Israele: razzi e mortai da Gaza

 
Emanuel Baroz
26 dicembre 2011
6 commenti

Israele, razzi e mortai da Gaza. Nessuna vittima

I tiri non sono stati finora rivendicati da organizzazione palestinesi

Gaza, 25 Dicembre 2011 – Due razzi e due bombe di mortaio, sparati da miliziani palestinesi nella Striscia di Gaza, sono scoppiati il giorno di Natale in territorio israeliano senza causare vittime e neppure danni, secondo un comunicato del portavoce militare.

Altre due bombe di mortaio sono pure scoppiate nella notte e anche in questo caso non hanno causato vittime o danni. I tiri non sono stati finora rivendicati da organizzazione palestinesi.

(Fonte: Lettera43.it, 25 Dicembre 2011)

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  • #1Emanuel Baroz

    I parenti di terroristi palestinesi uccisi non saranno ammessi a incontri con famigliari israeliani di vittime del terrorismo perché ”non si possono mettere sullo stesso piano terroristi e vittime dei terroristi”. Lo ha detto il ministro dell’istruzione israeliano, Gideon Saar. Agli incontri potranno invece continuare normalmente a partecipare i parenti di palestinesi morti nel conflitto che non erano coinvolti in attività terroristiche.

    (Fonte: Israele.net, 26 Dicembre 2011)

    26 Dic 2011, 11:42 Rispondi|Quota
  • #2Emanuel Baroz

    Il Natale “revisionista” di Hamas

    In occasione delle feste nei territori “riscoprono” Cristo

    di Dimitri Buffa

    Natale non è solo la festa di tutti i cristiani che credono in Gesù Cristo. Dagli ultimi tempi del leader Arafat, la ricorrenza è diventata anche una “festa” dei palestinesi. Un esempio? Nei giorni scorsi centinaia di persone si sono riunite a Betlemme per l’accensione dell’albero di Natale.

    Il Primo ministro dell’Autorità palestinese, Salam Fayyad, ha spinto il bottone che ha fatto accendere le decorazioni dell’albero, alto 15 metri, insieme alle luminarie appese sul resto della piazza fuori dalla Chiesa della Natività. Il Natale infatti ogni anno porta l’attenzione del mondo su Betlemme, cittadina della Cisgiordania a sud di Gerusalemme.

    Fayyad ha dichiarato che il Natale è un’opportunità per “celebrare l’identità palestinese di Gesù Cristo”. Nel 2009 il Natale fu sfrutatto in chiave identitaria filo palestinese dal muftì di Gerusalemme che letteralmente affermò che “Gesù è nato in questa terra: qui ha mosso i suoi primi passi e ha diffuso i suoi insegnamenti in questa terra.

    Lui e sua madre Maria, possiamo affermare, sono i palestinesi per eccellenza”. Nella sera della vigilia di Natale dello stesso anno l’attivista Mustafa Barghouthi a sua volta aveva dichiarato che “Gesù è stato il primo palestinese torturato in questa terra”. Per non parlare di movimenti come Hamas che sostengono nelle prediche in moschea dei loro imam che “Gesù fu il primo shahid”, il primo martire per la causa palestinese.

    In realtà, a ben vedere dopo gli accordi di Oslo, nella parte dei territori un tempo della Giordania o dell’Egitto, che venne data in amministrazione alla Anp, i cristiani cominciarono a subire sistematiche persecuzioni da parte dei miliziani di Arafat e a Gaza dichiararsi cristiano, oggi che c’è Hamas, può costare la vita.

    Senza menzionare i casi di esproprio di negozi e case compiuti in grande stile per anni, che di fatto hanno sconsigliato alla prima numerosa comunità cristiana palestinese di restare in loco. Come la pensino i musulmani ortodossi sui cristiani lo riassume un sermone del fondamentalista egiziano Yusuf Qaradawi, leader degli Ikhuan al muslmin, cioè i fratelli mussulmani, che sempre nel dicembre 2009, in una sua predica del venerdì pronunciata a Doha, in Qatar, diceva: “Siamo in una società musulmana o in una società cristiana? Che cosa sta accadendo nei negozi e per le strade di Doha, tutti questi festeggiamenti della cosiddetta nascita del Messia – su di lui la pace – e del cosiddetto Natale, come se stessimo vivendo in una nazione europea? La nazione islamica sta abbandonando la sua identità islamica, l’islam vuole che manteniamo la nostra unicità islamica”.

    Il Natale quindi da una parte viene visto come preoccupante maniera di negare l’identità mussulmana dei palestinesi, dall’altra viene utilizzato come arma di “ricatto” contro gli israeliani.

    (Fonte: l’Opinione, 23 dicembre 2011)

    26 Dic 2011, 12:55 Rispondi|Quota
  • #3Samuel

    26 Dic 2011, 14:15 Rispondi|Quota
  • #4Samuel

    26 Dic 2011, 15:18 Rispondi|Quota
  • #5Samuel

    Video di una delle tante profanazioni del più antico cimitero ebraico, da sempre conosciuto come il Monte degli Ulivi, Har HaZetim.

    Video: Cemetery Vandalism on the Mount of Olives

    http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/150886

    26 Dic 2011, 19:57 Rispondi|Quota
  • #6Samuel

    Le soldatesse di Hamas sfilano con velo e fucile

    http://multimedia.lastampa.it/multimedia/nel-mondo/lstp/106125/

    31 Dic 2011, 20:11 Rispondi|Quota