spagna a recarsi in visita nella regione insieme al comandante della missione Onu, il generale spagnolo Alberto Asarta. Sono circa 13.000 i militari Unifil in Libano, di cui 1.500 francesi e 2.470 italiani.

    In molti vedono la mano di Hezbollah che domina nel sud del Libano, dietro a questi attacchi. Hezbollah nega. Ma il suo numero due, Naim Kassem, ha lanciato un monito all’Unifil, affermato in un’intervista che dovrebbe “fare attenzione” a quello che fa.

    E secondo “una fonte militare autorizzata” dell’esercito libanese, citata dal quotidiano francofono di Beirut L’Orient-Le Jour, “bisogna capire che per gli abitanti del Sud del Libano ogni straniero e una spia potenziale, soprattutto quando quest’ultimo tenta di ficcare il naso nei villaggi e tra le abitazioni”.

    http://www.rainews24.rai.it/it/news.php?newsid=142894

    20 Lug 2010, 09:54 Rispondi|Quota
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