Gaza: eseguite altre due condanne a morte dal boia di Hamas

 
Emanuel Baroz
8 maggio 2014
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GAZA: HAMAS CONDANNA A MORTE DUE PALESTINESI ACCUSATI DI COLLABORARE CON ISRAELE

hamas-condanna-morte-gaza-focus-on-israelGaza, 7 Maggio 2014 – Un portavoce di Hamas ha fatto sapere che ieri due palestinesi sono stati condannati a morte con l’accusa di collaborare con Israele. Secondo fonti palestinesi, il primo uomo, identificato con le iniziali Z.R., ha 30 anni ed è stato freddato con un colpo di pistola, mentre il secondo, A.K. di 40 anni, è stato impiccato. “Due collaboratori dell’occupante sionista sono stati condannati a morte per aver passato informazioni su due nostri martiri”, ha spigato il portavoce dell’organizzazione terroristica. Israele si serve di fonti interne alla popolazione palestinese per contrastare gli attentati terroristici e per catturare i personaggi più pericolosi per l’incolumità dei cittadini israeliani, e la maggior parte dei palestinesi li considera dei traditori.

Negli ultimi 7 anni, sono state 19 le condanne a morte, quasi sempre senza processo, 10 delle quali legate ad accuse di spionaggio che insieme all’omicidio e al traffico di droga è il reato che contempla l’esecuzione immediata. Ovviamente quando si parla di omicidio, non contano i massacri perpetrati contro gli “infedeli”.

Thanks to Progetto Dreyfus

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  • #1Daniel

    9 maggio 2014 – L’ex procuratore capo della Corte Penale internazionale, Luis Moreno-Ocampo, in visita in Israele, ha esortato i palestinesi a procedere con cautela con l’idea di perseguire Israele per crimini di guerra perché potrebbero esporsi ad accuse analoghe o peggiori. I palestinesi sono stati accettati come “stato non membro” all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 2012, il che permette loro di qualificarsi per l’adesione a decine di convenzioni e agenzie internazionali, compresa la Corte Penale Internazionale. Ma se lo fanno, ha detto Moreno-Ocampo, ne accettano la giurisdizione e potrebbero essere incriminati per gli attentati suicidi e i razzi sui civili. Secondo Moreno-Ocampo, sarebbe preferibile che le due parti cercassero piuttosto di appianare direttamente le loro divergenze.

    9 maggio 2014 – Su richiesta del Gruppo arabo alle Nazioni Unite, il diplomatico indonesiano pro-palestinese Makarim Wibisono è stato nominato giovedì a Ginevra per un mandato di sei anni come investigatore speciale sulle azioni israeliane in Cisgiordania e Gerusalemme est per conto del Consiglio ONU dei diritti umani, il cui presidente Ndong Ella lo ha scelto scartando i tre candidati proposti da un gruppo consultivo composto da cinque Stati membri. Wibisono, che si è già espresso in molte occasioni contro Israele, prende il posto occupato per sei anni da Richard Falk. Il Consiglio ha 37 relatori speciali, ma Israele è l’unico paese a cui viene assegnato un relatore in modo permanente con il mandato di concentrarsi esclusivamente sulle azioni israeliane nei confronti dei palestinesi.

    9 maggio 2014 – Le forze siriane fedeli al presidente Bashar Assad hanno usato armi chimiche in più di 30 casi, ogni volta con la morte di civili, dopo che la Siria ha aderito l’anno scorso alla Convenzione internazionale sulle armi chimiche e ha accettato la demolizione del suo arsenale. Lo ha detto giovedì un alto ufficiale israeliano citato da Times of Israel. Secondo la fonte, il regime di Assad si è concentrato sull’uso di armi tossiche “non classiche”, come il gas cloro.

    9 maggio 2014 – Il portavoce della Chiesa Greco-ortodossa in Terra Santa, Essa Musleh, ha dichiarato giovedì all’agenzia Afp che il sacerdote arabo-israeliano di Nazareth padre Gabrilel Naddaf è stato destituito d’autorità a causa delle sue attività a favore dell’arruolamento volontario di giovani arabi israeliani nelle Forze di Difesa israeliane.

    9 maggio 2014 – Il giornalista Khaled Abu Toameh, da trent’anni corrispondente del Jerusalem Post per gli affari arabi (più volte tradotto anche da http://www.israele.net), ha ricevuto il premio per coraggio e integrità giornalistica intitolato a Daniel Pearl, il giornalista israelo-americano rapito e ucciso in Pakistan nel 2002.

    9 maggio 2014 – La Chiesa cattolica ha chiesto mercoledì a Israele di agire contro il vandalismo anti-cristiano, dopo che sono comparse scritte anti-arabe e anti-cristiane sui muri del centro Notre Dame, a Gerusalemme, di proprietà del Vaticano.

    8 maggio 2014 – In occasione del 66esimo anniversario della nascita di Israele, Hamas ha diffuso martedì un video in cui dileggia l’inno nazionale israeliano Hatikvà (“La speranza”). Intitolato Sof Hatikvah (“Fine della speranza”) e cantato interamente in (malcerto) ebraico, il video promette agli israeliani che presto saranno cacciati dalla Terra d’Israele. La canzone dice che agli israeliani più furbi sarà permesso di lasciare il paese e tornare “ai loro paesi” (che sarebbero Russia e Germania), mentre quelli più testardi che resteranno avranno il destino segnato “sotto la polvere”. Le immagini generate al computer mostrano un palestinese che manda in frantumi i simboli dello stato ebraico ed ebrei in preghiera cacciati dal “muro del pianto” e da Gerusalemme e scortati da miliziani armati di Hamas verso le navi che li deporteranno. La storpiatura dell’inno israeliano si conclude chiamando la capitale d’Israele “Bayit al Maqdis” invece di Gerusalemme. Vale la pena notare che la locuzione araba Bayit al Maqdis deriva da quella ebraica Bayit Al Miqdash, che indica il Tempio ebraico di Gerusalemme.

    8 maggio 2014 – Hamas ha giustiziato, mercoledì pomeriggio a Gaza, due uomini accusati d’aver collaborato con Israele (nella lotta contro il terrorismo). Lo ha annunciato il portavoce del “ministero dell’interno”, Iyad al-Bozum, dicendo che uno è stato messo a morte mediante fucilazione, l’altro per impiccagione. I loro nomi non sono stati resi noti.

    8 maggio 2014 – Subito dopo la diffusione, mercoledì, di un’intervista al Canale Due della tv israeliana nella quale il presidente Shimon Peres dice che tre anni fa il primo ministro Benjamin Netanyahu ha lasciato cadere un accordo quasi raggiunto tra lo stesso Peres e il presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen), l’ufficio di Netanyahu ha diramato una smentita in cui si afferma che “Abu Mazen non ha mai accettato nulla: anche quella volta, tutto ciò che voleva era ricevere da Israele senza dare nulla in cambio. La strategia di Abu Mazen è nota ed è quella di mantenersi nell’ambiguità fino a quando non viene messo alle strette, e allora fugge”. La nota aggiunge: “Uno che abbraccia il terrorista Khaled Mashaal nel giorno dedicato al ricordo dei caduti israeliani, non è uno che vuole un accordo di pace con Israele”.

    8 maggio 2014 – Incriminata e rinviata agli arresti domiciliari per una settimana Eliraz Fein, una 22enne israeliana residente a Yitzhar (Cisgiordania settentrionale) accusata d’aver “istigato alla violenza contro le forze di difesa e di sicurezza israeliane” durante una discussione via e-mail. Lo ha riferito mercoledì Israel Radio.

    8 maggio 2014 – Siria. Due autobus hanno iniziato martedì lo sgombero di combattenti ribelli siriani dal centro della città di Homs. Ne hanno dato notizia l’Osservatorio siriano dei diritti umani e il canale tv regionale Al-Mayadin. Allo stesso tempo, i ribelli nel nord del paese hanno aperto una via verso due città sciite assediate per consentire l’afflusso di aiuti. Le operazioni fanno parte di un accordo tra i ribelli e le forze fedeli al presidente Bashar Assad che da più di un anno assediano gli oppositori asserragliati nel centro di Homs. Giunge così al termine ogni presenza dei ribelli nel cuore di una città un tempo chiamata la “capitale della rivoluzione” contro Assad.

    8 maggio 2014 – Le Forze di Difesa israeliane hanno scoperto pistole e fucili durante un’operazione per l’arresto di terroristi, martedì sera, a sud di Jenin.

    7 maggio 2014 – Allarme razzi, martedì sera, nella zona di Sha’ar HaNegev, al confine con la striscia di Gaza.

    7 maggio 2014 – “Le politiche del presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen) hanno portato Hamas al potere nella striscia di Gaza e ora la porteranno al potere in Cisgiordania”. Lo ha detto martedì il Ministro degli esteri israeliano Avigdor Lieberman, parlando al corpo diplomatico.

    7 maggio 2014 – Siria. Una bomba ha ucciso un capo qaedista locale e sua moglie: un attentato che potrebbe innescare una nuova ondata di lotte intestine tra i gruppi ribelli anti-Assad, secondo gli attivisti siriani che hanno dato la notizia martedì. Ali al-Nuaimi, del Fronte Nusra affiliato ad al-Qaeda, e la moglie sono stati uccisi durante la notte vicino alla città di Busra al-Sham, nella provincia meridionale di Daraa. L’Osservatorio siriano per i diritti umani ha sottolineato che l’uccisione è giunta pochi giorni dopo che i miliziani di Nusra avevano sequestrato Ahmad al-Nuaimi, un controverso comandante militare filo-occidentale. Non è chiaro se i due uomini siano fra loro imparentati.

    7 maggio 2014 – In caso di guerra, le navi americane nel Golfo Persico saranno un “facile bersaglio”. Lo ha dichiarato martedì il capo della marina della Guardia Rivoluzionaria iraniana, ammiraglio Ali Fadavi, citato dall’agenzia di stampa semi-ufficiale Fars.

    7 maggio 2014 – Siria. Circa 30 soldati del governo siriano sono stati uccisi da una carica di diverse tonnellate fatta esplodere dai ribelli del Fronte Islamico e del Consiglio degli Scudi della Rivoluzione, in un tunnel sotto un posto di blocco alle porte della città di Ma’arat al-Nu’man, nella provincia nord-occidentale di Idlib. Ne ha dato notizia martedì l’Osservatorio siriano per i diritti umani. Attivisti anti-Assad hanno postato on-line un video che mostra un’alta colonna di fumo e uomini che gridano “Allahu akbar” (Dio è grande).

    7 maggio 2014 – Egitto. Abdel-Fatteh al-Sissi, il generale che ha rimosso il presidente islamista egiziano Morsi ed è ora candidato alla presidenza, ha detto che i Fratelli Musulmani non esisteranno mai più come gruppo organizzato, accusandoli di usare gruppi militanti come copertura per destabilizzare il paese. Nella sua prima intervista televisiva in campagna elettorale in onda lunedì, alla domanda se la Fratellanza non esisterà più sotto la sua presidenza, al-Sissi ha risposto: “Sì, è proprio così. Ma non sono io che vi ho posto fine, lo hanno fatto gli egiziani”.

    7 maggio 2014 – Secondo un sondaggio dell’Israel Democracy Institute pubblicato domenica scorsa, il 58% dei cittadini ebrei israeliani è a favore di una legge che autorizzi il ministro delle finanze a ridurre i finanziamenti governativi alle istituzioni che commemorano la Giornata della Nakba, la celebrazione con cui il 15 aprile di ogni anno attivisti palestinesi e anti-israeliani condannano come una “sciagura” la nascita dello stato di Israele. Il 33% degli israeliani intervistati si è invece detto contrario al disegno di legge.

    (Fonte: Israele.net)

    13 Mag 2014, 23:23 Rispondi|Quota