Scontri armati al confine tra Libano e Israele

 
Emanuel Baroz
3 agosto 2010
3 commenti

“Razzi e colpi di artiglieria pesante”. Scontri al confine tra Libano e Israele

BEIRUT, 3 Agosto 2010 – Scontri armati tra soldati libanesi e israeliani sono in corso lungo il confine provvisorio (ma che vuol dire?! La dicitura “confine provvisorio” non significa nulla!!! E’ l’ennesima dimostrazione di come la disinformazione antisraeliana portata avanti dalla stampa italiana sia incessante!!! Che VERGOGNA!!! ) tra i due Paesi, nei pressi della località di Adaisse. Lo riferisce la tv panaraba al Jazeera. In una scritta in sovrimpressione l’emittente precisa che un soldato e un civile libanesi sono stati feriti durante gli scontri con i militari israeliani. Adaisse è una località libanese a ridosso della Linea Blu di demarcazione con Israele, nel settore centrale del confine. Il sud del Libano è dall’autunno 2006 pattugliato da oltre 10.000 caschi blu della missione Onu (Unifil), di cui fanno parte circa 2.000 italiani.

Intanto almeno due razzi katiuscia sarebbero stati lanciati dal sud del Libano verso il nord di Israele, secondo quanto riferisce la tv panaraba al Arabiya. L’emittente afferma inoltre che lo Stato ebraico avrebbe risposto sparando colpi di artiglieria contro una postazione dell’esercito libanese nei pressi di Adayyse, lungo la Linea Blu di demarcazione tra i due Paesi. Il soldato Hassan Nazzal e il civile Ibrahim Abbud, entrambi libanesi, sono rimasti feriti negli scontri che, secondo l’emittente, sono ancora in corso.

La Stampa.it

In alto: una zona del confine tra Libano ed Israele

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  • #1damiano

    come (quasi) sempre Tsahal risponde al fuoco dopo che Israele è stato attaccato.

    3 Ago 2010, 16:05 Rispondi|Quota
  • #2Alberto Pi

    MEDIO ORIENTE
    Libano-Israele, scontri al confine. Scambi di colpi, quattro vittime

    Uccisi due militari e un giornalista libanesi e un ufficiale israeliano. Il conflitto nella località di Adaisse, per il tentativo isreliano di piazzare telecamere sulla linea blu. Hezbollah: “La prossima volta agiremo”. Gli appelli di Onu e Usa: “Massima moderazione”

    BEIRUT – A quattro anni dalla guerra del 2006, torna alta la tensione al confine tra Israele e Libano. Sono quattro le vittime degli scontri tra i due eserciti, scoppiati questa mattina nella località di Adaisse. Dalla parte libanese sono rimasti uccisi due soldati (non tre, come si pensava in un primo momento) e un giornalista, mentre le forze armate israeliane hanno confermato la morte di un ufficiale. Una notizia anticipata dalla tv di Hezbollah, Al-Manar. Il conflitto è avvenuto lungo la “linea blu” di demarcazione fra i due paesi.

    La ricostruzione. Gli eventi, fa sapere la missione Unifil, sono ancora da chiarire. Tutto è cominciato intorno a mezzogiorno, quando soldati israeliani hanno tentato di sradicare con l’ausilio di una gru alcuni alberi cresciuti a ridosso del reticolato elettrificato eretto da Tsahal dopo il ritiro dal sud del Libano nel 2000. Il comandante del contingente italiano dell’Unifil, il generale Giuseppenicola Tota, riferisce gli israeliani volevano eliminare gli arbusti per “installare delle telecamere” lungo la frontiera provvisoria, “sono intervenuti i soldati libanesi ed è cominciato lo scambio di colpi di arma da fuoco”. La scaramuccia è poi degenerata in un più esteso attacco aereo e d’artiglieria israeliano alle postazioni libanesi sulle colline di Adaysse e Tayybe e in una prolungata sparatoria lungo la strada Adaysse-Kfar Kila.

    A Beirut sostengono che i militari israeliani hanno superato la “linea blu” e che quindi hanno violato la risoluzione Onu n.1701, con cui erano state interrotte le ostilità nell’agosto 2006. Da Israele affermano invece che la pattuglia è rimasta all’interno del territorio controllato da Tsahal, che l’attività di stamattina era stata concordata con la missione Onu e persino coordinata con i caschi blu. Dal comando centrale di Unifil per ora non si pronunciano né sull’esatta posizione della “linea blu” in quel settore né su quanto sostenuto dagli israeliani riguardo all’azione concordata.

    Il bilancio. Il bilancio delle forze di sicurezza di Beirut è di due soldati e un giornalista libanesi morti; quindici i feriti tra soldati e civili. Il giornalista ucciso è Assaf Abu Rahhal di Al Akhbar, un giornale vicino a Hezbollah. Il reporter, ricoverato nel vicino ospedale di Marjuyun, è deceduto in seguito alle ferite riportate dopo essere stato colpito, a quanto sembra, da schegge di un proiettile di mortaio.

    Sul fronte israeliano, è rimasto ucciso il tenente colonnello Dov Harari, 45 anni. Una notizia confermata da fonti militari dello stato ebraico, dopo l’anticipazione della televisione di Hezbollah, Al-Manar. Un altro ufficiale è rimasto “gravemente ferito”.

    Le minacce di Hezbollah. In caso di nuova aggressione israeliana all’esercito libanese, Hezbollah non rimarrà con le mani in mano ma agirà in difesa delle forze armate, della nazione e del popolo. Parlando in collegamento video a migliaia di sostenitori riuniti nella periferia sud di Beirut per il quarto anniversario della “Vittoria divina” contro Israele nell’estate 2006, il leader del movimento sciita, Hasan Nasrallah, ha detto che le sue milizie sono pronti a schierarsi a fianco delle forze armate libanesi.

    “La resistenza (l’ala armata del movimento sciita) proteggerà l’esercito, mentre il popolo proteggerà la resistenza e l’esercito assieme”, ha detto il leader del Partito di Dio, ribadendo che “il presidente della repubblica (Michel Suleiman), il presidente del Parlamento (Nabih Berri) e il premier (Saad Hariri) sono stati informati in precedenza del fatto che la resistenza è in stretto contatto con i vertici dell’esercito e che si muove in coordinamento con le forze armate” libanesi.

    La condanna di Suleiman e Hariri. Il Libano reagirà con “tutti i mezzi a disposizione” a quello che Beirut ha definito un attacco israeliano. Lo ha detto il generale Said Eid, capo del Consiglio di Difesa. Una dura condanna dell’accaduto è arrivata anche dal presidente e dal primo ministro libanesi, Michel Suleiman e Saad Hariri, che hanno definito quella di Israele “un’aggressione”.

    Hariri ha parlato di “violazione della sovranità libanese” e ha chiesto alle Nazioni Unite e alla comunità internazionale ”di fare pressioni su Israele affinché fermi questa aggressione”. Mentre Suleiman ha sottolineato la ”violazione della Risoluzione 1701, con l’attacco a un checkpoint dell’esercito in territorio libanese”.

    Solidarietà al Libano. Al governo libanese sono arrivati subito attestati di solidarietà. La Siria si è schierata al fianco del Libano ed è pronta a offrire “ogni aiuto necessario, per fronteggiare l’aggressione israeliana”. Lo ha detto il presidente siriano Bashar al Assad, parlando al telefono con Suleiman. Anche la Lega Araba ha condannato le “violazioni israeliane”. E l’Iran ha tuonato contro “l’incursione del regime sionista”.

    La replica di Israele. Da Tel Aviv le accuse vengono rispedite al mittente. “Considero il governo
    libanese direttamente responsabile per questa violenta provocazione”, ha affermato il premier israeliano Benjamin Netanyahu. Sulla stessa linea il ministro degli Esteri, Avigdor Liberman, che ha minacciato “serie conseguenze se gli scontri dovessero proseguire”. Più cauto il generale Gadi Eisenkot, comandante della regione Nord di Israele, secondo il quale lo scontro sul confine col Libano è “un incidente isolato”.

    Nessun italiano coinvolto. Adaisse è una località libanese nel settore centrale del confine. Il sud del Libano dall’autunno del 2006 è pattugliato dai circa 12.000 caschi blu della missione Onu (Unifil), di cui fanno parte circa 2.000 italiani 1. La Farnesina ha fatto subito sapere che non ci sono militari italiani coinvolti negli scontri. In zona si trova un contingente spagnolo. Sull’impegno italiano in Libano è intervenuto il ministro della Difesa, Ignazio La Russa: “La nostra presenza non è a tempo indeterminato – ha detto a margine del saluto in videoconferenza ai militari delle missioni all’estero – Non saremo per sempre prigionieri di una situazione del genere”. Sulla vicenda comunque il governo riferirà domani mattina alla Camera.

    Unifil: riportare la calma. Unifil è in “costante contatto” con i comandi degli eserciti dei due paesi e la “priorità” in questo momento è “riportare la calma nell’area”. Lo afferma il portavoce della forza Onu, il tenente colonnello Naresh Bhatt. I peacekeeper di Unifil nella zona stanno cercando di verificare le circostanze dell’incidente”. “La nostra priorità in questo momento è riportare la calma nella zona”, ha sottolineato Bhatt.

    La comunità internazionale. In seguito agli scontri, il Consiglio di Sicurezza dell’Onu si riunito in consultazioni private. Il summit, convocato su richiesta del Libano, membro non permanente, è stato presieduto dalla Russia. “I membri del Consiglio di Sicurezza chiedono ad entrambe le parti la massima moderazione e il rispetto della risoluzione dell’Onu 1701”. E’ quanto ha detto Vitaly Churkin, ambasciatore al Palazzo di Vetro della Russia. al termine della riunione.

    “Grave preoccupazione” è stata espressa anche dall’Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza comune europea Catherine Ashton. Un appello alla “massima moderazione” è arrivato anche dal portavoce del Dipartimento di Stato americano, P.J. Crowley: “L’ultima cosa che vogliamo è che l’incidente diventi qualcosa di più grave”.

    Gli scontri sono avvenuti all’indomani del lancio dei razzi 2 che ieri hanno colpito Eilat, la località costiera israeliana sul Mar Rosso, e il porto di Aqaba, in Giordania, dove una persona è morta e altre cinque sono rimaste ferite. Hamas oggi ha negato qualsiasi coinvolgimento e nessun altro gruppo terroristico ha rivendicato l’attacco.

    (03 agosto 2010) © Riproduzione riservata

    http://www.repubblica.it/esteri/2010/08/03/news/scontri_libano_israele-6036880/?ref=HRER1-1

    3 Ago 2010, 23:19 Rispondi|Quota
  • #3Emanuel Baroz

    Ringraziamo chi ci ha segnalato in via privata gli errori (chiamiamoli così…) presenti nell’articolo che abbiamo postato. Per completezza di informazione riportiamo qui un’altra precisazione ricevuta ieri:

    “….Considera che

    1) la linea blu è il confine STABILITO DALL’ONU dopo il ritiro Israeliano del 2000;

    2) lo shvil bitachon è PARECCHIO a Sud della Linea blu, quindi anche il reticolato oltre al quale c’era l’albero da tagliare, è BEN DENTRO il territorio israeliano;

    3) OGGI sia l’INUTILE UNIFIL sia il Libano hanno confermato che non c’è stato nessuno sconfinamento Israeliano…”

    5 Ago 2010, 09:59 Rispondi|Quota
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