Egitto: Hamas diventa fuorilegge

 
Emanuel Baroz
4 marzo 2014
5 commenti

Hamas diventa fuorilegge in Egitto: ordine di sequestro per la sede del Cairo

Lo ha deciso la Corte egiziana per le questioni urgenti: vietate tutte le attività del movimento palestinesi

egitto-hamas-fuorilegge-terrorismo-focus-on-israelIl Cairo, 4 Marzo 2014 – Hamas è considerata un’organizzazione fuorilegge in Egitto. Lo ha deciso la Corte egiziana per le questioni urgenti, che ha così vietato tutte le attività del movimento islamico palestinese nel Paese. Lo riferisce il sito del quotidiano «al-Ahram». Il Tribunale ha quindi ordinato il sequestro della sede di Hamas al Cairo.

LA RISPOSTA – Immediata la reazione del Movimento di Resistenza Islamica (chiamarli terroristi era troppoa dfifficile…): «È una decisione che nuoce all’immagine dell’Egitto e al suo ruolo nei confronti della causa palestinese», ha commentato da Gaza il portavoce Sami Abu Zuhri. «Rispecchia una forma di ostilità contro la resistenza palestinese».

LA SVOLTA – La decisione arriva dopo che lo scorso 23 settembre un Tribunale del Cairo aveva decretato che anche i Fratelli Musulmani, vicini ad Hamas, fossero fuorilegge in Egitto, ordinando la confisca di tutti i beni dei loro membri. Già al bando sotto il regime di Hosni Mubarak, che però ne tollerava la partecipazione al Parlamento come indipendenti, i Fratelli Musulmani erano riconosciuti come organizzazione non governativa dal marzo dello scorso anno. Il loro riconoscimento era andato di pari passo con l’elezione alla presidenza dell’Egitto dell’islamico Mohammed Morsi, deposto lo scorso 3 luglio dai militari.

Corriere.it

Nella foto in alto: uomini di Hamas sfilano per la città inneggiando all’allora presidente egiziano Mohammed Morsi (foto d’archivio)

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  • #1Emanuel Baroz

    L’Egitto mette al bando Hamas

    Il Tribunale per gli Affari Urgenti del Cairo ha disposto la confisca degli uffici e il congelamento dei beni in territorio egiziano dal gruppo radicale palestinese

    di Francesca Paci

    Adesso tocca Hamas. L’Egitto del generalissimo el Sisi non fa sconti a chi evoca lo spettro dei Fratelli Musulmani. Lo sanno bene i rifugiati siriani che, in fuga dal proprio paese in guerra quanto dai non sempre ospitalissimi Libano, Giordania e Turchia, hanno cominciato a scoprire alcuni mesi fa di non essere affatto benvoluti al Cairo. Anzi, con buona pace della primavera araba e del contagio rivoluzionario, sempre più egiziani parteggiano oggi per il presidente siriano Assad perché convinti che la sua vittoria possa dare il colpo definitivo all’internazionale dei Fratelli Musulmani e all’islam politico.

    La Corte egiziana per le questioni urgenti ha deciso infatti che il movimento islamico palestinese al potere a Gaza è di fatto un’organizzazione fuorilegge e ha ordinato il sequestro della sede del Cairo. Bandito dall’Egitto dunque, come a dicembre sono stati definitivamente banditi i Fratelli Musulmani (l’organizzazione è stata dichiarata terrorista mentre l’ex presidente Morsi e altri leaders in prigione rischiano potenzialmente la pena di morte per “intellegence con il nemico” ossia, per l’appunto, con Hamas).

    L’aggravarsi della situazione in Sinai, la penisola desertica al confine con Gaza, dove gli ultimi mesi hanno visto accostarsi al business del contrabbando quello dell’ideologia jihadista, ha inasprito lo scontro. L’esercito egiziano accusa i Fratelli di fomentare il terrorismo (attentati a basi militari ma un paio di settimane fa per la prima volta dal 2006 anche a un pullman di turisti sud coreani) per minare la nuova road map del paese con l’aiuto di Hamas (che è parte della Fratellanza). Per questo da mesi i militari di el Sisi prendono di mira i tunnel sotterranei al confine di Gaze e Egitto con una meticolosità distruttiva che fa invidia a Israele.

    Ora l’offensiva. Hamas è fuori, out, l’odio popolare per i signori di Gaza è cresciuto talmente tanto in Egitto da avere effetti anche sulla percezione della causa palestinese, un tempo venerata e oggi nella migliore delle ipotesi ignorata.

    Immediata arriva la reazione di Hamas. «È una decisione che nuoce all’immagine dell’Egitto e al suo ruolo nei confronti della causa e della resistenza palestinese» commenta da Gaza il portavoce Sami Abu Zuhri. La “resistenza” già. Un vecchio mito che regge il confronto col tempo. I resistenti per eccellenza (a Israele) erano i miliziani libanesi sciiti di Hezbollah che però da quanto hanno affiancato la lotta di Assad contro il suo popolo (sunnita) hanno perso parecchio lustro tra gli arabi (in maggioranza sunniti). Il terremoto è arrivato all’improvviso e ha travolto tutti, i rifugiati siriani che oggi disperati scappano dall’Egitto verso Gaza (!), la causa della rivolta anti Damasco “smascherata” da presunti fautori dell’ordine laico come “complotto” islamista, i palestinesi mai tanto invisi nelle piazze arabe un tempo infiammate per loro, Hamas. Tutti contro tutti, fino a quando le due anime irriconciliabili dell’Egitto, i pro esercito e i pro Morsi, non accetteranno di non essere rispettivamente tutto ma solo una parte.

    http://www.lastampa.it/2014/03/04/esteri/legitto-mette-al-bando-hamas-4NdSEDDAsUomHoWK97KvpK/pagina.html

    4 Mar 2014, 19:47 Rispondi|Quota
  • #2Emanuel Baroz

    «Sono terroristi». L’Egitto mette fuorilegge Hamas

    II nuovo corso del Cairo

    di Simona Verrazzo

    Dopo i Fratelli musulmani, il pugno di ferro dei militari egiziani si abbatte su Hamas, il gruppo terroristico islamista dal 2007 al potere nella Striscia di Gaza. La mossa sta a rimarcare la fine dell’era Morsi, il presidente deposto lo scorso luglio membro della Fratellanza, che con Hamas è sempre stata vicina. La decisione è arrivata dalla Corte egiziana per le questioni urgenti, che ha vietato tutte le attività del gruppo nel Paese nordafricano. Ordinato anche il sequestro della sede di Hamas al Cairo.

    Lo scorso 23 settembre era stato decretato che anche i Fratelli musulmani, vicini ad Hamas, fossero messi fuorilegge in Egitto, ordinando la confisca di tutti i beni dei loro membri. Già banditi sotto il regime di Hosni Mubarak, che però ne tollerava la partecipazione in Parlamento come indipendenti, la Fratellanza era riconosciuta come organizzazione non governativa dal marzo dello scorso anno. La sua riaffermazione era andata di pari passo con l’elezione alla presidenza nel giugno 2012 di un suo membro, Mohammed Morsi, deposto il 3 luglio 2013 dai militari.

    Le ragioni della messa al bando vanno ricercate nell’accusa formulata dal tribunale: il movimento palestinese di Hamas addestrava a Gaza giovani membri dei Fratelli musulmani per condurre attacchi terroristici.

    Lo scorso 18 dicembre, le indagini hanno rivelato che Hamas, durante il primo anno di presidenza del deposto presidente, ha ricevuto giovani esponenti della Fratellanza per addestrarli a compiere azioni contro lo Stato egiziano. Secondo le autorità, Hamas è anche coinvolta nel caso della “grande evasione”, nel quale Morsi è accusato di aver organizzato ed eseguito, insieme ad altri 132 imputati, l’assalto del gennaio 2011 al carcere di Wadi el Natrun, nel quale era all’epoca era detenuto il deposto presidente.

    E c’è poi il nodo riguardante la sicurezza nella Penisola del Sinai, alla cui estremità meridionale sorgono i villaggi turistici sul Mar Rosso un tempo principale entrata economica del paese, e dei tunnel che la attraversano, contrabbandando di tutto tra l’Egitto e la Striscia di Gaza. I rapporti tra Hamas, che la controlla, e le autorità egiziane sono peggiorati dalla deposizione di Morsi nel luglio scorso. Il governo ad interim sostenuto dai militari, con il generale Abd al-Fattah Khalil Al Sisi che conferma la sua candidatura alle prossime presidenziali, ha accusato il movimento palestinese di appoggiare i miliziani che, nel dopo Morsi, hanno intensificato i loro attacchi contro le forze della sicurezza egiziana nel Sinai. Il gruppo islamista ha sempre negato ogni coinvolgimento.

    E non si è fatta attendere la risposta di Hamas, che ha tirato in ballo Israele. «Questa decisione è un tentativo di assediare la resistenza e fa gli interessi dell’occupazione israeliana», ha commentato Bassem Naim, esponente del movimento palestinese, citato dal sito web della tv Al Ara-biya. Come sempre, quando le diverse anime del mondo islamico si fronteggiano, la “colpa” è dello Stato ebraico.

    (Fonte: Libero, 5 marzo 2014)

    7 Mar 2014, 11:36 Rispondi|Quota
  • #3Parvus

    Non si può che elogiare il popolo egiziano che volge le spalle ai terroristi.

    10 Mar 2014, 19:14 Rispondi|Quota
  • #4Emanuel Baroz

    Riapre il valico egiziano di Rafah

    Dopo dieci giorni di blocco seguiti alla messa fuorilegge di Hamas

    IL CAIRO – Le autorità egiziane hanno riaperto ieri, dopo dieci giorni di blocco, il valico di Rafah che collega l’Egitto con la Striscia di Gaza. Lo scrive il quotidiano «Al Ahram» citando fonti della sicurezza. La riapertura del valico di Rafah — l’unico terminal di confine con il territorio palestinese non controllato da Israele — è stata predisposta solo per due giorni a partire da ieri. Martedì scorso la giustizia egiziana aveva messo fuorilegge Hamas — che controlla la Striscia di Gaza — imponendo un divieto temporaneo delle sue attività all’interno del Paese.

    I rapporti tra Il Cairo e Hamas si sono inaspriti dopo la destituzione dell’ex presidente egiziano, Mohammed Mursi. Il nuovo Governo accusa il movimento radicale palestinese di complottare per compiere atti violenti in territorio egiziano e in particolare di fornire sostegno ai militanti islamici nella penisola del Sinai.

    La situazione nel Paese resta ancora tesa e un altro poliziotto è stato ucciso sabato in un agguato teso da uomini armati a un posto di blocco stradale nel governatorato di Sharkia. Lo ha reso noto una fonte della sicurezza aggiungendo che gli agenti hanno risposto al fuoco uccidendo un aggressore.

    Intanto, il presidente ad interim, Adly Mansour, ha promulgato sabato la nuova legge sulle presidenziali, in programma indicativamente per la metà di aprile. Il provvedimento fissa i requisiti di base per candidarsi alla massima carica istituzionale e rende definitive e non impugnabili tutte le decisioni adottate dalla commissione elettorale centrale, sia prima che dopo la consultazione.

    Con l’entrata in vigore della legge, la Commissione stessa potrà finalmente fissare la data precisa della consultazione. Dopo la promulgazione della legge dovrebbe essere ufficializzata la candidatura del maresciallo Abdel Fattah El Sissi, ministro della Difesa e capo dell’esercito.

    Tra le caratteristiche prescritte agli aspiranti alla massima carica dello Stato: avere almeno quarant’anni di età, aver conseguito una laurea, aver espletato il servizio militare e essere nati da genitori egiziani. Non sarà candidabile chiunque abbia acquisito una nazionalità straniera e chiunque abbia un coniuge o i genitori cittadini di un altro Stato.

    (Fonte: L’Osservatore Romano, 11 marzo 2014)

    13 Mar 2014, 12:56 Rispondi|Quota
  • #5GeertWilders4President

    Allora ogni tanto anche loro fanno scelte giuste. Ben gli sta ai TERRORISTI di hamas.

    16 Mag 2014, 23:09 Rispondi|Quota
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