Il Web smaschera l’ennesima menzogna palestinese

 
Emanuel Baroz
13 marzo 2012
6 commenti

Il Web smaschera l’ennesima menzogna palestinese

Gerusalemme, 13 Marzo 2012 – Nelle ultime 24 ore è stata fatta circolare su Twitter una foto di una ragazzina palestinese di Gaza ferita, con una falsa didascalia che ne attribuisce la colpa alle attuali operazioni anti-terrorismo delle Forze di Difesa israeliane.

Il falso è stato smascherato da altri blogger che hanno rivelato che si tratta di un’immagine che circola dal 2006 di una bambina ferita in un incidente domestico.

(Fonte: Israele.net)

Per ulteriori dettagli cliccare qui, qui, e qui

Nella foto in alto: il tweet menzognero

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  • #1Emanuel Baroz

    Un’impiegata dell’Onu e quelle false foto messe in rete

    pubblicata da Sionismo: istruzioni per l’uso il giorno martedì 13 marzo 2012 alle ore 21.06

    Khulood Badawi è un’impiegata Onu; le sue precise mansioni sono: « coordinatrice dell’informazione e dei media per gli affari umanitari » (UNOCHA). La Badawi, il 10 marzo, verso mezzogiorno, ha messo in linea la foto di una bambina insanguinata tra le braccia di un uomo, spacciandola per una vittima palestinese dei raid aerei israeliani. Naturalmente la foto ha fatto immediatamente il giro del mondo, diventando l’icona della nuova escalation di violenza. In realtà la foto non ha nulla a che vedere con gli attuali avvenimenti ed è datata agosto 2006.

    La foto fu messa on line dalla Reuters, con il seguente testo:

    “Un uomo palestinese porta il corpo di Shaban Abu Raja, 3 anni, Gaza, 9 Agosto 2006. Le prime informazioni riportano che la bambina sia stata uccisa in un raid israeliano ma, secondo i medici palestinesi, mori’ in un incidente. I dipendenti dell’ospedale Shifa di Gaza hanno dichiarato il 10 agosto 2006, che l’errore iniziale sulla causa del decesso sembra sia avvenuto perché il cadavere della bambina è stato trasportato in ritardo all’ospedale, arrivando cosi’ nel medesimo tempo che i corpi di uomini armati. REUTERS / Mohammed Salem (TERRITORI PALESTINESI)

    Quindi non solo la foto non c’entra nulla con l’attualità, ma già nel 2006 fu al centro di una polemica per essere stata spacciata come effetto di un’azione di guerra, mentre invece si trattava di un incidente. La Reuters, come si è visto, all’epoca ritratto’.

    La Badawi, addetta all’informazione per l’ONU, ha una lunga attività di collaborazione con Ong pro palestinesi e anti israeliane.

    Non proprio la persona più “neutrale” per occuparsi di un settore cosi’ delicato e importante!

    La seconda foto edita su twitter da Maissam Nablussi (@Nablussi), è presentata come un’attacco su Gaza, effettuato in questi giorni. Ma la foto è del 2009 e non c’entra nulla con le violenze attuali. L’11 marzo la Nablussi l’ha presentata su Facebook con la spiegazione: Gaza sotto l’attacco di oggi. La foto è stata immediatamente condivisa da giovani pro palestinesi con la stessa dicitura. Ma anche questa è una foto che la Reuters diffuse nel 2009. Dopo che la verità è emersa, la Nablussi ha bloccato il suo profilo facebook, ma non ha ritrattato né si è scusata.

    http://www.facebook.com/notes/sionismo-istruzioni-per-luso/unimpiegata-dellonu-e-quelle-false-foto-messe-in-rete/331776233537060

    14 Mar 2012, 13:16 Rispondi|Quota
  • #2Emanuel Baroz

    14 Mar 2012, 13:20 Rispondi|Quota
  • #3Emanuel Baroz

    14 Mar 2012, 13:20 Rispondi|Quota
  • #4Emanuel Baroz

    Cartoline da Eurabia di Ugo Volli (12 Marzo 2012)

    ‘Stai fermo, non ti muovere, che ti devo menare’

    Cari amici,

    esiste forse la banalità del male, di cui parlava Hannah Arendt: gerarchi nazisti che imperturbabili facevano il loro lavoro di morte convinti solo di fare il loro dovere. Ma gratta gratta dall’analisi dei documenti e delle biografie viene fuori che non è vero, che gli Eichmann e i Goering erano fanatici antisemiti da sempre, non funzionari robotizzati. Il dovere non c’entrava niente, o almeno non era la prima molla che li muoveva a organizzare campi di sterminio perfettamente funzionati: erano entrati nelle SS e avevano fatto carriera esattamente al fine di poter usare la loro teutonica precisione proprio per ammazzare gli ebrei e non per produrre più acciaio o più grano per ettaro, o magari per liberarli, se fosse stato loro ordinato. Il funzionario era la maschera, la volontà era ben altrimenti motivata.

    E forse esiste – scusate l’accostamento che non è un paragone ma per spiegare ci sta – anche la banalità della cattiva informazione, quella che noi di Informazione Corretta ci sforziamo di denunciare giorno dopo giorno: giornalisti ostinati che ripetono tutti i giorni le stesse cose come se fossero vere, che riprendono pari pari la propaganda palestinese; che per esempio se l’esercito israeliano spara contro terroristi che stanno lanciando missili su scuole, case e fattorie, chiama l’azione “strage di palestinesi” come se fosse una botta di sadismo israeliano. Tutti i giorni, articolo dopo articolo, senza mai farsi prendere dalla tentazione di capire come stanno le cose davvero, di uscire per un attimo dalla logica della propaganda. Forse è così, all’”Unità” e al “Manifesto”, ma anche al “Sole” e al “Messaggero” e in tanti altri giornali assumono solo solerti funzionari dell’informazione che credono di fare il loro dovere allestendo ogni santo giorno il loro volantino di propaganda. O forse no, forse vi sono anche qui delle persone che hanno scelto di occuparsi di “palestinesi” perché le loro idee su Israele e li ebrei ce l’hanno e possono esprimerle facendo contenti anche direttori e padroni con il loro impegno umanitario – diciamo così. Non sto dicendo che hanno le idee di Eichmann, per carità; solo che la loro precisione propagandistica nasconde una partecipazione, una militanza, un io combattente, perfino un piacere della lotta.

    Certo che di fronte ai titoli sui loro giornali di ieri che parlano tutti di strage di palestinesi (“L’Unità” addirittura di strage di civili, anche se nel corpo dell’articolo si dice che si tratta di “militanti” – non terroristi, no: militanti – dei “comitati di resistenza popolare”, succursale di Hamas), il dubbio se ci sono o ci fanno si impone. Scusate, signori giornalisti della banalità dell’informazione mediorientale, le “vittime” di cui lamentate la “strage” stavano giocando alla guerra o no? Voi la chiamate “Resistenza” insultando senza saperlo i partigiani italiani, io la chiamo terrorismo – visto che ammazzare neonati, sparare razzi e colpi di mortaio su scuolabus e su abitazioni, senza mirare ad altro che ad ammazzare civili, non è Resistenza, ma terrorismo vigliacco. Comunque stavano compiendo atti di guerra, sparando con armi militari, si definiscono combattenti, quando capita fanno anche grottesche parate col passo dell’oca e il volto coperto da passamontagna. Be’, il minimo che gli può capitare è che il loro nemico risponda, no? O forse secondo voi, cari funzionari del giornalismo politicamente corretto, loro hanno diritto di sparare ma chi si prende i razzi in testa e gli attentati agli autobus e tutto il resto non ha diritto di rispondere? Come in quella famosa battuta: “stai fermo, non ti muovere, che ti devo menare!”.

    http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=&sez=280&id=43743

    14 Mar 2012, 15:51 Rispondi|Quota
  • #5Emanuel Baroz

    Cartoline da Eurabia di Ugo Volli (13 Marzo 2012)

    L’ assalto e l’autodifesa

    Scusate se insisto. Ma avete visto i titoli dei giornali ieri e oggi? Dopo la “strage”, magari di civili, ecco che continua l’operazione israeliana a Gaza, che i “raid aerei” “ammazzano” altri palestinesi, “A Gaza la violenza non si ferma: 5 palestinesi uccisi – Altri 2 morti dopo l’assalto dell’aviazione israeliana“, così il sito del “Corriere”. Vi ho già detto ieri che cosa penso di questi “giornalisti”: i pubblicitari al confronto producono testi equilibrati e obiettivi, i vecchi agit-prop del comunismo staliniano erano equanimi storici della società contemporanea, Goebbels un fine cronista.

    Ma notare questa situazione, che i principali giornali italiani, quelli “autorevoli” condividono con i loro confratelli francesi (“Le Monde” su Israele è come il “Manifesto”, “New York Times”, “Pais” e “Guardian” non sono affatto diversi) non basta. Bisogna diffondere in tutte le sedi i fatti, chiarire che cosa sta succedendo. Penso che sia utile riassumerlo.

    I servizi segreti israeliani hanno avuto notizia che i “comitati di resistenza popolare”, una succursale di Hamas stava preparando un grave attentato nel Sinai. E’ la stessa organizzazione che ha rapito Shalit, cedendolo poi da gestire a Hamas e che ha svolto l’assalto all’autobus che andava a Eilat alcuni mesi fa, provocando numerosi morti e un grave incidente diplomatico con l’Egitto (dato che i terroristi venivano dal Sinai egiziano e si coprivano con le guardie di confine egiziane, che sono state coinvolte nel fuoco delle forze israeliane accorse in difesa. L’aviazione israeliana ha sparato un razzo uccidendo il leader dei CRP che stava organizzando l’operazione. E’ un comportamento lecito? Certo che lo è. L’attività terrorista inizia con la preparazione dell’attentato e non con la sua esecuzione; se non si potessero fermare i terroristi se non dopo che hanno ucciso, il mondo sarebbe un posto di gran lunga più pericoloso. E’ un principio che il governo americano ha esposto ufficialmente pochi giorni fa, estendendolo anche ai suoi cittadini. E’ anche il principio per cui le navi viaggiano con scorte armate che devono agire per prevenire attacchi di pirati, anche se sono possibili errori (è il caso dei due marò arrestati dall’India e che per l’Italia sono innocenti). Oltretutto il terrorista ucciso era stato scarcerato pochi mesi fa in occasione dello scambio per la liberazione di Shalit e avvertito che se avesse ripreso l’attività terrorista sarebbe stato un obiettivo legittimo dell’autodifesa di Israele.

    In seguito all’uccisione del capo terrorista, i CPR, con la evidente non opposizione di Hamas hanno iniziato a bombardare il Sud di Israele. Sui cittadini israeliani di città come Ashdod e Beersheva sono arrivati oltre centocinquanta fra missili anche sofisticati e colpi di mortaio. Questo bombardamento era diretto sulla popolazione civile, è stata per esempio distrutta una scuola. Il fatto che non sia no state registrate finora perdite umane dipende dal fatto che Israele ha messo a punto un sistema d’arma difensiva, Iron Dome, che riesce ad abbattere la maggior parte dei razzi diretti su zone fittamente abitate. E’ stato cioè merito della tecnologia israeliana e non certo dell’innocuità dei missili dei terroristi. Fra l’altro è ragionevole pensare che essi abbiano fatto un test della capacità difensiva israeliana per conto dell’Iran. Israele ha reagito in maniera molto misurata, evitando di ripetere l’operazione Piombo Fuso, non bombardando Gaza in maniera generica, ma colpendo le cellule che sparavano razzi e colpi di mortaio, e le fabbriche d’armi dei terroristi. Solo terroristi, non civili, sono stati uccisi nei colpi perfettamente mirati dell’aviazione israeliana, anche se è noto che i terroristi cercano sempre la copertura dei civili del loro stesso popolo. Anche questo è un miracolo della tecnologia militare israeliana. Anche qui la domanda è: quello di Israele è un comportamento lecito? E la risposta è di nuovo: certo che lo è, anzi, è un comportamento obbligatorio. Lo stato ha l’obbligo di difendere i suoi cittadini, di impedire ai violenti di compiere i loro delitti. Se non lo facesse rinuncerebbe alla sua essenza e darebbe luogo a una guerra civile generale (e pensate quante ne prenderebbero i terroristi padroni di Gaza se i cittadini israeliani che sanno usare bene le armi e sanno organizzarsi, decidessero di comportarsi come loro, restituendo con gli interessi i loro tentativi di omicidio – di questo si tratta – e magari andando a cercarli a casa loro).

    Che Israele non stia affatto “assalendo” Gaza, ma stia esercitando con saggezza e moderazione il proprio sacrosanto diritto (e dovere) all’autodifesa, lo riconoscono un po’ tutti, anche i governi non molto amici, come quello americano. Anche gli arabi si occupano giustamente più della carneficina siriana che della sorta di terroristi colti sul fatto a Gaza. I soli a non capirlo sono i propagandisti (pardon i giornalisti) dei grandi giornali come il “Corriere”.

    http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=&sez=280&id=43754

    14 Mar 2012, 15:52 Rispondi|Quota
  • #6Emanuel Baroz

    A proposito delle menzogne palestinesi utili alla propaganda antrisraeliana:

    E’ sangue di vacca e non quello del suo fratellino…

    Il palestinese Nur Abed ha postato questa immagine sanguinolenta con un commento “Un
    bambino palestinese lava il sangue di suo fratello!” La foto era già stata pubblicata nel giugno 2011 su un blog anti israeliano con il commento /”Un bimbo palestinese lava il sangue di suo fratello ucciso da una bomba delle forze d’occupazione israeliane.” /

    Ovviamente si tratta di una menzogna con lo scopo di incitare all’odio. Grazie a *Soldier’s Mother*, si vede che l’immagine proviene da questo sito e mostra “/un bimbo palestinese pulisce il pavimento dopo l’abbattimento di una vacca nel mattatoio dei suoi parenti a Ramallah/.”

    Qui la smentita:
    http://israelisoldiersmother.blogspot.fr/2012/03/palestinian-child-washing-his-brothers.html

    http://www.europe-israel.org/2012/03/la-machine-a-mentir-palestinienne-ou-l%E2%80%99histoire-du-garcon-qui-avait-pour-frere-une-vache/

    19 Mar 2012, 20:25 Rispondi|Quota
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