Parlamento europeo: 52 deputati candidano blogger antisemita al Premio Sacharov 2014

 
Emanuel Baroz
30 settembre 2014
5 commenti

L’eroe della lista Tsipras è un blogger arabo che incita a uccidere ebrei

L’ultima trovata dell’eurosinistra: candidare al premio Sakharov Alaa Abdel Fattah, egiziano noto per gli appelli all’odio verso Israele.

di Noam Benjamin

blogger-egiziano-premio-sacharov-sinistra-europea-antisemitismo-focus-on-israelDa due settimane è tornato in libertà su cauzione. Un domani potrebbe aspirare al Premio Sacharov per la libertà di pensiero: riconoscimento del Parlamento europeo per i difensori dei diritti umani e delle libertà individuali.

È Alaa Abd El-Fattah, blogger 33enne egiziano noto nel suo Paese per aver sviluppato una piattaforma digitale libera dalle censure laiche, islamiche o militari. Entrato e uscito dal carcere più volte dal 2006, in Egitto Fattah è diventato un simbolo delle proteste contro il regime dell’ex faraone Hosni Mubarak ed è considerato un precursore della primavera araba. Peccato però che il suo nome sia anche associato a bellicose dichiarazioni di odio verso Israele e i suoi abitanti, che il blogger invita a uccidere senza tanti complimenti. La sua candidatura al premio intitolato al dissidente sovietico Andrej Sacharov arriva dall’ala sinistra dell’Europarlamento. Sono stati i 52 deputati di Sinistra unitaria europea/ Sinistra verde nordica (Gue/Ngl) a sostenere il nome Fattah assieme a quello di due rapper arabi: Mouad Belghouate (meglio noto come El Haqed) e Ala Yaacoubi (Weld El 15), condannati a una serie di pene detentive nei rispettivi Paesi di origine per aver espresso le proprie opinioni. Il gruppo Gue/Ngle comprende fra gli altri i tedeschi della Linke, i francesi del Front de gauche, e gli italiani di «L’altra Europa con Tsipras», al secolo Barbara Spinelli, Curzio Maltese ed Eleonora Forenza. Tre deputati che hanno fatto parlare di sé per avere, la prima, promesso di candidarsi solo per aiutare il partito, salvo mantenere a sorpresa il seggio a Strasburgo; il secondo per non aver rinunciato allo stipendio di Repubblica ; la terza per aver introdotto a Regina Coeli un collaboratore colto a spacciare marijuana al leader antagonista detenuto Nunzio d’Erme. «Il Parlamento deve riconoscere le voci della primavera araba»: così il gruppo politico ha motivato la triplice candidatura.

Eppure il Premio Sakharov non sembra essere insensibile ai rivolgimenti del mondo arabo e islamico. Nel 2013 il riconoscimento è andato all’attivista pachistana Malala Yousafzai, sostenitrice del diritto delle donne all’istruzione in una regione dominata dall’apartheid sessuale dei talebani. L’anno prima il premio è stato assegnato agli iraniani Jafar Panahi (regista) e Nasrin Sotoudeh (avvocato), paladini dei diritti umani. Nel 2011 l’Europarlamento aveva conferito il Sakharov a cinque giovani simboli o leader riconosciuti proprio della primavera araba. Solo il gruppo Gue/Ngl non sembra essersene accorto. Non così i gruppi Conservatori (Ecr) che rivendicano, per esempio, il premio per i cristiani d’Iraq vittime della pulizia etnica o i Liberali (Alde) e Socialdemocratici (S&D) che lo vorrebbero assegnato a chi cura in Congo le donne vittime di stupro.

Al di là della discutibile attualità del tema, i tre «paladini» del gruppo delle sinistre sono tre giovani, vittime dell’arroganza del potere nel proprio Paese d’origine. Sulla sua testa pende una sentenza di 15 anni per reati d’opinione ma non sembrano avere insegnato a Fattah che la violenza non paga e che libertà d’opinione non fa rima con libertà di insulto. Su Twitter Fattah cinguetta che una soluzione al conflitto israelo-palestinese può arrivare dal sangue: «C’è una massa critica di israeliani che noi dobbiamo uccidere prima che il problema possa essere risolto», scrive dal suo account nel 2012. Una frase tanto più insensata se si considera che l’Egitto è in pace con lo Stato ebraico dal lontano 1979, due anni prima della nascita di Fattah. Eppure, si legge ancora su Times of Israel , secondo il blogger «non ci dovrebbero essere relazioni di alcun tipo con Israele: Israele deve finire». Una conseguenza logica visto che per lo sviluppatore di manalaa.net, premiato nel 2005 da Reporter senza frontiere come uno dei migliori blog al mondo, scrivere che «tutti i sionisti sono criminali è un esempio accettabile di generalizzazione».

(Fonte: Il Giornale, 30 Settembre 2014)

Thanks to Progetto Dreyfus

Nella foto in alto: il blogger egiziano Alaa Abd El-Fattah, diffusore di odio antisemita tramite il proprio sito web

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  • #1Emanuel Baroz

    Fra i sette candidati al Premio per la giustizia e la libertà di pensiero, il blogger egiziano Alaa Abdel Fattah ha più volte espresso posizioni molto violente.

    Candidato al Premio Sacharov 2014 chiede l’assassinio degli israeliani

    Ha invitato più volte all’assassinio di israeliani e dei leader politici egiziani, nonché alla fine dello Stato d’Israele. Ma, nonostante ciò, il blogger egiziano Alaa Abdel Fattah è fra i sette candidati al Premio Sacharov, il riconoscimento per la libertà di pensiero assegnato ogni anno dal Parlamento europeo. E’ stato nominato dal gruppo GUE/NGL (un gruppo di sinistra di 52 parlamentari europei) insieme al rapper marocchino Mouad Belghouate (noto anche come El Haqed) e al rapper tunisino Ala Yaacoubi (conosciuto anche come El Weld).

    Chi è Alaa Abdel Fattah e cosa dice
    Trentadue anni, attivista politico e blogger, Fattah è stato arrestato numerose volte durante la rivoluzione popolare nel 2011, raggiungendo 626.000 follower su Twitter e 156.000 su Facebook.

    A fare discutere non è però la sua attività politica, quanto le sue opinioni e il tono violento con cui sono espresse più volte su Twitter. Durante uno scambio di tweet sulla situazione politica egiziana, aveva scritto: “Tutti i sionisti sono criminali, tutti i razzisti sono stupidi, tutti gli esserei umani hanno diritti. Questi sono esempi di generalizzazioni accettabili”. E parlando della situazione palestinese, aveva scritto nel novembre 2012, che c’è “un buon numero di israeliani che dobbiamo uccidere e così il problema è risolto”. Aggiungendo, poi, il giorno dopo: “non ci dovrebbero essere uguali relazioni con Israele o nessun tipo di relazione. Israele deve arrivare alla fine”.

    Violente anche le frasi espresse nei confronti dei leader politici egiziani. “Perché nessuno forma un’organizzazione e assassina i rappresentanti del Ministero degli Interni?”, aveva twittato nel luglio 2001, quando in Egitto scoppiò una violenta rivolta contro la giunta militare. Sappiamo tutti che sono degli assassini”.

    Il Premio Sacharov
    Il premio Sacharov per la libertà di pensiero è assegnato ogni anno dal Parlamento europeo. È stato istituito nel 1988 per premiare gli individui o le organizzazioni per il loro impegno a favore dei diritti umani e delle libertà fondamentali. Lo scorso anno il premio è stato assegnato all’attivista pakistana Malala Yousafzai, militante per l’istruzione delle bambine.

    I candidati all’edizione 2014, il cui vincitore sarà annunciato il 16 ottobre, sono:
    -Mahmoud Al ‘Asali, professore di diritto presso l’Università di Mosul, si è battuto per i diritti dei cristiani. È stato ucciso lo scorso luglio. Il Patriarca iracheno della Chiesa caldea cattolica Louis Raphael Sako è stato candidato per la difesa della libertà religiosa nel suo paese. Le nomine sono del gruppo ECR, Anna Záborská e altri 66 deputati.

    – Il rapper marocchino Mouad Belghouate (noto anche come El Haqed), il rapper tunisino Ala Yaacoubi(conosciuto anche come El Weld) e il blogger e attivista politico egiziano Alaa Abdel Fattah sono stati nominati dal gruppo GUE/NGL.

    – CHREDO, Open Doors, Oeuvre d’Orient e Aiuto alla Chiesa che soffre, le organizzazioni per la protezione delle minoranze cristiane in diverse parti del mondo sono state nominate da Philippe Juvin e altri 60 deputati.

    – Il movimento ucraino proeuropeo EuroMaidan, rappresentato dal giornalista Mustafa Nayem, dalla vincitrice dell’Eurovisione Ruslana Lyzhychko, dall’attivista Yelyzaveta Schepetylnykova e dalla giornalista Tetiana Chornovol, è stato nominato da Jacek Saryusz-Wolski e altri 52 deputati.

    – L’attivista somala-americana, Ayaan Hirsi Ali, militante dei diritti delle donne nelle società islamiche e nota per la sua battagli contro la mutilazione genitale femminile è stato nominata dal gruppo EFDD.

    – Il dottor Denis Mukwege, ginecologo congolese specializzato nel trattamento delle vittime di stupro e fondatore dell’ospedale Panzi a Bukavu, nella Repubblica Democratica del Congo, è stato nominato dal S&D, ALDE e Barbara Lochbihler.

    – Leyla Yunus, attivista incarcerata in Azerbaigian e militante per i diritti umani, direttrice dell’Istituto di pace e democrazia è stato nominata dal gruppo Verdi/ALE, Alexander Graf Lambsdorff, Marietje Schaake e Ramon Tremosa.

    http://www.mosaico-cem.it/articoli/attualita/candidato-al-premio-sacharov-2014-chiede-lassassinio-degli-israeliani

    30 Set 2014, 19:46 Rispondi|Quota
  • #2Frank

    Questo personaggio blogger ignobile sarebbe da eliminare, prima che diventi un’altro Califfo . La maggior vergogna e com’é possibile che 52 deputati parassiti UE candidano un simile personaggio feccia umana per il mondo intero.

    30 Set 2014, 23:26 Rispondi|Quota
  • #3Daniel

    Lo scivolone della lista Tsipras sul blogger che odia Israele

    di Pierluigi Battista

    Non dovrebbe essere difficile per gli europarlamentari della lista Tsipras: ammettere al più presto l’errore commesso con leggerezza e ritirare la candidatura per il premio intitolato a Sacharov e alla libertà di pensiero a favore di un blogger che odia i «sionisti» e invoca la fine (proprio così, testuale, «la fine») di Israele. Alaa Abd El-Fattah è un blogger egiziano che ha offerto una piattaforma digitale al dissenso nell’era Mubarak e che è stato ripetutamente incarcerato dal 2006 per le sue opinioni.

    Detta così, si potrebbe comprendere la scelta della sinistra europarlamentare. Una difesa liberate del diritto di espressione conculcato in Egitto è doverosa. No alla prigione per i dissidenti. Si alla libertà di pensiero, ci mancherebbe. Solo che un premio intitolato a un grande martire della libertà come Sacharov non potrebbe contrastare di più con il merito delle opinioni espresse da Alaa Abd El-Fattah. Meritevoli di essere divulgate. Ma ispirate a un odioso pregiudizio, improntate a un antisionismo così radicale e oltranzista da farle sconfinare nel più vieto antisemitismo.

    Nel cuore dell’Europa, con gli spettri dell’odio antiebraico che ci assillano, perché alimentare equivoci culturali, dare spazio agli appelli all’intolleranza? Ha detto it premiando: «C’è ancora un buon numero di israeliani che noi dobbiamo uccidere prima che il problema possa essere risolto». Ha detto proprio così. E ha ribadito: «Tutti gli israeliani sono criminali: un esempio accettabile di generalizzazione, come dire che tutti gli esseri umani hanno diritti».

    Quale la soluzione del blogger per i conflitti in Medio Oriente? Questa: «Israele deve finire». Ecco, con un pedigree così sarebbe scandaloso che il nome dei blogger egiziano possa essere associato a quello di Sacharov. La lista Tsipras non ha cominciato nel modo più brillante la sua azione in Parlamento. Una buona occasione per ammettere lo scivolone e riscattarsi.

    (Fonte: Corriere della Sera, 1 Ottobre 2014, pag. 28)

    1 Ott 2014, 22:47 Rispondi|Quota
  • #4Emanuel Baroz

    TSIPRAS: RITIRO DELLA CANDIDATURA DI ALAA ABDEL FATTAH AL PREMIO SAKHAROV 2014

    Alla luce delle allarmanti e violente dichiarazioni del candidato Alaa Abdel Fattah, il Gue e noi parlamentari italiani della Lista Tsipras ritiriamo la sua candidatura al Premio Sakharov per la libertà di pensiero, avanzata a suo tempo dal gruppo Gue-Ngl (Sinistra Unitaria Europea – Sinistra Verde Nordica) al quale apparteniamo.

    L’attivista e blogger egiziano, considerato tra le anime della rivolta di piazza Tahrir, incarcerato quattro volte dai diversi governi che si sono succeduti in Egitto, è stato ritenuto meritevole del premio Sakharov per il suo impegno nella difesa della libertà d’espressione. Tuttavia una sua affermazione, resa nota nei giorni scorsi dal quotidiano israeliano “The Times of Israel”, impone il ritiro della candidatura.

    In un tweet del novembre 2012, di cui il giornale ha pubblicato lo screenshot, Alaa Abdel Fattah ha scritto, a proposito della questione palestinese: “C’è un buon numero di israeliani che è necessario uccidere, e a quel punto il problema sarà risolto”.

    Si tratta di una frase inaccettabile e senza appello, espressa in inglese e dunque non soggetta a errori di traduzione.

    Barbara Spinelli, Eleonora Forenza e Curzio Maltese

    L’Altra Europa con Tsipras

    https://it-it.facebook.com/ProgettoDreyfus/photos/a.387495981326769.85422.386438174765883/698383630238001/?type=1

    2 Ott 2014, 11:20 Rispondi|Quota
  • #5Daniel

    Gaffe Gue: candidato al Sakharov blogger che voleva uccidere “un numero critico di israeliani”

    Sinistra radicale al Parlamento europeo costretta a scusarsi e a fare marcia indietro dopo avere scoperto che uno dei suoi candidati al premio per la libertà di pensiero nel 2012 sosteneva la necessità di uccidere “un numero critico di israeliani”. La presidente Zimmer: “Non avevamo questa informazione, il messaggio va contro tutti i nostri principi”.

    Va bene che il Sakharov è il premio per la libertà di pensiero, ma proporre di assegnarlo a chi ha sostenuto la necessità di uccidere “un numero critico di israeliani” è davvero troppo. È la gaffe di cui si è reso protagonista il gruppo della sinistra radicale al Parlamento europeo. Al momento di scegliere i candidati in corsa per il premio che il Parlamento europeo assegna a personalità che si sono distinte nella lotta contro l’intolleranza, il fanatismo e l’oppressione, la Gue ha proposto i nomi di tre blogger che sono stati vittime di repressione nei rispettivi Paesi, tra cui anche l’egiziano Alaa Abdel Fattah, noto nel suo Paese per aver sviluppato una piattaforma digitale libera dalle censure laiche, islamiche o militari e per questo finito più volte in carcere.
    Attività ammirevole, se non fosse che il blogger egiziano si è reso protagonista anche di dichiarazioni non propriamente in linea con lo spirito del Sakharov. Nel 2012, Fattah twittava: “C’è un numero critico di israeliani che dobbiamo uccidere e il problema è risolto”. Il fatto che 52 deputati del Parlamento europeo ritenessero opportuno assegnare un premio al responsabile di dichiarazioni di questo tono non ha mancato di suscitare polemiche, così oggi la Gue si scusa e annuncia il ritiro della candidatura.
    “Non avevamo queste informazioni quando l’abbiamo proposta”, si giustifica in una nota la presidente del gruppo, Gabi Zimmer. “Non c’è bisogno di dire – aggiunge – che non possiamo tollerare e non tollereremo un comportamento del genere. Questo messaggio va contro tutti i nostri principi e i criteri per le nomination del Sakharov”. La Gue, scrive ancora Zimmer “ha sempre favorito il dibattito e il confronto politico tra popoli, incluso il popolo israeliano”.

    (Fonte: Eunews, 2 Ottobre 2014)

    5 Ott 2014, 11:50 Rispondi|Quota