Taba (Egitto): attentato contro bus di turisti. Almeno 5 le vittime

 
Emanuel Baroz
16 febbraio 2014
3 commenti

Taba (Egitto): attentato contro bus di turisti. Almeno 5 le vittime

attentato-bus-turisti-egitto-terrorismo-focus-on-israelTaba (Egitto), 16 Febbraio 2014 – Una forte esplosione ha investito un bus di turisti sul versante egiziano del valico di Taba (Mar Rosso), al confine fra Egitto ed Israele.

Stando a fonti della sicurezza egiziana i morti sarebbero 5, l’autista e 4 turisti di nazionalità coreana. Alcuni dei feriti sono stati trasferiti negli ospedali della vicina Eilat in Israele, mentre sembra che l’Egitto abbia rifiutato alle ambulanze israeliane di entrare.

Almeno cinque persone sono state uccise e decine ferite in un’esplosione oggi su un bus turistico nel Sinai egiziano, vicino al confine israeliano. Funzionari egiziani hanno detto l’origine dell’esplosione non è chiara, ma credono che si tratti di un’autobomba o di una bomba fatta esplodere con un telecomando. Il gruppo terroristico Ansar Bait al-Maqdis si è assunto la responsabilità dell’esplosione .

I feriti sono stati ricoverati negli ospedali in Egitto e al di là del confine nella città portuale israeliana di Eilat nel Yoseftal Hospital. Tuttavia, il quotidiano egiziano Al Youm Al Saab ha riferito che l’Egitto ha rifiutato di permettere alle ambulanze israeliane di entrare nel passaggio ed evacuare i turisti coreani e gli altri feriti ancora presenti sulla scena.

Per rimarcare la gravità dell’incidente, per la prima volta dalla firma del trattato di pace tra Egitto ed Israele, nel 1978, i due governi hanno deciso di chiudere la frontiera di Taba dopo il grave attentato di oggi contro l’autobus di turisti.

Thanks to Progetto Dreyfus

Nella foto in alto: ciò che resta dell’autobus dopo l’esplosione che lo ha distrutto uccidendo poveri innocenti

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  • #1Emanuel Baroz

    Egitto e Israele uniti contro Al-Qaida nel Sinai

    L’attentato al bus turistico al valico di Taba (Mar Rosso) conferma che i gruppi filo al-Qaida attivi nel Sinai ricercano sempre più spesso obiettivi legati ad Israele. Questa volta la deflagrazione è avvenuta a 100 metri dal confine con lo Stato ebraico e non ha provocato vittime israeliane. Ma l’episodio poteva avere un altro epilogo perchè nella minuscola enclave alberghiera di Taba – a differenza dal resto del Sinai egiziano – gli israeliani hanno libero accesso e non necessitano visti. L’attacco odierno, afferma un analista israeliano, è stato condotto con tutta probabilità da Ansar Beit al-Maqdes: una formazione islamica della galassia di al-Qaida che negli ultimi mesi ha dato filo da torcere sia ad Israele (con alcuni lanci di razzi verso la città turistica di Eilat, Mar Rosso), sia all’esercito egiziano dislocato nel Sinai, sia sferrando attacchi nella stessa capitale dell’Egitto. In questo contesto, aggiunge l’analista (un ex ufficiale dell’intelligence militare), l’obiettivo dell’attacco terroristico è pure significativo: un torpedone di turisti, la cui distruzione comporta necessariamente clamore internazionale e rischia di arrecare ulteriori danni all’industria turistica egiziana. Qualcuno ha ipotizzato che l’ordigno sia stato collocato sotto al sedile dell’autista nel tentativo di provocare l’esplosione poco dopo, una volta che il veicolo fosse entrato in Israele. Ma la pratica impone ai passeggeri di attraversare a piedi il valico di Taba: ciò anche per impedire il passaggio di ordigni.

    Da mesi l’esercito egiziano è impegnato nel Sinai in quella che viene descritta come la sua più grande operazione militare in quell’area dalla guerra del Kippur (1973). Di fronte alla minaccia jihadista, dice l’analista israeliano, la cooperazione fra i due eserciti è molto stretta: non solo sul piano tattico, ma anche nello scambio di informazioni di intelligence. E nell’equazione rientra anche Gaza che – si sospetta – funge da retrovia per i gruppi islamici attivi nel Sinai. Hamas nega strenuamente di essere coinvolto nella lotta gestita da costoro contro l’esercito di Abdel Fatah al-Sisi. Ma a quanto pare le informazioni di intelligence sono diverse. Da Gaza si apprende che l’esercito egiziano sta approntando una ‘Zona cuscinettò larga fra 300 e 500 metri lungo il confine con la Striscia di Gaza. Lo scopo è di impedire il transito sotterraneo di armi e di miliziani fra Gaza e il Sinai. Ottocento tunnel di contrabbando sono già stati neutralizzati finora, e le ruspe egiziane avanzano ancora. Ieri nel settore egiziano di Rafah alcune palazzine di confine sono state rase al suolo e altri tunnel sono stati distrutti: un messaggio implicito alla leadership di Hamas che la pressione anche nei suoi confronti è destinata a proseguire.

    (Fonte: Online News, 16 febbraio 2014)

    17 Feb 2014, 18:45 Rispondi|Quota
  • #2Emanuel Baroz

    Quel paradiso diventato teatro di guerra

    di Fiamma Nirenstein

    Un attacco al passaggio di Taba con quattro morti e decine di feriti è un bel risultato per l’organizzazione Ansar Bait al Maqdis, senza dimenticare il bus di turisti cristiani che va da Santa Caterina in Egitto ai luoghi santi di Gerusalemme. L’autobus è scoppiato nei pochi metri che dividono Egitto e Israele, il primo ormai nelle mani del generale Sisi, il peggior nemico della Fratellanza Musulmana, il secondo l’odiata roccaforte degli ebrei, i nemici della Umma Islamica: la bomba collocata sotto il sedile del guidatore è scoppiata dove i sionisti avvertissero bene la minaccia. La strage è stata rivendicata dalla stessa organizzazione che qualche giorno fa ha lanciato due missili su Eilat, cittadina israeliana. I simboli non mancano: ieri è ripreso il processo a Morsi, il presidente estromesso, e la Fratellanza vuole proseguire la guerra.

    Ma al di là dei simboli la realtà parla di una inusitata violenza islamista in tutta l’aria mediorientale, dall’Iraq alla Siria, al Sinai, a Gaza, la Striscia dominata da Hamas, dove si approvigionano gruppi misti, beduini compiacenti, pendolari del terrore, inviati da Al Qaida, reclutatori delle organizzazioni con base in Iraq e in Siria, tutti uniti oggi contro l’Egitto ma anche contro Israele e il mondo cristiano. L’Egitto non sta a a guardare: chi parla di«assedio» israeliano a Gaza, ignora che l’Egitto sta costruendo una zona cuscinetto, che in un giorno solo distrugge 17 case e inonda di acqua sporca i tunnel da cui entrano e escono armi e rifornimenti vari, arresta sospetti a dozzine, distrugge uliveti, uccide in scontri a fuoco.

    Ieri Israele ha offerto subito le sue ambulanze per ricoverare i feriti negli ospedali israeliani. Il Sinai è ormai teatro di guerra: dal luglio vi hanno avuto luogo circa 300 attacchi jihadisti, e le violenze raggiungono il Cairo. Il gruppo che ieri ha compiuto l’attentato (Ansar Beit al Maqdis vuol dire «Sostegno di Gerusalemme») esiste dal 2011, è nato a Gaza. È curiosa la gaffe contenuta nel nome dell’associazione qaidista: Al Maqdis vuol dire Ha Migdash, Beit ha Migdash è l’antico nome del Tempio Ebraico che per primo sorse a Gerusalemme. Ansar ha compiuto un attacco in cui sono stati uccisi 8 israeliani e ha abbattuto un elicottero militare egiziano. Certi affermano che sia l’ala militare della Fratellanza, usa i canali ufficiali di Al Qaida (come il Fajr Madia Center) e il leaderdi Al Qaida Ayman Al Zawahiri la loda spesso.

    Nella penisola del Sinai, un tempo luogo di bellissime vacanze fra il blu del mare e il rosso delle montagne desertiche, ormai si aggirano, si alleano, si dividono molti altri gruppi determinati alla violenza contro cristiani, musulmani traditori, ebrei. Hanno soldi, armi, uno scopo: distruggere chiunque impedisca la creazione del Califfato mondiale.

    (Fonte: Il Giornale, 17 febbraio 2014)

    17 Feb 2014, 18:47 Rispondi|Quota
  • #3Emanuel Baroz

    17 febbraio 2014 – Il canale tv egiziano Al-Hayat ha messo in onda lo scorso 31 gennaio una commedia “satirica” con spiccati tratti antisemiti, intitolata “La spia”, in cui vengono rappresentati degli “agenti del Mossad” che affermano, fra l’altro, di essere all’origine delle rivolte della cosiddetta primavera araba, e aggiungono: “La nostra prospettiva è semplice e umile: tutto ciò che vogliamo è controllare il mondo intero”.

    17 febbraio 2014 – Google ha acquistato la società israeliana SlickLogin, che sviluppa strumenti per la verifica dell’identità e altre tecnologie di sicurezza internet. Lo ha annunciato domenica mattina la stessa SlickLogin, una società creata solo sei mesi fa e che non ha ancora lanciato il suo prodotto sul mercato. Personale e tecnologia SlickLogin verranno integrati in Google entro la settimana.

    17 febbraio 2014 – Esplosione su un autobus di turisti a Taba, nel Sinai egiziano, molto vicino al confine con Israele: morti quattro turisti sudcoreani e l’autista egiziano. Feriti quasi tutti gli altri 30 passeggeri, cinque dei quali, particolarmente gravi, sono stati ricoverati all’ospedale Yoseftal di Eilat (Israele). Tuttavia, un funzionario della sicurezza ha riferito al quotidiano Al-Yom A-Saba che l’Egitto avrebbe rifiutato di lasciare entrare nel proprio territorio le ambulanze israeliane per trasportare i feriti in Israele.

    17 febbraio 2014 – La maggior parte dei ribelli armati sono usciti dal campo palestinese di Yarmouk, periferia sud di Damasco, grazie a un accordo con le fazioni palestinesi. Lo ha annunciato domenica all’agenzia AFP l’esponente dell’Olp Abdel Hadi, secondo il quale “miliziani palestinesi si sono schierati ai bordi del campo per impedire l’ingresso di eventuali uomini armati non-palestinesi”.

    17 febbraio 2014 – Il deposto presidente egiziano Mohamed Morsi è apparso in tribunale, domenica, con l’accusa d’aver cospirato con gruppi stranieri per realizzare atti terroristici in Egitto. La pubblica accusa ha parlato del “più grande caso di cospirazione nella storia dell’Egitto, un “piano terroristico” risalente al 2005 con il coinvolgimento del gruppo palestinese Hamas, del governo sciita dell’Iran e del suo alleato libanese Hezbollah.

    17 febbraio 2014 – “Per noi, il cosiddetto accordo-quadro americano non è affatto vincolante”. Lo ha detto il “primo ministro” di Hamas nella striscia di Gaza, Ismail Haniyeh, citato da PressTV. Haniyeh ha definito la proposta Usa di accordo-quadro (peraltro non ancora pubblicata) “un’ingiustizia che impone la violazione sionista della terra palestinese”.

    17 febbraio 2014 – Un razzo palestinese lanciato dalla striscia di Gaza verso Israele si è abbattuto sabato mattina su un campo aperto, nella regione di Sha’ar HaNegev.

    16 febbraio 2014 – Due razzi palestinesi lanciati venerdì sera dalla striscia di Gaza verso Israele si sono abbattuti rispettivamente a Hof Ashkelon e ad Eshkol. Lo ha confermato il portavoce delle Forze di Difesa israeliane aggiungendo che è stata colpita e danneggiata una serra, ma non vi sono feriti.

    16 febbraio 2014 – Hamas ha promesso che tratterà l’eventuale dispiegamento di una forza internazionale in territorio palestinese, nel quadro di un accordo di pace con Israele, come una forza occupante. Lo ha detto venerdì il portavoce di Hamas, Sami Abu Zuhri, citato dall’agenzia di stampa palestinese Ma’an, spiegando che Hamas si adopererà per “sconfiggere questa iniziativa” e che “nessun paese arabo accetterà la profanazione di un solo centimetro delle proprie terre”. Abu Zuhri ha anche esortato il presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen) a ritirarsi dai negoziati, dicendogli: “Nessuno ti ha autorizzato a parlare a nome del popolo palestinese o per conto di Hamas o di qualsiasi altra fazione”.

    16 febbraio 2014 – Forze di frontiera egiziane hanno distrutto, sabato, una decina di tunnel usati per contrabbando di merci e traffico di armi fra Sinai e striscia di Gaza. Distrutte anche sette case nel Sinai, nel quadro di una nuova campagna del Cairo volta a creare una zona cuscinetto lungo il confine con la striscia di Gaza. Lo ha riferito l’agenzia di stampa palestinese Ma’an.

    16 febbraio 2014 – Siria. Forze del regime hanno pesantemente bombardando, sabato, una città in mano ai ribelli vicino alla frontiera con il Libano, costringendo molti abitanti a fuggire oltre confine. Ne ha dato notizia l’Osservatorio siriano per i diritti umani, nello stesso giorno in cui affermava che il bilancio delle vittime siriane in tre anni di guerra civile è salito a 140.000 morti, comprensivi di civili, ribelli, membri delle forze armate, miliziani filo-governativi e combattenti stranieri.

    16 febbraio 2014 – Il mediatore internazionale Lakhdar Brahimi ha chiesto scusa, sabato, al popolo siriano per la mancanza di progressi nelle due tornate di colloqui di pace a Ginevra. Nel frattempo la Croce Rossa Internazionale ha accusato governo e opposizione in Siria di non rispettare i principi basilari del diritto internazionale umanitario, nonostante l’evacuazione degli assediati dalla Città Vecchia di Homs.

    (Fonte: Israele.net)

    17 Feb 2014, 18:48 Rispondi|Quota
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