Venezia: giallo su presunta aggressione antisemita contro studente ebreo

 
Emanuel Baroz
3 gennaio 2013
8 commenti

Studente americano ebreo picchiato a Venezia?

Antisemitismo a Venezia? Israele: “Ebreo picchiato da banda di arabi”

La vicenda è stata riportata da un quotidiano online israeliano. Un giovane americano in visita nella città lagunare con la famiglia sarebbe stato bastonato la sera del primo gennaio

di Gabriele Vattolo

Venezia, 2 Gennaio 2013 – Una vicenda partita da Venezia, rimbalzata in Israele e poi tornata in un baleno nella città lagunare. Ma ancora sembrerebbe non esserci nulla di sicuro.

Tranne l’indignazione dei media israeliani per una presunta aggressione antisemita ai danni di un giovane studente americano di religione ebraica in visita a Venezia con la famiglia. Secondo un articolo pubblicato dal sito “Israel National News” il malcapitato la sera del 1 gennaio sarebbe stato aggredito da “una banda di arabi” (come letteralmente si legge nell’articolo in lingua inglese) trascinato in un angolo buio della calle e picchiato a sangue. Calci e pugni. Finché il giovane non ha perso conoscenza.

La scena sarebbe stata vista da un passante che immediatamente ha chiamato le forze dell’ordine. Accortisi di essere stati scoperti, i quindici malintenzionati se ne sono andati lasciando a terra lo studente ebreo, secondo il sito israeliano “componente di una yeshiva” (un istituto che studia soprattutto i testi sacri, ndr). A un certo punto dell’aggressione sarebbero spuntati anche dei coltelli.

Ancora non è chiaro però se sia stata o meno depositata denuncia in questura o ai carabinieri. E se la vicenda si sia effettivamente svolta nei modi descritti dai media israeliani. Di certo, se la ricostruzione risulterà veritiera, si tratterebbe di un grave caso di antisemitismo.

(Fonte: Venezia Today, 3 Gennaio 2013)

Nella foto in alto: il Campo del vecchio Ghetto di Venezia

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  • #1Emanuel Baroz

    Antisemitismo a Venezia

    di Dimitri Buffa

    Un primo dell’anno all’insegna dell’anti semitismo di matrice islamista a Venezia. Ma la notizia rimbalza in Italia solo grazie ai media israeliani, come “Israel National News” che nel suo sito internet stamani alle 9.28 parlava, in un articolo di Tzvi Ben Gedalyahu, di questo ancora incerto episodio. L’articolista riferiva genericamente di “una banda di arabi” che «ha brutalmente aggredito uno studente americano ebreo di una yeshiva in visita con la famiglia a Venezia». Secondo il sito informativo israeliano «lo studente ha perso i sensi quando, passeggiando a tarda notte nel centro della città, è stato assalito da sconosciuti». Sembra che un gruppo di 15 giovani arabi si sia avventato su di lui, lo abbia trascinato in un angolo buio e dopo calci e pugni qualcuno abbia tirato fuori anche dei coltelli.

    Lo studente a sua volta avrebbe perso conoscenza ma si sarebbe salvato perchè gli aggressori sarebbero fuggiti quando un passante vedendoli ha chiamato la polizia e i medici. Gli inquirenti ieri avrebbero anche aperto un’indagine, ma degli assalitori, per ora, nessuna traccia. In Italia solo nel 2012 ci sono stati almeno 70 episodi di antisemitsmo che vanno da aggressioni come quella appena descritta a graffiti sui muri e profanazioni di tombe e cimiteri ebraici. Secondo il Cdec di Milano, cioè il centro di documentazione della comunità ebraica locale che sta monitorando queste cose nel “progetto Dreyfus”, la recrudescenza di simili episodi sarebbe dovuta, oltre all’odio tradizionale di alcuni immigrati di fede musulmana estremista, anche alle stupide battute di alcuni politici e personaggi televisivi o della cultutra italiani, da Grillo a Berlusconi passando per lo scienziato Odifreddi. I quali con le loro barzellette o affermazioni a effetto danno l’idea che il razzismo o l’anti semitismo possano essere categorie dello spirito su cui ci si può scherzare sopra.

    L’episodio di Venezia, se sarà confermato in queste modalità, ricorda sinistramente analoga vicenda svoltasi qualche tempo fa a Tolosa nella scuola di Ozar Hatorah. Quella già protagonista della strage messa a segno da Mohamed Merah. In quel caso lo studente ebreo era in treno e soltanto l’intervento di un passeggero e dei controllori del treno aveva fermato il pestaggio. Sia come sia in Europa da troppo tempo si aggira il fantasma dell’anti semitismo e la crisi purtroppo non aiuta, visto che gli spargitori di odio contro le varie “lobby ebraiche” cercano anche su internet di dare la colpa a queste entità fantomatiche per una povertà invece provocata dall’insipienza e dalla tendenza al latrocinio dei rispettivi politici e governanti.

    http://www.opinione.it/politica/2013/01/03/2013/01/02/buffa_politica-03-01.aspx

    3 Gen 2013, 12:03 Rispondi|Quota
    • #2Corrado Calimani

      Caro Emanuel,

      nei giorni scorsi ho inviato al Consiglio UCEI le informazioni relative alla presunta aggressione avvenuta la notte del 31 dicembre a Venezia nei confronti di un Bahur Yeshiva, si dice, di passaggio con la famiglia nella città lagunare. Il ragazzo, che risultava ubriaco, non é stato soccorso da nessuno, non si é recato all’ospedale per farsi medicare e non ha mai inteso sporgere denuncia alle autorità competenti. La Comunità Ebraica di Venezia venuta a conoscenza della notizia diffusa on line da Israele ha inteso verificare la questione coinvolgendo la Questura che era all’oscuro della vicenda. Con difficoltà la Polizia é riuscita poi a mettersi in contatto con il ragazzo reperibile presso la componente Lubavitch (Habad) di Venezia. Cordiali saluti.
      Corrado Calimani – Consigliere UCEI e Vice Presidente Comunità Ebraica di Venezia

      6 Gen 2013, 16:15 Rispondi|Quota
      • #3Emanuel Baroz

        Buonasera Signor Calimani,

        grazie per la sua segnalazione, che ci aiuta a fare chiarezza sulla vicenda (speriamo). Come vede abbiamo mantenuto nell’articolo proposto su Focus on Israel tutti i condizionali e le forme dubitative proprio perchè non avevamo ricevuto alcuna conferma.

        Un cordiale Shalom

        Emanuel Baroz

        6 Gen 2013, 20:21 Rispondi|Quota
  • #4Daniel

    Venezia – Studente americano ebreo picchiato in strada la notte di Capodanno

    “Era un gruppo di quindici arabi”. Indaga la Digos

    di Marco Pasqua

    C’è uno spettro che aleggia, da alcuni giorni, sulla piccola comunità ebraica veneziana. Uno spettro dai contorni ancora poco definiti, ma al quale in molti hanno già dato un nome: antisemitismo. E’ dalla notte di Capodanno, che nei negozi, per le vie del Ghetto, nel sestiere di Cannaregio, non si parla d’altro. Voci alimentate comprensibilmente dalla paura.

    Un ragazzo ebreo, poco meno di 20 anni, americano, David (il nome è di fantasia, ma chi scrive è a conoscenza delle sue generalità) ha denunciato di essere stato brutalmente picchiato, mentre rientrava dai festeggiamenti di piazza San Marco. “Sono stati almeno dieci, forse quindici ragazzi, tutti arabi”, ha detto alla Digos, che si occupa di seguire le indagini.

    Indagini particolarmente complesse, anche perché il ragazzo, che studia in Italia, fa parte del movimento Chabad-Lubavitch, uno dei più grandi del giudaismo chassidico. Ebrei ortodossi, sotto molti punti di vista anche chiusi rispetto a chi non è parte del loro gruppo, con un loro rabbino e con dei rapporti con la comunità ebraica che, alcune volte, sono stati conflittuali. Anche se sempre basati sul reciproco rispetto. Le loro bocche sono cucite, il rabbino accetta di parlare con l’Huffington Post, ma la sua prima preoccupazione è la tutela del “suo” ragazzo, soprattutto da eventuali future ritorsioni.

    I Lubavitch sono al massimo una cinquantina, e si riconoscono più facilmente perché indossano sempre la kippah anche quando escono dal ghetto, e gli tzitzit, le frange che si vedono agli angoli degli indumenti e che ricordano i comandamenti. Proprio quelle che aveva David, la notte dell’aggressione. Da qui una certezza, almeno tra tutti i Lubavitch: “Lo hanno picchiato perché ebreo”.

    Il primo a dare la notizia dell’aggressione, nei giorni scorsi, è un sito israeliano, che viene ripreso dal Gazzettino e da Venezia Today . Ma i fatti riportati sono ancora molto confusi, anche perché David non avrebbe sporto immediatamente denuncia. In verità, dicono i suoi amici del Ghetto, avrebbe voluto farlo, in ospedale, ma gli sarebbe stato suggerito di rivolgersi ad un commissariato. Fatto sta che dopo la pubblicazione della notizia viene convocato dalla Digos della città lagunare, che raccoglie a verbale la sua testimonianza. A tratti confusa.

    La notte di Capodanno, ha raccontato, stava tornando dalla grande festa di piazza San Marco. In Strada Nuova, non distante dal Ghetto, viene affrontato da un gruppo di arabi. Riferisce di scambiare alcune parole con loro. “Ma è vago sull’argomento del confronto verbale”, fanno sapere gli investigatori. In pochi attimi, la discussione degenera e David viene buttato in un punto buio di una calle e picchiato. Alla scena assistono alcuni testimoni, uno dei quali è stato già sentito dalla polizia. Il ragazzo va in ospedale – intorno alle 4 di mattina – dove viene medicato: la prognosi, per lui, è di 7 giorni per una ferita lacero contusa. Elemento questo che corrobora il racconto del pestaggio.

    Fin qui i dati raccolti dalla polizia. Poi ci sono i racconti delle persone che fanno parte della comunità di David e che, in queste ore, hanno potuto parlargli. “Lo hanno picchiato perché era ebreo – spiega un commerciante, da due anni nel Ghetto – Indossava la kippah e anche gli tzitzit. Insomma, era facilmente riconoscibile. Ora è a casa, ha delle ferite sulla testa e sul mento”. “Venezia è una città accogliente, e questo caso ci ha scossi tutti, proprio perché cose di questo tipo non capitano”, dice una donna che lavora per la comunità. “Quegli arabi, di cui ovviamente ha riconosciuto la lingua, non erano di Venezia, erano qui per il Capodanno – dice un altro negoziante – David ha cercato di ignorarli, come si fa sempre quando qualcuno, per strada, inizia a puntare il dito verso di noi. Ma loro avevano anche bevuto”.

    Anche il rabbino, Ramy Banin, che da oltre 20 anni vive a Venezia (dove ha fondato una scuola rabbinica e dove gestisce un ristorante), è scosso da un fatto che ha colpito la sua comunità al cuore. Eppure non vuole soffermarsi a parlare di quello che definisce “il buio”, soprattutto per proteggere David. “Siamo venuti qui per fare del bene – dice, parlando prima dell’inizio dello Shabbat – Vogliamo essere portatori di buone azioni. L’ebraismo vuole aiutare le persone”. E quando ci si scontra con gli episodi di violenza, come quello avvenuto la notte di Capodanno? “Si deve superare la cattiveria, e continuare a insegnare il bene. Noi vogliamo accendere luci e non occuparci del buio”.

    Di questo buio, adesso, si devono occupare gli agenti della Digos veneziana, che hanno già ascoltato il rabbino Banin. Nei prossimi giorni saranno acquisite le registrazioni delle telecamere di sorveglianza, nella zona, che potrebbero aver ripreso la fase dell’aggressione. Molti aspetti sono ancora da chiarire, e la parziale reticenza di David non li aiuta nel fare luce sul pestaggio di cui è stato vittima, e di cui porta visibili i segni sulla testa.

    L’antisemitismo nel 2012. Gli ultimi dati disponibili, relativamente agli episodi di antisemitismo, sono stati resi noti, lo scorso mese, da Stefano Gatti, ricercatore dell’Osservatorio sul pregiudizio antiebraico del Centro di documentazione ebraica contemporanea di Milano, considerato uno dei massimi esperti italiani in materia di antisemitismo: “Finora i casi da noi osservati quest’anno sono una settantina, in gran parte graffiti o attacchi via web: vale a dire, oltre il 40% in più rispetto allo scorso anno”. Un’impennata particolarmente preoccupante in “una realtà come quella italiana – ha spiegato Gatti – dove essenzialmente non esiste un antisemitismo violento, bensì ideologico”. Questi dati mostrano che “la situazione sta cambiando, si sta evolvendo in maniera negativa”.

    (Fonte:L’Huffington Post, 5 gennaio 2013)

    6 Gen 2013, 08:40 Rispondi|Quota
  • #5Parvus

    Lo studente ebreo ha commesso un gravissimo errore: non doveva dire che trattavasi di arabi, connazionali di coloro che detengono centinaia di miliardi del debito pubblico italiano.
    Se avesse detto che erano bianchi, magari con camicie nere, avremmo avuto titoli cubitali, città attraversate da cortei.

    6 Gen 2013, 22:57 Rispondi|Quota
    • #6Francesco

      @Parvus:
      Concordo pienamente. Ormai gli islamici, sono divenuti una “razza” intoccabile.

      7 Gen 2013, 19:35 Rispondi|Quota
    • #7Simone

      @Parvus: A me sa che gli intoccabili siano altri. Io ogni santo giorno vengo tacciato di antisemitismo perchè mi batto per il diritto della Palestina ad esistere, vengo chiamato nazista pur essendo anarchico. Chiaramente mi auguro che chiunque sia stato venga preso ed assicurato alla giustizia, sia esso arabo o di estrema destra”…. sembra quasi difendiate questi ultimi piuttosto, come mai?

      14 Gen 2013, 16:26 Rispondi|Quota
    • #8Parvus

      @Simone:

      Caro Simone, non è che tu pensi ad una cosa orribile, anzi, pensi una cosa condivisibile.
      Però nel mondo esistono delle priorità: se ci sono un miliardo di persone, allegramente decise a buttare a mare sei milioni di persone, la priorità è che questo miliardo di persone, o perlomeno i palestinesi che sono i diretti interessati, appongano una piccola firma in cui attestino che ottenuto il loro stato rinunceranno a qualunque ulteriore rivendicazione. In mancanza di questa firmetta, non è per cattiveria, ma sono convinto che lo stato palestinese debba aspettare che i suoi capi cambino idea.
      Riguardo agli aggessori antisemiti, sono tutti ugualissimi fra loro. Per questo motivo, sarei contento che al posto di cento cortei e titoli di quattro centimetri se gli aggressori sono italiani, e zero e zero se siano islamici; facessero cinquanta cortei e titoli di due centimetri in entrambi i casi.

      15 Gen 2013, 13:08 Rispondi|Quota