Striscia di Gaza al buio. Ma di chi è la colpa?

 
Emanuel Baroz
26 novembre 2013
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Striscia di Gaza al buio. Ma di chi è la colpa?

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Hamas ha chiuso l’unica centrale elettrica presente a Gaza. Perché? Perché l’Egitto ha chiuso i tunnels attraverso i quali Hamas faceva entrare il gasolio di contrabbando. Un milione circa di litri al giorno. Ed è la catastrofe. Senza gasolio il Paese si ferma. Il numero di camion che portano le merci, compreso il combustibile, a Gaza da Israele è aumentato del 18 per cento dopo la cacciata nel luglio del presidente Mohamed Morsi d’Egitto, secondo Gisha, un gruppo israeliano che sostiene la libertà di movimento. Ma non basta.

L’Autorità palestinese acquista dalle aziende israeliane il carburante per la centrale elettrica a circa 4 sheqelim il litro, cercando  di rivenderlo a Hamas a quasi il doppio, accise comprese. Hamas, non solo non ha ammesso le proprie responsabilità nella crisi in corso, ma ha respinto i prezzi proposti ed ha fermato l’acquisto di carburante per la centrale elettrica. La conseguenza drammatica è che l’impianto è spento.

L’Amministrazione palestinese si rifiuta di rinunciare alle accise , una parte fondamentale del proprio bilancio e chi ci rimette sono gli abitanti di Gaza . C’è stato anche chi – a Gaza – ha notato che non c’è carburante per far funzionare l’ospedale o pompare i liquami dalle strade, evitando una catastrofe sanitaria, ma ce n’è a sufficienza per le auto blu dei dirigenti di Hamas.

Dando uno sguardo alla stampa internazionale, occidentale ed araba, quello che colpisce immediatamente è l’assenza completa di un riepilogo, anche minimo, di cause ed effetti. Chi legge, potrebbe avere l’impressione che un giorno, inopinatamente, l’esercito egiziano si sia svegliato con l’idea di chiudere i tunnels, riducendo in miseria dei poveri Gazawi (abitanti della Striscia di Gaza) che con le loro tanichette cercavano di procurarsi un po’ di gasolio, vittime eterne della terribile “entità sionista”.

Il portavoce della polizia di frontiera egiziana ha riferito che 1.055 gallerie sono state chiuse, dal gennaio 2011, 794 delle quali nei nove mesi dal gennaio 2013. I tunnel sono stati uno dei progetti principali del governo di Hamas. L’attività impiega fino a 40.000 persone e partecipa al bilancio del governo quasi al 40% . I tunnel erano completamente intonacati (notare la famosa accusa “non entra cemento a Gaza“!), forniti di illuminazione elettrica, cavi per la telecomunicazione e passaggi appositi per il trasporto facilitato delle merci. Gli “imprenditori” che si erano aggiudicati la proprietà dei vari tunnels, decidevano se sfruttarli personalmente o sub-affittarli a terzi. Hamas ovviamente aveva il controllo completo delle gallerie e tassava pesantemente i proprietari dei tunnel. Ogni imprenditore doveva pagare le tasse al Comune di Rafah per una licenza che autorizzasse gli scavi. Una volta il tunnel scavato, le tasse erano applicate su tutti i prodotti trasportati.

Questo è quanto Hamas è riuscito a mettere in piedi con gli aiuti internazionali al “popolo martire”: un’industria del contrabbando che, muovendo ingenti somme di denaro, era difesa dai suoi boss con le armi in pugno.

Quando 16 poliziotti di frontiera egiziani furono uccisi nei pressi del confine di Rafah nel mese di agosto 2012, il Cairo si rese conto che i tunnel erano usati dal terrorismo internazionale per ricevere attrezzature militari da e per Gaza e introdurre elementi pericolosi in territorio egiziano. Con la caduta di Morsi, affiliato dei Fratelli Musulmani, organizzazione della quale Hamas è una costola, l’esercito egiziano non ha più tollerato né le perdite economiche né il rischio terrorismo che i tunnel incrementavano.

Che un “governo” rappresentato da un’entità unanimamente riconosciuta organizzazione terroristica, pretenda di vivere (oltre tutto) alle spalle dei Paesi confinanti e a spese dei contribuenti mondiali, questo non sembra turbare nessuno.

Che tra tutti i Paesi arabi confinanti, nessuno sia disposto a relazionarsi con Hamas, che solo Qatar e Turchia non ne rifiutino i contatti, non fa pensare nessuno?

Federazione Sionistica Italiana

Thanks to Progetto Dreyfus

Nella foto in alto: una delle tante immagini diffuse dagli udffici di propaganda palestinese sulla mancanza di energia elettrica nella Striscia di Gaza. Poveri bambini…

Per ulteriori dettagli sulla situazione della Striscia di Gaza e di come ONU, UE, ONG e UNRWA sfruttino la situazione della popolazione palestinese prevalentemente a proprio vantaggio evitando di denunciare il regime di Hamas, invitiamo a leggere i seguenti articoli:

Siamo l’Unrwa: fate la carità…

Unrwa, lo scandalo è che esista. E intanto l’Italia la copre di soldi

Gaza, Hamas ammette: centrale elettrica ferma a causa della ANP

Gaza: ONU e ONG complici di Hamas e Jihad Islamica

Perché nessuno aiuta i Palestinesi contro Hamas?

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  • #1Emanuel Baroz

    27 novembre 2013 – Un razzo palestinese lanciato martedì sera verso il sud di Israele è ricaduto all’interno della striscia di Gaza.

    27 novembre 2013 – Dopo mesi di negoziati sulle linee guida della UE, che escludono ogni finanziamento utilizzato al di là della Linea verde (ex linea armistiziale ’48-’67), Israele e Unione Europea hanno raggiunto martedì sera un accordo su una formula che permetterà a Israele di aderire al vasto programma di finanziamenti per ricerca e sviluppo “Orizzonte 2020”. Determinante la decisione del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu di affidare la trattativa alla Ministra della giustizia Tzipi Livni anziché al Ministro degli esteri Avigdor Liberman, contrario al compromesso in discussione. Livni, lavorando in tandem con il Ministro dell’economia e del commercio Naftali Bennett, è stata martedì al telefono con la responsabile affari esteri della UE Catherine Ashton e il suo braccio destro Pierre Vimont, e ha elaborato l’intesa in base alla quale Israele si riserva di chiarire la sua opposizione sulle linee guida della UE. “Nelle circostanze attuali – ha detto il Nobel per la chimica Dan Shechtman – vale la pena di firmare l’accordo, e in futuro cercheremo di ottenere termini più consoni alla posizione israeliana. Non voglio entrare in questioni politiche, ma come scienziato dico che noi di questo accordo abbiamo bisogno”.

    27 novembre 2013 – Il portavoce del ministero degli esteri iraniano, Marzieh Afkham, citato dall’agenzia Fars, ha detto che la versione dell’accordo di Ginevra pubblicata sul sito web della Casa Bianca è sbagliata. Secondo Afkham, tale versione non corrisponde al documento originale concordato tra Iran e potenze mondiali. Nel frattempo, il Ministro degli esteri iraniano Mohammad Zarif ha confermato la notizia secondo cui vi sono stati colloqui segreti tra Iran e Stati Uniti prima della firma dell’accordo di domenica scorsa a Ginevra.

    27 novembre 2013 – Tre terroristi jihadisti salafiti, che preparavano un attentato terroristico per i prossimi giorni, sono stati uccisi in uno scontro a fuoco con un’unità speciale delle Forze di Difesa israeliane mandata ad arrestarli nel villaggio di Yatta, nei pressi di Hebron. I tre terroristi palestinesi si trovavano in una macchina con a bordo esplosivi e armi da fuoco quando hanno risposto al fuoco dei soldati che avevano sparato alle gomme per intercettare il veicolo.

    27 novembre 2013 – I soci del giacimento di gas Tamar hanno riferito martedì mattina che sono stati trovati sostanziali segni di gas naturale nella perforazione di Tamar Sud Ovest. Non è stata tuttavia fornita una stima della quantità di gas nel giacimento. Ora vengono effettuate ulteriori perforazioni per raggiungere la profondità finale prevista e stabilizzare il pozzo.

    27 novembre 2013 – Siria. Almeno 15 persone sono state uccise e più di 30 ferite in un attacco suicida alla stazione d’autobus di Soumariya, alla periferia ovest di Damasco. Ne hanno dato notizia martedì i mass-media di stato.

    27 novembre 2013 – Egitto. La polizia al Cairo sta indagando sulla scomparsa dello scrittore tedesco di origine egiziana Hamed Abdel-Samad, autore di “La caduta del mondo islamico: una prognosi”. Lo hanno detto martedì fonti della sicurezza. Mesi fa un chierico lo aveva dichiarato infedele chiedendone la morte per le sue posizioni critiche verso l’islam.

    27 novembre 2013 – Arrestato lunedì dalle Forze di Difesa israeliane, vicino kibbutz Kfar Aza, un palestinese che aveva attraversato la recinzione di confine fra striscia di Gaza e Israele con una granata a frammentazione. Lo ha riferito Israel Radio.

    27 novembre 2013 – Secondo il giornale del Kuwait Al-Rai, che cita funzionari egiziani, 17 persone di diverse nazionalità sono state recentemente arrestate in Egitto con l’accusa di operare come spie in collaborazione con il Mossad israeliano.

    27 novembre 2013 – Hamas sta cercando di uscire dalla crisi energetica della striscia di Gaza acquistando indirettamente da Israele e dalla rivale Autorità Palestinese di Fatah il carburante per la centrale elettrica. Lo ha riferito martedì l’agenzia di stampa palestinese Ma’an. “Non se n’è fatto niente perché il governo di Ramallah ha insistito su prezzi irragionevoli”, ha dichiarato all’agenzia Basim Naim, consigliere del “primo ministro” di Hamas Ismail Haniyeh.

    (Fonte:Israele.net)

    27 Nov 2013, 13:14 Rispondi|Quota
  • #2Emanuel Baroz

    26 novembre 2013 – La missione medica delle Forze di Difesa israeliane ha lasciato le Filippine 11 giorni dopo esservi giunta per soccorrere la popolazione colpita dal super-tifone Haiyan. L’equipe di 148 persone ha smontato lunedì l’ospedale da campo a Bogo City dove sono stati trattati più di 2.600 pazienti, tra cui più di 800 bambini. Il team ha anche effettuato una sessantina di interventi chirurgici e assistito 36 parti. Una delegazione dell’Unione Europea ha dato il cambio alla squadra delle Forze di Difesa israeliane che hanno lasciato sul posto molte apparecchiature mediche, tra cui una macchina a raggi X e attrezzature per il parto. L’assistenza israeliana ha anche offerto supporto logistico per riattivare l’ospedale locale e quattro scuole, e ha aiutato a ripristinare le forniture d’acqua in alcune zone remote.

    26 novembre 2013 – Il portavoce del governo iraniano, Mohammad Baqer Nobakht, ha detto che il governo degli Stati Uniti ha sbloccato beni iraniani congelati per un valore di 8 miliardi di dollari come parte dell’accordo interinale firmato a Ginevra. Lo ha riferito lunedì l’agenzia di stampa iraniana Fars.

    26 novembre 2013 – Gli islamisti sciiti libanesi Hezbollah hanno inneggiato lunedì all’accordo sul nucleare tra il loro protettore Iran e le potenze mondiali definendolo “una grande vittoria” per Teheran.

    26 novembre 2013 – Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha annunciato lunedì che una squadra israeliana verrà inviata negli Stati Uniti la prossima settimana per lavorare su un accordo definitivo sul nucleare iraniano. Netanyahu ha detto che l’accordo provvisorio raggiunto con l’Iran non è affatto buono, ma che sarebbe stato anche peggio senza gli sforzi diplomatici di Israele. Dal canto suo, il portavoce della Casa Bianca, Josh Earnest, ha detto lunedì ai giornalisti a bordo dell’Air Force One che il presidente Usa Barack Obama intende avviare subito consultazioni con Israele in vista delle trattative tra Iran e potenze mondiali.

    26 novembre 2013 – Iraq. Almeno 16 morti lunedì in un doppio attentato esplosivo, poco dopo il tramonto, all’ingresso di un mercato all’aperto nel centro di Baghdad.

    26 novembre 2013 – Almeno cinque miliziani Hezbollah sono stati uccisi e 12 feriti negli ultimi due giorni, nel sobborgo Marj al-Sultan di Damasco, durante violenti combattimenti con le forze ribelli siriane. Ne ha dato notizia un’organizzazione locale per i diritti umani.

    26 novembre 2013 – Il Ministro della difesa israeliano Moshe Ya’alon, citato lunedì da Israel Radio, ha annunciato che il governo formerà una nuova unità incaricata di far rispettare le leggi urbanistiche e contrastare l’abusivismo edilizio (anche palestinese) in Cisgiordania.

    26 novembre 2013 – Calo dei prezzi del petrolio, lunedì, all’indomani dell’accordo provvisorio fra Iran e sei potenze mondiali sul programma nucleare di Teheran. Benché l’accordo non preveda per sei mesi un aumento delle vendite di petrolio iraniane, qualsiasi allentamento delle tensioni in Medio Oriente tende a far calare i prezzi del greggio.

    26 novembre 2013 – L’amministratore delegato di Noble Energy, Charles Davidson, ha detto sabato che la società preferisce la vendita del gas naturale dal giacimento Leviathan ai paesi vicini d’Israele, come Egitto e Giordania, ed ha ridimensionato l’ipotesi di costruzione di una struttura per la vendita di gas naturale liquefatto in estremo oriente giacché, ha spiegato, una gasdotto nella regione esiste già, il che rende le vendite nella regione più economiche che costruire un impianto per la vendita del gas liquefatto in estremo oriente.

    26 novembre 2013 – Apple ha confermato lunedì l’acquisito della start-up israeliana PrimeSense in un affare da 345 milioni di dollari. Lo ha riferito Israel Radio. PrimeSense, che ha iniziato a far parlare di sé quando la sua telecamera 3D motion-sensing è stata utilizzata per il sistema di gioco Kinect di Microsoft, venne fondata a Tel Aviv da un gruppo di ventenni appassionati di videogame che avevano acquisito un notevole know-how tecnologico durante il loro servizio di leva in un’unità d’élite dell’intelligence militare. “La tecnologia che abbiamo sviluppato fornisce una piattaforma che vede restando invisibile, e può essere perfettamente integrata con altre tecnologie”, disse Aviad Maizels, presidente e fondatore di PrimeSense, in un’intervista del 2010 al Jerusalem Post.

    (Fonte: Israele.net)

    27 Nov 2013, 13:15 Rispondi|Quota
  • #3Alberto Pi

    Siamo alle solite….leggete questo:

    http://ilblogdibarbara.ilcannocchiale.it/2008/02/08/blackout_a_gaza.html

    Ed eravamo nel 2008!!!!

    28 Nov 2013, 13:13 Rispondi|Quota
  • #4Parvus

    Ma si tratta chiaramente della solita buffonata messa in piedi per ingannare i cialtroni pacifisti.
    Avete notato la foto? Scolari a lume di Candela…
    MA A GAZA SI VA A SCUOLA DI NOTTE????????????????????????????????????????????

    28 Nov 2013, 16:47 Rispondi|Quota
  • #5Progetto Dreyfus

    BOICOTTARE ISRAELE UTILIZZANDO STRUMENTI ISRAELIANI: QUANDO LA PROPAGANDA INCONTRA L’INCOERENZA.

    Quanti di voi conoscono il movimento internazionale BDS? Acronimo di BOICOTTAGGIO, DISINVESTIMENTO e SANZIONI…verso chi, ovviamente contro ISRAELE il paese che incarna il male assoluto, che opprime il popolo palestinese.

    Questo movimento organizza manifestazioni nel mondo contro il micro stato ebraico promuovendo il boicottaggio di tutto ciò che è Made in Israel. Ognuno ha le proprie opinioni, basta che poi non scatena odio e diffamazione.

    Però ci vuole coerenza, guardate che piattaforme web usano Student for Justice in Palestine:
    http://cornellsjp.wix.com/home
    e Palestinian Holocaust Museum: http://tunsol.wix.com/museum-palestinian-holocaust, due esempi della peggiore propaganda.

    Vi aiuto, andate nel footer (piedino) del sito e troverete il logo della piattaforma usata, l’ISRAELIANISSIMA WIX

    https://it-it.facebook.com/ProgettoDreyfus/posts/549938625082503

    28 Nov 2013, 17:36 Rispondi|Quota
  • #6Emanuel Baroz

    La verità sulla crisi energetica nella Striscia di Gaza

    http://ilborghesino.blogspot.it/2013/12/la-verita-sulla-crisi-energetica-nella.html

    5 Dic 2013, 13:27 Rispondi|Quota