Riad (Arabia Saudita): negato l’ingresso a giornalista ebreo

 
Emanuel Baroz
28 marzo 2014
6 commenti

Negato in Arabia il visto a un cronista del Jerusalem Post. La Casa Bianca protesta

obama-visita-arabia-saudita-focus-on-israelWashington,25 Marzo 2014 – ”Siamo profondamente delusi da questa decisione ai danni di un bravo giornalista”. Cosi’ una portavoce della Casa Bianca ha ufficialmente protestato contro le autorita’ saudite che hanno negato il visto a Micheal Wilner, cronista del Jerusalem Post e cittadino americano che avrebbe dovuto seguire la visita di Barack Obama in Arabia Saudita.

Lo stesso giornale israeliano ha fatto sapere che sia la responsabile della Sicurezza Nazionale Susan Rice, sia il suo vice Tony Blinken hanno espresso il loro dissenso alle autorita’ di Ryad.

E’ noto come l’Arabia non abbia mai riconosciuto lo stato di Israele, tuttavia, come ha ricordato il quotidiano, Wilner e’ un ebreo americano che non ha mai vissuto in Israele e non ne ha mai preso la cittadinanza.

(Fonte: ANSAmed, 25 marzo 2014)

Thanks to Progetto Dreyfus

Nella foto in alto: il presidente USA Barack Obama con il re Abdullah, sovrano dell’Arabia Saudita

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  • #1Aurora

    A una seria protesta della Casa Bianca e soprattutto a quella del Dipartimento di Stato non c’è da crederci un istante.
    Sono infatti totalmente succubi delle decisioni dei satrapi petrolieri sauditi sin dagli anni ’20.
    Il solo ad essersi mai imposto ai sauditi rispetto a Israele fu Kennedy, che cancellò l’embargo delle armi USA a Israele. Il resto, specialmente i Bush e Obama, danzano alla musica saudita, al punto che Obama ha messo a capo della CIA un musulmano ex Station Chief a Ryad (che per esserlo necessita dell’OK saudita).
    Persino a livello militare la presenza di soldati ebrei nelle basi americane fu praticamente eliminata in seguito alle pressioni saudite.

    29 Mar 2014, 07:33 Rispondi|Quota
  • #2Daniel

    Teheran e la guerra in Siria. Re Abdullah bacchetta Obama

    di Paolo Mastrolilli

    La tappa più difficile del viaggio di Barack Obama è stata senza dubbio quella di ieri in Arabia Saudita. È vero che laRussia preme ai confini dell’Ucraina, ma su questo punto era probabile che l’Europa e il G7 avrebbero accettato la lineadi contrasto preferita daWashington.ARoma, poi, la benedizione del Papa e la sintonia col nuovo premier Renzi erano prevedibili. A Riad, invece, si è svolto una specie di processo, anche se l’accoglienza in una location nel deserto, Rawdat Khurain, fra marmi, stucchi, sedie dorate, candelieri luccicanti come gioielli, è stata da imperatore. Il re Abdullah ha rimproverato al capo della Casa Bianca quasi tutte le scelte compiute negli ultimi anni in Medio Oriente, e Obama ha risposto offrendo rassicurazioni mirate a salvare il rapporto con un tradizionale alleato strategico degli Usa, sceso forse al livello più basso dalla fondazione del regno saudita. Un colloquio di due ore imperniato su Iran e guerra in Siria quello fra i leader definito «franco» dai portavoce della Casa Bianca. Le due ore di sono «portati via» gli altritemi spinosi. Come l’Egitto. L’Arabia imputa agli Usa di aver consentito la caduta di Mubarak e la sua sostituzione col governo dei Fratelli Musulmani. Riad li considera il pericolo principale per la stabilità dell’intera regione, per la mescolanza di estremismo religioso e attivismo politico. Questo ha provocato anche una spaccatura tra i paesi del Golfo. Con Riad si sono schierati gli Emirati e il Kuwait, che hanno offerto oltre 15 miliardi di dollari in aiuti al generale Al Sisi, mentre il Qatar aveva appoggiatoMorsi. Risultato: l’Arabia e i suoi alleati hanno ritirato gli ambasciatori dal Qatar, e Obama non ha potuto riunire il Consiglio del Golfo durante la sua sosta nella penisola. Nel faccia a faccia fra Abdullah e Obama molto spazio l’ha occupato la Siria. Riad ha appoggiato i gruppi islamici più estremisti contro Assad, secondo uno schema gestito dall’ex ambasciatore a Washington Bandar bin Sultan. Abdullah, poi, non ha mai perdonato ad Obama di aver rinunciato all’interventomilitare, dopo l’uso delle armi chimiche. La Casa Bianca parla di «tattiche differenti »ma strategia e obiettivi analoghi, ovvero la necessità di «isolare gli estremisti ». L’altro attrito è quello più grave e con implicazioni di lungo periodo, e riguarda la scelta della Casa Bianca di trattare con l’Iran sul programma nucleare. Tutta la politica estera di Riad, inclusa la guerra per procura fra sunniti e sciiti in Siria, è impostata sul contenimento di Teheran.Washington invece si è convinta che parlare con gli ayatollah sia l’unica strada da seguire per la stabilità. Ieri Obama ha precisato che «non accetterà un cattivo accordo con Teheran ».Diversi analistiUsa pensano che il Medio Oriente tornerà in equilibrio solo quando Arabia e Iran si divideranno la regione in sfere di influenza. Obama ha incontrato Abdullah con tre obiettivi: convincerlo che il negoziato conTeheran conviene a tutti, frenare la sua collaborazione con i jihadisti in Siria, conservare le strette relazioni commerciali. Secondo un’analisi del gruppo Eurasia, il successo sul primo punto è impossibile: almeno per ora, l’Arabia non ha alcuna intenzione di restituire all’Iran un ruolo di potenza regionale. Sul secondo qualchemovimento c’è già stato, vista la recente rimozione di Bandar dal ruolo di coordinatore degli interventi in Siria.Obama si è detto disposto a inviaremissili anti-aerei ai ribelli, incambio del ritiro dell’appoggio saudita ai gruppi estremisti.Resta però il fatto cheAssad sta vincendo, e questo rischia di scatenare un’ondata terroristica da parte degli jihadisti. In cambio, comunque, Riad chiede a Washington di ammorbidire le posizioni sull’Egitto, almeno accettando in silenzio l’ascesa di Al Sisi. Sul terzo punto, quello commerciale, una relazione solida resta nell’interesse di tutti, ma intanto l’Arabia sta guardando ad altri mercati per lo sviluppo delle sue infrastrutture, mentre gli Usa grazie alle nuove tecniche shale si apprestano a scavalcarla come primo produttore mondiale di petrolio.

    (Fonte: La Stampa, 29 Marzo 2014, pag. 13)

    29 Mar 2014, 20:42 Rispondi|Quota
  • #3Daniel

    Il Gran mufti d’Arabia Saudita contro la serie tv “The 99”: “È opera del diavolo”

    La serie, ispirata al fumetto (della casa editrice kuwaitiana Teshkeel Comics) che vede protagonista un gruppo di supereroi di cultura e fede islamica, ha invece incassato le lodi di Barack Obama

    di Franco Grilli

    Il Gran mufti d’Arabia Saudita, Abdulaziz al-Sheikh, ha definito “opera del diavolo” la serie animata “The 99”, ispirata al fumetto (della casa editrice kuwaitiana Teshkeel Comics) che vede protagonista un gruppo di supereroi di cultura e fede islamica. Per tale ragione il Gran mufti ha invitato i musulmani a non guardare la serie tv. Trasmessa dal canale satellitare di Stato Mbc3, che ha sede a Dubai, nei vicini Emirati arabi uniti, The 99 ha invece incassato le lodi del presidente degli Stati Uniti Barack Obama per il suo messaggio di dialogo culturale. Ciò nonostante, una fatwa dei religiosi sauditi ha dichiarato “blasfema” la serie tv, perché i nomi dei supereroi si basano su 99 titoli assegnati ad Allah nel Corano.

    http://www.ilgiornale.it/news/esteri/gran-mufti-darabia-saudita-contro-serie-tv-99-opera-diavolo-1004445.html

    29 Mar 2014, 20:44 Rispondi|Quota
  • #4Daniel

    Arabia Saudita: re Abdullah nomina nuovo principe ereditario

    Fratellastro Muqrin bin Abdulaziz al posto di Salman

    (ANSAmed) – BEIRUT, 27 MAR – Il re Abdullah dell’Arabia Saudita ha designato oggi il suo fratellastro Muqrin bin Abdulaziz come principe ereditario. Ne da’ notizia la televisione panaraba satellitare Al Arabiya.

    In un annuncio fatto alla televisione di Stato si sottolinea che Muqrin diventera’ re se la carica rimarra’ vacante. La decisione esclude dalla successione quello che finora era considerato il principe ereditario, Salman bin Abdulaziz.

    http://ansamed.ansa.it/ansamed/it/notizie/rubriche/politica/2014/03/27/arabia-saudita-re-abdullah-nomina-nuovo-principe-ereditario_79033d82-4f24-4a5a-bf3f-a970bde2d4ab.html

    29 Mar 2014, 20:44 Rispondi|Quota
  • #5Daniel

    Marino cerca sponsor a Riad, ecco la lista dei 9 tesori di Roma da salvare

    http://www.ilsecoloxix.it/p/cultura/2014/03/27/AQKs5zFC-salvare_tesori_sponsor.shtml

    29 Mar 2014, 20:45 Rispondi|Quota
  • #6gianni centola

    Pur con tutti i loro miliardi,i dirigenti sauditi, pecorai ignoranti erano e tali sono rimasti
    dovrebbero sapere che la loro patria e’ stata decisa con un tratto di penna sull’immenso territorio desertico, e quasi disabitato dove viveno solo poche tribu’ di nomadi beduini
    quindi e’ ne piu’ e ne meno uno stato artificiale come tanti altri della zona.
    Con quale criterio aprono a sproposito bocca sul diritto di Israele come stato sovrano ed ebraico ?? O si sentono talmente protetti dal presidente (mussulmano) Obama da
    credere di poter decidere cosa un ebreo( non israeliano) ha il diritto di fare ?

    31 Mar 2014, 12:42 Rispondi|Quota