Attentato a Boston: a Gaza si festeggia!!!

 
Emanuel Baroz
16 aprile 2013
5 commenti

Attentato a Boston: a Gaza si festeggia!!!

attentato-boston-gaza-festeggiamenti-focus-on-israelGaza, 15 Aprile 2013 – Che per gli abitanti della Striscia di Gaza gli attentati e la morte siano eventi da festeggiare è ormai ahinoi cosa nota; non stupisce quindi che alla notizia del terribile attentato avvenuto a Boston durante l’annuale maratona le strade di Gaza City si siano riempite di caroselli di automobili festanti, con persone che ai bordi della carreggiata offrivano pasticcini e dolcetti ai passanti.

Quello che stupisce è il SILENZIO da parte dei mass media e dei pacifinti (quelli sempre pronti a scendere in piazza per manifestare contro Israele, per qualsiasi motivo) intorno a questo tipo di atteggiamenti da parte di chi dovrebbe essere un interlocutore per una pace duratura e stabile.  Purtroppo il continuo ed incessante indottrinamento all’odio antiebraico, antisionista, antisraeliano, antiamericano, antioccidentale, da parte delle varie leadership arabe e  palestinesi che si sono succedute nel tempo (e per avere un semplice assaggio di ciò di cui stiamo parlando vi invitiamo a consultare i siti di Palestinian Media Watch e di Memri, che hanno avuto il merito di scoperchiare la verità, seppur scomoda, che in molti facevano finta di non vedere, checchè ne dica Grillo), ha inculcato nelle menti della popolazione palestinese (e non solo) il culto della morte e del martirio.

Golda Meir diceva: “La pace arriverà quando gli arabi ameranno più i loro bambini di quanto odino noi”. Sarebbe ora che lo facessero…

Thanks to Progetto Dreyfus e Etrog

Nella foto in alto: festeggiamenti a Gaza City dopo un attentato terrorista (foto d’archivio)

Per ulteriori dettagli sulla notizia cliccare qui e qui

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  • #1Emanuel Baroz

    La moglie della Palestina e altri improbabili eroi

    di Ugo Volli

    Cari amici,

    lo sapete chi è la moglie della Palestina? Non capite la domanda? O forse pensate che la metafora è mal costruita per una questione di genere grammaticale? Ma via, cari amici, siate moderni, ormai in tutto il mondo si riconosce il matrimonio omosessuale e dunque anche la Palestina, seppure perseguiti i gay, può benissimo avere una moglie. Comunque questa moglie c’è, in carne e ossa, e ha pure un nome, si chiama Ayyat Al-Akhras e oltre ad aver sposato da qualche parte il suo improbabile paese vanta anche il merito di essere la più giovane attentatrice suicida di sesso femminile che sia riuscita ad ammazzare indiscriminatamente gli israeliani. E’ accaduto poco più di undici anni fa, il 29 marzo 2002, quando si fece esplodere vicino a quel legittimo obiettivo di guerra che è un comune supermercato di Gerusalemme, ammazzando due persone e ferendene un’altra trentina. Lo apprendiamo dal sito di Al Fatah, che è sempre il partito di governo dell’Autorità Palestinese, e ha annunciato l’anniversario con grande rilievo sul suo sito Facebook, assegnando alla defunta il titolo, diciamo pure un po’ virtuale di di “moglie della Palestina”. (http://www.palwatch.org/main.aspx?fi=157&doc_id=8762 ).

    Non è il solo di questi annunci funebri, c’è per esempio Ahmed Mahmoud Ahmed Al-Masharqa che pur non essendo diventato marito del suo paese, viene detto “eroe”, per essersi travestito da ebreo religioso e fattosi dare un passaggio in autostop si fece saltare, ammazzando quattro delle persone troppo gentili che l’avevano tirato su. Di eroi per lo più defunti dalla faccia patibolare, di fiamme di attentati, di simboli di armi, di bambini che mirano con un fucile e di simili simboli pacifisti è peraltro ricca tutta la pagina facebook di Fatah, che vi invito a guardare, per farvi se non altro un’impressione estetica: https://www.facebook.com/fatehal3sfh . E naturalmente abbondano glorificazione di Saddam Hussein, Dalal Mughrabi … e dei fucili (http://www.palwatch.org/main.aspx?fi=157&doc_id=8319): roba forte, insomma.

    Nessuna meraviglia dunque che il buon parlamento giordano, sia pure meno esposto sul fronte della lotta armata abbia richiesto la liberazione di un soldato che una ventina d’anni fa sparò a un gruppo di bambine in gita al confine fra Israele e Giordania, proprio in riva al fiume (http://elderofziyon.blogspot.it/2013/04/jordanian-parliament-demands-murderer.html ). Fu un crimine così orrendo che lo stesso re Hussein di Giordania si sentì obbligato a fare il gesto straordinario di chiedere scusa e fare visita alle famiglie delle vittime; ma oggi i suoi eredi ci hanno un po’ ripensato: bambine o no, sempre di ebree si trattava, occupanti, e dunque il loro assassino non merita di essere punito per il crimine. Del resto, gli ebrei non hanno appena ucciso un prigioniero palestinese stroncato dal cancro? Voi mi dite che se uno muore di tumore non è ucciso, e che Israele ha una delle migliori strutture mediche del mondo, che non nega ai palestinesi e neppure ai detenuti; ma in realtà c’è la prova provata della colpa israeliana. La si può vedere in questa fotografia, che mostra il polso di un prigioniero ammanettato al letto, accostato all’immagine del defunto. In realtà la mano appartiene a un siriano vittima della guerra civile, la fotografia è stata scattata in Siria, come potete vedere qui (http://www.algemeiner.com/2013/04/05/fake-photo-of-handcuffed-palestinian-convict-caught-online/ ). Ma questo non importa affatto, se un polso siriano è accostato graficamente alla foto di un palestinese ammalato di cancro la colpa della morte è sicuramente di Israele: magari per entrambi.

    Nessuna meraviglia infine che qualcosa di analogo abbia fatto un eletto gruppo di pacifisti (si fa per dire) italiani, fra cui spiccano i nome di Moni Ovadia, di uno che di mestiere dovrebbe fare il giornalista, dunque riferire con onestà i fatti senza prendere parte per nessuno come Ugo Tramballi (che scrive, pensate un po’ voi, sull’ ”autorevole” quotidiano della Confindustria), e poi Lapo Pistelli, che se non sbaglio è responsabile esteri del PD ecc. ecc. Che cosa hanno fatto costoro ve lo ha raccontato l’altro ieri Informazione Corretta (http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=115&sez=120&id=48798 ): chiedere con una pubblica manifestazione nella sede romana del Parlamento Europeo (consenziente? disinformato?) la liberazione di Marwan Barghouti, che è stato negli anni del grande terrorismo chiamato “seconda Intifada” il capo delle milizie assassine di Al Fatah, i Tanzim. Barghouti è stato condannato per cinque omicidi, compiuti in tre diversi attentati da lui organizzati e diretti: l’uccisione di un monaco greco a Maalé Adumim nel giugno 2001, di una persona in un attentato una stazione di benzina di Givat Zeev e di altre tre al mercato del pesce di Tel Aviv. Anche per lui, come vedete, tutti eroici attacchi a obiettivi prettamente militari, segni di un senso dell’onore mai velato da vigliaccheria o violenza sui civili…

    Be’ diciamocelo, forse anche lui si meriterebbe di fare la moglie della Palestina (o il marito, come vi pare), e i vari Ovadia, Tramballi, Pistelli e soci badate, forse essere nominati ufficialmente pure loro zie o cognati o cugini di questa nazione inventata. Badate, sto augurando loro un titolo onorifico, non la morte, anche se titoli così gloriosi sono concessi dalla rigorosissima Autorità Palestinese solo a defunti, anzi “martiri”. Ma nutro l’illusione illuministica che sarebbe bene fosse fatta chiarezza sui ruoli, per esempio su chi è un criminale assassino e chi ne approva i crimini o lo vuole libero perché possa ricominciare la sua opera di morte. Forse, se i ruoli fossero chiari, si potrebbe così stabilire che un cugino della Palestina non può fare credibilmente il giornalista a proposito delle imprese di sua cugina e degli altri parenti; e che una suocera della Palestina, anche se si finge a teatro ebreo askenazita, sente assai più forte la parentela acquisita che quella d’origine. Non per deontologia professionale, figuriamoci se questi santi in terra, parenti di così tanto stato, sono interessati a un tema così basso come premettere alle loro esternazioni il legame morale che sentono con mogli ed eroi della Palestina, che noi, volgari materialisti, chiamiamo volgarmente terroristi. Solo così, per chiarezza. Ma anche questa, temo, è un’illusione.

    http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=115&sez=120&id=48814

    18 Apr 2013, 12:25 Rispondi|Quota
  • #2Emanuel Baroz

    Doppiogiochismo islamico

    Arafat ci aveva abituati bene: dopo l’ennesimo, inutile, sterile accordo di pace fra palestinesi e israeliani, si piazzava davanti alle telecamere festante e gioioso, con la pistola malcelata dalla mimetica, con i ramoscello d’ulivo in bocca, dalla quale uscivano in inglese tranquillizanti e miti parole, per la gioia orgasmica dei reporter, che osannavano i buoni intenti del leader dell’OLP. A quanto pare, gli hanno dato anche un premio Nobel per la pace…

    …poi andava dalle sue parti, a Ramallah, e in arabo diceva il peggio possibile contro gli americani, contro gli israeliani, e contro tutti. Purché il suo potere non subisse ridimensionamenti. Alla fine la pace era una parola vuota che veniva declinata in tutti i modi (solo) dal mondo occidentale; quello che contava di meno, purché mettesse mano al portafoglio. Nelle cancellerie arabe, si sapeva benissimo che Arafat non avrebbe mai sottoscritto alcun trattato di pace: una volta ebbe a dire: «Preferisco essere ucciso dal proiettile di un israeliano che mi considera un nemico, anziché dal proiettile di un palestinese che mi condanna come un traditore». Questa doppiezza ha caratterizzato tutta la vita del terrorista palestinese, e caratterizza tuttora buona parte della politica islamica.

    Esemplare la reazione dei Fratelli Musulmani, che comandano in Egitto, alla notizia della strage di Boston. Fra i primi (http://www.ikhwanweb.com/article.php?id=30845) a stigmatizzare ieri sera l’attentato, per mezzo della loro emanazione politica “Partito della Giustizia e della Libertà” (sic!), con tanto di “sentite condoglianze” alle famiglie americane; in arabo, oggi, uno dei leader del braccio politico dei FM appare molto meno conciliante.

    Sulla sua pagina Facebook (https://www.facebook.com/Dr.Essam.Elerian/posts/519286121450292) Essam el-Erian collega la strage di Boston all’intervento francese nel Mali, alla guerra civile in Siria, all’instabilità in Iraq, tracciando arditamente una linea che una mente razionale fa fatica a cogliere: «Chi disturba la trasformazione democratica, malgrado la difficile transizione dal dispotismo, dalla corruzione, dalla povertà, dall’odio e dall’intolleranza, alla libertà, alla tolleranza e alla giustizia sociale?» E ancora: «Chi infonde l’islamofobia mediante la ricerca, la stampa e i mezzi di comunicazione? chi finanzia la violenza?»

    E’ il cospirazionismo alla massima espressione. Accuse generiche sparate nel mucchio, che infiammano le masse, e che risultano del tutto assenti nei proclami rivolti al mondo occidentale.

    http://ilborghesino.blogspot.it/2013/04/doppiogiochismo-islamico.html

    18 Apr 2013, 12:49 Rispondi|Quota
  • #3Emanuel Baroz

    Due modi diversi per vivere la tragedia di Boston

    Poco dopo l’esplosione delle bombe che hanno colpito Boston, uccidendo 3 persone, tra cui un bambino di 8 anni, e ferendo ben 130 civili, a Gaza i membri di Hamas, di Jihad islamica e Hezbollah hanno festeggiato per le strade, distribuendo caramelle ai passanti. In modo analogo in Giordania un’organizzazione islamica, legata al movimento salafita, ha dichiarato di essere “felice di vedere l’orrore negli USA”, riferendosi all’attacco terroristico di Boston.

    Parallelamente Alastair Conn, il responsabile dei servizi di emergenza presso il Massachusetts General Hospital, ha dichiarato lunedi stesso che l’ospedale ha ricevuto la formazione necessaria a gestire simili crisi, da parte di una squadra israeliana già due anni fa. Lo stesso Conn ha conferrmato come l’evento terroristico sia del tutto analogo agli attentati che colpiscono continuamente Israele e conferma di ciò un’atleta rimasta ferita durante l’attentato, avrebbe dichiarato alla stampa locale che l’evento le ricordava l’attentato di Mumbai del 2008, che colpì anche una sede Chabad, uccidendo il rabbino Gabriel Noach (29 anni), uno Shochet e Mohel, e sua moglie Rivka (28 anni.)

    http://www.facebook.com/photo.php?fbid=296517300479357&set=a.192835754180846.44587.192827524181669&type=1

    18 Apr 2013, 12:54 Rispondi|Quota
  • #4Emanuel Baroz

    I FRATELLI MUSULMANI NON PERDONO OCCASIONE PER TENER CHIUSA LA BOCCA

    “L’atto criminale” di Boston è “una sorta di riproduzione di quanto accaduto in passato le cui ripercussioni sui musulmani e l’Islam non si verificheranno di nuovo”.

    Lo dice su Facebook il numero due dei Fratelli musulmani egiziani, Essam el Eryan.”Anche se condividiamo il dolore degli americani bisogna leggere bene fra le righe: chi potrebbe non essere soddisfatto delle riforme democratiche malgrado le difficolta’ della transizione?, chi ha scatenato l’islamofobia attraverso i media?”

    DOBBIAMO AGGIUNGERE ALTRO?

    http://www.facebook.com/photo.php?fbid=452977834778583&set=a.387495981326769.85422.386438174765883&type=1

    18 Apr 2013, 12:55 Rispondi|Quota