Attentato al Gay Pride di Gerusalemme: mele marce e avvelenate

 
Emanuel Baroz
31 luglio 2015
5 commenti

Mele marce e avvelenate

di Deborah Fait

gay-pride-gerusalemme-attentato-focus-on-israelSi chiama Yishai Shlissel, un criminale, è stato in galera 10 anni per aver ferito tre persone durante il Gay Pride del 2005. Scontata la pena, è stato rilasciato da poco e oggi (ieri)lo ha rifatto, ha coltellato 6 persone, di cui due in gravi condizioni. Adesso spero ardentemente che, dopo averlo rinchiuso, gettino le chiavi e lo lascino marcire in galera fino a quando sarà tanto vecchio da non riuscire nemmeno a reggere un coltello. Rai3, La7 e altri telegiornali hanno dato la notizia, per fortuna senza commenti, ma aspettiamo perchè oggi avevano il problema del caos di Fiumicino che ha tenuto banco. Come ogni Paese del mondo anche Israele ha le sue mele marce che puzzano tanto di più proprio perchè questo è un paese dove gli omosessuali vivono una realtà assolutamente libera e tranquilla. Israele è famoso per essere il paradiso dei gay, ed è la verità. E’ qui che vengono a rifugiarsi molti arabi dei territori contesi e dei paesi circostanti dove sono perseguitati persino dalle loro famiglie e messi a morte dai loro governi.

Ecco una bella testimonianza su di un gay libanese che innamoratosi di un ragazzo israeliano parla della sua esperienza: “Israele è, per Fabian, come per tutti i gay arabi, un’isola felice. Lì non deve nascondersi. L’anno scorso, per la prima volta, ha visitato Israele in occasione del Gay Pride. E qui ha conosciuto il suo amore: Avi, un ragazzo israeliano con il quale è poi andato a convivere a Tel Aviv (ora è in attesa di ottenere un visto di soggiorno). Qualche giorno fa, insieme alla famiglia di Avi, Fabian è andato in gita sul Mar Morto. «Un posto che amiamo», ha raccontato sulla sua pagina Facebook in un post divenuto virale. «Quando siamo arrivati – racconta il ragazzo, che lavora come fotografo – ho visto due soldati israeliani che stavano pattugliando la zona. E’ stata la prima volta che li ho visti impegnati sul campo. Ero un po’ nervoso, perché, in quanto libanese, sono portato ad avere paura di loro, per via di tutte le cose negative che ho sentito sui militari – e poi perché, diciamolo, non hanno la migliore reputazione a livello mondiale. In fondo, Israele e Libano sono stati in guerra tra loro per molti anni». Fabian decide di avvicinarsi ai due militari, che gli iniziano a parlare in ebraico. «Scusate, non parlo ebraico», dice il ragazzo. «E di dove sei?», gli risponde in inglese il soldato. Fabian dice di venire dal Libano: la reazione lo spiazza. «Wow! E adesso sei qui. Fantastico. Sono stato impegnato in Libano molti anni fa. E’ un paese stupendo». Le paure e i pregiudizi si dissolvono immediatamente. «Mi aspettavo che mi avrebbe controllato il passaporto – dice Fabian – e invece siamo finiti a conversare amichevolmente sulla bellezza del mio Paese. Credevo che mi avrebbero controllato i documenti, ma non l’hanno fatto». A quel punto, la famiglia del suo fidanzato decide di invitare i due soldati a pranzo. «Siamo stati benissimo insieme – racconta il ragazzo – abbiamo parlato e riso assieme. Mi hanno trattato come uno di loro. Non c’è stata nessuna tensione. Un momento straordinario».

Questo è Israele e chi lo conosce lo sa. Il GayPride di Gerusalemme è una manifestazione festosa e quasi casalinga con la partecipazione di migliaia di persone, tanti colori come sempre, tanti palloncini, musica, allegria e soprattutto tante famiglie con i bambini per mano o a cavalcioni sulle spalle. E’ il festival che, quasi castamente, senza eccessi, onora e celebra la diversità ed è proprio la diversità in tutte le sue manifestazioni che fa di Israele un paese affascinante. Le lingue che vi si parlano oltre all’ebraico, quasi tutte le lingue del mondo, la particolarità della gente che ha tutte le nuances dei colori, dal bianco al cioccolato, al nero, al giallo, la libertà di essere come si vuole e di fare l’amore come e con chi si vuole, i diritti per tutti . E poi c’è l’allegria della gente , la sua ospitalità, la sua voglia di vivere “come se ogni giorno fosse l’ultimo”, la bellezza della sua gioventù variopinta.

Questa festa di colori, di libertà, di democrazia ha purtroppo anche un punto nero, e nero in tutti i sensi, nero per i vestiti che indossano e per la mentalità chiusa che hanno. Parlo degli estremisti religiosi che, come tutti gli estremisti, non lasciano spazio alla libertà del pensiero e della fantasia ma si abbandonano al delirio dell’anima. La reazione contro il criminale che ha accoltellato e ucciso è stata fortissima in tutto Israele, dal Premier Netanyahu, ai vari ministri, all’uomo della strada, c’è stato quasi un urlo generale di disperata, totale, unanime condanna. Non tutti i religiosi sono così, a riprova di quanto dico è una telefonata ricevuta pochi minuti fa da un amico Chabad, in lacrime,: “Israele non è questo – continuava a ripetere- noi religiosi non siamo così. Che vergogna”.

Era talmente rabbioso e disperato che ho dovuto consolarlo io, laica ma furibonda quanto lui. Certo che non è questo Israele, certo che i religiosi, quelli veri, quelli con l’anima, non sono così. Quelli come Schlissel hanno soltanto un buco nero da colmare con odio e intolleranza. Questi estremisti sono talmente fuori di testa che non riconoscono nemmeno Israele, bruciano la nostra bandiera, hanno persino il coraggio scellerato di non fermarsi quando suonano le sirene per Yom haShoà e nel Giorno del Ricordo dei nostri caduti in guerra e per terrorismo. Non li vorrei qui perchè Israele non merita questa feccia ma siamo una democrazia e ce li dobbiamo tenere, siamo noi i forti perchè siamo liberi e democratici.

Schlissel, sia dimenticato il suo nome, e quelli come lui sono prigionieri della loro pochezza, del loro livore, della povertà e della banalità del loro essere. Ma sarà Israele a vincere, Israele con la sua umanità variopinta e allegra, con la sua bella gioventù piena di coraggio e di speranze, Israele con la sua inventiva e la sua genialità, Israele con la sua anima libera e indomita. Loro, con i loro buchi neri, si agiteranno un po’ ma perderanno sempre.

Informazione Corretta

Nella foto in alto: Yishai Shlissel, il terrorista criminale che ieri ha accoltellato 6 persone nel corso dello svolgimento della sfilata del Gay pride a Gerusalemme

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  • #1Emanuel Baroz

    Ebreo ortodosso accoltella 6 persone al Gay Pride di Gerusalemme

    http://www.progettodreyfus.com/ebreo-ortodosso-accoltella-6-persone-al-gay-pride-di-gerusalemme/

    4 Ago 2015, 11:03 Rispondi|Quota
  • #2Emanuel Baroz

    “Come è potuto accadere a Gerusalemme?” Alla veglia in ricordo di Shira Banki lo sdegno della società israeliana

    http://www.progettodreyfus.com/come-e-potuto-accadere-a-gerusalemme-alla-veglia-in-ricordo-di-shira-banki-lo-sdegno-della-societa-israeliana/

    4 Ago 2015, 11:04 Rispondi|Quota
  • #3Emanuel Baroz

    3 agosto 2015 – E’ deceduta domenica pomeriggio all’Hadassah Medical Center, Shira Banki, la 16enne israeliana gravemente ferita a pugnalate giovedì scorso durante il Gay Pride a Gerusalemme dall’ebreo ultra-ortodosso Yishai Shlissel. La famiglia ha acconsentito alla donazione degli organi. L’assassino, arrestato sul posto, è sotto custodia della polizia. Gli altri cinque feriti non sono in pericolo di vita. “Shira è stata assassinata per aver coraggiosamente sostenuto il principio che ogni persona ha il diritto di vivere la propria vita nel rispetto e nella sicurezza – ha dichiarato domenica pomeriggio il primo ministro Benjamin Netanyahu nel suo messaggio di condoglianze alla famiglia – Non permetteremo a questo ripugnante assassino di minare i valori fondamentali su cui si basa la società israeliana. Condanniamo senza mezzi termini questo tentativo di seminare odio e violenza fra noi, e agiremo perché sia fatta giustizia”. “Continueremo a garantire piena libertà di espressione in questa città – ha dichiarato il sindaco di Gerusalemme, Nir Barkat – Continueremo a sostenere tutti i gruppi e le comunità, continueremo a promuovere d’educazione alla tolleranza verso gli altri nel nostro sistema scolastico, e non ci lasceremo dissuadere da coloro che vorrebbero impedircelo”.

    (Fonte: Israele.net)

    4 Ago 2015, 11:05 Rispondi|Quota
  • #4Emanuel Baroz

    2 agosto 2015 – Migliaia di persone hanno sfilato sabato sera nelle città israeliane di Gerusalemme, Tel Aviv e Haifa per protestare contro il mortale incendio doloso appiccato a una casa palestinese e la sanguinosa aggressione al Gay Pride di Gerusalemme. In piazza a Gerusalemme anche il presidente d’Israele Reuven Rivlin, mentre a Tel Aviv, dove è intervenuto Nasser Dawabsha, zio del piccolo Ali Saad ucciso nell’incendio doloso, era presente l’ex presidente Shimon Peres. “La violenza perpetrata nel nome della Torah è antitetica all’ebraismo” ha detto Rivlin. Ricordando che una ragazza adolescente accoltellata giovedì al Gay Pride e la madre del piccolo Dawabsha versano ancora in percolo di vita (successivamente la ragazza è deceduta), il presidente israeliano ha detto che quando ha visitato i feriti della famiglia palestinese allo Sheba Medical Center di Tel Hashomer ha provato vergogna: “Vergogna – ha detto – che in un paese che ha conosciuto l’omicidio della piccola Shalhevet Pass, dei bambini della famiglia Fogel, della piccola Adele Biton, degli adolescenti Eyal, Gilad, Naftali e del piccolo Muhammad Abu Khdeir, vi sia ancora chi non esita ad appiccare le fiamme e uccidere per scatenare odio e terrorismo. Ogni società ha le sue frange estremiste – ha aggiunto Rivlin – ma oggi dobbiamo chiederci: che cosa c’è nell’atmosfera pubblica che permette all’estremismo e agli estremisti di muoversi con tanta tracotanza?”. E ha concluso: “Lo stato di Israele era e continuerà ad essere uno stato di libertà, tolleranza e giustizia. Lo stato di Israele era e continuerà ad essere la nostra casa: la casa di tutti noi”.

    (Fonte: Israele.net)

    4 Ago 2015, 11:05 Rispondi|Quota
  • #5Emanuel Baroz

    31 luglio 2015 – Immediata e unanime, in Israele, la condanna dell’aggressione ad opera di un estremista ebreo che ha ferito a coltellate sei partecipanti al Gay Pride di Gerusalemme. Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha parlato “spregevole crimine d’odio” e di situazione “estremamente grave”. “La giustizia si occuperà di chi si è reso responsabile di questo atto – ha detto Netanyahu – Nello stato d’Israele, la libertà di scelta di ogni individuo è uno dei valori fondamentali del paese. Sta a noi fare in modo che ogni uomo e ogni donna possa vivere in sicurezza in ogni momento e in ogni modo abbia scelgono di vivere. Questo è il modo in cui operiamo e questo è il modo in cui continueremo a fare le cose. Auguro pronta guarigione a tutti i feriti”. Il presidente d’Israele Reuven Rivlin ha parlato di “spietato accoltellamento di persone che stavano celebrando la libertà esprimendo la propria identità”. “Non dobbiamo farci illusioni – ha aggiunto Rivlin – La mancanza di tolleranza ci porterebbe al disastro. Non possiamo permettere crimini come questo, e dobbiamo condannare chi li commette e chi li sostiene”. “L’atroce atto di stasera a Gerusalemme – ha detto il sindaco di Gerusalemme Nir Barkat – è un tentativo di danneggiare la qualità della vita nella città e di impedire il diritto fondamentale della libertà di espressione. Non accetteremo nessuna giustificazione per una violenza di qualsiasi tipo. A Gerusalemme c’è posto per tutti e continueremo a batterci, insieme con la polizia, contro tutti coloro che vogliono far del male con la violenza”. Il sindaco ha promesso di continuare “a sostenere tutti i gruppi e le comunità di Gerusalemme”. Il rabbino capo sefardita Yitzhak Yosef ha detto che “la punizione dell’accoltellatore deve essere la punizione di qualsiasi altro assassino, o anche più severa: è inaccettabile che un uomo commetta un crimine come questo, a suo dire in nome della religione, attentando alla vita delle persone”. Il rabbino capo askenazita Benjamin Lau si è rivolto ai partecipanti al Gay Pride dicendo: “Chiedo perdono a nome della Torah”. Il ministro dell’istruzione Nafatali Bennet ha annunciato un forte aumento dei finanziamenti a favore dell’organizzazione giovanile gay. “Non permetteremo che nessun giovane in Israele debba aver paura di camminare per la strada a causa del suo stile di vita”, ha detto Bennet. “La nostra battaglia per l’uguaglianza non farà che intensificarsi a fronte a tali eventi” ha detto Oded Fried, leader di uno dei maggiori gruppi israeliani per i diritti dei gay. Si registrano prese di distanze anche da parte di rappresentanti di gruppi che si erano schierati contro il Gay Pride a Gerusalemme.

    31 luglio 2015 – Sei persone sono state ferite a coltellate (tre in modo grave), giovedì pomeriggio a Gerusalemme durante l’annuale corteo Gay Pride, da un ebreo ultra-ortodosso di nome Yishai Shlissel, che è stato arrestato sul posto. Si tratta della stessa persona che nel 2005 aveva perpetrato un attacco simile in cui erano rimasti feriti tre manifestanti. Condannato a 10 anni di carcere, Shlissel era stato scarcerato un mese fa al termine della pena. Quando c’è stata l’aggressione, la manifestazione del Gay Pride si stava svolgendo nella capitale in un’atmosfera serena e rilassata, con la partecipazione di migliaia di persone compresi vari esponenti politici.

    (Fonte: Israele.net)

    4 Ago 2015, 11:06 Rispondi|Quota