Brasile e Argentina stabiliscono anche i confini di Israele!

 
Emanuel Baroz
7 dicembre 2010
11 commenti

Brasile e Argentina stabiliscono anche i confini di Israele!

Brasilia, Buenos Aires, 6 Dicembre 2010 – Brasile e Argentina stabiliscono per conto loro i confini di Israele. La presidente argentina Cristina Kirchner ha scritto al presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen) per annunciare che il suo paese “riconosce la Palestina come stato libero e indipendente entro i confini del 1967. Ne ha dato notizia lunedì il ministro degli esteri argentino, Hector Timerman. Venerdì il Brasile aveva preso un’identica decisione. L’Uruguay avrebbe intenzione di fare lo stesso passo nel 2011, secondo quanto dichiarato dal vice-ministro degli esteri Roberto Conde.

Israele lunedì ha definito “deplorevole” la decisione di alcuni paesi dell’America Latina di riconoscere la ”Palestina” come uno “stato indipendente”. “Questa infelice decisione non contribuirà per nulla a cambiare la situazione tra Israele e palestinesi” ha detto il portavoce del ministero degli esteri israeliano Yigal Palmor, che ha aggiunto: “E’ una dichiarazione sconfortante, contraria allo spirito degli accordi tra Israele e palestinesi e al negoziato di pace”.

(Fonte: Israele.net, 7 Dicembre 2010)

Nella foto in alto: la presidente argentina Cristina Kirchner

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  • #1Emanuel Baroz

    L’America latina riconosce lo stato palestinese

    Per l’Argentina la Palestina esiste, Israele: deplorevole

    Tel Aviv, 06-12-2010 – Israele considera “deplorevole” il riconoscimento dello Stato palestinese da parte del governo argentino, all’indomani dello stesso passo compiuto dal Brasile e che dovrebbe essere seguito a breve dall’Uruguay.

    “Questa decisione non aiuta in alcun modo il cambiamento della situazione tra israeliani e palestinesi”, ha osservato il portavoce del ministero degli Esteri Yigal Palmor, che ha bollato l’iniziativa come “una dichiarazione deludente che va contro lo spirito degli accordi tra Israele e i palestinesi e contro i negoziati per la pace”.

    Il governo argentino ha riconosciuto la Palestina come stato indipendente, con le frontiere fissate nel 1967. La presidente Cristina Fernandez de Kirchner ha inviato una lettera in tal senso al collega palestinese Abu Mazen.

    Lo scorso 3 dicembre anche il governo brasiliano del presidente Luiz Inacio Lula da Silva aveva annunciato una decisione analoga. Sono ormai otto i Paesi dell’America Latina che riconoscono lo Stato di Palestina: oltre ad Argentina e Brasile, in precedenza lo hanno fatto Bolivia, Costa Rica, Cuba, Nicaragua, Venezuela e Uruguay.

    (Fonte: Rainews24.it, 6 Dicembre 2010)

    7 Dic 2010, 11:40 Rispondi|Quota
  • #2mike

    Ciao Emanuel,
    capisco che la provocazione sia “scocciante” … dato che e’ un’intromissione abbastanza indebita. Non capisco pero’ il problema sui confini …
    secondo te, se mai si arrivasse a una soluzione a due stati (della quale non sono troppo convinto…) , dove dovrebbero essere i confini ?

    7 Dic 2010, 15:18 Rispondi|Quota
    • #3Emanuel Baroz

      Salve Mike,
      io ritengo che i confini dovrebbero essere ridiscussi alla luce della storia della regione e delle varie guerre (vinte) da Israele, e dovrebbero cmq garantire la piena e totale sicurezza ai cittadini israeliani, quindi non credo che decidere a priori che i confini debbano tornare esattamente quelli pre-Guerra dei Sei Giorni sia una operazione giusta. Naturalmente sono realista (o almeno credo di esswerlo) e penso che in una trattiva REALE per la pace ci debbano necessariamente essere rinuncie, ancorchè dolorose, da una parte e dall’altra. Detto questo l’intromissione dell’Argentina e del Brasile (non cito il Venezuela per carità di patria) non la accetto

      7 Dic 2010, 19:07 Rispondi|Quota
  • #4mike

    Shalom,
    (sono appena tornato da 5 gg passati a Gerusalemme, dove ha iniziato a piovere e le strade sono coperte di acqua saponata!!!!)

    anch’io trovo che il nodo da sciogliere sia quello della sicurezza.
    la situazione nelle “colonie” e’ esacerbata, e tragica, da ambo le parti.
    Oggi nelle colonie (o come vogliamo chiamarle) oltre la barriera ci sono tanti israeliani.
    Le guerre Israele le ha vinte.
    e ben prima dell’aiuto americano.
    e non c’e’ niente di male a occupare le terre vinte 🙂
    40 anni fa si sarebbe pure potuto pensare a un “ritorno dei coloni”
    oggi no.
    e’ gente con figli e nipoti nati e vissuti li. e’ diventata casa loro. punto.
    altra cosa sarebbe la loro nazionalita’ …
    e secondo me qui c’e’ un nodo tremendo.
    gli insediamenti attuali e piafinificati per futuro puntano a tagliare in due il west bank, mi pare.
    Il loro sviluppo geografico negli anni, e il fatto che la barriera a est di Maale a Mishor Adumim sia un recinto e non un muro ne sono la dimostrazione.
    quindi quegli Israeliani che saranno ?
    se quei territori saranno “Israele”, il west bank sara’ diviso in south-west e north-east bank.
    e se fossi un arabo lo troverei poco accettabile 🙂 (nonostante tutte le guerre perse)
    allo stesso modo se fossi un israeliano troverei ben poco accettabile vincere 4 guerre in 40 anni, stabilirmi nei territori occupati e trovarmi con un documento PA 🙂
    o un doppio documento. che sarebbe forse pure fattibile,
    o magari triplo, uno PA, uno Israeliano, e ovviamente in molti avrebbero anche quello europeo/americano. che sarebbe ridicolo !!!!!!!

    una domanda (in linea di principio) da porsi sarebbe: se fossero garantite la sicurezza, la cittadinanza e l’uguaglianza, gli attuali coloni sarebbero disposti a essere ebrei Palestinesi, come la controparte, il milione di arabi Israeliani ?

    7 Dic 2010, 19:52 Rispondi|Quota
    • #5Emanuel Baroz

      ma quegli “ebrei palestinesi” potrebbero vivere la loro vita senza problemi sotto il governo palestinese?

      7 Dic 2010, 21:50 Rispondi|Quota
  • #6Alberto Pi

    E da che parte poteva stare l’UE?…..che vergogna!

    MO: GERUSALEMME EST; UE, POLITICA ISRAELE ALLONTANA PACE

    (ANSA) – GERUSALEMME, 7 DIC – La politica di Israele di espansione degli insediamenti ebraici a Gerusalemme est – la parte a maggioranza araba della città, occupata nel 1967 e poi annessa unilateralmente – rischia di allontanare la soluzione del conflitto israelo-palestinese e di mettere in pericolo un accordo fondato sul principio dei ‘due Stati per due popoli’. Lo affermano i capi delle missioni diplomatiche dei Paesi Ue a Gerusalemme in un loro rapporto annuale congiunto.

    «Se le tendenze attuali non saranno fermate con urgenza, la prospettiva di Gerusalemme est come capitale d’un futuro Stato palestinese diverrà sempre più improbabile e impraticabile e verrà di conseguenza messa in pericolo la possibilità di una pace duratura fondata sul principio dei ‘due Stati per due popoli’ », avvertono i firmatari del documento, inviato a Bruxelles e anticipato in alcuni suoi stralci (confermati da fonti diplomatiche) dall’agenzia palestinese Maan.

    La soluzione fondata sui due Stati è sostenuta all’unanimità dalla comunità internazionale e costituisce da anni l’obiettivo dichiarato dei negoziati di pace. Negoziati riavviati a inizio settembre dopo mesi di gelo su impulso della amministrazione Usa, ma già impantanati sull’onda del ‘no’ di Israele alla richiesta preliminare palestinese d’un congelamento degli insediamenti in Cisgiordania e a Gerusalemme est. (ANSA).

    7 Dic 2010, 22:03 Rispondi|Quota
  • #7mike

    secondo me … NO!
    sai,
    in questi ultimi mesi sono stato spesso nel west bank.
    tanti, tantissimi arabi sono brava gente.
    Hebron, Ramallah, Betlemme, Nablus …
    tutti … o quasi tutti.
    ma “quasi”, e per questo “quasi”. se fossi un “ebreo palestinese” non mi sentirei sicuro.

    uno se ne accorge, lo sente, lo vive. Il Magen David e’ ormai stato il nemico troppo a lungo, e la situazione coi “coloni” e’ così assurdamente esacerbata, con colpe da ambo le parti, che non ci sara’ pace.
    Maale Adumim pare Fort Apache con tutto che c’e’ l’IDF di pattuglia. E Kiriat Arba pare Fort Apache col muro triplo.
    Basta vederli da lontano, ed immaginare come potrebbero apparire se il West Bank diventasse autonomo, per capire che non ci sara’ pace, a meno di, come dici tu, grandi e dolorose concessioni da ambo le parti.

    8 Dic 2010, 00:00 Rispondi|Quota
  • #8סרג’ו הדר טזה

    Questo dimostra solo quanto gli accordi di Oslo fossero un’enorme bufala, costata la vita di oltre 2000 Ebrei e il ferimento e menomazione di oltre 18.000…
    Niente pace, tanti morti e ostiità internazionale invariata.
    Più Ebrei assassinati nei primi 12 anni di Oslo (1993-2005) che nei QUARANTACINQUE precedenti della storia dello Stato (1948-1993)…
    La SOLA cosa che hanno ottenuto è RIEMPIRE DI ARMI AUTOMATICHE la Giudea, Samaria e Gaza, mentre impedirlo tranne che a gruppi sparuti di terroristi era stato il SOLO successo di tutti i governi Israeliani dal 1967 al 1993.
    Grazie Rabin, i”s, e grazie Peres!

    8 Dic 2010, 01:39 Rispondi|Quota
  • #9Alberto Pi

    08/12/2010 Israele sospetta che dietro alla recente ondata di riconoscimenti di uno “stato palestinese nei confini del ’67” da parte di alcuni stati latinoamericani vi sia l’opera del presidente brasiliano uscente, Lula da Silva, intenzionato a guadagnarsi il voto arabo per la sua probabile candidatura a segretario generale delle Nazioni Unite.

    (Fonte: Israele.net)

    8 Dic 2010, 11:11 Rispondi|Quota
  • #10mike

    ma noooo,
    solo perche’ il nuovo corso che a Ramallah porta dritti alla tomba di Arafat si chiama Brazil Street, ed e’ stata realizzata con soldi brasiliani, ed inaugurata da Lula in persona ?

    8 Dic 2010, 11:20 Rispondi|Quota
  • #11barbara

    La 242 dice che i confini devono essere discussi e negoziati e decisi fra le parti. Quindi in teoria la strada dovrebbe essere quella. Solo che gli stati arabi con i “tre no di Khartoum” hanno totalmente vanificato la 242, che quindi a questo punto non si sa se si possa ancora considerare valida. Se c’è una cosa sicura, comunque, è che i confini NON possono essere quelli pre-67, che hanno dimostrato di essere indifendibili e che per questo stesso fatto hanno contribuito a provocare la guerra dei Sei giorni.

    11 Dic 2010, 21:50 Rispondi|Quota