Testimonianza del Washington Post: cosa è accaduto veramente a Gaza durante l’operazione antiterrorismo “Protective Edge”

 
Emanuel Baroz
6 settembre 2014
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Washington Post: Cosa è accaduto davvero durante la guerra a Gaza

La testimonianza di un generale dei servizi segreti israeliani

di Pino Salerno

gaza-vittime-hamas-focus-on-israelL’articolo è firmato da William Booth, redattore capo del Washington Post a Gerusalemme. Racconta dell’incontro all’ultimo piano del ministero della Difesa israeliana di alcuni selezionati giornalisti esteri con un generale dell’intelligence israeliana. A condizione dell’anonimato, secondo Booth, il generale dell’intelligence ha raccontato ai giornalisti la sua versione sui dati delle vittime, sull’architettura dei tunnel e sull’impiego dei razzi da parte di Hamas e di altri belligeranti. Ecco la sua “versione”, secondo la testimonianza del Washington Post.

Quei lanciarazzi di Hamas che si sono visti raramente, si suppone siano stati sepolti. Il generale sostiene che i giornalisti, e gli osservatori, non hanno potuto parlare dei lanciarazzi di Hamas, non per codardia, o perchè minacciati, ma semplicemente perchè “non c’era nulla da vedere”. La maggior parte dei lanciarazzi era sotto terra“, ha detto il generale. E ha sostenuto che i guerriglieri di Hamas hanno usato comandi a distanza per lanciare razzi, spesso lontani diverse centinaia di metri. Ciò ha reso “molto difficile trovarli e colpirli”.

Gli israeliani hanno ucciso più civili o più combattenti (o entrambi)? Gli israeliani sostengono che le vittime della guerra a Gaza sono state 2.127, un numero che si avvicina molto ai dati ufficiali forniti dall’ONU. Le Forze armate israeliane danno per certo il numero di 616 combattenti e “terroristi” uccisi. Il generale dell’intelligence ha aggiunto che a loro risulta che si arriva a 616 contando 341 di Hamas, 182 della Jihad islamica e 93 di altre fazioni minori. Perciò, l’intelligence smentisce il primo ministro israeliano Netanyahu che aveva parlato di circa mille morti tra i guerriglieri di Hamas e aggiunge che 805 vittime restano ancora “sconosciute”. Il generale afferma che le Forze armate israeliane hanno ucciso 706 civili, cifra molto distante da quella comunicata dalle autorità delle Nazioni Unite. Secondo la fonte dell’intelligence, le vittime civili rappresenterebbero il 55% del totale, mentre l’ONU fa salire questa percentuale al 70%.

Hamas è stata colpita duramente, ma non “così duramente”. Se le cifre sono vere, aggiunge il generale, vuol dire che è stato colpito solo il 5 per cento delle forze di Hamas, che ammonterebbero a 16mila uomini, e delle forze della Jihad, il cui numero si aggira attorno ai 5mila guerriglieri. È stata “spazzata via” appena una manciata” di capi di Hamas e della Jihad. Il generale esprime un “no comment” alla domanda se fosse stato davvero colpito il capo di Hamas, Mohammed Deif.

Hamas vuole una squadra d’assalto marina. Secondo l’intelligence israeliana, si sapeva che Hamas stesse addestrando reparti anfibi d’assalto. “Non si tratta di commandos della Marina”, ha detto il generale, “ma erano in ottima forma, davvero. Hanno ricevuto l’addestramento al di fuori di Gaza, ma non posso dirvi dove”.

Ora Hamas possiede i suoi “uccelli”. I militanti di Gaza hanno lanciato contro Israele una serie di droni. Almeno due sono stati abbattuti; uno sembra essere tornato a Gaza con aerofotografie. “Non erano droni occidentali, modello UAV”, ha detto il generale, “Eppure avevano un motore e volavano”.

C’erano chilometri e chilometri di tunnel. “C’erano dozzine e dozzine di chilometri di tunnel” sotto la Striscia di Gaza, ha detto il generale, “che permetteva loro di muoversi, nascondersi, sorprenderci e sparire”. Non è vero quanto sostenuto dai media israeliani, di vere e proprie città sotterranee nella Striscia, ha aggiunto il generale. Si trattava di strutture molto più modeste, dove, sì e no, si potevano ospitare, per non più di dieci giorni, piccoli gruppi di terroristi. Il generale ha detto che l’intelligence israeliana è convinta dell’esistenza di tunnel che porterebbero direttamente all’Ospedale di Shifa a Gaza City. Questa convinzione è nata dal ritrovamento di siringhe con anestetici e di manette di plastica sul corpo di un attentatore suicida. L’intelligence sospetta che gli obiettivi fossero militari israeliani, non civili.

Hamas ha lasciato cadere razzi sulla popolazione palestinese. L’intelligence calcola che Hamas abbia avuto all’inizio della guerra un arsenale di 10mila razzi. E stima che ne sono rimasti circa 3mila. E migliaia di mortai, tutti assemblati a Gaza. Dei 4.500 razzi lanciati, 875 sono caduti in territorio palestinese. Molti razzi avevano come obiettivo le forze israeliane durante l’offensiva di terra, ma altri, intenzionalmente o no, erano caduti su un altro bersaglio, le popolazioni palestinesi.

Cosa accadrà? Per il generale dell’intelligence israeliana, è possibile che Hamas si appresterebbe a lanciare i suoi razzi dai giardini delle scuole, delle moschee, degli ospedali e dei cimiteri. “Hamas è pragmatica”, conclude il generale, “credo voglia governare in Giudea e in Samaria”, usando i nomi ebraici per la West Bank.

(Fonte: il Velino, 4 Settembre 2014)

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