Hebron (Cisgiordania): un cecchino palestinese fredda un soldato israeliano durante il suo turno di guardia. Ma per i mass media nostrani neanche questa è una notizia…

 
Emanuel Baroz
23 settembre 2013
2 commenti

Hebron (Cisgiordania): un cecchino palestinese fredda un soldato israeliano durante il suo turno di guardia. Ma per i mass media nostrani neanche questa è una notizia…

hebron-soldato-israeliano-ucciso-gal-kobi-terrorismo-palestinese-focus-on-israelGerusalemme, 23 Settembre 2013 – Un soldato israeliano della Brigata Givati – Gal (Gabriel) Kobi, 20 anni, originario della cittadina settentrionale di Tirat Carmel – è stato mortalmente ferito, domenica sera, a Hebron (città teatro nel 1929 di un massacro antiebraico per mano araba di cui nessuno ovviamente parla), mentre era in servizio di guardia presso il quartiere ebraico della città (nei pressi della Grotta di Machpela o Tomba dei Patriarchi), da un colpo d’arma da fuoco che l’ha colpito al collo, sparato da grande distanza verosimilmente da un cecchino palestinese.

Gal Kobi è deceduto poco dopo il suo arrivo allo Sha’arei Tzedek Medical Center di Gerusalemme. Si tratta del secondo militare israeliano ucciso in Cisgiordania nell’arco di due giorni dopo il rapimento e assassinio del sergente Tomer Hazan, durante il fine settimana.

(Fonte: Israele.net)

Thanks to Progetto Dreyfus

Per ulteriori dettagli sulla notizia cliccare qui, qui e qui

Nella foto in alto: la vittima Gal (Gabriel) Kobi, 20 anni

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  • #1Emanuel Baroz

    Riparte il terrorismo palestinese?

    Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli

    Cari amici,

    devo parlarvi di nuovo di terrorismo islamico. E non dell’assalto di Nairobi che continua (dove sono coinvolti degli israeliani sia come vittime, perché gestivano alcuni negozi dentro il centro commerciaòle assalito), sia come soccorritori (per via di un patto col governo keniota). Né per le terribili stragi di cristiani in Pakistan, e di sciiti in Iraq, spiegabili solo con la terribile intolleranza islamica. Di questi parlano i giornali e ne trovate il commento in altre sezioni di IC.

    Voglio invece darvi di nuovo purtroppo alcune notizie da Israele.
    Ieri un nuovo razzo è stato lanciato da Gaza sul Sud di Israele. Nessun danno, per fortuna, solo la riaffermazione di una guerra di logoramento che Hamas e i suoi concorrenti non hanno rinunciato a portare avanti. E sempre ieri un soldato israeliano è stato ucciso da un cecchino mentre era di guardia davanti alla tomba dei Patriarchi a Hebron.

    Si chiamava Gavriel Kobi, aveva vent’anni, era sergente maggiore della brigata Givati posta a difesa della comunità ebraica di Hebron e dei pellegrini che usano venire in visita alle tombe di Abramo e della sua famiglia in occasione della festività di Succot, che ricorre in questi giorni (http://www.jpost.com/National-News/IDF-soldier-dies-after-Hebron-shooting-326792 ). E’ il secondo soldato israeliano ucciso nel weekend, dopo quello ammazzato da un “amico” che l’aveva invitato a casa sua. Né in un caso né nell’altro l’Autorità Palestinese, a quel che ne so, hanno ritenuto opportuno esprimere rincrescimento, o partecipazione al lutto, anche se gli assassini sono certamente suoi cittadini. Per quelli che dovrebbero essere “partner della pace”, è un silenzio molto significativo.

    So che cosa diranno palestinisti e “pacifisti”, magari anche i “diversamente sionisti” che non perdono occasione per spiegare che la pace, cioè la resa alle condizioni dell’Anp è la sola soluzione. Spiegheranno che se non ci fosse una “colonia” a Hebron non ci sarebbe bisogno di farle la guardia e non ci sarebbero questi incidenti. Ma, vedete, una colonia ebraica a Hebron c’è appunto dai tempi di Abramo, che abitando qui vicino, racconta la Bibbia, ricevette la visita degli angeli che gli predissero la nascita di Isacco e qui decise di comprare dal signorotto locale (non di farsi regalare, come lui voleva, ma di pagare per essere sicuro dei suoi diritti di proprietà) la tomba per sé, per sua moglie Sarah, dove poi furono sepolti anche Isacco e Rebecca). Qui visse Ruth e la famiglia da cui provenne Davide. Qui, andando a fatti documentati nella storia, è testimoniata ininterrottamente una presenza ebraica dal regno di Giuda, che comprendeva Hebron come testimonia l’edificio erodiano delle tombe, fino ai tempi contemporanei.
    I turchi che dominarono la regione per cinque secoli, impedivano agli ebrei di pregare sulla tomba dei loro patriarchi, proibendo loro l’accesso oltre il quinto gradino (se non sbaglio) della scala che vi conduce. Ma gli ebrei stavano qui lo stesso e talvolta si travestivano da donna, coprendosi completamente, per potervi entrare. Possono sembrare storie folkloriche, ma testimoniano di un attaccamento profondo.

    Qui nel 1929 ebbe luogo la prima grande strage araba contro gli ebrei che stavano tornando alla loro terra: una comunità intera distrutta, decine di morti in maniera terribile, donne incinte col ventre squarciato, uomini torturati e mutilati prima di finirli. Pulizia etnica completa e resa definitiva dall’occupazione giordana, vent’anni dopo.
    Ma dopo la liberazione di queste terre, nel ’67, subito si riformò una comunità, in parte costituita da figli e nipoti delle vittime del ’29. Il conflitto fu e continua a essere durissimo: gli ebrei abitano una sola strada della città, sono assediati dagli arabi che, se e quando possono, cercano di ucciderli. Qui peraltro, proprio alla tomba dei Patriarchi, ci fu il più grave atto di terrorismo ebraico, quando nel ’94 un certo Baruch Goldstein si mise a sparare all’impazzata, uccidendo un certo numero di arabi. L’esercito serve per separare le due comunità, per garantire a entrambe l’accesso al luogo sacro e per cercare di evitare gli incidenti che si ripetono (per esempio proprio un mese fa la parte ebraica è stata oggetto di vandalismi da parte degli arabi che vi avevano avuto accesso per il Ramadan (http://www.jpost.com/National-News/IDF-soldier-dies-after-Hebron-shooting-326792). Hebron è il secondo luogo sacro per l’ebraismo, dopo l’area del Tempio di Gerusalemme; è difficile immaginare che si rinunci alla visita alla “tomba dei padri”, più di quanto i cattolici potrebbero rinunciare a San Pietro.

    Ma non ci si potrebbe affidare alla tolleranza islamica, alla memoria condivisa? Dopotutto anche gli arabi rivendicano una discendenza da Abramo e in nome del comune patriarca si celebrano incontri tripartiti di ebrei, arabi e cristiani (questi ultimi affermando una discendenza non fisica ma spirituale).
    Be’, no, non è possibile. Non solo per i precedenti che vi ho raccontato.

    C’è anche l’esempio del Monte del Tempio. Leggete, vi prego le dichiarazioni di Ahmed Tibi, deputato arabo al parlamento israeliano (ma esponente del partito che vorrebbe distruggere Israele, legato a Hamas: il fatto che da molti anni continui ad essere parlamentare indisturbato nonostante le sue attività aperte e proclamate contro il paese è una testimonianza straordinaria della democrazia israeliana). Tibi ha dichiarato che il Monte del Tempio di Gerusalemme non dovrebbe essere accessibile agli ebrei che lo “contaminano (http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/172112#.Uj_frYZ7Ka- ).

    A parte la terminologia nazistoide, è esattamente quel che accadeva sotto il dominio arabo (fra il ’49 e il ’67) per quel luogo e anche per le Tombe dei Patriarchi a Hebron. Se c’è una cosa che le cronache di questi giorni rendono chiaro, dal Pakistan al Kenia, è che sulla “tolleranza” islamica non si può far conto.

    Resta il fatto che dopo un periodo di calma, in Israele sta tornando il terrorismo arabo. Qual è la ragione? Io credo che dipenda dal solo fatto nuovo significativo di questi ultimi mesi: l’apertura imposta dagli americani, di un ciclo di trattative per realizzare lo stato palestinese. I militanti dell’Anp e di Hamas cercano di esercitare la massima pressione su Israele per anticiparne e estenderne le concessioni e per evitare la normalizzazione.
    L’esperienza ormai di decenni insegna che le trattative accentuano il terrorismo, lo fanno partire (e poi dura a lungo), non lo frenano. Accadde così per Oslo 1 e 2, per il ciclo frenetico dei negoziati di Barak e Clinton con Arafat una dozzina d’anni fa, accade così oggi. Anche questa è una responsabilità del partito della trattativa: cercando di forzare il passo della convivenza si creano le scintille che possono dar luogo a un grande incendio di violenza.

    Si può solo sperare che la forza e la lucidità del governo israeliano, la capacità del Likud di frenare le fughe in avanti di Tzipi Livni siano in grado di spegnerle.

    http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=115&sez=120&id=50768

    24 Set 2013, 00:48 Rispondi|Quota
  • #2Emanuel Baroz

    23 settembre 2013 – Un colpo di mortaio palestinese sparato dalla striscia di Gaza verso Israele si è abbattuto domenica sera nei pressi della barriera di confine, vicino al kibbutz Kissufim, nella regione di Eshkol.

    23 settembre 2013 – Commando israeliani si sarebbero uniti domenica alle forze locali per porre fine al sanguinoso assalto di terroristi somali a un centro commerciale di Nairobi (Kenya), stando a notizie (non confermate) riferite dalla AFP. Una fonte della sicurezza israeliana citata dalla Reuters ha solo detto che “consiglieri” israeliani aiutano il Kenya nella “strategia negoziale” per porre fine all’assedio. Il portavoce del ministero degli esteri israeliano, Paul Hirschson, si è rifiutato di confermare o smentire alla AFP dicendo che “non è nostra abitudine commentare la cooperazione sulla sicurezza di qualsiasi tipo che può esserci o non esserci”. L’attacco al centro commerciale, in parte di proprietà israeliana, che ha causato almeno 68 morti e circa 200 feriti, è stato rivendicato da ribelli somali Shebab legati ad al-Qaeda. I terroristi asserragliati all’interno avevano annunciato sin da sabato che non avrebbero negoziato con le autorità del Kenya.

    23 settembre 2013 – Secondo l’agenzia di stampa palestinese Ma’an, l’esercito egiziano ha attaccato domenica con elicotteri Apache obiettivi terroristici nelle zone di al-Mahdiya, Rafah ed el-Arish, nel nord del Sinai.

    23 settembre 2013 – Israele ha autorizzato domenica mattina l’ingresso nella striscia di Gaza di 70 camion contenenti materiali per l’edilizia privata benché considerati pericolosi perché in passato utilizzati da Hamas per costruire bunker e fortificazioni.

    23 settembre 2013 – “L’Iran non è una minaccia per questa regione; lo è il regime (israeliano) che minaccia e viola tutte le leggi internazionali”. Lo ha detto il neo presidente iraniano Hassan Rohani intervenendo alla tradizionale parata militare a Teheran per l’anniversario della guerra lran-Iraq (1980-88). Nel corso della parata, l’esercito iraniano ha esibito 30 missili con gittata di 2.000 km (12 Sejil e 18 Ghadr), in grado di colpire non solo Israele ma anche obiettivi americani in Medio Oriente.

    23 settembre 2013 – Pakistan. Salito ad almeno 78 il bilancio delle persone uccise domenica da un doppio attentato suicida islamista in una chiesa cristiana in Pakistan. Tra le vittime anche 34 donne e sette bambini. Lo ha detto il ministro dell’interno pakistano, Chaudhry Nisar Ali Khan.

    23 settembre 2013 – Il parlamentare libanese di Hezbollah Bilal Farhat dichiarato al sito web di Hamas Al- Risala che Hezbollah e Hamas intrattengono buoni rapporti nonostante il disaccordo per quanto riguarda la Siria.

    23 settembre 2013 – L’alto funzionario delle Nazioni Unite per il processo di pace in Medio Oriente, Robert Serry, ha condannato lo “scioccante” rapimento e assassinio del soldato israeliano fuori servizio Tomer Hazan, e ha sottolineato la necessità di preservare la calma in questo “momento critico” degli sforzi politici.

    22 settembre 2013 – Una donna siriana di 42 anni, ferita da schegge di mortaio nella guerra civile del suo paese, è stata portata sabato dai soldati israeliani allo Ziv Medical Center di Safed.

    22 settembre 2013 – L’Egitto non riaprirà il valico di Rafah con la striscia di Gaza se forze fedeli al presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen) non verranno autorizzate a presidiare il terminal. Lo ha detto sabato l’ambasciatore dell’Olp al Cairo, Barakat al-Farra. Secondo Hamas, l’annuncio dimostra che la striscia di Gaza sta subendo una “cospirazione”. La Guardia presidenziale di Abu Mazen ha presidiato il valico di frontiera tra il 2005 e il 2007, quando Hamas espulse con la violenza le forze di Ramallah dalla striscia di Gaza. Venerdì scorso le autorità egiziane hanno notificato a Hamas la decisione di chiudere la frontiera di Rafah “fino a nuovo ordine”. Il valico fra Gaza e Sinai egiziano è rimasto chiuso la maggior parte del tempo dopo la cacciata del presidente Mohamed Morsi il 3 luglio scorso. Le autorità egiziane accusano Hamas di coinvolgimento in attacchi terroristici contro i soldati egiziani nel Sinai.

    22 settembre 2013 – Iraq. Due terroristi suicidi, uno in auto e l’altro a piedi, hanno compiuto sabato un doppio attentato contro famiglie in lutto in un quartiere sciita di Baghdad, uccidendo almeno 96 persone.

    22 settembre 2013 – Il presidente d’Israele Shimon Peres ha accolto con soddisfazione il dialogo in evoluzione tra Stati Uniti e Iran, ma ha aggiunto: “Gli iraniani saranno giudicati solo sulla base delle loro azioni. La pressione internazionale su Siria e Iran è forte e seria. Ascolto le dichiarazioni iraniane, ma se l’Iran vuole fare sul serio deve sospendere la produzione di missili a lungo raggio con testate nucleari e ridurre l’arricchimento dell’uranio”.

    22 settembre 2013 – Un razzo Qassam palestinese lanciato dalla striscia di Gaza verso Israele si è abbattuto su un campo agricolo nella zona di Hof Ashkelon mercoledì sera, vigilia della festa ebraica di Sukkot.

    (Fonte: Israele.net)

    24 Set 2013, 00:51 Rispondi|Quota