Israele, l’Onu e le accuse di abusi sui bambini

 
Alex Zarfati
2 luglio 2013
31 commenti

Israele, l’Onu e le accuse di abusi sui bambini

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Questi giorni c’è stato un gran parlare intorno ad un recente rapporto delle Nazioni Unite che contiene un accusa molto grave. Secondo una commissione per i diritti dell’infanzia dell’ONU le forze armate israeliane hanno usato i bambini palestinesi come scudi umani in alcune operazioni militari e hanno perpetrato gravi abusi che comprendono “torture, abusi sessuali, minacce di morte e isolamento”. La cosa ha avuto piuttosto eco sui media, dove quando si parla di Israele a prescindere di ciò di cui si parla, è facile che ogni palla di neve si trasformi in una valanga. Per i detrattori di professione poi, per i quali spesso basta il crollo di un castelletto di sabbia a giustificare un pezzo sulla barbarie del sionismo, un rapporto addirittura firmato da un organo internazionale, è stata una ghiotta occasione alla quale non si è rinunciato per vomitare odio sul paese ebraico. In questa nuova crociata tra carta stampata e internet anche l’informazione più neutra riferiva la vicenda senza provare nemmeno ad avanzare uno straccio di dubbio nei confronti di un documento che veniva accettato come fosse un libro sacro. Si capiva benissimo che molti giornalisti il Rapporto non l’avevano nemmeno aperto e tra i commentatori il verdetto è stato unanime: gli israeliani confermano per l’ennesima volta di essere dei mostri che imprigionano immotivatamente bambini responsabili per lo più del lancio di sassi e di resistenza passiva, e rappresentano in quanto a crudeltà un caso più unico che raro nel mondo. Prima di tutto è bene chiarire che se gli abusi ci fossero stati (il condizionale è d’obbligo, e vedremo perché), tali abusi andrebbero condannati nella maniera più dura, e nulla di quanto segue può in qualche modo essere interpretato come un tentativo di nascondere, minimizzare o assolvere ogni eventuale responsabilità. Ma la vicenda e i commenti che sono seguiti alla diffusione di questa notizia meritano la spesa di qualche minuto per inquadrare la faccenda in un contesto più ampio.

7000 bambini detenuti. Chi sono questi bambini? Già il fatto di chiamarli “bambini” denota una certo orientamento. In realtà si tratta per la maggioranza di adolescenti tra i 13 e 17 anni. E’ bene sapere che le corti militari considerano i bambini di età compresa tra i 16 e i 18 come adulti, a causa della consuetudine di alcuni paesi di utilizzarli come soldati, ma la commissione ONU si rifiuta di considerarli tali, e continua a chiamarli “bambini” per rafforzare il suo assunto. In ogni caso questi adolescenti non vengono strappati alle loro famiglie per un capriccio dei cattivi soldati israeliani, ma sono tutti responsabili di reati. Forse non tutti lo sanno, ma a Gaza sono moltissimi i giovani che ricevono un addestramento militare uguale a quello degli adulti e fin dalla più tenera età vengono tirati su con la cultura delle armi e dell’odio contro Israele (esistono centinaia di fonti al riguardo, ne uso una a caso). L’incitamento alla violenza è pane quotidiano nelle famiglie e nelle scuole, che addirittura organizzano seminari estivi per insegnare ai ragazzi l’uso delle armi e le tecniche d’assalto. Nelle file dei cosiddetti “miliziani” di Hamas figurano in gran numero ragazzini di 16 e 17 anni, che a loro volta incoraggiano altri coetanei cercando di reclutarli o di terrorizzarli. L’indottrinamento antisraeliano e l’esaltazione del martirio partono dall’asilo in cui si mettono in scena sequestri di militari israeliani, mentre succede di tutto nei campi organizzati dal movimento integralista che controlla la Striscia. E se l’uso del termine “bambino” per noi occidentali richiama alla mente un giovane virgulto che si è appena affacciato alla vita bisognoso di protezione, nel caso degli arrestati questa descrizione non corrisponde al vero. A titolo esemplificativo, uno dei “bambini” considerati anagraficamente tali dal rapporto è Hakim Mazen Awad, responsabile dello sgozzamento di una neonata di 3 mesi, un bambino di 3 anni e uno di 11, insieme ad altri due adulti nella strage di Itamar, trovati nel Marzo del 2011 nei loro letti in un lago di sangue dall’unica sopravvissuta di 12 anni. La verità piuttosto è quella descritta nelle parole di un documento di Amnesty International che denuncia come i gruppi armati palestinesi abbiano ripetutamente mostrato un totale disprezzo per i diritti umani più fondamentali, in particolare il diritto alla vita, prendendo deliberatamente di mira i civili israeliani e utilizzando bambini palestinesi in attacchi armati. Proprio i bambini sono suscettibili di reclutamento attraverso la manipolazione e possono essere spinti a unirsi a gruppi armati per una serie di motivi, tra cui il desiderio di vendicare parenti o amici.

Tirano solo sassi. Che minaccia possono rappresentare questi bambini che tirano i sassi? Facciamo chiarezza: c’è da dire che molti degli arrestati con i sassi non hanno niente a che vedere, perché sono dei veri e propri bambini-soldato. Hussam Abdo per esempio, a soli 15 anni, si è presentato ad un check point imbottito di tritolo per farsi saltare in aria con le guardie di confine, la cosa incredibile è che l’immagine del bambino, spogliato dell’ordigno esplosivo e circondato dai soldati israeliani che gli hanno salvato la vita, viene addirittura usata come immagine per fomentare l’odio antisraeliano. In ogni caso anche parlare di “sassi” è improprio. I “sassi” non sono quelli ad uso dei fotografi che ritraggono bambini con un mucchietto di ghiaia in mano, ma sono pietre e rocce che vengono scagliate contro le auto in corsa con l’obiettivo di uccidere. Solo qualche giorno fa a San Cesareo in Italia è stato arrestato un tizio che gettava dei sampietrini da un cavalcavia, qualcuno spieghi dunque all’Onu perchè agli israeliani la prerogativa dell’arresto non dovrebbe essere concessa, quando questi attacchi fanno morti e feriti giornalmente. Un recente episodio di cronaca riguarda una bimba di 2 anni finita fuori strada e rimasta incastrata nelle lamiere con la mamma dopo che la loro auto era stata attaccata dai lanciatori di pietre. Sorprendersi che questi minorenni possano rappresentare una minaccia seria e meritevole dell’arresto è grottesco, quando i gruppi armati non fanno differenza tra adulti e minori e anzi hanno una particolare predilezione proprio per i secondi: confidano che non vengano percepiti come una minaccia dai soldati israeliani e con l’effetto collaterale che in caso di morte o di arresto possono essere utilizzati come arma mediatica.

La catena di “confessioni” e denunce che hanno portato al lavoro della commissione non è casuale. Fa parte di una strategia iniziata qualche decennio fa da parte dei dirigenti palestinesi, che nell’impossibilità di ottenere qualcosa con la lotta armata, o con le concessioni attraverso la negoziazione hanno inaugurato un disegno mediatico per colpire al cuore l’occidente che ci è caduto con tutte le scarpe.

L’ultima pensata sono i piccoli ribelli, che fanno tenerezza, e magari se sono fortunati fanno anche qualche morto. L’uso militare dei bambini da parte delle organizzazioni terroristiche palestinesi prevede di solito tre forme: i giovani possono prendere parte direttamente alle ostilità (bambini-soldato, appunto), possono essere usati con ruoli di supporto, come trasporto di materiale bellico, spionaggio e vedetta, o possono essere usati come vantaggio politico facendo da scudi umani o facendosi immortalare per la propaganda. Ayyat Al- Akhras per esempio aveva 17 anni quando uccise in un attentato suicida due persone in un supermarket di Gerusalemme il 29 Marzo del 2002. Perché né la Commissione né alcun giornalista ha ricordato il sistematico impegno palestinese per incoraggiare i bambini a rischiare la loro vita ogni volta che attaccano Israele? Eppure la Convenzione sui Diritti del Bambino delle Nazioni Unite, all’Articolo 37, (1989) proclama: “Le parti devono adottare tutte le misure possibili per garantire che le persone che non hanno raggiunto i 15 anni di età non partecipino direttamente alle ostilità. Tuttavia, le persone che hanno superato l’età di 15 anni, ma sotto l’età di 18 anni possono comunque volontariamente prendere parte ai combattimenti come soldati”. Il Protocollo opzionale sul coinvolgimento dei bambini nei conflitti armati alla Convenzione, in vigore dal 2002, stabilisce addirittura di “adottare tutte le misure possibili per garantire che persone al di sotto dei 18 anni comunque non partecipino direttamente alle ostilità e non siano obbligatoriamente reclutati nelle forze armate ” e a «prendere tutte le misure possibili per prevenire tale reclutamento e l’impiego, compresa l’adozione di misure legali necessarie per proibire e criminalizzare tali pratiche” (Art. 4, Protocollo opzionale) Mi sembra piuttosto che i palestinesi di Hamas e delle altre forze cosiddette di resistenza si siano impegnati esattamente al contrario, nell’indifferenza generale, tranne quando è israele ad “abusare” di loro, arrestandoli. La verità è che i veri mandanti al caldo delle loro case nel migliore dei casi non si fanno scrupoli a mandare allo sbaraglio in propri figli a provocare i soldati, sperando in una reazione nervosa, in un attimo di perdita di controllo che permetta di scattare l’implacabile foto che inchioda. In questo filmato – in cui compare la famosa bambina bionda ribattezzata “Shirley Temper” che provoca per farsi ritrarre dai fotografi al minuto 4:18 notate come il bambino che si fa un po’ indietro venga letteralmente spinto addosso ai soldati. Quale mamma degna di questo nome si comporterebbe così con un figlio che ama?

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L’accusa ad Israele di commettere regolarmente abusi sui bambini è infamante, ma piuttosto è vero esattamente il contrario. La propaganda islamica e filopalestinese si sbraccia per addossare agli israeliani i crimini di cui i loro “militanti” si sono macchiati di continuo i terroristi stessi. L’omicidio di Shalhevet Pass del 26 Marzo del 2001 ad Hebron, ne è un esempio. Un cecchino palestinese ha sparato nella culla ad una neonata di 10 mesi mirando deliberatamente ad uccidere. Non solo i responsabili non vengono mai assicurati alla giustizia, piuttosto le cose vengono negate e mistificate, fino ad affermare il contrario: la “Voce della palestina” la radio ufficiale della’ANP The Voice of Palestine, in quei giorni parlava di una montatura e che ad uccidere con un fucile fosse stata la madre israeliana della bambina. Oppure pensiamo alle vittime dell’attentato alla scuola Mercaz Harav, avvenuto il 6 Marzo 2008 in cui persero la vita Avraham David Moses (16 anni), Ro’i Roth (18 anni), Neria Cohen (15 anni), Yonatan Yitzhak Eldar (16 anni), Yochai Lifshitz (18 anni), Segev Peniel Avihail (15 anni), Yehonadav Haim Hirschfeld (19 anni), Doron Meherete (26 anni). Attentato per il quale a Gaza si ricordano ancora i grandi festeggiamenti proprio perché l’obiettivo di colpire degli adolescenti era stato raggiunto.

A questo punto prendiamo atto che c’è ampia documentazione sul fatto che i palestinesi incoraggiono i minorenni a commettere reati. Ma perché un rapporto che viene da una commissione dell’ONU non dovrebbe essere attendibile? Le sue commissioni non sono super partes? No, non lo sono. In modo particolare quando si tratta di Israele. Israele per l’ONU è sempre colpevole qualsiasi cosa faccia, ne sono prova il numero enorme di risoluzioni che in modo ossessivo sono sempre state rivolte contro lo stato ebraico ignorando paesi in cui si sono compite stragi indicibili. L’ONU è l’organizzazione sotto la quale si è organizzata “la conferenza di Durban”, la più grande manifestazione antisemita della storia recente  ,e i cui organismi collegati non vedono che i torti di Israele, ignorando quelli dei palestinesi. Che il Consiglio dei Diritti Umani dell’Onu fosse saldamente nelle mani dei Paesi arabi è una cosa nota, basti dare un’occhiata ai suoi membri (passati e presenti) per rendersi conto che è tutto fuorché un organismo imparziale o atto a difendere i Diritti Umani. Riuscite a immaginare dunque un rapporto di rispetto dei trattati su uno stato (l’America, per esempio), scritto dal punto di vista del dichiarato nemico ideologico (tipo l’ex Unione Sovietica, quando era ancora marxista, per esempio) e da un comitato di avvocati e burocrati provenienti da Marte? Se ci riuscite, allora avrete un’idea delle 21 pagine di pesante legalese che è il rapporto su Israele del Comitato delle Nazioni Unite sui Diritti del Bambino (63a sessione, 27 maggio-14 Giugno 2013). Non è solo un ordine del giorno tutto a svantaggio di Israele, si tratta di un progetto per la sua demonizzazione utilizzando il linguaggio dei diritti umani e dei bambini come una giustificazione. In attesa di prove concrete, semmai la responsabilità dello Stato d’Israele è quella di non aver collaborato con questi ispettori, ma chi potrebbe dargli torto con certe premesse create ad arte solo per otttnere un risultato falso e discriminatorio? Collaborare con questi ispettori avrebbe significato in qualche modo legittimare ad esempio l’assunto iniziale che Israele è una potenza occupante,e la cui presenza nei territori di Giudea, Samaria, Gaza, Golan, Gerusalemme è assolutamente illegale. Quindi come in altre occasioni è avvenuto, è stato condannato in contumacia senza possibilità di difendersi. Oltretutto la Commissione si è permessa di entrare in materie non di sua competenza consigliando ad Israele cosa mettere nella sua costituzione (come se ogni stato che non fosse una dittatura, potesse farlo senza consultazioni) e si riferisce al Governo di Gerusalemme con l’espressione “State Party”, un modo per evitare di riferirsi ad Israele come Israele, essenzialmente soddisfando la pretesa araba che Israele non debba essere legittimato nominandolo. Inoltre la commissione parla senza contraddittorio e nella stampa invece si è espresso nessuno riferisce delle reazioni di Israele. Yigal Palmor, portavoce del Ministero degli Esteri israeliano invece si è espresso chiaramente e ha bocciato il report e respinto l’accusa di aver negato la collaborazione come “una scandalosa menzogna”. E “ogni riferimento all’uso di minori palestinesi usati come informatori o scudi umani è una menzogna crata ad arte” “La Commissione è stata pienamente informata che l’uso di minori come scudi umani è assolutamente vietato. Inoltre i firmatari del rapporto insinuano che non c’è stata mai questa precisazione da parte di Israele” aggiunge.

Non sarebbe la prima volta che il lavoro di una commissione dell’Onu produce un lavoro assolutamente avverso ad Israele, come il già citato Rapporto Golstone, poi ritrattato quando il danno era stato fatto, o bufale vere e proprie come quella della prigione di Al Jalame. Quindi avanzare legittimi dubbi sulla letteratura prodotta da queste commessioni ai danni d’Israele non solo è lecito, ma nella maggior parte dei casi fondamentale. Ricordiamo poi che la democrazia israeliana è assolutamente funzionante e nella sua storia ogni crimine realmente documentato di fronte ad una corte perpetrato dall’esercito o da qualsasi altra entità israeliana è arrivato fino in fondo, anche quando gli imputati erano illustri esponenti della società israeliana.

Tra i membri della Commissione Onu e tra i più fermi avversari di Israele ci sono paesi che sono stati più volte e in modo definitivo responsabili di condotte ben peggiori. Certo questo non minizza affatto le eventuali responsabilità dell’esercito israeliano in caso di abuso, ma ci sembra che far presiedere le commissioni a questi paesi sia inadeguato come far testimoniare un assassino seriale in un delicato caso di omicidio. Solo ad una manciata di chilometri da Israele Assad e i ribelli siriani hanno reclutato bambini e bambine di età inferiore ai 18 nelle loro fila, utilizzati per lo più come “kamikaze o scudi umani”, in combattimento e di supporto. Altre segnalazione delle Nazioni Unite – mai citati in nessun articolo che si scaglia contro Israele – parlano di abusi regolari in Somalia, Iraq, Afghanistan, Libia, Costa d’Avorio, e così via.

Per concludere possiamo dire che tutta la vicenda ha dei toni di condanna su Israele che hanno dell’assurdo. In questo “processo” – come spesso gli è successo – Israele è un imputato che non ha avuto la possibilità di difendersi come si conviene e su cui non pesa nessuna prova certa. Mentre è certo il fatto che non sia stato nemmeno citato il reclutamento da parte delle organizzazioni terroristiche, il coinvolgimento dei giovani in attentati suicidi, lanci di molotov, lanci di pietre e di granate, uso di esplosivi, autobombe, trasferimento di armi, sequestro di persona, lancio di razzi, così come aggressioni e omicidi. Anche se questo rapporto non fosse confermato a seguito di ulteriori indagini quindi, il verdetto inferto contro Israele è stato già di condanna, perché secondo l’opinione pubblica fomentata da un modo meschino di fare informazione ha arrestato, detenuto, interrogato e fatto pressioni su bambini responsabili del lancio di qualche sasso, quando addirittura non ne ha abusato. Tutta la stampa che ha utilizzato questo rapporto per accusare Israele, si è guardata bene dal domandarsi se forse l’abuso certo e non presunto non sia quello invece di utilizzare adolescenti e bambini per tecniche di guerriglia, spingerli a uccidere e rischiare di farsi uccidere e condannarli fin dai primi anni di vita a un’esistenza da terrorristi. Nessuno si è chiesto chi fossero, ad esempio, le famiglie di questi ragazzi, i loro parenti, e che ruolo possano aver avuto nello spingerli ad attività che non dovrebbero aver nulla a che fare con adolescenti. Senza contare che – visto che il 95% degli arabi nell’Autorità palestinese e il 100% a Gaza frequentano scuole senza alcun input israeliano – che se la Commissione avesse voluto fare un lavoro completo a favore dei diritti dei bambini sarebbe bastato indagare all’incitamento alla violenza e al martirio direttamente nelle loro scuole.

[Nella prima foto, la fotogenica bambina ribattezzata Shirley Temper, del clan palestinese Tamimi che ha ricevuto premi e ha incontrato il Presidente Abbas, grazie alle sue sceneggiate davanti i soldati israeliani. Nella seconda foto, la bambina in azione mentre cerca la posa giusta circondata dai fotografi. Questo è stato lo scatto più utilizzato per pubblicare i dati del rapporto Onu. Per contestualizzare la foto clicca qui]

Alex Zarfati | Thanks to Progetto Dreyfus

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  • #1Parvus

    Infestato da oltre cinquanta stati islamici, l’Onu è da sempre la peggior organizzazione antisemita della storia.

    3 Lug 2013, 02:19 Rispondi|Quota
    • #2Giuseppe Sechi

      @Parvus: E che dire nei decenni passati al tempo del blocco antiisraeliano da parte anche dei paesi a regime comunista?
      L’assemblea dcelle nazioni Unite è stata sostanzialmente sempre ostile a Israele e quindi antisemita; pur tuttavvia mi sembrerebbe esagerato definirla “la peggiore della storia”.

      3 Lug 2013, 22:30 Rispondi|Quota
    • #3Giuseppe Sechi

      @Parvus: @Parvus:
      in questi ultimi anni in seno alla medesima assemblea mi pare che le idee distorte antiisraeliane propagate da islamici e sinistra euro-mediterranea stiano prendendo sempre + spazio e consensi tra gli stati nord-occidentali europei. Ad esempio lo scorso 29 novembre, per inserire cnon sempre maggiori competenze il seggio palestinese in seno all’assemblea in questione, tutti i paesi scandinavi hanno votato a favore.
      Insomma a Israele (sic!) sta sempre più mancando l’Europa.

      3 Lug 2013, 22:42 Rispondi|Quota
  • #4wittgenstein

    @Giuseppe Sechi:
    Ostile a israele e quindi antisemita. E l’hai decretato tu o esiste una legge generale. Il mahatma gandhi era antisemita? E anche il povero mandela suppongo. Ah, e anche einstein.

    4 Lug 2013, 01:23 Rispondi|Quota
    • #5Emanuel Baroz

      spiace che utlizzi un tale pseudonimo per dire queste imbecillità: chi è ostile a Israele in quanto stato esistente lo fa perchè è antisemita. Poi si può chiamare antisionista, pacifinto, antimperialista, antimondialista…..ma sempre mosso da pregiudizio antisemita è. Punto.

      4 Lug 2013, 11:00 Rispondi|Quota
    • #6barbara

      @Emanuel Baroz: Sono divertenti quando ti vengono a sparare, come se fosse il più gigantesco dei paradossi, cose come “antisemita anche Gandhi allora!” “antisemita anche Mandela allora!” “antisemita anche l’Onu allora!” “antisemita anche Amnesty International allora!” “antisemita anche la Croce Rossa allora!”. Ebbene sì, sono antisemiti: e allora?
      Quanto al tema del post, loro giocano esattamente su questo: smontare una manipolazione può essere relativamente facile, ma documentare l’inesistenza dell’inesistente (dimostrami che Biancaneve non esiste, dimostrami che in tutto il mondo non esiste neanche uno specchio che parla, dimostrami che nessuno ha mai dormito per cento anni dopo essersi punto con un fuso) è materialmente impossibile.

      4 Lug 2013, 13:22 Rispondi|Quota
    • #7wittgenstein

      Pacifinto? sì anch’io ogni tanto invento le parole (cit. Homer simpson).
      Io dieci anni fa feci una manifestazione contro la guerra in iraq quindi credo di roentrare nella categoria. Noto che per i filo israeliani di destra “pacifista” è un insulto quindi, per transitività guerrafondaio dovrebbe essere un complimento. O forse la via giusta è l’ignavia? Non schierarai, non avere opinioni, lasciar fare a “chi ne capisce”? Quoen sabe?
      Ps: mandela e gandhi antisemiti (e perchè non pure einstein, o margherita hack già che ci siamo?) mi mancavano. Non si finisce mai di imparare.

      4 Lug 2013, 13:52 Rispondi|Quota
      • #8Emanuel Baroz

        è inutile che giochi con le parole…..io non ho detto che quelli da te nominati sono antisemiti. Sei tu che hai fatto i loro nomi…

        5 Lug 2013, 00:11 Rispondi|Quota
  • #9Robdic

    Vorrei tirare un pò le fila di questo dibattito, prendendo in considerazione sia i commenti seri che quelli in mala fede. A Sechi dico che si, forse è vero, l’ONU non è l’organizzazione più antisemita di tutti i tempi, ma soltanto perchè ve ne sono state altre nel corso dei secoli che sono inarrivabili. Di sicuro, se non è quella più antisemita al giorno d’oggi, ci va dannatamente vicino e sono sicuro che alla maggioranza degli stati che ne fanno parte, segnatamente gli islamici e i loro protettori, non spiacerebbe fregiarsi di tale titolo. Quanto all’individuo eccellente che si firma in modo così illustre quanto ebraico (come a dire, antisemita io? Ma se mi firmo in questo modo…), oltre che a citare Barbara (che giustamente afferma che ne abbiamo piene le scatole di chi giustifica la propria ostilità chiamando sul proprio carro personaggi che si sono distinti in altri campilifica l’ha tirata fuori quando si è vantato del suo curriculum, le manifestazioni contro la “guerra” in Iraq. Tuttavia, caro (si fa per dire) Wittgenstein, se vuoi entrare nell’olimpo dei pacifinti devi vantare ben altre credenziali, che so, un buon numero di bandiere israeliane e amricane bruciate durante i cortei, la kefiah fissa al collo, il santino di Arrigoni, su, non essere timido, rivelati in toto…

    4 Lug 2013, 14:41 Rispondi|Quota
  • #10barbara

    Eh, ce le ricordiamo, eccome se ce le ricordiamo, le manifestazioni “pacifiste” contro la guerra in Iraq, a suon di bandiere bruciate, cassonetti incendiati, auto sprangate, vetrine sfondate, sanpietrini divelti e lanciati in nome della pace. Non si illudano, i signori “pacifisti”: ricordiamo tutto molto bene. E prima o poi presenteremo il conto.

    5 Lug 2013, 00:02 Rispondi|Quota
  • #11Daniel

    il rapporto in questione pare abbia iniziato a circolare nuovamente…

    4 Feb 2014, 15:16 Rispondi|Quota
  • #13Emanuel Baroz

    La calunnia rinnovata

    di Ugo Volli

    Cari amici,

    gli ebrei, lo sapete, avevano in passato l’abitudine di uccidere e torturare dei bambini per trarne il sangue con cui impastavano il pane azzimo. Qualche volta, invece che torturare i bambini, lo facevano con l’ostia consacrata e anche lì ne usciva abbondantemente del sangue. Nessuna meraviglia in questo accostamento, dato che sia i bambini che l’ostia sono sostituti di Gesù, che gli ebrei avevano ucciso e odiavano. Questo li rendeva odiosissimi e meritevoli di una punizione metafisica (la perdita dell’elezione e della patria, l’erranza, la dannazione) e di molte punizioni concrete (il ghetto, il segno, le espulsioni, le stragi). Così almeno raccontavano le cose teologi e preti, frati predicatori e inquisitori.

    E’ la calunnia del sangue, che si diffuse come un’epidemia a partire dal XII secolo (http://en.wikipedia.org/wiki/William_of_Norwich) e che colpì gli ebrei con mille episodi in tutt’Europa e anche nei paesi islamici fino agli ultimi processi di pochi decenni fa. Chi conosceva anche vagamente la Torah (come anche i preti avrebbero dovuto) ha sempre negato non solo i singoli episodi, ma anche la loro stessa possibilità, spiegando che la legge religiosa ebraica proibisce di uccidere, di praticare l’antropofagia, e di usare nell’alimentazione il sangue anche animale, tant’è vero che la carne kasher viene sempre trattata per estrarne ogni traccia di sangue: non vi sono sanguinacci o bistecche al sangue nella cucina ebraica, vi è un vero e proprio orrore del liquido che per la Torah “è la vita”. Ma queste spiegazioni non sono bastate e la persecuzione con questo pretesto contro l’intero popolo ebraico non si è mai arrestata. Di tanto in tanto, magari dopo molto tempo, l’infondatezza delle accuse fu riconosciuta. Accadde così col caso di Simonino da Trento, in cui la Chiesa riconobbe che gli ebrei non c’entravano con l’omicidio di un ragazzino ucciso nel 1475 e ne proibì il culto (http://it.wikipedia.org/wiki/Simonino_di_Trento), e anche “il mese scorso durante una cerimonia a Glatigny, paese nel nord est della Francia, è stata riabilitata la memoria di un umile commerciante ebreo: Raphael Levy nel 1670 venne processato e condannato al rogo con l’accusa di aver ucciso il piccolo Didier Le Moyne, un bambino di tre anni i cui resti vennero ritrovati in un bosco sbranati dalle fiere”. (http://80.241.231.25/ucei/Viewer.aspx?ID=2014020417560480). In casi più recenti l’indignazione dell’intera comunità internazionale non impedì la strage, come a Damasco nel 1840 (http://en.wikipedia.org/wiki/Damascus_affair). E’ rimasto però profondamente radicato nell’inconscio collettivo l’idea dell’ebreo “deicida”, “usuraio” e magari assassino di bambini. Qualunque persona perbene negherà di pensare una cosa del genere, ma le dinamiche sociali agiscono spesso nell’inconscio e nell’inconscio possono essere sfruttate.

    Vale la pena di rievocare questi fatti terribili, e non solo perché non sono lontani e la narrazione della calunnia viene riprodotta negli ambienti antisemiti, sia neonazisti, sia cattolici integralisti, sia islamici. Il fatto è che la calunnia ha la sua variante moderna, che riguarda invece che le comunità ebraiche lo Stato di Israele, invece dei bambini cristiani quelli arabi, invece dei motivi religiosi quelli politici o economici (l’”usura”). Qualcuno ricorderà la campagna montata nel 2009 da un giornalista del giornale svedese Aftonbladet sulla calunnia per cui l’esercito israeliano sfrutterebbe gli organi interni dei nemici uccisi (ecco qui il testo: http://www.aftonbladet.se/kultur/article11973850.ab, ecco la smentita della famiglia araba interessata: http://ivarfjeld.com/2009/08/25/palestinian-family-%C2%Abwe-never-told-%C2%Abaftonbladet%C2%BB-organs-were-taken%C2%BB/, ed ecco il mio commento: http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=115&sez=120&id=32339). O la storia che nell’operazione Piombo fuso Israele avesse ucciso sostanzialmente bambini, come se avesse mirato a loro e non ai terroristi di Hamas. Inutile dirvi che si tratta di calunnie, dimostrate poi totalmente false.

    Ora la campagna è ricominciata. Si tratta questa volta di bambini che sarebbero imprigionati e torturati dai servizi di sicurezza israeliani. Trovate qui (in un sito, ahimé, tenuto dai cattolici di Pax Christi, specializzati in calunnie antisraeliane: http://www.bocchescucite.org/israele-lorrore-del-lager-per-minorenni-palestinesi-le-testimonianze-dal-the-guardian/), la versione italiana della storia di un carcere che sarebbe dedito a queste pratiche e di una cella di due metri per uno dove dei bambini sarebbero tenuti per mesi. La fonte è un filmato del giornale inglese Guardian, forse il più accanito nemico di Israele nella stampa europea, peggio addirittura del nostro Manifesto (http://www.theguardian.com/world/video/2012/jan/23/cell36-aljalame-prison-israel-solitary-confinement-palestinian-children). Ma anche l’articolo del Guardian ha una fonte, una Ong chiamata “Defence for Children International – Palestine Section“, che risulta strettamente legata a varie organizzazion e terroriste, come il Popular Front for the Liberation of Palestine (PFLP). Insomma, si tratta di pura propaganda palestinista, come mostra “Honest reporting” in questo articolo (http://honestreporting.com/guardian-report-misses-the-real-child-abuse/). E’ interessante notare che il Guardian, contro ogni correttezza giornalistica, si è guardato bene dal pubblicare l’articolata smentita dell’agenzia israeliana accusata di maltrattamenti. La potete leggere qui (http://honestreporting.com/guardian-report-misses-the-real-child-abuse-2/).

    Non si tratta affatto di un episodio isolato. C’è un’intera campagna in corso per dimostrare che Israele imprigiona, tortura, ammazza i bambini, che ha come suo epicentro l’Onu. Ne trovate una ricostruzione in italiano qui: http://www.focusonisrael.org/2013/07/02/israele-onu-abusi-sui-minori-bambini/. Il problema non è solo l’evidente falsità di queste accuse, il fatto che esse ignorano il vero abuso dei bambini palestinesi che viene fatto da chi li incita ad atti di violenza, li obbliga all’addestramento militare, li sfrutta per provocare i soldati israeliani o per cercare di ferire e possibilmente ammazzare gli “ebrei” (http://elderofziyon.blogspot.it/2013/03/video-of-those-hebron-kids-arrested-on.html, http://www.youtube.com/watch?v=kbz1kdn8CSk&feature=youtu.be, http://bugiedallegambelunghe.wordpress.com/2013/04/02/lancio-di-pietre-so-criaturi/ ).

    Il punto è che questa propaganda funziona ridestando antichi fantasmi antisemiti, evocando senza nominarla la calunnia del sangue: Israele oggi viene rappresentato come gli ebrei una volta. Anzi, nel corto circuito della propaganda diretta non all’Occidente ma direttamente al pubblico arabo, non si parla quasi mai di Israele, ma sempre di ebrei: http://www.youtube.com/watch?v=aYiK1JQ9AVc. La falsità è la stessa, il pregiudizio il medesimo, il carattere diffamatorio perfettamente analogo. Questo è il problema che dovrebbero porsi le persone oneste e sinceramente “progressiste” che per amore degli oppressi si schierano con organizzazioni razziste, intolleranti, antifemministe, di ideologia medievale (come Hamas, Fatah e tante altre) contro il democratico Israele. Dovrebbero cercare di capire che stanno ripetendo il gesto degli inquisitori che bruciavano gli ebrei sulla base della calunnia del sangue.

    http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=115&sez=120&id=52308

    6 Feb 2014, 13:26 Rispondi|Quota
    • #14Elisabetta

      Vorrei precisare che non è corretto affermare che i cattolici integralisti calunniano gli ebrei. Io provengo da una famiglia di cattolici integralisti e tutti noi amiamo Israele ed anche tante persone come noi, anzi sono proprio i cattolici che studiano la bibbia che capiscono quali sono le nostre radici e che gli ebrei siano il popolo Eletto b>@Emanuel Baroz: e

      6 Feb 2014, 23:45 Rispondi|Quota
    • #15perplesso

      @Elisabetta:
      popolo eletto da chi?

      12 Mar 2014, 17:04 Rispondi|Quota
  • #16ELisabetta

    Vorrei fare delle precisazioni sulla articolo di Ugo Volli. Non è vero che i cattolici integralisti calunniano gli ebrei. Anzi chi conosce la Bibbia e quanto affermato nel Concilio Vaticano II non nega l’ elezione del popolo di Israele. Io provengo da una famiglia di cattolici integralisti e tutti noi amiamo israele e così molti altri come noi.

    7 Feb 2014, 18:43 Rispondi|Quota
  • #17Emanuel Baroz

    Schulz mente alla Knesset: che eurogaffe

    di Fiamma Nirenstein

    Sei europeo? Allora su Israele ormai sai soltanto bugie, e le ripeti, senza verificarle, a chi ti capita, così, tanto per chiaccherare. Ne ha dato un esempio ieri alla Knesset il Presidente del Parlamento Europeo Martin Schulz. Ha detto dal podio che un giovane palestinese (ha detto così) gli ha riferito che i palestinesi usufruiscono di 17 litri di acqua al giorno e i soliti israeliani di 70. Ma non aveva verificato, e l’ha detto. E allora perché sprecare un’occasione preziosa per dimostrare l’amicizia dell’Europa all’unico Paese democratico e minacciato di morte in Medio Oriente, un’isola di stabilità in un mare di terrorismo? I dati sono sbagliati: un palestinese riceve 110mila litri d’acqua all’anno, e un israeliano intorno ai 160mila. Schulz dice che un israeliano riceve 4,12 volte più acqua di un palestinese, ma il conto vero è ben lontano: una volta e mezzo. E ragionevole pensare che la cura dell’acqua in tanta siccità sia tutto frutto di lavoro israeliano. Inoltre, anche nei momenti in cui il sangue israeliano scorreva per tutte le strade di Gerusalemme, mai l’acqua ha cessato di arrivare ai rubinetti palestinesi.

    Schultz ha anche accusato Israele di assediare Gaza, forse non ricorda che Israele l’ha lasciata nel 2005 e da allora Hamas lo bombarda di missili e promesse di distruzione. Schulz desidera che i terroristi siedano ai bar di Tel Aviv? Alcuni membri del parlamento sono usciti dall’aula, non è bello trovarsi in casa un ospite malevolente e bugiardo.

    (Fonte: Il Giornale, 13 febbraio 2014)

    14 Feb 2014, 13:00 Rispondi|Quota
  • #18Emanuel Baroz

    «Le critiche sono legittime, le menzogne no»

    Il presidente del parlamento europeo incappa nel vecchio vizio di prendere per oro colato qualunque accusa contro Israele

    http://www.israele.net/le-critiche-sono-legittime-le-menzogne-no

    14 Feb 2014, 13:02 Rispondi|Quota
  • #19Emanuel Baroz

    Israele replica a Schulz e dà i suoi dati sul consumo dell’acqua

    183 litri Israele (2012), 103 in Cisgiordania(2011)

    Il consumo urbano di acqua in Israele nel 2012 e’ stato di 183 litri al giorno a testa (66.8 metri cubici all’anno), mentre in Cisgiordania – secondo dati del 2011 dell’Autorita’ palestinese per le acque – e’ stato di 103 litri al giorno a testa (37.6 metri cubici all’anno). Lo sostiene il portavoce dell’Autorità delle acque israeliana Uri Schor dopo le polemiche sorte a seguito dell’intervento del Presidente del parlamento europeo Martin Schulz alla Knesset.

    Schulz aveva chiesto se fosse vero che ”un giovane palestinese può usare 70 litri cubici di acqua e un palestinese 17”. ”Ai fini di un paragone – ha aggiunto Schorr – il consumo domestico in Germania e’ di circa 122 litri a testa al giorno, secondo il rapporto del 2009 del ministero tedesco dell’ambiente”.

    Israele – ha poi detto Schor – ha accettato una ”richiesta dell’Autorita’ nazionale palestinese e fornisce 56 milioni di metri cubi invece dei 31 che Israele era previsto dovesse fornire in base agli accordi ad interim”. Nel 2013 – ha insistito Schor – il consumo di acqua nei Territori e’ stato di circa ”196 milioni metri cubici di acqua: 140 derivanti dall’auto estrazione, più i 56 forniti da Israele”. ”Attualmente – ha proseguito – il 95,2% della Cisgiordania e’ connesso ad una rete d’acqua secondo un rapporto emesso nel 2013 dall’Anp. Ed e’ stato lo stato di Israele a installare la maggior parte della rete della popolazione palestinese”.

    (Fonte: ANSAmed, 13 febbraio 2014)

    14 Feb 2014, 13:12 Rispondi|Quota
  • #20Emanuel Baroz

    Accuse a Israele sulla gestione dell’acqua: la realtà alla rovescia

    Il presidente del Parlamento Europeo ha dato un esempio da manuale del modo sciatto e preconcetto con cui si rilanciano le calunnie contro Israele

    http://www.israele.net/accuse-a-israele-sulla-gestione-dellacqua-la-realta-alla-rovescia

    14 Feb 2014, 13:17 Rispondi|Quota
  • #21barbara

    In realtà, secondo un’altra versione, non avrebbe chiesto se sia vero, bensì se sia giusto, ossia dando per scontato che quanto dettogli dal ragazzo palestinese fosse la verità.

    15 Feb 2014, 22:50 Rispondi|Quota
  • #23m.

    Spunti di riflessione per tutti.

    Non si può vivere in un paese perennemente militarizzato. Non è vita questa.
    Per entrambi i popoli.

    Ci vuole un grande sforzo per soluzioni di pace e convivenza, e bisogna restituire i territori ai profughi e a chi vive lì.

    http://nena-news.it/costi-quel-che-costi-non-indosseremo-la-divisa/

    12 Mar 2014, 08:51 Rispondi|Quota
  • #24barbara

    Ah ecco, è arrivato il mago Silvan con la soluzione pronta da tirar fuori dal cappello: sim salabim, restituiamo i territori e la pace è fatta! Ma come abbiamo fatto a non pensarci prima, come abbiamo fatto!

    12 Mar 2014, 13:24 Rispondi|Quota
    • #25barbara

      @barbara: Ah, dimenticavo: è stato dichiarato nel modo più esplicito che non uno dei cinque milioni di profughi sarà autorizzato a risiedere nei “Territori”: dovranno tutti obbligatoriamente trasferirsi in Israele – ma chi sta a badare a queste quisquilie?

      12 Mar 2014, 13:26 Rispondi|Quota
    • #26Robdic

      @barbara: Senza contare che questi qui che fanno le anime belle struggendosi per i poveri “palestinesi” sorvolano elegantemente sul fatto che, qualora fosse creato lo stato di “palestina” non sarebbe permesso agli Ebrei risiedervi (E poi l’apartheid sarebbe in Israele). E si tratta degli stessi che vorrebbero che a ogni immigrato clandestino venisse concesso di soggiornare in Italia sic et simpliciter, a prescindere. Come mai questo doppio standard di valutazione? Io ho qualche sospettuccio…si tratta forse di un fenomeno che possiamo definire con una parola che comincia per anti e finisce con semitismo? Ah, saperlo…Quanto al posto di m., l’unica cosa che trovo coeretnte è il nickname, davvero azzeccato, è evidente che m. sta per …da.

      12 Mar 2014, 13:38 Rispondi|Quota
    • #27m.

      @Robdic:

      Cara Barbara, ci sono moltissimi ebrei che sono contrari alla politica di espansione di Israele, che crea una situazione invivibile in quella terra. Non si tratta di parteggiare per gli uni o per gli altri ( sia ebrei che palestinesi sono semiti, dunque la parola “antisemita” è fortemente inappropriata, soprattutto rivolta contro chi cerca , con mille difficoltà, una soluzione di convivenza possibile).

      Se vuoi continuare con il tuo linguaggio di odio, fallo pure, ma non arriverai da nessuna parte. ( L’appartheid all’inverso, che dici tu, è una falsità , non si è mai sentito da nessuna parte un progetto del genere). Si tratta di riuscire a costruire due stati, il riconoscimento dei diritti, fermare l’occupazione dei territori, che continua, cambiare completamente politica e registro. E’ difficile, ma è l’unica via per non morire di militarismo.

      L’operazione “piombo fuso” non può dirsi una politica. Fu una follia, che crea ulteriore violenza, e da questa spirale non se ne esce più, se il governo non cambia modo di pensare e di agire.

      Ricordo infine che Rabin, premier israeliano, fu ucciso nel 1995 da un estremista israeliano, per aver firmato nel 1993 gli di pace con Arafat e perseguito una politica di pace. Dunque esiste una frangia estremista israeliana che non vuole nessun accordo, nessuna pace, e questa mentalità è quella che oggi domina nel governo israeliano.

      Criticare il governo Israeliano per la sua politica non è “antisemitismo”, semmai è pro-israeliani, per una svolta, per una vita possibile, perché come mi diceva un mio giovane amico israeliano fuggito da lì , Israele è un inferno.

      Io critico il mio governo, o il governo russo, non per questo sono contro gli italiani o contro i russi. Non so se il concetto ti è chiaro.

      Se poi non ci vuoi riflettere e sai solo insultare, è anche inutile che ti parli.

      12 Mar 2014, 18:16 Rispondi|Quota
    • #28Robdic

      @m.: Non si e’ mai parlato di un progetto simile? Sei male informato, leggi bene le dichiarazioni che provengono da Ramallah (i presunti moderati) e da Gaza. Ti ricordo poi che nel recente passato gli Ebrei sono stati espulsi con la forza dai paesi arabi, quale ad es. La Libia, se non hai nemmeno sentito parlare di questo non sei disinformato, sei proprio ignorante.

      12 Mar 2014, 19:51 Rispondi|Quota
    • #29barbara

      @m.:
      1. Quale sarebbe l’espansione di Israele? Dove si è espansa negli ultimi, diciamo, quarant’anni?
      2. La parola “antisemitismo” è stata coniata per indicare la lotta contro gli ebrei. Non è giocando con le parole contando sull’ignoranza dell’interlocutore che si cambiano i fatti.
      3. L’appartheid all’inverso, che dici tu, è una falsità , non si è mai sentito da nessuna parte un progetto del genere. Non si tratta affatto di un “progetto”, bensì di un preciso programma enunciato a chiare lettere da Abu Mazen. Il fatto che tu lo ignori, o finga di ignorarlo, non basta a renderlo meno vero.
      4. Chi diavolo sei tu per decidere che cosa è stato o non è stato “piombo fuso”?
      5. Rabin NON è stato ucciso per avere firmato dei presunti accordi di pace, bensì perché con il suo delirante mantra di “terra in cambio di pace” continuava a dare terra, terra e ancora terra e a ricevere in cambio terrorismo, guerra, morte e distruzione. Se non lo avessero fermato, a quest’ora Israele non esisterebbe più. E quelli che più hanno odiato e odiano Rabin non sono i cosiddetti “israeliani estremisti”, bensì i palestinesi onesti, ai quali ha messo in casa i “terroristi di Tunisi” che hanno distrutto la loro vita e annientato il loro futuro.
      6. Criticare il governo israeliano (quale?) per la sua politica non è antisemitismo: lo è inventare cose mai esistite per avere una scusa per criticarlo.
      7. Se poi non ci vuoi riflettere e sai solo capovolgere la storia e la cronaca, è inutile che parli.

      13 Mar 2014, 02:35 Rispondi|Quota
    • #30alvaro

      @barbara: terra in cambio di pace era (e sarà) la cosa giusta, ho ammirato rabin per il suo coraggio. come pensi di fare la pace? o meglio convivere? facciamo la pace ma in cambio non ti do nulla? questo è assurdo.

      14 Ago 2014, 04:34 Rispondi|Quota
  • #31alvaro

    questo sito pare un sito di guerra all’informazione dei mezzi informativi che scrivono le malefatte di israele. ecc… ecc…. cioè tutta l’informazione dei giornali del mondo dice falsità. solo l’informazione delle vostre agenzie informative è vera e giusta. israele non ha nessun torto? israele è sempre nel giusto? israele deve difendersi oltre una guerra di difesa? incorrendo nell’accusa da parte dell’onu di crimini di guerra? per israele sono tutti antisemiti chi lo accusa?

    14 Ago 2014, 04:27 Rispondi|Quota