Confine Siria-Israele: purtroppo i timori per le manifestazioni per la commemorazione della Naksa erano reali

 
Emanuel Baroz
6 giugno 2011
19 commenti

Confine Siria-Israele: purtroppo i timori per le manifestazioni per la commemorazione della Naksa erano reali

Gerusalemme, 5 Giugno 2011 – Le Forze di Difesa israeliane sono dovute intervenire in forze, domenica, al confine con la Siria per respingere alcune centinaia di siriani e palestinesi che, in occasione dell’anniversario della Naksa (l’inizio della guerra dei sei giorni del 1967), hanno cercato ripetutamente di sfondare il confine e fare irruzione attraverso la linea di frontiera lanciando pietre e ordigni incendiari (che fra l’altro hanno innescato lo scoppio di alcune mine).

Dopo aver inutilmente intimato l’alt e sparato colpi in aria, i soldati hanno avuto l’ordine di sparare alle gambe degli attaccanti. Un alto ufficiale del comando della regione nord ha detto che l’esercito israeliano ha fatto un uso molto moderato della forza. Nel pomeriggio gli agitatori hanno anche violato una tregua di un’ora, decisa per permettere il soccorso dei feriti, innescando nuovi scontri. Fonti siriane non confermate e non controllabili parlando di un numero di morti fra 10 e 20. Secondo il portavoce delle Forze di Difesa israeliane, i militari siriani hanno assistito al tentativo dei irruzione oltre confine senza intervenire in alcun modo per prevenirlo.

“Chiediamo a tutte le parti di esercitare moderazione – ha dichiarato domenica il dipartimento di stato Usa in un comunicato – Azioni provocatorie come questa devono essere evitate. Israele, come ogni stato sovrano, ha il diritto di difendere i propri confini”. “La responsabilità per questi incidenti – ha detto il ministro della difesa israeliano Ehud Barak – ricade su coloro che mettono in atto queste provocazioni e su coloro che li incoraggiano ad agire in questo modo”.

Fonti dell’opposizione siriana sostengono che i dimostranti erano contadini poveri pagati dal regime e da esso trasportati in autobus al confine. Secondo tali fonti, le autorità siriane avrebbero anche promesso premi speciali in denaro alle famiglie di chi fosse eventualmente rimasto ucciso.

(Fonte: Israele.net)

Per ulteriori dettagli cliccare qui

Nella foto in alto: alcuni dimostranti al confine tra Siria e Israele

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  • #1Emanuel Baroz

    E intanto di ciò che accade in Siria non se ne parla…..

    06/06/201 – Siria. Secondo Rami Abdel-Rahman, dell’Osservatorio siriano sui diritti dell’uomo, almeno 28 persone sono state uccise domenica in Siria, nella regione di al-Jisr Choughour (nord-ovest del paese) dove proseguono le operazioni repressive. In totale, almeno 38 persone sarebbero state uccisi in questa regione nelle ultime 24 ore. Altri due morti, domenica sera, a Dair az Zour, nell’est del paese, uccisi dalle forze del regime dopo che era stato dato alle fiamme l’edificio del partito al potere Baath.

    (Fonte: Israele.net)

    6 Giu 2011, 12:10 Rispondi|Quota
  • #2Emanuel Baroz

    06/06/2011 – LA NUOVA STRATEGIA GIÀ SPERIMENTATA IL 15 MAGGIO

    Golan, i soldati israeliani sparano sui palestinesi

    Folla di dimostranti cerca di forzare il confine dalla Siria. Fuoco dopo gli avvertimenti. La tv di Damasco: 20 morti

    di Aldo Baquis

    TEL AVIV (Magari Gerusalemme….) – Nel 44mo anniversario della «Naksa» – la sconfitta degli eserciti arabi nella Guerra dei Sei Giorni del 1967 Israele si è trovato costretto a misurarsi con la nuova «arma segreta» del mondo arabo: le masse di dimostranti, per lo più disarmati, determinati a travolgere (come al Cairo, a Tunisi e a Sanaa) quanto si pari loro davanti. Ieri l’obiettivo da abbattere erano i reticolati di frontiera sulle alture occupate del Golan. Per tutta la giornata, a ondate, centinaia di dimostranti palestinesi e siriani si sono lanciati a testa bassa verso le postazioni israeliane. Una manifestazione assecondata dal regime di Assad, che ha ordinato alla tv di Stato di seguirla in diretta.

    Non c’è dubbio, dice Israele, che pilotando la protesta palestinese Assad cerca di distogliere l’attenzione internazionale dalla cruenta repressione della rivolta che da mesi sconvolge il suo Paese. L’amara previsione in Israele è che sul Golan le manifestazioni proseguiranno. Come richiesto dal premier Benjamin Netanyahu, i soldati israeliani hanno prima dato prova di «autocontrollo» (avvertimenti in arabo con megafoni; spari di intimidazione in aria; spari di tiratori scelti alle gambe), poi hanno mostrato «determinazione». In nessun caso, era stato detto loro, si doveva permettere ai dimostranti di aprire una breccia, come già avvenuto il 15 maggio scorso. In serata, dopo ore di aspri scontri, la televisione siriana ha fornito un bilancio ufficioso drammatico: oltre 20 morti e circa 200 tra feriti, contusi e intossicati da gas lacrimogeni.

    A quanto pare, parte delle vittime sono state provocate dall’esplosione di mine anticarro nella zona di Quneitra (il settore del Golan controllato dalla Siria), dovuta a incendi provocati dal lancio di bottiglie incendiarie da parte dei dimostranti. In occasione della giornata della «Naksa» l’esercito israeliano era stato costretto a elevare lo stato di allerta anche su altri fronti. Ma a Gaza Hamas ha provveduto a tenere a distanza di sicurezza un corteo di dimostranti, mentre in Libano l’esercito nazionale ha dichiarato «zona militare chiusa» il confine con Israele. In Cisgiordania si sono avuti incidenti limitati. Eppure a tutti è chiaro che dopo la giornata della «Nakba» (la «catastrofe» del 1948 celebrata ogni 15 maggio) e dopo quella della «Naksa» (ieri) le masse palestinesi torneranno a ripresentarsi lungo le frontiere. Il bollettino degli impegni include già il 7 giugno (anniversario dell’occupazione militare israeliana di Gerusalemme Est nel 1967); il 20 giugno (partenza di una flottiglia filo-palestinese diretta a Gaza); il mese di luglio (anniversario di una condanna internazionale della barriera di difesa in Cisgiordania) e, a settembre, l’attesa proclamazione dello Stato palestinese indipendente alle Nazioni Unite.

    Gli assalti ai reticolati del Golan, secondo il dirigente politico palestinese Mustafa Barghuti, sono solo il primo atto di una campagna ben coordinata, che sempre più spesso vedrà i soldati israeliani confrontarsi con le masse arabe.

    http://www3.lastampa.it/esteri/sezioni/articolo/lstp/405630/

    6 Giu 2011, 12:15 Rispondi|Quota
  • #3omar

    Pur di sviare la responsabilità delle vittime sei pronto a sostenere che Assad ha mandato apposta i manifestanti al confine con Israele! Ma fammi un piacere, uno che sta ammazzando il proprio popolo all’improvviso si mette d’accordo per organizzare manifestazioni contro l’occupazione israeliana! Ma ti rendi conto delle assurdità che vai dicendo? Il lancio di bottiglie incendiarie poi! “I soldati israeliani hanno dato prova di autocontrollo”! Si certo, solo 20 e passa vittime, pochissime insomma! Certo che ti impegni per trovare degli articoli così schifosi!

    6 Giu 2011, 15:33 Rispondi|Quota
  • #4omar

    Pur di sviare la responsabilità delle vittime sei pronto a sostenere che Assad ha mandato apposta i manifestanti al confine con Israele! Ma fammi un piacere, uno che sta ammazzando il proprio popolo all’improvviso si mette d’accordo per organizzare manifestazioni contro l’occupazione israeliana! Ma ti rendi conto delle assurdità che vai dicendo? Il lancio di bottiglie incendiarie poi! “I soldati israeliani hanno dato prova di autocontrollo”! Si certo, solo 20 e passa vittime, pochissime insomma! Certo che ti impegni per trovare degli articoli così schifosi!

    6 Giu 2011, 15:33 Rispondi|Quota
    • #5Emanuel Baroz

      In effetti è una ipotesi che non trova alcun riscontro….chiedi a quei poveracci che in Siria vengono massacrati quotidianamente nell’indifferenza generale dei pacifinti odiatori di Israele come te! VERGOGNA!!!!

      7 Giu 2011, 15:58 Rispondi|Quota
  • #6omar

    I pacifisti critici di israele come dici te sono critici verso qualsiasi forma di violazione dei diritti umani e di crimine contro l’umanità, quindi criticano anche il regime di Assad che a mio parere è uno dei peggiori e più cruento di tutto il Medio Oriente. È assurdo però poter anche lontanamente immaginare che queste manifestazioni in Siria siano organizzate dall’alto.. I sostenitori dei crimini di Israele come te cercano qualsiasi giustificazione ad hoc per sviare le responsabilità!

    7 Giu 2011, 17:46 Rispondi|Quota
  • #7Gianp

    x omar: se non puoi soffrire queste notizie, che sono autentiche altrimenti Emanuel mica si divertirebbe a perdere tempo e far fatica a scrivere, se fossero cazzate come dici…insomma perchè le leggi? ti rovinano il mito dei bravi integralisti nostri amici e così pacifici?

    7 Giu 2011, 20:01 Rispondi|Quota
  • #8Gianp

    X omar: ma perché credi ancora una volta che siano notizie finte? E secondo te Emanuel si diverte a impiegare il suo tempo per reperire e scrivere gli articoli se non sono veri? taroccate sono la marea di menate, sempre e solo a favore della gente che tanto affascina te e altre persone, fanatici che non si fanno tanti scrupoli a tagliare le teste, impiccare, frustare e cavare gli occhi a chi non riga diritto. Chissà perché questi invasati suscitano tanto fascino in molti loro ammiratori che oltretutto non vi risiedono vicino (se tu abitassi in questi paeselli democratici, dove vige ancora la legge del taglione e ‘occhio per och cambieresti opinione in fretta). Chissà perché vi sono simpatici. Provate a fare una gita di piacere in Iran e in Siria, noterete una democrazia autentica dove vige il rispetto assoluto per i valori dell’uomo e della donna (in Iran la Carta dei diritti umani non esiste, ma si ma che importa, roba da poco)

    8 Giu 2011, 09:49 Rispondi|Quota
  • #9x omar

    X omar: ma perché credi ancora una volta che siano notizie finte? E secondo te Emanuel si diverte a impiegare il suo tempo per reperire e scrivere gli articoli se non sono veri? taroccate sono la marea di menate, sempre e solo a favore della gente che tanto affascina te e altre persone, fanatici che non si fanno tanti scrupoli a tagliare le teste, impiccare, frustare e cavare gli occhi a chi non riga diritto. Chissà perché questi invasati suscitano tanto fascino in molti loro ammiratori che oltretutto non vi risiedono vicino (se tu abitassi in questi paeselli democratici, dove vige ancora la legge del taglione e ‘occhio per och cambieresti opinione in fretta). Chissà perché vi sono simpatici. Provate a fare una gita di piacere in Iran e in Siria, noterete una democrazia autentica dove vige il rispetto assoluto per i valori dell’uomo e della donna (in Iran la Carta dei diritti umani non esiste, ma si ma che importa)

    8 Giu 2011, 09:56 Rispondi|Quota
  • #10vichi

    CErto nessuno vede quello che fanno i siriani sui propri cittadini
    parlano male solo contro israele che si difende dai odiatori

    8 Giu 2011, 10:39 Rispondi|Quota
  • #11roberto

    Caro Omar, quando feci il militare, nel lontano 1981, erovamo di guardia sulle altane. Avevamo il preciso compito di intimare ALTOLA’ CHIVALA’ per ben 3 volte a chiunque si avvicinasse alle suddette altane, fosse chi fosse, semplice soldato o tenete colonnello. Se al terzo ALTOLA’ non si riceveva risposta, dovevamo sparare il prio colpo in aria, ed il secondo sulla persona, qualora rifiutasse di presentasre le proprie generalità. Non mi consta che qualcuno si sia mai stracciato le vesti per questa prassi.
    Ora, se questo era l’atteggiamento nelle caserme all’INTERNO di uno stato, quanto più deve esserlo legittimamente ai confini di uno stato quando tali confini vengono infranti senza alcuna autorizzazione !!!
    Pertanto direi di bandire ogni falso pietismo il quale è, curiosamente, sempre sbandierato SOLTANTO quando riguarda Israele !!

    Grazie,
    roberto fiaschi

    8 Giu 2011, 18:25 Rispondi|Quota
  • #12HaDaR

    Speriamo che Omar, oltre a fare la sua propaganda islamo-nazi-comunista comodamente seduto di fronte a un computer, uno di questi giorno vada a cercare di entrare in Israele dalla frontiera con la Siria.
    Non scrivo quanto segue per lui, visto che per gli islamo-nazi-comunisti c’è solo una cura, ma a lui FA COMODO ignorare – e i lettori di questo blog dovrebbero sapere – che SIA HIZBOLLAH SIA IL DITTATORE ISLAMO-FASCISTA ASSAD, HANNO PAGATO $1000, l’equivalente di SEI MESI DI SLARIO MEDIO a chi si recava alla frontiera con Israele e $25.000 per la famiglia di chi si faceva ammazzare [chi non lo sa prenda nota che NESSUNO può entrare, né è mai entrato in 38 anni, nella terra di nessuno che separa la Siria da Israele dal lato siriano SE NON PERCHÉ L’ESERCITO SIRIANO, molto disciplinato e attento, L’HA PERMESSO]. E in Siria, dove né libertà né democrazia esistono, come nel resto dei paesi arabi, TUTTI, NESSUNO ESCLUSO, nessuno fa o organizza qualcosa senza il permesso del regime che controlla tutto e infatti si vede quanti sono i morti fra colorop che osano alzare la testa (ormai ben più di mille, secondo le organizzazioni democratiche di opposizione al regime dittatoriale di Assad)

    9 Giu 2011, 02:21 Rispondi|Quota
  • #13omar

    ma che strano i miei commenti non vengono mai postati.. bah chissà perchè

    11 Giu 2011, 04:01 Rispondi|Quota
  • #14roberto

    OMAR continua a non spiegare PERCHE’ sarebbe assurdo che le manifestazioni-provocazioni al confine israeliano siano dettate dalla Siria: si limita semplicemente a ribadire tale supposta assurdità…
    Aspettiamo delle motivazioni serie circa il perché…
    Grazie
    Roberto Fiaschi

    13 Giu 2011, 11:21 Rispondi|Quota
  • #15Ruben DR

    ammazza che palle sto Omar…..ma nun c’ha proprio niente da fà che viene sempre qui a postare le sue stronzate?!

    13 Giu 2011, 17:05 Rispondi|Quota
  • #16Ruben DR

    Naksa day: palestinesi a noleggio della Siria. 1000 dollari per farsi sparare addosso

    di Sharon Levi

    Come sempre fanno in questi casi, gli arabi non hanno perso l’occasione per usare i palestinesi come carne da macello per i loro scopi. Ieri ad approfittarne sono stati i siriani che hanno beneficiato del “naksa day”, la ricorrenza dell’inizio della guerra dei sei giorni, per distrarre l’attenzione del mondo dalle stragi perpetrate in Siria in questi giorni.

    Erano settimane che a Damasco istruivano i palestinesi su come fare a farsi ammazzare nel tentativo di entrare in Israele dal Golan e, a quanto pare ci sono riusciti. Almeno sei morti e diversi feriti provocati dagli spari dei soldati israeliani che, nel pieno delle loro legittime funzioni, cercavano di impedire che i palestinesi provenienti dalla Siria si introducessero in Israele. L’intenzione dei siriani, come detto, è più che evidente: distogliere l’attenzione mondiale dalle stragi perpetrate in Siria contro i manifestanti anti-governativi. Si sa, fa più rumore un palestinese ucciso dagli israeliani che mille ragazzi siriani trucidati dalle forze speciali siriane e iraniane. Per questo, secondo fonti di intelligence, il regime di Damasco ha offerto ben 1000 dollari ad ogni rivoltoso disposto a provocare i soldati israeliani e a farsi sparare addosso.

    Era tutto studiato a tavolino. Secondo le testimonianze dei militari israeliani, quando la massa di palestinesi si è avvinata al confine nel chiaro intento di entrare in Israele, i militari hanno avvisato con i megafoni di fermarsi, poi hanno sparato colpi di avvertimento in aria , infine, solo quando i palestinesi stavano scavalcando la rete di confine con Israele, hanno sparato alle parti basse del corpo. Da settimane i giovani palestinesi semi-prigionieri nei campi siriani avevano avuto precise istruzioni da elementi dei servizi di Damasco su come fare a scavalcare il muro di recinzione. Hanno semplicemente messo in pratica ciò che gli era stato ordinato di fare, magari anche in cambio di benefici per le loro famiglie nel caso le cose si fossero messe male, come hanno riferito alcuni testimoni palestinesi residenti in Siria che si sono rifiutati di prendere parte a questa sceneggiata. La scaltrezza dei siriani è dimostrata anche dal fatto che avevano indicato ad alcuni palestinesi di introdursi in Israele dalla parte di Majdal Shams, evitando accuratamente però di dire loro che tutta quella zona è minata. Così almeno 150 palestinesi sono finiti in un campo minato dal quale sono uscito solo con le indicazioni israeliane.

    L’esercito israeliano ha detto anche che almeno due uomini armati hanno cercato di superare il confine nei pressi di Kunetra anche se non è chiaro se i due terroristi sono stati abbattuti o semplicemente fermati.

    Insomma, è sempre la solita storia. Quando i dittatori arabi hanno bisogno di distrarre l’attenzione del mondo dalle loro oscenità è sufficiente che mandino al macello un po’ di palestinesi contro Israele, così il mondo si indigna con Gerusalemme e dimentica le atrocità commesse dai vari Assad, Ahmadinejad e compagnia bella.

    http://www.secondoprotocollo.org/?p=3082

    13 Giu 2011, 17:07 Rispondi|Quota
    • #17Emanuel Baroz

      Per la cronaca ribadiamo che fino ad oggi non abbiamo MAI censurato alcun intervento di omar, ma purtroppo lui vive in un mondo tutto suo nel quale il complotto demoplutogiudaicomassonico gli impedisce di esprimere le proprie castronerie…

      13 Giu 2011, 17:11 Rispondi|Quota
  • #18barbara

    Omar ha ragione, voi ebrei siete kattivi, anzi kattivissimi, anzi molto kattivissimi, ho letto che state addirittura tentando di giudaizzare Gerusalemme, vergogna!

    14 Giu 2011, 01:03 Rispondi|Quota
  • #19Emanuel Baroz

    Un nuovo appello invita i palestinesi a invadere Israele

    di Leonard Berberi

    18 maggio 2011

    Naqba 2 – La vendetta. O, se volete, il ritorno. Tanto il senso è lo stesso: i giovani palestinesi che vivono nei paesi che confinano con Israele non mollano. Invitano tutti i loro coetanei e il mondo arabo a fare pressione – fisica – sulle frontiere ebraiche. E, perché no, a entrare proprio sul suolo israeliano.

    La sedicente «Coalizione dei giovani per la terza Intifada» ha diffuso un comunicato, rilanciato dal social network Facebook e dal quotidiano egiziano “Al Ahram”, in cui invita a partecipare alla mobilitazione per venerdì diretta a entrare in Israele. Nella nuova manifestazione gli attivisti vengono incitati a marciare verso lo Stato ebraico dai confini libanesi, siriani, della Striscia di Gaza e della Cisgiordania.

    Insomma, venerdì 20 maggio come domenica 15, dove centinaia di attivisti palestinesi avevano tentato di entrare in Israele per il giorno della “Naqba” (catastrofe, in arabo), il 63esimo anniversario dalla fondazione dello Stato di Israele. Gli scontri avevano provocato una ventina di morti, decine di feriti e centinaia di arresti.

    http://www.linkiesta.it/blogs/falafel-cafe/nuovo-appello-invita-i-palestinesi-invadere-israele

    16 Giu 2011, 14:00 Rispondi|Quota
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