La libertà di stampa secondo Hamas

 
Emanuel Baroz
28 dicembre 2012
3 commenti

Gaza: “stretta” di Hamas sui reporter che lavorano per Israele. controlli e divieti per i giornalisti nella Striscia di Gaza

Gaza, 26 Dicembre 2012 – Nuovi severi provvedimenti volti a limitare il lavoro dei mezzi di comunicazione stranieri, ed in particolare israeliani, a Gaza sono stati annunciati la scorsa notte dall’esecutivo di Hamas. Ai giornalisti palestinesi di Gaza che lavorano per mezzi di comunicazione israeliani è stato ordinato di troncare immediatamente ogni rapporto con loro, per non essere considerati al servizio di ”entità nemiche”.

Hamas ha deciso inoltre di filtrare l’ingresso di giornalisti stranieri nella Striscia. Come in passato essi dovranno presentare una richiesta alle autorità di Hamas le quali – e questa è la novità – si riservano di vagliare il contenuto dei loro servizi passati. Quanti saranno ritenuti ostili alla causa palestinese non potranno, a quanto pare, avere accesso. Questi provvedimenti hanno destato immediato risentimento fra i giornalisti di Gaza secondo i quali è possibile che si tratti di una reazione dell’esecutivo di Ismail Haniyeh ad un rapporto molto critico verso Hamas pubblicato di recente dalla ong umanitaria Human Rights Watch.

(Fonte: Ansa, 27 Dicembre 2012)

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  • #1Ruben DR

    01/01/2013 Secondo i dati diffusi lunedì dall’Ufficio Centrale di statistica israeliano relativi al periodo gennaio-novembre 2012, dopo l’aumento del 4,6% nel 2011 e del 5% nel 2010 la crescita economica in Israele si è assestata sul 3,3%. Nonostante il rallentamento, la situazione dell’economia israeliana appare significativamente migliore della media dei paesi OCSE, pari all’1,4%. Nel mese di novembre 2012 il tasso di disoccupazione in Israele è stato del 6,7%, con un decremento dello 0,2% rispetto a ottobre: il numero di persone occupate è passato dal 63,7% al 63,9%.

    01/01/2013 Per la prima volta da quando (nel 2007) vi ha preso violentemente il potere, Hamas lunedì ha autorizzato Fatah a festeggiare nella striscia di Gaza l’anniversario della sua nascita: più esattamente il 48esimo anniversario del primo attacco terroristico di Fatah, fondata nel 1959, compiuto nel 1964 contro Israele a partire dalla Cisgiordania (allora sotto occupazione Giordana). Sul logo per le celebrazioni dell’anniversario di Fatah, una mappa della “Palestina” che copre con i colori della kefiah palestinese anche tutto lo stato di Israele (si veda: http://www.israele.net/articolo,3615.htm ).

    01/01/2013 Secondo i dati diffusi lunedì dal ministero israeliano per l’assorbimento degli immigrati, durante il 2012 sono stati 18.000 gli ebrei che hanno fatto la “aliyah” (si sono stabiliti nel paese): 3.451 dalla Russia, 2.952 dagli Stati Uniti, 2.355 dall’Etiopia, 2.033 dall’Ucraina, 1.853 dalla Francia. Tra i nuovi immigrati, 2.000 professionisti, 200 docenti universitari, 310 medici, 170 infermieri, 569 economisti, 296 avvocati e giuristi, 133 psicologi, 300 artisti. Il 52% degli immigrati sono donne: la più anziana (100 anni) è arrivata in Israele con un gruppo di 186 immigrati provenienti dal Brasile.

    01/01/2013 Siria. Nel corso del solo 2012 sono state uccise in Siria 40.000 persone, vale a dire circa il 90% delle 45.000 vittime della rivolta contro il regime iniziata nel marzo 2011. Lo ha comunicato lunedì l’Osservatorio Siriano dei diritti dell’uomo.

    01/01/2013 Simbolicamente nell’ultimo giorno dell’anno civile 2012 è stata annunciata, lunedì, la conclusione della costruzione della barriera di sicurezza prevista al confine tra Israele e l’Egitto: 227 km, costati 1,4 miliardi di shekel (284 milioni di euro).

    01/01/2013 ”Hamas e Gaza devono decidere cosa vogliono: la guerra o la pace. Se non aprono il fuoco, non spareremo mai su di loro”. Lo ha detto lunedì mattina il presidente israeliano Shimon Peres ricevendo i rappresentanti delle comunità cristiane del paese. “Siamo pronti a parlare con Hamas – ha aggiunto Peres – ma non lo sono loro: per farlo, devono accettare i presupposti indicati dal Quartetto (Usa, Ue, Russia, Onu): non sono le nostre condizioni, sono quelle poste dalla comunità internazionale”.

    01/01/2013 Il numero di morti in incidenti stradali in Israele nel 2012 è stato il più basso degli ultimi 50 anni. Lo ha comunicato domenica il ministro dei trasporti e della sicurezza stradale Yisrael Katz. Dall’inizio dell’anno si sono registrati 287 morti in incidenti stradali, il 25% in meno rispetto al 2011. Negli ultimi quattro anni si è registrata una diminuzione del 20% dei decessi per incidenti stradali rispetto ai quattro anni precedenti. Il numero di incidenti stradali è in calo nonostante il numero di veicoli in Israele sia in continuo aumento. “Negli ultimi dieci anni – ha detto Katz – è calato il numero degli incidenti, il numero dei feriti e il numero dei decessi”. Israele risulta ora al decimo posto nel mondo in termini di minor numero di morti per chilometri percorsi.

    01/01/2013 Il vice direttore del politburo di Hamas, Mussa Abu Marzuk, ha esortato lunedì Mahmoud Abbas (Abu Mazen) a rimettere a Hamas il controllo sull’Autorità Palestinese. La scorsa settimana, in un’intervista a Ha’aretz, Abu Mazen aveva minacciato di dimettersi e di ”consegnare le chiavi della Autorità Palestinese a Netanyahu” se Israele non avesse accettato le sue condizioni. Su Facebook, Abu Marzuq ha scritto: ”Perché dare le chiavi a Israele? Abu Mazen avrebbe dovuto minacciare di rimettere le chiavi a Hamas, che ha vinto tante guerre”.

    01/01/2013 “Al Qaeda nella Penisola Arabica” ha promesso una taglia di 3 kg d’oro (160.000 dollari) a chiunque uccida l’ambasciatore degli Stati Uniti nello Yemen, l’ebreo americano Gerald Feierstein, e 5 milioni di rial (23.000 dollari) per l’uccisione di un qualunque soldato americano. Lo ha comunicato lunedì la centrale americana di monitoraggio dei siti web islamisti.

    01/01/2013 Secondo i dati diffusi domenica dall’Ufficio Centrale di Statistica, la popolazione di Israele conta oggi 7.981.000 persone. Di questi, 6.015.000 (75,4%) sono ebrei, 1.648.000 (20,5%) sono arabi, mentre 319.000 appartengono ad altri gruppi etnico-religiosi. Nel 2012 sono nati 170.000 bambini e sono immigrate circa 18.000 persone. La popolazione d’Israele è cresciuta di 145.000 unità (più 1,8%), un aumento simile a quello degli ultimi dieci anni durante i quali la popolazione è aumentata in totale di 1.350.000 persone. Nel 1992 Israele contava 5.195.900, mentre 40 anni fa gli abitanti d’Israele erano 3.225.000; nel 1962 se ne contavano 2.331.800 e nel 1952, 1.629.500.

    31/12/2012 Secondo un’inchiesta del Centro Wiesenthal sui soggetti più antisemiti pubblicata in occasione della fine dell’anno civile, il capo dei Fratelli Musulmani egiziani Mohamed Badie ha rimpiazzato in testa alla “classifica” il presidente iraniano Mahmoud Ahmedinedjad, che passa al secondo posto seguito dal vignettista brasiliano Carlos Atouf, a sua volta seguito da tifosi di calcio europei e dal partito ucraino Svoboda.

    31/12/2012 In un incontro con gli ambasciatori israeliani nel mondo, il presidente d’Israele Shimon Peres ha detto che la maggioranza degli israeliani è a favore della soluzione “due stati per due popoli”, e che Mahmoud Abbas (Abu Mazen) è l’unico leader arabo ad aver preso posizione a favore della pace e contro il terrorismo.

    31/12/2012 Secondo fonti di Hamas nella striscia di Gaza, Abu Marzuk dovrebbe prendere il posto di Khaled Meshaal come capo del politburo del movimento islamista palestinese, mediante elezioni interne che si terrebbero in gennaio. In effetti Marzuk, attuale vice capo del politburo di Hamas, risulta essere l’unico candidato alla sostituzione di Meshaal.

    31/12/2012 Con decisione unanime, l’Alta Corte di Giustizia israeliana ha annullato domenica la decisione della Commissione elettorale che precludeva alla parlamentare arabo-israeliana Hanin Zouabi di candidarsi alle prossime elezioni (per aver partecipato alla flottiglia turca filo-Hamas del maggio 2010).

    31/12/2012 Depositato domenica l’accusa d’accusa per abuso d’ufficio contro Avigdor Lieberman, ex ministro degli esteri e numero due della lista Likud Beitenu alle prossime elezioni. Dani Ayalon, che era vice-ministro degli esteri con Lieberman, sarà chiamato a testimoniare contro il suo ex superiore, che di recente lo ha escluso a sorpresa dalla lista elettorale.

    31/12/2012 Le Forze di Difesa israeliane hanno completato domenica mattina lo sgombero di edifici illegali a Oz Zion, nei pressi di Ramallah (Cisgiordania). La maggior parte dei militanti che venerdì si erano opposti allo sgombero con la forza (feriti cinque agenti della polizia di frontiera) aveva già sgomberato l’area sabato sera senza altri incidenti.

    (Fonte: Israele.net)

    2 Gen 2013, 17:26 Rispondi|Quota
  • #2HaDaR

    Tutto ciò che segue è STATO SPERIMENTATO PERSONALMENTE.

    Purtroppo non c’è niente di nuovo e NON SI TRATTA SOLO DI HAMAS.
    Negli ULTIMI VENT’ANNI almeno, TUTTI i giornalisti Italiani e non solo, usano SOLO stringers arabi, preventivamente approvati dall’OLP, con cui entrare nelle zone sotto il controllo dell’OLP. Idem per Hamas.
    Se si aggiunge al tutto il FATTO che la maggior parte non ha ASSOLUTAMENTE un livello di conoscenza dell’Ebraico SUFFICIENTE PER LAVORARCI, cioè capire slang, giornali radio, telegiornali e stampa IN EBRAICO; che i giornalisti sono in contatto GIORNALIERO quasi esclusivamente con arabi che suggeriscono loro le storie, le angolature, gli intervistati, i luoghi, eccetera, e che al massimo d’israeliano leggono HaAretz, si capisce l’ASSOLUTA MANCANZA DI SERIETÀ PROFESSIONALE E OBIETTIVITÀ DEI GIORNALISTI CHE LAVORANO IN ISRAELE.

    3 Gen 2013, 06:36 Rispondi|Quota
  • #3Daniel

    Hamas: divieto ai giornalisti di raccontare la verità su Gaza

    di Sharon Levi

    Hamas è così democratico che se un giornalista racconta la verità vera sulla Striscia di Gaza non gli consente più l’ingresso. Non deve passare l’idea che Gaza non sia poi così sotto assedio. Non deve passare l’idea che a Gaza non manchi nulla. L’unica idea di Gaza che deve passare è quella di un territorio sotto assedio e affamato dal nemico israeliano.

    Negli ultimi mesi si sono moltiplicati i giornalisti, tra i quali pochissimi coraggiosi giornalisti arabi, che stanchi delle menzogne propinate da Hamas e dalla foltissima flottilla di pacivendoli, hanno iniziato a descrivere la situazione a Gaza così com’è realmente, cioè per nulla sotto assedio, con tutti i beni possibili immaginabili a disposizione della popolazione, mercati ricchi di ogni cosa, centri commerciali da fare invidia a quelli occidentali ecc. ecc. Non solo, qualcuno di questi giornalisti ha avuto l’ardire di mostrare gli aiuti che entrano da Israele, che in teoria sarebbero destinati ai più bisognosi, venire letteralmente saccheggiati da Hamas per poi essere venduti sui mercati.

    E’ chiaro che una cosa del genere Hamas non la poteva sopportare , così dopo aver negato l’ingresso ai media israeliani nel 2006, oggi applica un nuovo giro di vite ai media stranieri e, udite udite, anche a quelli palestinesi. Oggi chi vuole entrare nella Striscia di Gaza per documentarne la situazione deve sottostare a regole rigidissime. Non deve raccontare la verità, cosa che per un giornalista serio è impossibile da concepire; deve essere accompagnato da almeno un membro di Hamas; se in passato ha pubblicato articoli critici nei confronti di Hamas gli verrà negato l’ingresso; le maggiori agenzie di informazione dovranno avere come punto di riferimento l’ufficio stampa di Hamas e non più i media arabi.

    Il tentativo da parte di Hamas di imbrigliare la verità appare evidente in tutta la sua devastante concretezza. Non si vuole che in occidente si sappia la situazione reale nella Striscia di Gaza e che si continui a pensare a un territorio assediato e affamato. Non sarà una operazione facile nell’era di internet. Ed è proprio da internet che continueranno ad arrivare le informazione VERE su quanto accade a Gaza e non basterà ad Hamas applicare la “regola Abu Mazen” cioè imprigionare tutti quei blogger che dissentono dalla linea del movimento terrorista, come non gli sarà possibile bloccare o controllare la rete dato che è gestita al 100% da Israele.

    http://www.rightsreporter.org/hamas-divieto-ai-giornalisti-di-raccontare-la-verita-su-gaza/

    7 Gen 2013, 17:17 Rispondi|Quota
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