Egitto: condannati a morte 529 affiliati ai Fratelli Musulmani

 
Emanuel Baroz
26 marzo 2014
5 commenti

Egitto, condannati a morte 529 sostenitori di Morsi

Dopo la destituzione del presidente islamista oltre mille furono i morti negli scontri di piazza

egitto-fratelli-musulmani-condanna-a-morte-focus-on-israelIl Cairo, 24 Marzo 2014 – Un tribunale egiziano ha condannato a morte in primo grado 529 sostenitori del presidente islamico deposto, Mohammed Morsi, per le violenze della scorsa estate. Lo hanno indicato fonti giudiziarie. Solo 153 dei condannati sono già in carcere mentre tutti gli altri sono latitanti.

Dopo la destituzione di Morsi da parte dell’esercito il 3 luglio scorso, 1.400 sostenitori dei Fratelli Musulmani sono stati uccisi dalla violenta repressione delle forze di sicurezza e migliaia di altri sono stati arrestati.

Nei giorni scorsi il giro di vite in Egitto aveva visto mettere al bando tutte le attività del movimento islamico palestinese Hamas, al potere nella Striscia di Gaza, ordinandone il sequestro di tutti i beni: il gruppo è considerato dal Cairo un alleato dei Fratelli Musulmani, organizzazione considerata “terroristica”. La leadership del paese ha accusato Hamas di “complottare” per condurre azioni violente in territorio egiziano.

(Fonte: Today.it, 24 Marzo 2014)

Nella foto in alto: una manifestazione a favore del presidente egiziano Mohammed Morsi, poi destituito, nel Luglio 2013

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  • #1Emanuel Baroz

    Egitto, la condanna dei Fratelli Musulmani

    di Stefano Magni

    La campagna delle prossime elezioni presidenziali in Egitto inizia con una sentenza-shock: 528 condanne a morte. I condannati sono tutti appartenenti al movimento dei Fratelli Musulmani. La condanna riguarda i gravi disordini dello scorso agosto, quando i militanti del partito e movimento islamico legato all’appena deposto presidente Mohammed Morsi, lanciarono una vera contro-rivoluzione, reagendo con ira funesta ai moti di giugno, che si erano conclusi con la loro cacciata dal potere. Fallito il tentativo, privo di ogni realistica speranza, di riconquistare il vertice o per lo meno di ritagliarsi uno spazio nel nuovo assetto governativo, i Fratelli Musulmani si erano abbandonati ad ogni tipo di violenza e minaccia, soprattutto contro i cristiani d’Egitto, collettivamente accusati di essere i grandi tessitori del complotto contro Morsi. Chiese, negozi, auto e altre proprietà vennero dati alle fiamme in gran numero, mentre i siti internet della Fratellanza negavano ogni responsabilità proprio quando incitavano la folla a continuare l’opera di “giustizia” contro i nemici religiosi, con la tipica doppiezza degli estremisti islamici.

    La popolazione egiziana, stanca del caos creato dalla breve amministrazione Morsi (2012-2013) e atterrita dalla reazione violenta della Fratellanza, ha iniziato a individuare nel generale Al Sisi il proprio nuovo “uomo forte”, l’unico in grado di riportare l’ordine in patria. La Fratellanza, invece, ha iniziato a subire un colpo dietro l’altro da parte del nuovo governo provvisorio. Prima è stata bandita la sua Organizzazione Non Governativa. Poi è stato vietato il partito politico. Recentemente è stata revocata la cittadinanza a quei palestinesi che aderiscono a Hamas, movimento islamico armato strettamente legato alla Fratellanza. E, contestualmente, l’esercito egiziano, oltre a chiudere il valico di Rafah (il confine con Gaza, città governata da Hamas), ha anche distrutto quasi tutti i tunnel che collegavano clandestinamente Gaza con l’Egitto. Oltre i confini, i Fratelli Musulmani sono stati banditi ufficialmente anche in Arabia Saudita, dopo decenni di sostegno più o meno ufficiale. Esclusi completamente dai lavori della Commissione dei 50, l’assemblea costituente egiziana, gli islamisti non hanno potuto avere voce in capitolo sulla nuova legge suprema. Che, infatti, risulta essere una delle più laiche e tolleranti dell’intero mondo arabo-musulmano.

    La condanna a morte di massa dei 528 militanti islamisti, dunque, giunge come ultima stazione di una vera e propria via dolorosa percorsa dalla Fratellanza. Tutto ancora da verificare, ovviamente, se si tratta di condanne esecutive (devono essere ancora controfirmate dal Gran Muftì del Cairo), o se saranno commutate in periodi detentivi. Sono, in ogni caso, il simbolo di una sconfitta strategica. E gli effetti sono già lì da vedere. Dei Salafiti non si parla più: erano i più integralisti degli integralisti, il loro partito (Al Nour) è tuttora legale e fa parte del nuovo governo, ma non fa più parlare di sé con proposte di islamizzazione radicale della legge egiziana. In Tunisia, dove i Fratelli Musulmani sono tuttora al governo, la nuova costituzione è ispirata soprattutto a valori secolari. Per lo meno: molto più di quanto non ci si attendesse. Hamas, a Gaza, sta attraversando una crisi che potrebbe porre fine al suo lungo e duro regime: tagliati gli aiuti dalla Siria (per ovvie ragioni) e alienata la simpatia dell’Egitto, resta veramente un’isola di integralismo islamico circondata da nemici.

    Paradossalmente, in questa situazione, ci perdono gli Stati Uniti, poiché l’amministrazione Obama (e la seconda amministrazione Bush negli anni che l’hanno preceduto) aveva puntato incredibilmente sul cavallo della Fratellanza, anti-occidentale e anti-cristiana da sempre, ritenendola la vera espressione del volere popolare. Così facendo, non solo non ha riconosciuto la genuinità dei moti di giugno, alienandosi la simpatia degli egiziani, ma tuttora continua a invitare il Cairo a riammettere i Fratelli Musulmani nel gioco democratico. Anche il 21 marzo scorso, Marie Harf, portavoce del Dipartimento di Stato, ha ammesso l’esistenza di contatti fra Washington e la Fratellanza. Poiché “tutti i partiti hanno bisogno di essere parte del futuro egiziano”. Tutti, compresi quelli che hanno cercato di instaurare una dittatura e sono stati cacciati a furor di popolo.

    http://www.opinione.it/esteri/2014/03/25/magni_esteri-25-03.aspx

    26 Mar 2014, 11:25 Rispondi|Quota
    • #2GeertWilders4President

      @Emanuel Baroz: Allora se Obama la pensa così dovrebbe fare lo stesso ragionamento con i filo-KKK in America. Detto da una sionista come me suona forte, ma sia ben chiaro che li cito solo per affiancarli ai fratelli musulmani come fanatici aspiranti dittatori e pluriomicida.

      16 Mag 2014, 23:14 Rispondi|Quota
    • #3Emanuel Baroz

      @GeertWilders4President: una cosa è la politica interna un’altra è la politica estera…;)

      18 Mag 2014, 11:37 Rispondi|Quota
  • #4Emanuel Baroz

    Egitto. A processo altri 700 sostenitori di Morsi

    (ASCA) – Roma, 25 mar 2014 – Processo oggi in Egitto per circa 700 sostenitori del deposto presidente Mohamed Morsi, fra cui il leader dei Fratelli musulmani Mohammed Badie, davanti allo stesso tribunale di Minya che ieri ha condannato a morte 528 sostenitori di Morsi, ritenuti responsabili dell’uccisione di due poliziotti e di violenze contro persone e beni, nel corso delle proteste dello scorso agosto.

    Badie e gli altri imputati sono accusati di incitamento alla violenza e omicidio per la morte di otto manifestanti anti-Fratellanza, negli scontri avvenuti davanti alla sede del movimento, al Cairo, l’anno scorso. (fonte AFP).

    26 Mar 2014, 11:28 Rispondi|Quota
  • #5Emanuel Baroz

    Egitto, condanne a morte per 529 Fratelli Musulmani

    Maxi-processo contro oltre 1000 esponenti del movimento islamista per le violenze di agosto. Anche la guida spirituale Mohammed Badie condannato

    IL CAIRO – Un maxi-processo contro i Fratelli musulmani in Egitto si è chiuso oggi con 529 condanne a morte, per capi di accusa che includono anche l’omicidio. E’ una nuova tappa dell’escalation contro il movimento islamista voluto dal governo egiziano guidato dai militari dopo la deposizione di Mohammed Morsi.

    Tra i condannati anche la guida spirituale Mohammed Badie, leader del movimento fino alla sua messa fuorilegge, e l’ex presidente del Parlamento, Saad al-Katatni. Solo 16 imputati sono stati assolti. Dei 529 condannati, solo 153 sono in carcere, gli altri sono ricercati. Ora ci sarà il processo di appello.

    Le condanne sono state emesse nell’ambito del processo che vede imputati oltre 1.200 sostenitori dei Fratelli musulmani per i disordini del 14 agosto del 2013, a seguito dell’intervento delle forze di sicurezza per sgomberare due sit-in dei Fratelli Musulmani al Cairo e a Giza. Nei prossimi due giorni dovranno comparire in aula altri 700 pro-Morsi anche loro accusati di avere attaccato un commissariato di polizia e di avere partecipato agli scontri e alle violenze.

    http://www.repubblica.it/esteri/2014/03/24/news/egitto_condanne_a_morte_per_529_fratelli_musulmani-81742745/

    26 Mar 2014, 11:30 Rispondi|Quota