Elezioni Iran: vince Rohani, considerato un moderato. Netanyahu: “Non ci illudiamo”

 
Emanuel Baroz
17 giugno 2013
5 commenti

Netanyahu: “Non ci illudiamo sul voto in Iran”

elezioni-iran-rohani-presidente-focus-on-israelGerusalemme, 16 giugno 2013 – “Sui risultati elettorali in Iran non ci facciamo illusioni”. Lo afferma il premier israeliano Benyamin Netanyahu, spiegando che “le pressioni internazionali vanno mantenute”. Il moderato Hassan Rohani è diventato il nuovo presidente dell’Iran e molti osservatori sperano in una svolta storica non solo nel Paese ma anche con il nemico di sempre, Israele.

“La comunità internazionale – ha detto ancora Netanyahu – non deve abbandonarsi a sogni, non deve cadere nella tentazione di allentare la pressione sull’Iran, affinché essa fermi i propri progetti atomici”. “Occorre ricordare – ha sottolineato il premier – che fin dall’inizio il leader iraniano ha annullato le candidature di personalità che non si conciliavano con la sua visione estremistica, e fra quanti ha autorizzato a candidarsi è stato scelto colui il quale viene considerato il meno identificato con il regime”.

“Ma ancora – ha insistito Netanyahu – si tratta di una persona che definisce Israele il grande Satana sionista“. “In ogni caso è il leader supremo dell’Iran e non il presidente colui il quale determina la politica nucleare del Paese – ha rilevato il premier – Tanto più la pressione sull’Iran crescerà, tanto più crescerà la probabilità di fermarne i progetti nucleari che restano la minaccia maggiore alla pace nel mondo”.

“L’Iran – ha concluso – sarà giudicata sulla base delle sue azioni. Se insisterà a procedere nei progetti nucleari, la risposta deve essere chiara: occorrerà fermarli con ogni mezzo”.

(Fonte: TGCOM24, 16 Giugno 2013)

Thanks to Progetto Dreyfus

Nell’immagine in alto: Hassan Rohani, nuovo presidente dell’Iran

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  • #1Emanuel Baroz

    QUANDO HASSAN ROHANI DISSE: “COSI’ HO INGANNATO L’OCCIDENTE…”

    http://nopasdaran2.wordpress.com/2013/06/17/iran-rohani-presidente/

    17 Giu 2013, 13:27 Rispondi|Quota
  • #2Emanuel Baroz

    SVOLTA IN IRAN, VINCE IL MODERATO ROHANI. MA COSA POTREBBE CAMBIARE PER ISRAELE CON QUESTO RISULTATO? CHI E’ ROHANI?

    Ha vinto al primo turno le elezioni presidenziali e succederà ad Ahmadinejad. Hassan Rohani, il candidato moderato sostenuto dai riformisti, ha vinto al primo turno le elezioni presidenziali in Iran. Lo ha annunciato il ministro degli Interni iraniano in una conferenza stampa. Hassan Rohani ha vinto al primo turno le elezioni presidenziali iraniani superando di un soffio la soglia necessaria del 50% che gli consente di evitare il ballottaggio. Il candidato moderato sostenuto dai riformisti ha ottenuto infatti il 50,68%: lo ha annunciato il ministro dell’Interno citando i risultati definitivi dello scrutinio. Israele resta scettico dopo le elezioni presidenziali in Iran e giudicherà Hassan Rohani dalle ”sue azioni in materia di nucleare e terrorismo”. Lo afferma il portavoce del ministero degli Esteri, Ygal Palmor, citato dal sito Ynet, sottolineando peraltro che ”fino a oggi sul programma nucleare iraniano ha deciso la Guida Suprema, l’ayatollah Ali Khamenei, non il presidente”. Analogo scetticismo era stato manifestato fin dalla vigilia dal premier israeliano Benyamin Netanyahu.

    Abbozza una risposta alla domanda il Jerusalem Post:
    http://www.jpost.com/Diplomacy-and-Politics/Analysis-What-does-the-election-of-Rohani-mean-316675

    https://www.facebook.com/photo.php?fbid=478367518906281&set=a.387495981326769.85422.386438174765883&type=1

    17 Giu 2013, 13:29 Rispondi|Quota
  • #3Emanuel Baroz

    Iran: ha senso la parola “moderato” per Hassan Rohani?

    di Noemi Cabitza

    Le elezioni presidenziale svoltesi ieri in Iran hanno visto una affluenza molto maggiore rispetto alle aspettative. Secondo le prime proiezioni ad essere in vantaggio è il candidato giudicato “moderato e riformista”, Hassan Rohani, sostenuto anche da Akbar Hashemi Rafsanjani e Mohammad Khatami.

    Ma cosa si intende per “moderato” quando si nomina Hassan Rohani? La risposta sta nelle parole pronunciate dal probabile futuro Presidente dell’Iran all’atto della presentazione della sua candidatura. Rohani in quella occasione disse: «sono qui per stabilire un governo di saggezza e speranza, per amore di un Iran islamico, per salvare l’economia, per avere un’interazione costruttiva con il mondo e ristabilire la moralità nella società». Iran islamico e moralità nella società sono i cavalli di battaglia degli Ayatollah non dei riformatori che invece puntano a un Iran meno dipendente dal Governo religioso, più laico e certamente con una società più libera. Quindi, dove sta il candidato “moderato e riformista”?

    Qualcuno lo giudica moderato perché quando era capo negoziatore per il dossier sul nucleare (dal 2003 al 2005) decise per la sospensione dell’arricchimento dell’uranio, almeno ufficialmente. Ma pochi sanno che in effetti il piano per la costruzione di siti segreti e di laboratori per l’arricchimento dell’uranio, uno per tutti il sito di Fordo, sono in effetti idee di Hassan Rohani. Quindi non è affatto moderato, è semplicemente più furbo e scaltro degli altri.

    Anche durante la campagna elettorale i suoi attacchi alla politica di Ahmadinejad non erano rivolti al fatto che avesse perseguito il programma nucleare quanto piuttosto al fatto che lo ha perseguito in maniera poco intelligente portando la comunità internazionale a imporre sanzioni all’Iran e inimicandosi quasi tutti con le sue dichiarazioni antisemite e le minacce di distruzione fatte pubblicamente nei confronti di Israele. Insomma, non ha gradito i metodi di Ahmadnejad ma le finalità andavano bene. Molto meglio, secondo Hassan Rohani, fare le cose senza dirlo.

    Insomma, Hassan Rohani è tutto fuorché un moderato. Persegue un Iran islamico e con una società fortemente moralizzata in tal senso, che tradotto significa (per esempio) velo per le donne, diritti limitati sempre per le donne, una islamizzazione capillare con l’applicazione della Sharia alla lettera ecc. ecc. Sul programma nucleare la pensa esattamente come Ahmadinejad solo che preferisce fare le cose più in segreto in modo di non scatenare le reazioni della comunità internazionale. Su Israele poi la linea non cambia di una virgola, solo che è meglio non dichiarare pubblicamente le proprie intenzioni così da scongiurare lo sdegno internazionale. Se questo è il “volto moderato” dell’Iran stiamo a posto.

    http://www.rightsreporter.org/iran-ha-senso-la-parola-moderato-per-hassan-rohani/

    17 Giu 2013, 13:32 Rispondi|Quota
  • #4Emanuel Baroz

    Iran, Hassan Rohani presidente riformatore, ma per gli ayatollah, non l’Ovest

    http://www.blitzquotidiano.it/rassegna-stampa/iran-hassan-rohani-presidente-riformatore-1594045/

    17 Giu 2013, 13:41 Rispondi|Quota
  • #5Emanuel Baroz

    Con lui gli ayatollah sperano che l’America tolga le sanzioni

    di Alessandra Farkas

    NEW YORK — «La vittoria di Hassan Rohani è la chiara dimostrazione che le sanzioni dell’Occidente hanno funzionato». Al telefono da Washington, dove insegna alla Johns Hopkins University, l’autrice di Leggere Lolita a Teheran Azar Nafisi invita il mondo a «non farsi illusioni perché il successore di Ahmadinejad non è un moderato e tantomeno un riformista». «Il suo trionfo non è affatto una sorpresa — spiega — ma è stato studiato a tavolino dall’ayatollah Ali Khamenei per due scopi ben precisi: da una parte convincere l’Occidente a rimuovere le sanzioni, dall’altra placare un’opinione pubblica interna, il cui scontento ha raggiunto livelli allarmanti. È una costante nella politica iraniana».
    Che cosa intende dire?
    «L’Occidente miope non sembra accorgersi che, ogni volta che finisce nell’angolo, il regime tira fuori dal cappello un presunto riformatore. Era già successo con Khatami e Rafsanjani, sulla carta ben più progressisti di lui, anche se si è visto che fine abbiano fatto. Oggi il Paese è spaccato in due tra un’élite che va in giro in Porsche e fa shopping da Bulgari e una massa di indigenti che non può neppure permettersi di comperare i pomodori».

    – Eppure il Paese è già in festa per la sua vittoria.
    «È la sindrome del carcerato, come mi ha spiegato oggi un’amica pittrice che vive a Teheran. Se da dietro le sbarre ti chiedono di scegliere tra il guardiano che non apre mai la finestra e ti passa solo pane e acqua e quello che ti da un pasto vero e cambia l’aria tutti i giorni, scegli con gioia quest’ultimo».

    – Rohani ha promesso aperture in politica interna ed estera.
    «Gli sarà impossibile non diventare l’ennesima marionetta del regime perché così ordina la costituzione iraniana che ripone tutto il potere nelle mani del Leader Supremo. Servirebbe un leader che avesse il coraggio di cogliere l’occasione storica e porsi come guida di una nuova rivoluzione, partendo, appunto, dall’immediata revisione della Carta costituzionale».

    – Ma è certa che quello non possa essere Rohani?
    «Nessuno in Iran ci spera dopo il tradimento di Khatami, che durante gli scontri tra polizia e studenti nel 2009 non mosse un dito per difendere questi ultimi. E mentre parlava con l’Occidente sviluppava di nascosto il nucleare. Quando Rohani chiederà scusa per gli errori del passato e si batterà per la libertà di espressione nel Paese comincerò a credergli».

    – Riuscirà a convincere l’Occidente al dietrofront sulle sanzioni?
    «Obama si aspetta un primo passo che lui darà attraverso la riapertura del dossier nucleare e offrendo loro un ruolo di mediatore tra la Siria e l’Occidente».

    – Quanto ci vorrà ancora prima di vedere un Iran libero e democratico?
    «Nessuno può dirlo con esattezza ma quando il cambiamento verrà sarà improvviso e inarrestabile, proprio come è successo in Russia. L’Iran è l’Unione Sovietica del Medio Oriente: il fallimento dell’ideologia segnerebbe il tracollo del fondamentalismo in tutta la regione».

    (Fonte: Corriere della Sera, 16 giugno 2013)

    17 Giu 2013, 13:42 Rispondi|Quota