Per il terrorismo palestinese non esiste alcuna tregua

 
Emanuel Baroz
27 dicembre 2014
1 commento

La tregua che non c’è

Cittadini e soldati israeliani sott’attacco. Si va verso lo scontro totale.

gerusalemme-terrorismo-poliziotti-accoltellamento-focus-on-israelIeri mattina due poliziotti israeliani sono stati accoltellati nella città vecchia di Gerusalemme, mentre stavano finendo le preghiere dell’alba alla moschea di al Aqsa. Un palestinese si è avvicinato ai due poliziotti, ne ha colpito uno alla nuca e l’altro di striscio nella colluttazione: le ferite non si sono rivelate gravi, ma grave è la situazione a Gerusalemme e nei Territori palestinesi. In Cisgiordania (Giudea e Samaria), giovedì, un israeliano e la figlia di undici anni sono rimasti feriti da una bomba molotov lanciata contro l’auto su cui viaggiavano, nei pressi dell’insediamento ebraico di Maale Shomron, a nord di Nablus: la bambina ha riportato ustioni sul volto e su tutto il corpo ed è in gravi condizioni. Poche ore prima un bambino israeliano di quattro anni era stato colpito dai sassi lanciati da alcuni palestinesi contro le automobili, sempre in Cisgiordania. Sono state arrestate dodici persone, vicino all’insediamento, e secondo l’agenzia palestinese Maan quattro di loro sono ragazzi tra i 15 e i 17 anni. All’inizio della settimana, c’è stato uno scontro sul confine tra Israele e Gaza, quando uno sniper ha attaccato una pattuglia dell’esercito israeliano, colpendo un soldato: il governo di Netanyahu ha ordinato un raid aereo nel sud della Striscia, nel quale è morto un comandante di Hamas.

La tregua tra Israele e i palestinesi, siglata dopo 50 giorni di guerra a Gaza nell’estate scorsa, traballa più che mai, mentre gli scontri a Gerusalemme est e nella città vecchia si fanno frequenti e feroci, tra le asce e i coltelli usati nell’attacco alla sinagoga a novembre e la cosiddetta “car Intifada”, le auto contro le folle, alla fermata dell’autobus o al mercato. Mentre la sicurezza torna a essere un lusso in Israele, la diplomazia non si sblocca: il governo di Netanyahu considera Abu Mazen, il rais palestinese sul quale da anni fa perno il dialogo per la pace caldeggiato dagli Stati Uniti e che ora guida un governo d’unità assieme a Hamas, responsabile delle violenze a Gerusalemme e in Cisgiordania, e per tutta risposta Abu Mazen continua la sua operazione all’Onu per il riconoscimento unilaterale di uno stato palestinese (operazione che gode del consenso europeo come dimostrano i voti, pur non vincolanti, in molti Parlamenti del Vecchio continente e come dimostra la decisione di togliere Hamas dalla lista dei gruppi terroristi). La riconciliazione pare più lontana, mentre lo scontro totale è vicino.

(Fonte: Il Foglio, 27 Dicembre 2014)

Nella foto in alto: un frame del video dell’accoltellamento dei due poliziotti israeliani per mano di un terrorista palestinese

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Commento

  • #1Emanuel Baroz

    Caccia al bambino israeliano. La nuova strategia di Hamas

    Ayala, la piccola colpita da una molotov a Natale, è in fin di vita: ma stavolta nessuno si indigna. E intanto il Parlamento italiano è pronto a riconoscere lo Stato palestinese.

    di Carlo Panella

    È in fin di vita Ayala, una bimba israeliana di 11 anni bruciata viva da un palestinese che ha lanciato una molotov contro la macchina del padre sulla strada che porta all’insediamento di Maale Shamon in Cisgiordania. Ayala ha riportato ustioni di terzo grado sul 50% del corpo, in particolare alla testa e al collo. Anche se sopravviverà, dovrà sottoporsi a cure lunghe e dolorose. Il padre ha detto che alcune settimane fa la loro automobile è stata attaccata con molotov nello stesso punto: «Mia moglie ha frenato bruscamente e così la bottiglia è esplosa sull’asfalto. Io invece non ho avuto gli stessi riflessi». Mentre la macchina prendeva fuoco, Ayala è riuscita a slacciare la cintura di sicurezza e ad aprire la portiera avvolta dalle fiamme. Ma non è stato sufficiente a metterla in salvo. È questo l’ennesimo attentato palestinese che prende volutamente e vigliaccamente di mira bambini israeliani. Attentati non dinamitardi, ma con mezzi di fortuna, non meno efferati negli effetti. Dopo il rapimento e la barbara uccisione di tre ragazzini ad Hebron il 12 giugno scorso (per vendicare l’uccisione da parte israeliana dei loro assassini, Hamas lanciò migliaia di missili contro Israele, che reagì bombardando Gaza), tre attentati con auto e bulldozer lanciati contro le fermate del bus a Gerusalemme hanno ucciso alcuni civili (anche una bimba di 2 anni). Domenica scorsa un bambino di 4 anni è stato ferito da lanci di sassi da parte di palestinesi in Cisgiordania. Il 12 di dicembre, sempre in Cisgiordania, un attentato ancora più odioso: un israeliano ha fatto salire sulla sua auto un palestinese che faceva autostop. Questi – un militante di Hamas – appena salito in auto ha lanciato una bottigliata di acido contro i passeggeri. Anche contro quattro bambine piccole. Poi ha tentato di scappare, ma è stato ferito da un israeliano che aveva assistito attonito alla scena.

    Il fatto grave è che questi attentati contro i civili e contro i bimbi israeliani, ad opera di «lupi solitari» e con armi improprie, quindi difficilissimi da prevenire, non sono spontanei, ma sono parte di una nuova strategia di Hamas. Il suo obbiettivo è suscitare per la loro efferatezza, e per il fatto che colpiscono piccoli innocenti, una forte reazione israeliana su cui innescare, come avvenne a giugno’ una nuova ondata di missili da lanciare da Gaza contro le città israeliane. Inoltre, Hamas da novembre in poi, ha compiuto una serie di attentati sanguinari sia a Gaza che in Cisgiordania anche contro militanti e dirigenti palestinesi della rivale Al Fatah. Attentati che hanno provocato l’ennesima rottura tra le due organizzazioni palestinesi, mettendo fine nei fatti alla stessa esperienza – appena iniziata – di un governo unitario palestinese Al Fatah-Hamas. Abu Mazen, che ha sempre condannato – va detto – gli attentati contro i bambini e i civili israeliani, è stato così costretto a dichiarare: «Hamas ha la responsabilità dei recenti attacchi, di rallentare la ricostruzione di Gaza e di distruggere l’unità nazionale». In questo contesto ha dell’incredibile che il Parlamento Italiano debba discutere i prossimi giorni – come altri parlamenti europei una mozione della sinistra che riconosce subito e senza trattative lo Stato palestinese. Uno Stato che vedrebbe sicuramente nel suo governo in posizione egemonica anche questa Hamas, che esulta ogni volta che un suo militante trucida volutamente bambini israeliani.

    (Fonte: Libero, 27 Dicembre 2014)

    29 Dic 2014, 17:31 Rispondi|Quota