Continua la politica di negazione dello Stato di Israele da parte dell’ANP

 
Emanuel Baroz
20 gennaio 2013
2 commenti

Per l’Autorità Nazionale Palestinese, Israele non esiste nemmeno nelle parole crociate

Il quotidiano ufficiale dell’Autorità Palestinese, Al-Hayat al-Jadidah, ha l’abitudine di collocare in “Palestina” e di definire “palestinesi” “occupate” le città israeliane che compaiono nelle definizioni delle sue parole crociate. La segnalazione giunge dall’organizzazione non-governativa Palestine Media Watch (PMW) che in un comunicato diffuso la scorsa settimana afferma d’aver riscontrato numerosi esempi di tale sconcertante geografia sul giornale che fa capo al presidente Mahmoud Abbas (Abu Mazen).

Ad esempio, in un cruciverba dello scorso dicembre, alla definizione “città palestinese meridionale” corrispondeva la risposta “Beersheba” (che è il capoluogo del Negev israeliano). Un’altra definizione, in un cruciverba del 2009, indicava “Tel Aviv” come una “moderna città nella Palestina occupata”. La località turistica di Eilat, nell’estremo sud di Israele, in un gioco del 2011 veniva definita “porto giordano sul Mar Rosso, a nord di Aqaba”, mentre Giaffa (che fa parte della municipalità di Tel Aviv) veniva definita: “porto palestinese sulle rive del Mediterraneo”. Altri cruciverba nel 2011 definivano “città palestinese” Tiberiade così come Acco (entrambe nel nord di Israele), mentre un gioco del 2009 definiva il massiccio del Carmelo (a Haifa) come “Montagne nella Palestina occupata”, e Lod (presso l’aeroporto internazionale Ben.Gurion) come “città palestinese occupata”.

Non basta. I quiz del quotidiano dell’Autorità Palestinese servono anche per celebrare i terroristi. Il Palestine Media Watch segnala, ad esempio, un cruciverba del 2009 che comprendeva la definizione: “Comandante e martire palestinese che ha guidato l’Operazione della Strada Costiera”. La risposta, naturalmente, è Dalal Mughrabi, la terrorista palestinese che nel 1978 capeggiò il devastante attacco terroristico contro un autobus della linea costiera costato la vita a 37 persone, tra cui 13 bambini  (e alla  cui memoria, lo ricordiamo, Fatah ha dedicato un campo estivo per ragazzi qualche mese fa).Un altro cruciverba celebrava Yahya Ayyash, il terrorista di Hamas che ideò le stragi suicide e i cui attentati sono costati la vita a decine di civili israeliani. Definizione: “Martire della Palestina, detto l’Ingegnere” (e alla cui memoria, lo ricordiamo, l’ANP ha intitolato una strada pochi anni fa).

Nel 1999 Palestine Media Watch diede notizia di un gioco di prole crociate, sempre su Al-Hayat al-Jadidah, che definiva lo Yad Vashem (il museo e memoriale della Shoà a Gerusalemme) “Centro ebraico per commemorare l’Olocausto e la Menzogna”. La notizia causò vivaci reazioni internazionali. Quest’ultimo comunicato di Palestine Media Watch sottolinea l’intransigente pervicacia con cui, fin nei quiz delle parole crociate, l’Autorità Palestinese continua a negare il riconoscimento di Israele e persino la sua stessa esistenza.

(Da: Times of Israel, 8.1.13 – PMW, 30.12.12)

Israele.net

Nella foto in alto: il moderato Abu Mazen durante un comizio

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  • #1Emanuel Baroz

    Autorità Palestinese autorizzata a insabbiare i suoi legami col terrorismo

    Un giudice statunitense ha stabilito che l’Autorità Palestinese ha il diritto di celare la prova della sua implicazione in un attentato esplosivo suicida avvenuto nel 2002 a Karnei Shomron (Cisgiordania nord-occidentale) che causò la morte di tre adolescenti. Ne ha dato notizia lunedì il New York Post.
    Stando a quanto riferisce il quotidiano, un promemoria di due pagine che collega direttamente l’Autorità Palestinese all’attentato terroristico è stato inavvertitamente consegnato agli avvocati che avevano citato in giudizio l’Autorità Palestinese per 300 milioni di dollari a nome dei genitori di due adolescenti americani uccisi nell’attentato. La terza vittima era israeliana.

    Secondo il New York Post, il documento rivela una “stretta relazione” fra l’attentatore, Sadeq Hafez, affiliato al gruppo terroristico Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (FPLP), e Raed Nazal, un ufficiale delle forze di sicurezza dell’Autorità Palestinese che avrebbe pianificato l’attentato. A quel tempo Nazal era verosimilmente “sia un ufficiale dei servizi di sicurezza stipendiato dall’Autorità Palestinese, sia un capo della cellula FPLP” che ha realizzato l’attentato.

    Scrive il New York Post che il promemoria, scritto nell’aprile 2012 dal maggiore Ziad Abu Hamid dei Servizi Generali di Intelligence palestinesi, illustra dettagliatamente “almeno altri sei cruciali elementi di fatto” relativi all’attentato e “stabilisce con chiarezza il ruolo di supporto e la responsabilità materiale” dell’Autorità Palestinese. Ciò nondimeno il giudice federale Richard Leon, di Washington, ha disposto che il documento venisse distrutto o restituito all’Autorità Palestinese parlando di informazioni “confidenziali e tutelate”.

    Gli avvocati di parte civile, David Schoen e Robert Tolchin, hanno denunciato la delibera, affermando che “non si devono permettere impuniti tentativi di illecito insabbiamento” ad opera dell’Autorità Palestinese. “Altrimenti – sostengono – con ogni probabilità questa prova d’omicidio di cruciale importanza andrà perduta per sempre”. E aggiungono che ciò “priverebbe il Congresso degli Stati Uniti del genere di prova di cui deve disporre per valutare se continuare a sovvenzionare l’Autorità Palestinese, solo per vedere quei soldi finire a sostegno e ricompensa di attività terroristiche contro cittadini americani”.

    Gli avvocati dell’Autorità Palestinese non hanno risposto alla richiesta di commentare la notizia del New York Post. Dalle carte processuali, comunque, risulta che hanno affermato che il promemoria fu erroneamente consegnato con una deposizione del 12 settembre scorso, e che “continua a godere della protezione della confidenzialità, nonostante la sua divulgazione involontaria”.

    (Da: Jerusalem Post, 14 Gennaio 2013)

    http://www.israele.net/articolo,3638.htm

    21 Gen 2013, 18:54 Rispondi|Quota
  • #2Emanuel Baroz

    Preoccupa l’aumento del consenso per Hamas in Cisgiordania

    di Noemi Cabitza

    Un rapporto rilasciato ieri dallo Shin Bet mette in guardia il Governo israeliano sul verticale aumento del consenso che sta ottenendo Hamas nei territori governati dalla Autorità Nazionale Palestinese (ANP), consenso che si registra maggiormente tra i giovani e giovanissimi arabi.

    Secondo questo allarmante rapporto il movimento terrorista che tiene in ostaggio la Striscia di Gaza sta ottenendo molto consenso dopo che è passata l’idea che Hamas abbia vinto l’ultimo scontro con Israele, una idea chiaramente errata ma che la gente di strada araba, spesso con un livello culturale molto basso, percepisce come reale. A questo si aggiunge l’attivismo pro-Hamas di moltissimi studenti della Bir Zeit University, una delle più importanti università nei territori arabi. In forte aumento anche le iscrizioni ai cosiddetti “campi estivi” che poi altro non sono che veri e propri campi di addestramento dove i bambini vengono indottrinati da elementi di Hamas alla lotta armata e alla Jihad.

    Il rapporto redatto dallo Shin Bet mette in guardia anche sul tentativo di Hamas di creare cellule armate in Cisgiordania. Sarebbero già decine le cellule attive nei territori amministrati dalla ANP. L’opera di prevenzione della polizia palestinese unita a quella dell’IDF non è sufficientemente incisiva nonostante i numerosi arresti.

    Hamas lavora ai fianchi di Fatah e della ANP. Ufficialmente dice di volere una riconciliazione con il movimento di Fatah, ma alle spalle fa di tutto per abbatterlo. L’apparentamento con la Fratellanza Musulmana li sta aiutando molto in questo. Per molti arabi che abitano la Cisgiordania Hamas è l’unico vero nemico che ha Israele e quindi passano dalla sua parte.

    Questi avvenimenti stanno letteralmente oscurando anche l’ininfluente e misera vittoria ottenuta da Abu Mazen alle Nazioni Unite quando ha ottenuto lo status di Paese Osservatore per la Palestina, un riconoscimento applaudito ipocritamente anche da Hamas che all’inizio ha cercato di sfruttarlo per avere una sponda politica ma che, con il passare delle settimane, si è rivelato per quello che è in realtà: un grande bluff e un’arma a doppio taglio proprio per gli arabi.

    Vista la sostanziale inutilità della polizia della ANP nel contrasto a questa impressionante espansione di Hamas in Cisgiordania e visto che le cellule terroristiche continuano a crescere come funghi, lo Shin Bet consiglia una più incisiva azione di prevenzione portata avanti direttamente dall’IDF bypassando, se necessario, le autorità arabe della ANP.

    (Fonte: Rights Reporter, 19 gennaio 2013)

    21 Gen 2013, 18:55 Rispondi|Quota