La tv dell’ANP continua la sua politica di indottrinamento all’odio: ora gli ebrei sono “scimmie barbare” e “miserabili maiali”

 
Emanuel Baroz
13 luglio 2013
3 commenti

«Oh figli di Sion, scimmie barbare, miserabili maiali»

Da un articolo di Ruthie Blum

abu-mazen-antisemitismo-palestinese-focus-on-israelLa settimana scorsa, mentre i diplomatici statunitensi, guidati dal segretario di stato americano John Kerry, erano impegnati in colloqui con palestinesi ed israeliani per la ripresa delle trattative di pace, la televisione ufficiale dell’Autorità Palestinese di Mahmoud Abbas (Abu Mazen) pensava bene di dilettare i suoi spettatori con una vera chicca, in vista del mese islamico del Ramadan che inizia in questi giorni mandando in onda una trasmissione in cui due bambine palestinesi, introdotte da una conduttrice compiacente e rintontita, venivano fatte recitare a memoria una ineffabile “poesiola”, ovviamente dai contenuti antisemiti. L’impagabile spezzone, mandato in onda da PA TV, la tv dell’ANP, il 3 Luglio scorso, è stato sottotitolato in inglese e diffuso da Palestinian Media Watch.

Eccone la trascrizione:

Prima bambina:
«Io non temo il fucile perché le vostre moltitudini sono mandrie illuse e ignoranti
Gerusalemme è la mia terra, Gerusalemme è il mio onore
Gerusalemme è i miei giorni e i miei sogni più ardenti
Oh, voi che avete ucciso i devoti profeti di Allah
Oh, voi che siete stati allevati versando sangue
“Voi siete stati condannati all’umiliazione e agli stenti
“Oh figli di Sion, oh i più malvagi fra tutte le creature
“Oh scimmie barbare, miserabili maiali».

Seconda bambina:
«Gerusalemme non è la vostra tana
Gerusalemme si oppone alle vostre moltitudini
Gerusalemme vomita fuori la vostra impurità
Perché Gerusalemme, o impuri, è devota, immacolata
E Gerusalemme, o voi che siete immondizia, è pulita e pura
Io non temo la barbarie
Fino a quando il mio cuore è il mio Corano e la mia città
Finché ho il mio braccio e le mie pietre
Fino a quando sarò libera e non baratterò la mia causa
Non temerò le vostre moltitudini
Non temerò il fucile.»

Non è una novità. Esponenti ed emittenti palestinesi ci hanno abituati a queste continue e compiaciute manifestazioni di feroce indottrinamento all’odio, alla disumanizzazione di ebrei e Israele, alla “teologia della condanna e della sostituzione”: manifestazioni che spiegano meglio d’ogni altra cosa come mai l’opinione pubblica israeliana resta tanto scettica circa le prospettive di un vero accordo di pace nel futuro prevedibile.

E infatti, secondo il più recente sondaggio del Peace Index, che viene aggiornato mensilmente dall’Israel Democracy Institute e dell’Università di Tel Aviv, benché il 64% degli ebrei israeliani sia favorevole a negoziati di pace con i palestinesi (e la maggior parte di loro sia teoricamente favorevole alla soluzione “due stati per due popoli”), solo il 22% crede che Kerry possa farcela davvero.

Se gli sforzi di Kerry fossero solo un esercizio futile potrebbero essere liquidati come l’ennesimo esempio della totale impotenza in politica estera dell’amministrazione americana. Il guaio è che Israele è l’unico paese della regione alla cui porta gli Stati Uniti possono sempre bussare. E quello che la Casa Bianca e il Dipartimento di stato non capiscono è che un’entità palestinese che parla dei “figli di Sion” come della “più malvagia delle creature” e insegna ai propri figli a paragonarli a “scimmie barbariche e miserabili maiali” non è avviata sulla strada della democrazia e della pace più di quanto non lo siano la Siria o l’Egitto.

Finché Washington non aprirà gli occhi su questa realtà, Kerry può fare tutte i viaggi che vuole: sarà come se restasse a casa sua.

(Fonte: Israel HaYom, 9 Luglio 2013)

Per vedere il filmato cliccare qui o qui:

Israele.net

Nella foto in alto: un estratto del video trasmesso il 3 Luglio 2013 dall’emittente PA TV, tv ufficiale dell’ANP, e ripreso da PMW

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  • #1Emanuel Baroz

    C’è un problema: Abu Mazen è un mentitore

    Durante il suo intervento di domenica scorsa al World Economic Forum, in Giordania, il presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen) ha dichiarato che l’Autorità Palestinese non istiga all’odio e non insegna la discriminazione contro l’ebraismo, ma si sforza anzi di “diffondere la cultura della pace” tra i palestinesi.
    Purtroppo tutto ciò è assai lontano dalla realtà, come documentano i continui rapporti di Palestinian Media Watch (in parte tradotti da israele.net).

    Abu Mazen ha dichiarato: «Il popolo palestinese anela alla pace dopo 65 anni di sofferenza [cioè, dalla nascita dello Stato di Israele]. Noi non insegniamo e non educhiamo i nostri figli a odiare né a discriminare qualsiasi religione, sia essa l’ebraismo o qualsiasi altra. È vero il contrario. Noi ci adoperiamo per diffondere la cultura della pace tra la nostra gente».
    Si veda (con sottotitoli in inglese): http://palwatch.org/main.aspx?fi=709&fld_id=709&doc_id=9097
    oppure: http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=blhiqZPCRQI

    ECCO QUALCHE ESEMPIO

    1) Una bambina recita una poesia in una trasmissione per bambini: «Tra i fischi delle pallottole io canto: viva la nazione di Fatah e di Yasser Arafat. I nemici di Allah, i figli dei maiali [cioè gli ebrei, nella tradizione islamica] hanno distrutto e sradicato l’ulivo e il fico, come serpenti hanno ucciso i bambini con le armi, hanno tagliato i loro arti con pietre e coltelli, hanno violentato le donne nelle piazze delle città, hanno profanato il libro di Allah [il Corano] davanti a milioni. Dove sono la nazione dell’islam e i combattenti della jihad? Dov’è il timore di Allah a Gerusalemme, che è stata profanata dai sionisti?
    Conduttrice in studio: “”Brava, un bell’applauso per Hadeel».
    (Da: Tv dell’Autorità Palestinese-Fatah, 22.3.13)

    Si veda (con sottotitoli in inglese):
    http://palwatch.org/main.aspx?fi=787&fld_id=787&doc_id=8732
    oppure: http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=1ScBUVkvjFs#!

    Si veda anche, sullo stesso caso:
    Il mondo non deve conoscere l’indottrinamento antisemita palestinese? YouTube blocca un video della tv di Abu Mazen diffuso da Palestinian Media Watch con traduzione in inglese
    http://www.israele.net/articolo,3704.htm

    2) Il 22 ottobre del 1984, Issa Abd Rabbo assassinò a sangue freddo due studenti universitari israeliani, Ron Levi e Revital Seri, che stavano facendo un’escursione a piedi a sud di Gerusalemme. Puntando la pistola, li legò e poi sparò a entrambi uccidendoli. Per questo sta scontando l’ergastolo in un carcere israeliano.
    Dall’agenzia ufficiale dell’Autorità Palestinese, Wafa (13.3.13): «Il mese scorso, il presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas [Abu Mazen] ha mandato il segretario generale del suo ufficio, Tayeb Abd Al-Rahim, a casa della famiglia di Issa Abd Rabbo, per rendergli omaggio: «In rappresentanza del presidente Mahmoud Abbas … [Abd Al-Rahim] ha parlato con la madre di Issa e le ha portato i saluti del presidente Abbas e della dirigenza palestinese, apprezzando ed elogiando la sua forza a fronte di quello ciò che ha sacrificato in questi trent’anni di paziente attesa». Abd Al-Rahim ha dichiarato: «Il meglio dei figli del popolo palestinese è in prigione. Le catene saranno sicuramente spezzate e rimosse grazie alla forza di volontà degli eroi e delle madri».

    Si veda (in inglese):
    http://palwatch.org/main.aspx?fi=157&doc_id=8809

    3) Anche il ministro della cultura dell’Autorità Palestinese, Siham Barghouti, ha reso omaggio al terrorista Issa Abd Rabbo facendosi riprendere dalla tv dell’Autorità Palestinese (21.3.13) in compagnia della madre, sul palco di uno spettacolo in quella stessa settimana.

    Si veda (con sottotitoli in inglese):
    http://palwatch.org/main.aspx?fi=458&fld_id=458&doc_id=8810
    oppure: http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=CIwhaDf-pKI

    4) Lo scorso 30 aprile Jibril Rajoub, vice segretario generale del Comitato Centrale di Fatah (il movimento di Abu Mazen), ha dichiarato in un’intervista alla tv libanese Al-Mayadeen che “la resistenza in tutte le sue forme” rimane la strategia del suo gruppo contro Israele, e ha definito lo stato ebraico “il nemico principale” di arabi e musulmani. Ed ha aggiunto: “Per ora noi non abbiamo l’atomica. Ma giuro, se avessimo l’atomica l’avremmo usata questa mattina stessa”.

    Si veda:
    «Israele è il nostro nemico, la lotta armata in tutte le sue forme la nostra strategia». Lo afferma un alto esponente dell’ala ”moderata e dialogante” di Fatah
    http://www.israele.net/articolo,3731.htm

    All’inizio di questo mese, è stato chiesto al direttore di Palestinian Media Watch, Itamar Marcus, di tenere una presentazione a una delegazione di membri del Congresso degli Stati Uniti in visita Israele. Per l’occasione, Palestinian Media Watch ha preparato un rapporto di 35 pagine che mostra come i finanziamenti degli Stati Uniti all’Autorità Palestinese finiscano col sostenere la propaganda dell’odio, la celebrazione del terrorismo e la negazione del diritto di Israele ad esistere.
    Il rapporto rappresenta una completa confutazione dell’affermazione fatta da Abu Mazen domenica scorsa in Giordania, dimostrando quanto al contrario indottrinamento all’odio e glorificazione del terrorismo costituiscano la sostanza del discorso interno dell’Autorità Palestinese.

    Per il testo completo del rapporto (versione PDF in inglese):
    http://palwatch.org/STORAGE/special%20reports/PMW%20report%20for%20US%20Congress%20Delegation%20FINAL.pdf

    Per una sua sintesi (sempre in inglese), si veda PMW Bulletins, 27.5.13:
    http://palwatch.org/main.aspx?fi=157&doc_id=9090

    QUALCHE ALTRO ESEMPIO:

    Per l’Autorità Palestinese, Israele non esiste nemmeno nelle parole crociate. E Tel Aviv è una «moderna città della Palestina occupata»
    http://www.israele.net/articolo,3639.htm

    Ministro di Abu Mazen: «Le pretese ebraiche sul Muro del pianto non hanno alcun fondamento religioso, storico o giuridico». Sono queste le basi dello “stato palestinese” riconosciuto dalla comunità internazionale?
    http://www.israele.net/articolo,3621.htm

    Celebrare i terroristi coi fondi dell’Unione Europea. Un programma per giovani sulla tv dell’Autorità Palestinese di Abu Mazen
    http://www.israele.net/articolo,3458.htm

    «Tutto Israele è Palestina occupata». Ecco cosa insegnano ai bambini tv e testi scolastici dell’Autorità Palestinese
    http://www.israele.net/articolo,3443.htm

    «Cristiani ed ebrei sono inferiori e spregevoli». Questo il messaggio rivolto ai bambini dalla tv dell’Autorità Palestinese
    http://www.israele.net/articolo,3442.htm

    Gerusalemme è solo araba, islamica e cristiana, secondo Abu Mazen e Autorità Palestinese. Infarcita di falsità l’opera di negazione della millenaria storia ebraica nella capitale d’Israele
    http://www.israele.net/articolo,3436.htm

    Israele cancellato dalle mappe dell’Autorità Palestinese. Sul quotidiano ufficiale di Abu Mazen, la costante rappresentazione del rifiuto di ogni compromesso territoriale
    http://www.israele.net/articolo,3416.htm

    Abu Mazen premia la giornalista che vorrebbe cacciare gli ebrei d’Israele in Germania e Polonia. “Per tutto ciò che ella ha fatto a sostegno della Palestina in Occidente”, recita la motivazione
    http://www.israele.net/articolo,3402.htm

    «Ad Acco e Haifa voglio entrare senza frontiere». Martellanti, sulla tv dell’Autorità Palestinese, le canzoni che cancellano Israele dalla carta geografica
    http://www.israele.net/articolo,3398.htm

    Quegli “eroi” che a Ma’alot massacrarono 22 alunni israeliani. Come ogni anno, la tv di Abu Mazen celebra i terroristi stragisti dell’Fdlp
    http://www.israele.net/articolo,3372.htm

    Abu Mazen, come Arafat, cancella la realtà storica della Gerusalemme ebraica. Intanto un capo terrorista Olp esorta all’unità palestinese per la lotta armata contro Israele
    http://www.israele.net/articolo,3369.htm

    La tv di Abu Mazen elogia i massacratori di Itamar. Celebrati come “eroi” i terroristi che fecero scempio di padre, madre e bambini della famiglia Fogel
    http://www.israele.net/articolo,3347.htm

    «Due stati? No, è tutta Palestina: Israele non deve esistere». Continua incessante l’indottrinamento sulla tv dell’Autorità Palestinese
    http://www.israele.net/articolo,3344.htm

    Secondo l’Autorità Palestinese, “uccidete gli ebrei” non è apologia di reato. A 70 anni da Wannsee, autorità religiose e politiche palestinesi aizzano l’odio contro gli ebrei
    http://www.israele.net/articolo,3342.htm

    Abu Mazen: “Non riconoscerò mai uno stato ebraico”. Senza infingimenti, alla tv egiziana il presidente palestinese loda anche i sequestratori di Shalit
    http://www.israele.net/articolo,3276.htm

    Bambini indottrinati all’odio. Li mette in mostra la tv della stessa Autorità Palestinese del presidente Abu Mazen
    http://www.israele.net/articolo,3180.htm

    “Quando moriremo da martiri”: il nuovo hit delle canzoni per bambini arabi. Prosegue incessante l’indottrinamento all’odio e alla violenza
    http://www.israele.net/articolo,2874.htm

    Alla tv per bambini palestinesi, Israele non esiste. I programmi dell’Autorità Palestinese indicano tutto Israele come “Palestina” da liberare
    http://www.israele.net/articolo,2779.htm

    TV palestinese: “Nessuna storia ebraica in questa terra”. Fatah accusa Israele di creare “simboli artificiali” come il “presunto Tempio” ebraico
    http://www.israele.net/articolo,2655.htm

    Lezioni di genocidio alla tv palestinese. Per due volte in tre giorni due esponenti religiosi legati all’Autorità Palestinese hanno invocato il genocidio degli ebrei
    http://www.israele.net/articolo,363.htm

    Si veda inoltre:

    Picco dell’istigazione all’odio contro Israele, nelle istituzioni dell’Autorità Palestinese. Netanyahu: «La radice del conflitto è il rifiuto di Israele entro qualunque confine»
    http://www.israele.net/articolo,3604.htm

    Continua senza soste l’istigazione all’odio palestinese. Netanyahu: «E’ questa l’eredità che la dirigenza palestinese lascia alle future generazioni»
    http://www.israele.net/articolo,3521.htm

    Errata corrige: dove è scritto “Israele” leggi “Occupazione del 48”. Benvenuti nella neolingua orwelliana dell’Autorità Palestinese dove il terrorismo è resistenza, gli stragisti sono martiri e Gerusalemme è solo araba
    http://www.israele.net/sezione,,3471.htm

    Le vere radici del terrorismo. Come mostrano le foto giunte da Gaza, il terrorismo è una “inclinazione” insegnata e acquista
    http://www.israele.net/articolo,3459.htm

    È cambiato il mufti, non è cambiata la volontà genocida. Quando Husseini faceva davvero ciò che oggi predica il suo successore Hussein
    http://www.israele.net/articolo,3349.htm

    http://www.israele.net/articolo,3749.htm

    15 Lug 2013, 14:03 Rispondi|Quota
  • #2Daniel

    La testimonianza di un digiuno

    Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli

    Cari amici,

    questa sera per gli ebrei inizia il digiuno del 9 del mese di Av, il momento più luttuoso del calendario ebreaico, anche più della giornata dell’espiazione, Yom Kippur, che è sì un momento penitenziale in cui si confessano i peccati individuali e collettivi, ma è pensato soprattutto come un’occasione di riscatto, il momento giusto per provare a migliorarsi. Tishà beAv, il digiuno di domani (niente cibo e acqua per 26 ore, lettura del testo più terribile della Bibbia ebraica, le Lamentazioni, i gesti del lutto come sedersi per terra e privarsi di tutti i conforti normal), è invece solo triste, perché ha la natura della commemorazione di un dolore collettivo.

    Vi dò queste notizie in un sito come questo che non ha una visione religiosa né si rivolge solo agli ebrei, perché questo digiuno, come molte ricorrenze nel calendario ebraico, ha anche o soprattutto una natura storico-politica. Il ricordo luttuoso non riguarda un evento della storia religiosa ebraica, anche se si sono proposti dei riferimenti a questa data per diversi eventi negativi raccontati nella Bibbia, come la fallita missione degli esploratori in terra di Canaan, ma un fatto storico, anzi due: entrambe le cadute di Gerusalemme nelle mani dei nemici di Israele sono accadute in questa data: quella del 587 a.E.V. nelle mani di Nabucodonosor re di Babilonia e quella del 70 della nostra era per mano del romano Tito.

    Da venticinque secoli dunque il popolo ebraico digiuna per la caduta di Gerusalemme. In realtà il digiuno è duplice, ce n’è un altro meno duro tre settimane prima, il 17 del mese di Tammuz, che ricorda la prima breccia aperta nelle mura prima della seconda caduta di Gerusalemme, e tutto il periodo intermedio è segnato dal lutto, con regole un po’ diverse secondo le tradizioni. Perché raccontare questi riti? Perché anch’essi testimoniano del fortissimo legame storico del popolo ebraico con la sua capitale. Come molti altri: la promessa di ricordare la città che si fa ad ogni matrimonio, insieme alla rottura di un bicchiere (segno di lutto anch’esso); l’augurio alla conclusione della festa di Pesach, di celebrarla “l’anno prossimo a Gerusalemme”; la benedizione che fa parte della preghiera centrale della liturgia ebraica, l’Amidà, ripetuta tutti i giorni tre volte al giorno in cui si chiede la ricostruzione di Gerusalemme e infinite altre preghiere, salmi, testi di riflessione. Il Talmud, per esempio, si apre col Trattato delle “Benedizioni”, che proprio all’inizio riporta la testimonianza di un maestro talmudico che si reca a pregare “nelle rovine” di Gerusalemme e sente la voce del pianto di Dio per la sua distruzione, che pure Egli ha ordinato. E anche dopo la restaurazione del possesso ebraico su Gerusalemme il lutto si continua a portare, perché questo potere non è incontestato, è ancora a rischio e il Tempio resta distrutto. Così si è deciso alla fondazione dello stato di Israele e la grande vittoria del ’67, in cui finalmente gli ebrei hanno potuto tornare a casa, non ha modificato questa scelta.

    Vale la pena di ripetere queste cose che sono ovvie per gli ebrei osservanti e certamente estranee a chi non appartiene alla cultura ebraica, a causa della bizzarra e pertinace negazione che il mondo arabo e in particolare le fazioni militanti palestinesi propagandano intorno a Gerusalemme: che cioè non vi sarebbe rapporto fra la città e il popolo ebraico, che non vi sarebbe stato un Tempio dove oggi sorgono le moschee, che la città sarebbe sempre stata musulmana, anche prima di Maometto. Ci vuole una grande faccia tosta per negare quel che si trova confermato in mille fonti, dall’archeologia agli scritti degli storici greci e romani, dalle lettere dei governanti dei paesi circostanti a quel che raccontano i Vangeli e gli Atti in ambito cristiano. Perfino il Corano dice che al popolo ebraico spetta quella terra. Ma Arafat e i suoi successori sanno bene e praticano costantemente quel che insegnava il ministro della propaganda nazista Göbbels: “Ripetete una bugia cento volte, mille volte, un milione di volte, ed essa diventa una verità”.

    Dunque anche in questo caso bisogna ripetere anche le verità più ovvie per evitare che siano soppiantate da una bugia. Gli ebrei consapevoli ricordano Gerusalemme ogni giorno della loro vita, hanno un legame con essa che non è paragonabile neanche lontanamente a quello degli altri popoli per la loro capitale: chi oggi in Italia piangerebbe il sacco di Roma da parte dei Celti (390 a.C.), la caduta di Romolo Augustolo (476 d.C) o anche la terribile invasione dei lanzichenecchi del 1527? Negare questo legame è insensato, è come fondare una propaganda politica sulla piattezza della terra o sull’alchimia medievale. Ma gli arabi lo fanno, senza vergogna e senza pudore, anche i cosiddetti moderati. Questo dovrebbe far riflettere anche sulle altre loro pretese, sulla “narrativa” su cui fondano la loro identità. Perché se qualcuno, o qualche movimento non ha timore di dire che la Terra è piatta, o che gli ebrei non hanno rapporto con Gerusalemme, nessuna sua affermazione è credibile.

    A tutti coloro che lo fanno, auguro un digiuno fruttuoso e pieno di riflessione e consapevolezza.

    http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=115&sez=120&id=49904

    15 Lug 2013, 17:20 Rispondi|Quota
  • #3Daniel

    Una simpatica poesiola

    Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli

    Cari amici,

    immaginatevi che io dica in televisione che i rom sono le più malvagie creature della terra, o che i turchi sono scimmie barbariche, i romeni squallidi maiali e poi che i croati sono ignoranti, i tedeschi assassini, che i russi sono condannati (da Dio) all’umiliazione e al dolore, che la terra vomita i norvegesi per la loro impurezza, che gli olandesi sono la sporcizia… o addirittura che dicessi tutte queste cose assieme degli arabi… Non condivido affatto questo turpiloquio razzista, ma se lo facessi, non sarei cacciato io e il conduttore televisivo nello scandalo generale? E se in Israele qualcuno scrivesse queste cose, sarebbe immediatamente processatro per istigazione all’odio razziale.

    Be’, è quel che succede senza nessuno scandalo tutti i giorni alla televisione palestinese. Peggio: è quello che la televisione palestinese (quella di Al Fatah, del moderato Abbas, dello “stato” che l’Unione Europea, gli Stati Uniti e naturalmente l’Onu vogliono stabilire) fa dire ai bambini. Guardate questo filmato: http://www.youtube.com/watch?v=NyRLyXCj3Lg . Ci sono due bambine di quattro o cinque anni che, dice la presentatrice, vogliono recitare una poesiola. E poi vomitano tutti gli insulti che vi ho detto, riferendoli però non ai Rom, ai tedeschi o ai norvegesi, ma tutti ai “figli di Sion”, cioè agli ebrei. Nessuno le interrompe, nessuno si scandalizza, anche perché non si tratta affatto di un’eccezione, questo tipo di poesiole vengono imparate a scuola (anche nelle scuole finanziate dall’Unione Europea e dall’Unicef) e ripetute molto spesso in pubblico e in Tv, con generale approvazione.

    E mentre la televisione di Abbas trasmetteva queste cose, il “presidente” della “Palestina” era probabilmente a colloquio con il segretario di stato americano Kerry e gli spiegava che lui era un uomo pacifico, ma le trattative con Israele non si potevano proprio fare, perché lo stato ebraico continua a costruire appartamenti per le famiglie che ne hanno necessità nei sobborghi di Gerusalemme (la città che “vomita la sporcizia degli ebrei” secondo le due bambine) o nei villaggi dei dintorni.

    Ma il problema, l’ostacolo per la pace, sono gli appartamenti per le giovani coppie o l’odio, la propaganda razzista? Perché l’Anp (e con lei più o meno tutto il mondo islamico) educa le giovani generazioni all’odio in questa maniera? Neanche nei mezzi di comunicazione di Mussolini e di Hitler appariva niente del genere. C’erano i manifesti della razza, che magari firmavano anche dei giovanotti a nome Giorgio Bocca e Amintore Fanfani (ma all’epoca erano ventenni o più, capaci di intendere e di volere…). C’erano libri di scuola pieni di propaganda ignobile. Ma non c’era niente di paragonabile al lavaggio dei cervelli dei bambini palestinesi, costantemente invitati a diventare attentatori suicidi e a disprezzare razzialmente gli ebrei, a odiarli, a preparare la vendetta, a sterminarli tutti.

    Ecco, chiunque parla di pace, e magari vuole boicottare i prodotti israeliani e ricorrere ai tribunali per punire gli atti di autodifesa israeliana dovrebbe essere costretto a vedere questi video, a vedere come per esempio i giornali egiziani sotto il governo del “democratico” Morsi riciclassero la calunnia del sangue (http://www.algemeiner.com/2013/05/01/egyptian-newspaper-features-two-blood-libel-articles-in-a-single-day/#widget-zoom-video-cat-2 ) sostenendo che “gli ebrei bevono sangue egiziano” (http://www.thecommentator.com/article/3427/egyptian_newspaper_claims_jews_drink_egyptian_blood#.UYJhvZgEw8M.twitter ) e così via.

    Ci ripetono spesso che “la pace si fa coi nemici”. Vero. Ma con nemici disposti a convivere con te, a rinunciare a distruggerti. Non si fa la pace con Hitler, se non altro perché non ti puoi fidare della sua buona volontà. Magari ti stringe la mano, ma in tasca tiene la pistola – il che del resto è la teoria standard nella teologia musulmana sugli accordi coi “miscredenti”, che non sono mai paci ma solo tregue tattiche, che è permesso rompere come fece Maometto, se i rapporti di forza cambiano ed è conveniente farlo. Come si fa a fidarsi di regimi che da decenni conducono una martellante propaganda all’odio? Come faranno le nuove generazioni, quelle bambine e i loro fratelli, a convivere tranquillamente con maiali, scimmie, spazzature, le più malvagie creature della terra? Sarà mai possibile fidarsi dei loro padri, finché continuano a educare così i bambini?

    http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=&sez=280&id=49833

    15 Lug 2013, 21:34 Rispondi|Quota
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