Dichiarazioni shock del premier turco Erdogan: “Il sionismo è un crimine contro l’umanità”

 
Emanuel Baroz
1 marzo 2013
7 commenti

Per Erdogan il sionismo è un “crimine contro l’umanità”

Nuova bufera sul premier turco Recep Tayyip Erdogan: questa volta a scatenare le reazioni di Israele, dell’Onu e degli Stati Uniti sono state le parole pronunciate da Erdogan il 26 Febbraio scorso durante un convegno delle Nazioni Unite. In quell’occasione, infatti, il premier turco ha definito il sionismo “un crimine contro l’umanità”.

Dovremmo adoperarci per comprendere meglio la cultura e il credo degli altri”, ha detto Erdogan intervenendo all’apertura ufficiale a Vienna del quinto Global Forum “Alleanza di civiltà”, un organismo delle Nazioni Unite dedicato al dialogo fra occidente e islam. E ha poi aggiunto: “Invece vediamo persone che agiscono sulla base di pregiudizi, escludendo e disprezzando gli altri. Ecco perché è necessario considerare l’islamofobia un crimine contro l’umanità così come il sionismo, l’antisemitismo e il fascismo”.

Immediate le reazioni da parte israeliana, con il premier Benjamin Netanyahu, che ha bollato le parole di Erdogan come “oscure e false, che credevamo appartenessero al passato della storia del mondo“. Critiche anche da parte degli USA e dell’ONU.

(Fonte: Repubblica.it, Israele.net, 1 Marzo 2013)

Thanks to Progetto Dreyfus

Nella foto in alto: il premier turco Recep Tayyip Erdogan

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  • #1Emanuel Baroz

    chiamiamola gaffe…

    «Sionismo Crimine contro l’Umanità» la Gaffe di Erdogan imbarazza l’Onu

    di Antonio Ferrari

    «Il sionismo è un crimine contro l’umanità. No, non sono parole di Ahmadinejad o di un quadro di Al Qaeda. Le ha dette mercoledì a Vienna, a un Forum dell’Onu sul tema «Alleanza delle civiltà», il leader del mondo musulmano moderato, il premier turco Recep Tayyip Erdogan.Mentre cercava di denunciare le campagne propagandistiche contro l’Islam, il primo ministro ha smarrito la bussola dell’equilibrio e si è lanciato in un ardito accostamento, sostenendo che «proprio come il sionismo, l’antisemitismo e il fascismo, l’islamofobia è un crimine contro l’umanità». Non si è neppure curato di evitare le evidenti contraddizioni del suo ragionamento.

    Ancora una volta sembra davvero incredibile che un leader di prima grandezza, come Erdogan, sia assolutamente incapace di pesare le parole. A volte vien da pensare che confonda un vertice internazionale con una taverna del settore asiatico di Istanbul, dove si incontrano gli ultrà del Fenerbahce, la squadra di cui è tifoso.Era scontato che l’attacco non passasse inascoltato. Dura la condanna del premier israeliano Benjamin Netaniahu: «Pensavo che simili accostamenti, oscuri e calunniosi, fossero cose del passato». Irritato il segretario generale dell’Onu Ban Ki Moon. Irritatissimi gli Stati Uniti, alleati della Turchia, che appartiene alla Nato, per frasi che hanno «effetti corrosivi sulle nostre relazioni».

    Certo non è un caldo benvenuto per il segretario di Stato John Kerry, che si trova in missione ad Ankara. Tuttavia Erdogan, piaccia o no, è proprio questo: un emotivo incontenibile e inguaribile. Lo è sempre stato e probabilmente non cambierà. Un analista lo ha definito un uomo con «l’incosciente liberato». Poco accettabile per un leader che ha grandissime responsabilità.

    (Fonte: Corriere della Sera, 2 Marzo 2013, pag. 60)

    4 Mar 2013, 11:08 Rispondi|Quota
  • #2Emanuel Baroz

    Erdogan come Ahmadinejad

    Intervenendo mercoledì a un convegno Onu, il primo ministro turco Recep Tayyip Erdogan ha definito il sionismo “un crimine contro l’umanità” paragonandolo ad antisemitismo, fascismo e islamofobia.

    “Dovremmo adoperarci per comprendere meglio la cultura e il credo degli altri”, ha detto Erdogan intervenendo all’apertura ufficiale a Vienna del quinto Global Forum “Alleanza di civiltà”, un organismo delle Nazioni Unite dedicato al dialogo fra occidente e islam. E ha poi aggiunto: “Invece vediamo persone che agiscono sulla base di pregiudizi, escludendo e disprezzando gli altri. Ecco perché è necessario considerare l’islamofobia un crimine contro l’umanità così come il sionismo, l’antisemitismo e il fascismo”.

    L’organizzazione non governativa di monitoraggio “UN Watch”, con sede a Ginevra, ha denunciato le parole di Erdogan “che contraddicono radicalmente lo scopo stesso di un forum che si vuole votato alla tolleranza reciproca”, ed ha esortato il Segretario Generale dell’Onu Ban Ki-moon, “che era presente sul palco ed è rimasto in silenzio”, a prendere posizione e condannare l’affermazione del primo ministro turco. “Vogliamo ricordare al Segretario Generale – afferma UN Watch – che il suo predecessore Kofi Annan ha riconosciuto come un’espressione di antisemitismo la risoluzione Onu del 1975 che equiparava il sionismo al razzismo, e ne aveva accolto con favore l’abrogazione”. La risoluzione 3379 dell’Assemblea Generale dell’Onu, che definiva “il sionismo una forma di razzismo e di discriminazione razziale”, è stata abrogata dalla stessa Assemblea Generale nel 1991 con la risoluzione 4686.

    “L’abuso che ha fatto Erdogan di un pulpito internazionale per istigare all’odio, e il suo ricorso a proclami in stile Ahmadinejad appiattendosi sul minimo comun denominatore del mondo musulmano – scrive UN Watch – non faranno che rafforzare la convinzione che l’attuale governo turco non intende abbandonare la linea dello scontro, rimanendo fondamentalmente indisponibile a porre fine alla sua ostilità verso Israele che dura ormai da di quattro anni”.

    Nelle scorse settimane, affermano fonti governative a Gerusalemme, Israele aveva ripetutamente fatto sapere ad Ankara di essere interessato a creare una “dinamica positiva” nel deteriorato rapporto fra i due paesi affinché possano tornare a cooperare per promuovere gli interessi comuni. Tali messaggi sono stati inviati in vista del primo viaggio all’estero del nuovo segretario di stato americano John Kerry che si recherà in nove paesi, tra cui la Turchia dove è in arrivo venerdì.

    Giovedì il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha condannato duramente le parole di Erdogan: “Si tratta – ha detto – di una dichiarazione cupa e falsa, di un genere che pensavamo non avesse più posto nel mondo”.

    (Da: Jerusalem Post, Israel HaYom, Times of Israel, 28.2.13)

    http://www.israele.net/articolo,3673.htm

    4 Mar 2013, 11:14 Rispondi|Quota
  • #3RubenDR

    A tale proposito segnalo l’articolo di Ugo Volli pubblicato su Informazione Corretta:

    “…..Che cosa significa dire che “il sionismo è un crimine contro l’umanità”? Notate, non una cosa brutta come il razzismo, non un avversario politico, un movimento che si considera sbagliato, pericoloso, immorale; ma proprio un “crimine” così grave da poter essere giudicato e condannato alle peni più gravi in tutto il mondo… Badate, il “sionismo”, non lo stato di Israele o “l’occupazione”.
    Il sionismo, spiega Wikipedia nella prima riga della sua voce dedicata all’argomento è “un movimento politico internazionale, nato alla fine del XIX secolo tra gli ebrei residenti in Europa, il cui fine è l’affermazione del diritto all’autodeterminazione del popolo ebraico mediante l’istituzione di uno stato ebraico”.
    Se vogliamo tradurre, uno dei tanti patriottismi, come quello del nostro Risorgimento, che spesso si sono affermati contro opposizioni esterne e su territori contesi. Se è “un crimine contro l’umanità”, come definiremo invece il genocidio degli armeni, di cui la Turchia si è resa responsabile a partire dal 1915?

    E però il punto è proprio questo. Non solo gli antisemiti come Hitler, ma anche gli islamisti, compresi quelli “moderati” come Erdogan (e il presidente egiziano Morsi, che ha detto più o meno le stesse cose) attribuiscono agli ebrei un posto singolare nella storia, quello di un popolo che se vuole la propria autodeterminazione, commette un crimine contro l’umanità.
    Se sta in esilio come minoranza negli stati di altre nazioni, merita di essere perseguitato, perché abusivo, sfruttatore, nemico dei propri ospiti; se invece vuole la propria autodeterminazione, cioè uno Stato, commette “un crimine contro l’umanità”, semplicemente per il fatto di volerlo. Come si è espresso un generoso giornalista televisivo irlandese, Vincent Browne (http://www.israelifrontline.com/2013/03/irish-channel-must-apologize-for-show.html?), e prima di lui molti islamici, naturalmente, è “un cancro”.
    E il cancro va estirpato, cauterizzato, estratto chirurgicamente, bruciato con le radiazioni, insomma distrutto in ogni modo.
    Questo è il modo di pensare di Erdogan, di Morsi, di Ahmadinedjad, di Hamas, dell’Autorità Palestinese che continua a onorare volonterosi chirurghi (http://www.palwatch.org/main.aspx?fi=157&doc_id=8605), di Al Queida, degli islamisti tunisini e pakistani, di tutto quel mondo.
    Magari il tumore è inoperabile al momento, e allora bisogna cercare con vari espedienti di indebolirlo prima di operarlo, per esempio obbligandolo a fermare le metastasi delle sue abitazioni, dette anche “colonie”. Ma senza dimenticarsi mai che lo scopo finale è la sua estinzione. Perché non è solo una malattia, ma un crimine. Contro l’umanità.

    E trattare con i criminali, mettersi d’accordo con loro, fare la pace, come spiega Ingroia, non si può fare, a sua volta è un reato. Per questo Erdogan non vuole chiudere la controversia della flottiglia con Israele, e i palestinesi non vogliono fare la pace, né l’Anp né Hamas. Al massimo una tregua, per far dimagrire il cancro.
    Poi, via col bisturi.”

    http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=115&sez=120&id=48295

    4 Mar 2013, 12:21 Rispondi|Quota
  • #4Daniel

    05/03/2013 “La lotta armata per la libertà della Palestina è il migliore asse per l’unità del mondo islamico”. Lo ha detto domenica il segretario del Supremo Consiglio di Sicurezza Nazionale iraniano, Saeed Jalili, citato dal canale iraniano Press TV. Rivolgendosi al vice presidente del politburo di Hamas, Mohammed Mousa Abu Marzouk, Jalili ha spiegato che la strategia della lotta armata contro Israele può “prevenire i conflitti interni nel mondo musulmano”.

    05/03/2013 Siria. Sono stati uccisi lunedì in un’imboscata almeno 42 soldati siriani respinti al confine dalle autorità irachene, dopo che avevano tentato di mettersi in salvo in Iraq da un attacco dei ribelli. Ne hanno dato notizia funzionari iracheni.

    05/03/2013 “Le parole da sole non fermeranno l’Iran”, ha detto lunedì il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu rivolgendosi alla conferenza di AIPAC in corso a Washington. Ed ha aggiunto: “Le sanzioni da sole non fermeranno l’Iran. Le sanzioni devono essere accompagnate da una minaccia militare chiara e credibile”. Nel corso del collegamento, Netanyahu ha anche detto che “gruppi come al-Qaeda e Hezbollah stanno cercando di mettere le mani sulle armi chimiche della Siria, e Stati Uniti e Israele hanno un interesse comune ad impedirlo”.

    05/03/2013 Il direttore dell’AIEA, Yukiya Amano, ha esortato lunedì l’Iran a permettere accesso immediato al sito militare di Parchin, dove gli ispettori Onu sospettano che si siano tenuti test esplosivi rilevanti per sviluppo di armi nucleari.

    05/03/2013 Parlando alla conferenza AIPAC a Washington, il ministro della difesa israeliano Ehud Barak ha detto che un accordo di pace “vero e proprio” con i palestinesi allo stato attuale è impossibile, e ha proposto la firma di un accordo provvisorio che garantisca la sicurezza di Israele, avvertendo che, se sarà impossibile arrivare a un tale accordo, Israele sarà costretto a prendere misure unilaterali per evitare di scomparire come stato ebraico. Barak ha aggiunto: ”Una iniziativa di pace coraggiosa per una soluzione a due stati è l’unica soluzione possibile a lungo termine. Non è un favore ai palestinesi è l’unica soluzione possibile”. Il ministro ha sottolineato che z suo tempo il primo ministro Benjamin Netanyahu ha compiuto passi coraggiosi, come il congelamento degli insediamenti per quasi un anno, senza ottenere una risposta adeguata da parte dei palestinesi.

    05/03/2013 Hamas vuole prendere il controllo su uno dei valichi più importanti che collegano Israele e striscia di Gaza. L’organizzazione ha notificato a Nahed Shuhaiber, il concessionario che gestisce il passaggio di Kerem Shalom sul versante palestinese, che le sue responsabilità sono state revocate e che, a partire da lunedì mattina, il nuovo concessionario è Muhisan Sharafi. Lunedì mattina 70 camion carichi erano bloccati al valico in attesa di entrare. Israele, che per anni ha cooperato con Shuhaiber perché operava per conto dell’Autorità Palestinese, aveva annunciato domenica la riapertura del valico, ma a quanto pare Hamas preferisce interrompere la ripresa del passaggio di merci. Hamas ha anche preso la decisione di esigere dal concessionario un pedaggio su ogni camion che entra nella striscia.

    04/03/2013 Il valico di Kerem Shalom fra Israele e striscia di Gaza riapre lunedì al traffico merci. L’attraversamento era stato chiuso martedì scorso, dopo che un lancio di razzi palestinesi dalla striscia di Gaza su Ashkelon.

    04/03/2013 I rinnovati sforzi internazionali per frenare il controverso programma nucleare iraniano hanno sortito l’effetto contrario dando più tempo all’Iran per lavorare alla costruzione di una bomba. Lo ha detto domenica il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu commentando il fallito incontro del 26-27 febbraio tra Iran e sei potenze mondiali. L’alto diplomatico Usa Wendy Sherman si è recato in Israele per riferire sui colloqui, durante i quali è stato invano offerto a Teheran un allentamento delle sanzioni in cambio della cessazione dell’arricchimento di uranio a livello medio.

    04/03/2013 Secondo il quotidiano egiziano Al-Youm Al-Sabea di domenica, Hamas avrebbe recentemente rifiutato una fornitura di armi proveniente dalla Libia nel timore che potesse contenere dispositivi israeliani di localizzazione.

    04/03/2013 L’Iran sta costruendo circa 3.000 centrifughe tecnologicamente avanzate per l’arricchimento dell’uranio. Lo hanno riferito domenica i mass-media iraniani. L’Iran aveva già annunciato all’inizio di quest’anno che avrebbe installato la nuova generazione di centrifughe nel suo impianto di arricchimento di Natanz, ma le notizie diffuse domenica dalle agenzie iraniane sarebbero la prima volta che viene data una cifra specifica per il numero di nuovi dispositivi.

    04/03/2013 Previsto per lunedì l’avvio di due nuove linee di autobus per i lavoratori palestinesi che entrano in Israele attraverso il valico di Eyal, nei pressi della città cisgiordana di Kalkilya. Le due linee sostituiranno i trasporti abusivi che servono i lavoratori in modo illegale e a prezzi esorbitanti. Ad esempio, la tariffa per Ra’anana o Kfar Saba sarà di 5.10 shekel e quella per Tel Aviv di circa 10,60 shekel, contro i 40 shekel che fanno pagare i pulmini abusivi. Le due nuove linee mirano ad incrementare il servizio per i lavoratori palestinesi, che naturalmente possono comunque servirsi di tutti i mezzi pubblici israeliani, ha precisato il ministero dei trasporti smentendo la notizia che si trattasse di linee “riservate per palestinesi”.

    04/03/2013 La città di Tel Aviv è risultata seconda in un concorso mondiale per la “città innovativa dell’anno”, dietro la vincitrice Medellin (Colombia) e prima di New York. Più di 200 città sono state prese in considerazione per il titolo, conferito da Citi-Wall Street Journal, con il patrocinio di Urban Land Institute.

    04/03/2013 Siria. Secondo la tv al-Jazeera, più di 3.370 persone, tra cui 42 bambini e 18 neonati, sono state uccise dalle forze del presidente siriano Bashar Assad nel solo mese di febbraio. Si tratterebbe del più pesante numero mensile di bambini vittime delle ostilità.

    04/03/2013 Secondo fonti diplomatiche, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu si sarebbe incontrato la scorsa settimana ad Amman con re Abdullah II di Giordania per discutere lo stallo del processo di pace.

    04/03/2013 Il ministro delle finanze dell’Autorità Palestinese, Nabil Qassis, ha rassegnato le dimissioni, che sono state accettata dal primo ministro Salam Fayyad. La mossa, legata al crescente deficit di bilancio dell’Autorità Palestinese, sarebbe stata provocata dalle critiche subite dal ministro da parte dei sindacati dei lavoratori dopo che aveva dichiarato l’intenzione di ridurre le loro gratifiche. La lettera di dimissioni, tuttavia, non è stata resa pubblica.

    03/03/2013 Come previsto dalla legge, sabato sera il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha chiesto e ottenuto dal presidente Shimon Peres una proroga del mandato per formare il nuovo governo.

    03/03/2013 Siria. Una delle più antiche sinagoghe del mondo è stata distrutta venerdì, nel quartiere Jobar di Damasco, ad opera delle forze fedeli al presidente siriano Bashar Assad. Ne ha dato notizia la tv Al Arabiya. Un video diffuso on-line dall’opposizione siriana mostra gli estesi danni all’esterno dell’edificio, antico di duemila anni, dopo un bombardamento nella zona da parte dell’esercito siriano. La sinagoga sorge sopra una grotta che, secondo la tradizione, venne usata dal profeta Elia per nascondersi dai suoi persecutori. Secondo la tradizione, venne edificata dal profeta Eliseo e restaurata nel primo secolo e.v. da Eleazar ben Arach.

    03/03/2013 Dopo un incontro con il suo omologo siriano Walid al-Muallem, il ministro degli esteri iraniano Ali Akbar Salehi ha affermato sabato che Bashar Assad rimarrà presidente siriano fino alle elezioni del 2014. Lo ha riferito l’agenzia AFP. Bashar Assad parteciperà alle prossime elezioni presidenziali nel 2014, ha aggiunto il ministro, “e il popolo siriano eleggerà chi vuole”. (Assad è stato eletto presidente nel 2007 col 97% dei voti, come candidato del partito unico Baath).

    03/03/2013 Israele ha presentato formale denuncia all’UNIFIL per i tiri di mortaio caduti sulle alture del Golan. Tre ordigni si sono abbattuti sabato sul versante israeliano del confine, a seguito di scontri tra forze siriane leali e ribelli ad Assad.

    03/03/2013 Il portavoce delle Forze di Difesa israeliane ha riferito diversi episodi di violenza che hanno avuto luogo venerdì vicino alla barriera di separazione fra Israele e striscia di Gaza, quando sono stati spararti colpi d’arma da fuoco e lanciate bombe molotov contro una unità israeliana in servizio di pattuglia. Tre palestinesi sarebbero rimasti feriti dalla reazione dei militari.

    03/03/2013 L’Iran ha intensificato le esecuzioni capitali di detenuti, anche minorenni, e gli arresti di dissidenti, spesso torturati in carcere, a volte fino alla morte. Lo hanno denunciato giovedì due rapporti separati, pubblicati a Ginevra dal Segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon e dall’investigatore speciale delle Nazioni Unite per i diritti umani in Iran, Ahmed Shaheed. Denunciati anche casi continui di amputazioni e fustigazioni, arresti arbitrari, processi iniqui, maltrattamenti, severe limitazioni a giornalisti, operatori per i difensori umani, avvocati, forze di opposizione e minoranze religiose.

    (Fonte: Israele.net)

    4 Mar 2013, 23:41 Rispondi|Quota
  • #5Alberto Pi

    A Parigi è sparito un documento che dice molto dell’antisemitismo di Erdogan

    di Pio Pompa

    Mentre il premier turco, Recep Tayyip Erdogan, intervenendo al quinto forum dell’Alleanza delle civiltà organizzato dalle Nazioni Unite (Vienna, 27 febbraio), confermava tutto il suo odio per gli ebrei e lo stato d’Israele definendo “il sionismo un crimine contro l’umanità”, alcuni servizi occidentali venivano informati sul possibile coinvolgimento iraniano nell’uccisione, avvenuta a Parigi nel gennaio scorso, di tre donne curde militanti del Partito dei lavoratori curdi (Pkk). Secondo fonti d’intelligence mediorientali, interpellate dal Foglio, i servizi segreti turchi, che monitoravano costantemente le attività e il personale del “Centro d’informazione del Kurdistan” al 147 di rue La Fayette, non avrebbero fatto nulla per impedire l’assassinio, a sangue freddo, delle attiviste curde. “Stranamente – affermano i nostri interlocutori – due giorni prima dell’attentato, avvenuto tra il 9 e 10 gennaio, gli agenti turchi sparirono dalla circolazione cessando l’osservazione del Centro d’informazione e il pedinamento del personale addetto. Dalle informazioni in nostro possesso, due sarebbero le circostanze, all’origine di quanto avvenuto in rue La Fayette, che hanno reso possibile una simile convergenza operativa: da un lato la volontà da parte iraniana di impedire alla Turchia, strenuamente impegnata contro il regime di Bashar el Assad in Siria, di ritirarsi dal fronte curdo destabilizzandone il processo di pace con il Pkk. Dall’altro la forte contrarietà di una parte consistente degli apparati militari e di sicurezza turchi a qualsiasi forma di compromesso con i ribelli curdi. Se a tutto questo aggiungete che una delle vittime, Sakine Cansiz, personaggio tra i più importati del Pkk, era impegnata a Parigi, proprio in quei giorni, in incontri segreti con emissari del governo turco nell’ambito dei colloqui intercorsi tra Abdullah Ocalan e Ankara per porre fine al conflitto curdo, il quadro potrebbe apparire completo.Ma non è così. A esso andrebbe sommata la sparizione dal Centro di informazione curdo di un documento riguardante il finanziamento erogato dal governo di Erdogan a favore di organizzazioni europee antisemite, volto a delegittimare, in caso di necessità, l’immagine internazionale del premier turco”. Tuttavia le cose sono andate avanti. Erdogan sarebbe riuscito a trasformare l’eccidio di Parigi in un ulteriore elemento di pressione su Ocalan, il leader in prigione del Pkk, che solo qualche giorno fa ha inviato una lettera, di 20 pagine, indirizzata ai membri del suo partito e a quelli del principale partito curdo della Turchia, il Partito per la pace e la democrazia (Bdp), annunciando una tregua unilaterale a partire dal 21 marzo. La lettera è stata valutata positivamente dal vice primo ministro turco, Bulent Arinç, che ha invitato i ribelli curdi a rispettare dal 21 marzo il cessate il fuoco e a non intraprendere altre azioni. Nel frattempo il Pkk si sarebbe impegnato, al fine di favorire i colloqui di pace, a liberare dei prigionieri turchi entro i prossimi dieci giorni. In ogni caso il processo di pace tra Ankara e il movimento curdo resta assai incerto. Domenica il premier turco, dopo la sua sortita antisemita di Vienna, ha categoricamente escluso qualsiasi forma di amnistia nei confronti dei ribelli curdi.

    (Fonte: Il Foglio, 5 Marzo 2013, pag. 4)

    5 Mar 2013, 11:49 Rispondi|Quota
  • #6Parvus

    A questo punto la domanda fondamentale è: Dobbiamo prenderli per sani di mente? Dobbiamo prendere per sani di mente i loro sostenitori? Se dicessero che il sionismo è sbagliato, torto o ragione che possano avere, farebbero parte dei sani di mente; ma persone che non si vergognano a proclamare pubblicamente che la rivendicazione ebraica di un territorio grande come il Piemonte, come se ciò costituisse una minaccia per l’esistenza del resto dell’umanità, è solo un caso psichiatrico.

    6 Mar 2013, 15:11 Rispondi|Quota
  • #7gainni centola

    C’e’ da dire che la Turchia se ne intende di crimini contro l’umanita’:BASTA RICORDARE
    AL FUHRER TURCO IL GENOCIDIO ARMENO……..

    8 Apr 2016, 11:59 Rispondi|Quota