Vittime dell’odio palestinese: la storia commovente di Wafa al Bass

 
Emanuel Baroz
7 dicembre 2012
10 commenti

La storia commovente di Wafa al Bass

Gli ospedali – si sa – sono il contesto ideale per ambientarvi storie strappalacrime. Esseri umani sottratti alla morte, crisi di coscienza, lacrime e dolore per una vita spezzata anzitempo, gioia per un complicato intervento chirurgico riuscito perfettamente.
Malgrado la recente ondata di terrorismo palestinese, e la risposta israeliana nota come Colonna di Difesa, nello stato ebraico è affluito un numero considerevole di abitanti della Striscia di Gaza. Persino il cognato del primo ministro di Hamas è ricorso alle cure mediche degli israeliani; ma la vita di tutti i giorni è ricca di episodi di dedizione al dovere che non guarda il colore della pelle, o la razza, o la lingua. Spesso arabi israeliani prestano servizio come volontari negli ospedali dell’Israele meridionale, per assistere pazienti palestinesi in difficoltà con la lingua.

Purtroppo però, talvolta giovani pazienti ritornano a Gaza senza aver compiuto la loro missione. Wafa al Bass, nata nel 1984, a 21 anni parte da Gaza per essere curata in un ospedale israeliano. Ha delle importanti ustioni. Il suo proposito è di entrare in un ospedale e farsi saltare in aria, uccidendo più bambini possibile. E’ bloccata al valico di Erez da guardie di confine che si insospettiscono per il suo nervosismo: le scoprono indosso un ordigno da più di 10 chilogrammi di esplosivo. Arrestata nel 2005, subisce un processo e viene detenuta per sei anni. Sarà rilasciata nel 2011, assieme ad altri mille criminali, nell’ambito dell’accordo per la liberazione del caporale israeliano Gilad Shalit, sequestrato da Hamas nel 2006.

Si è fatta notare in queste settimane per aver esortato i suoi connazionali a sequestrare quanti più israeliani possibile. Ai bambini che sono andati a trovarla nella sua abitazione nel nord della Striscia ha raccomandato: «spero che seguiate il mio stesso percorso e che – con l’aiuto di Allah – molti di voi abbiano successo come martiri». Ma adesso che l’assemblea generale dell’ONU ha votato a larga maggioranza l’ingresso dell’autorità palestinese come stato osservatore non membro, la pace fa sicuramente un grosso passo in avanti…

Il Borghesino

Nella foto in alto: “Il mio sogno era diventare un martire. Credo nella morte. Volevo farmi saltare in aria in un ospedale, forse anche quello in cui sono stata poi curata, ma poichè lì molti arabi vengono a farsi curare ho deciso di andare in un altro…volevo uccidere 20, 50 ebrei….si, anche neonati o bambini” (il pensiero di Wafa al Bass, tornata a Gaza in cambio della liberazione di Gilad Shalit)

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  • #1Emanuel Baroz

    La belle histoire de Wafa Al-Bass

    http://www.youtube.com/watch?v=aq9EkBZ6LmA

    17 Dic 2012, 14:10 Rispondi|Quota
  • #2Diemme

    E infatti quello scambio è stata un’idea infelice. Chiaramente Gilad Shalit meritava di essere salvato, ma quanti moriranno per questo?

    18 Dic 2012, 06:40 Rispondi|Quota
    • #3Emanuel Baroz

      è una domanda che ci poniamo in tanti. Purtroppo…

      P.S. BENTORNATA!!!!! 😉

      19 Dic 2012, 13:29 Rispondi|Quota
    • #4Diemme

      Ma io non me ne sono mai andata, è che voi che col trasloco siete diventati meno facilmente raggiungibili.

      Comunque grazie di cuore per l’accoglienza, non me l’aspettavo 😳

      19 Dic 2012, 15:08 Rispondi|Quota
      • #5Emanuel Baroz

        era il minimo! Beh, ora che ci hai ritrovato non sparire per altri mesi! 😉

        23 Dic 2012, 21:47 Rispondi|Quota
    • #6Diemme

      @Emanuel Baroz: tranquillo, magari dietro le quinte ma ci sono sempre: tu piuttosto, mi vieni a trovare qualche volta? 😉

      23 Dic 2012, 21:52 Rispondi|Quota
      • #7Emanuel Baroz

        ma io passo spesso da lì!!!!! 😉

        23 Dic 2012, 22:29 Rispondi|Quota
    • #8Diemme

      @Emanuel Baroz: intendevo dire che non ho uno straccio d’indirizzo a cui farti una comunicazione privata…

      24 Dic 2012, 06:38 Rispondi|Quota
      • #9Emanuel Baroz

        ho un indirizzo e-mail ma lo guardo poco…..ma sono su FB!!!! 😉

        24 Dic 2012, 11:33 Rispondi|Quota
  • #10Fede

    E’ chiaro che diventa difficile anche solo immaginare di negoziare, trattare o discutere con persone del genere.
    Le “persone del genere” a cui mi riferisco sono quelle che declinano una religione fino all’estremismo, facendola diventare una mostruosita’ intollerabile.
    Tanto da far trasformare una donna, naturalmente fonte di vita, in uno strumento di morte.

    Le notizie da voi riportate sono praticamente ignorate dai grandi quotidiani nazionali, una ragione in più per continuare a leggervi con dedizione.

    28 Dic 2012, 00:36 Rispondi|Quota