Il terrorismo palestinese non va mai in vacanza

 
Emanuel Baroz
20 agosto 2015
5 commenti

Il terrorismo palestinese antisraeliano non va mai in vacanza

terrorismo-palestinese-attentati-attacchi-focus-on-israelGerusalemme, 20 Agosto 2015 – Nel silenzio generale anche l’ultima settimana è stata purtroppo densa di attacchi terrositici palestinesi contro militari e civili israeliani. In Italia ne hanno dato notizia principalmente (per non dire solamente) gli amici di Progetto Dreyfus (soprattutto tramite la loro pagina Facebook, con contenuti sempre interessanti e aggiornamenti continui) e di Israele.net, mentre abbiamo registrato il “solito” silenzio da parte dei mass media principali che accompagna generalmente le azioni del terrorismo antisraeliano, lo stesso silenzio che viene vergognosamente rotto dalle notizie messe in prima pagina quando le azioni di difesa dello Stato di Israele raggiungono il loro obiettivo di eliminare assassini a piede libero. Nel tentativo di informare i nostri lettori diamo qui di seguito un (triste) elenco degli attacchi degli ultimi giorni, dei quali siamo riusciti ad avere notizia:

15 Agosto 2015 – Duplice attentato con coltello: uno la mattina in Giudea-Samaria nei pressi di Beit Horon dove,  intorno alle 11:30, un palestinese avvicinandosi ad un soldato per richiedergli un po’ d’acqua lo ha accoltellato prima di essere neutralizzato dagli altri commilitoni che lo hanno ferito su una spalla. Il soldato ha riportato ferite lievi. L’altro invece è avvenuto nel pomeriggio intorno alle 18:00 nei pressi di Nablus dove un soldato è stato accoltellato alla schiena da un palestinese che poi è stato ucciso.

16 Agosto 2015 –  Sventato un tentativo di accoltellamento a Tapuach. L’attentatore si è avvicinato a un poliziotto israeliano affermando di sentirsi poco bene ed ha poi estratto un coltello per provare a colpirlo. Il tempestivo intervento di un altro funzionario di polizia, che ha sparato all’attentatore neutralizzando la minaccia, ha fatto sì che la vittima abbia riportato solo una ferita non grave. L’esercito ha confermato che l’attentatore è morto in seguito al colpo d’arma da fuoco.

18 agosto 2015 – Cinque israeliani (un arabo e quattro ebrei, di cui 3 adolescenti) sono rimasti feriti da pietre scagliate da palestinesi contro un autobus e due auto private nel quartiere Al-Tur di Gerusalemme.

19 agosto 2015 – Un bambino di due anni è rimasto ferito al volto da schegge di vetro quando l’auto in cui viaggiava è stata colpita da pietre lanciate da palestinesi sulla statale 45 tra i raccordi di Atarot e di Bentzion. Ferito anche il conducente del veicolo. Danneggiate due auto. L’episodio è avvenuto in serata

20 Agosto 2015 – Un soldato israeliano è rimasto ferito da un ordigno esplosivo gettato mercoledì notte contro un posto di controllo a sud di Gerusalemme. Il terrorista è fuggito e viene attivamente ricercato dalle forze di sicurezza israeliane.

Nella foto in alto: il coltello utilizzato dall’attentatore in uno dei due attacchi del 15 Agosto

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  • #1Emanuel Baroz

    20 Ago 2015, 17:01 Rispondi|Quota
  • #2Emanuel Baroz

    20 Ago 2015, 17:01 Rispondi|Quota
  • #3Emanuel Baroz

    Che uso hanno fatto i palestinesi del denaro americano?

    di Khaled Abu Toameh*

    Negli ultimi vent’anni gli Stati Uniti hanno impiegato 4.5 miliardi di dollari nel tentativo di promuovere la democrazia fra i palestinesi di West Bank e Gaza, incoraggiando il processo di pace con gli israeliani. È quanto rivelato dal primo ministro palestinese Rami Hamdallah durante un incontro a Ramallah con il deputato Kevin McCarthy, leader della maggioranza al Congresso americano. Hamdallah ha affermato che il denaro è stato investito in diversi progetti. I 4 miliardi e mezzo di cui Hamdallah ha parlato non includono i miliardi di dollari versati all’Autorità Palestinese sin dalla sua costituzione nel 1994: analisti economici stimano che l’AP ha ricevuto un totale di 25 miliardi di dollari da Stati Uniti e altri paesi negli ultimi vent’anni.

    Non bisogna essere esperti di questione palestinese per riconoscere come tutti questi miliardi non abbiano ne’ generato una democrazia palestinese, ne’ migliorato le relazioni con gli israeliani. Tanto per incominciare, l’AP – nata in seguito agli Accordi di Oslo sottoscritti nel 1993 fra Israele e OLP – si è rivelato un regime tutt’altro che democratico. Al contrario: sin dall’inizio si è rivelata una specie di dittatura amministrata prima da Yasser Arafat e poi dai suoi sodali. Un regime corrotto, finanziato ed equipaggiato direttamente da Stati Uniti, Europa e altri stati. Chi ha sostenuto il regime autocratico di Arafat non si è mai curato di verificare la crescita della democrazia e la trasparenza dell’amministrazione palestinese. Sono stati versati svariati miliardi di dollari, senza neanche chiedere conto del loro impiego.

    Il risultato per i palestinesi è stato quello di disporre di un regime che non solo ha progressivamente tagliato loro fuori dagli aiuti internazionali, ma che ha anche stroncato l’opposizione politica e la libertà di parola. L’AP alla fine si è rivelato un “one man show”, finanziato dalle tasche dei contribuenti europei e americani.

    All’epoca, la convinzione negli Stati Uniti, in Europa e nel mondo occidentale era che un regime corrotto e oppressivo come quello di Arafat sarebbe stato disposto a fare concessioni, per conseguire la pace con Israele. Dal momento che egli era a busta paga di americani ed europei, si riteneva che Arafat non avrebbe potuto esimersi dal respingere qualunque offerta, come quella ultragenerosa formulata dal primo ministro israeliano Ehud Barak a Camp David nell’estate del 2000. Ma quando giunse il momento delle decisioni, Arafat abbandonò il vertice, accusando gli Stati Uniti di costringerlo ad accettare un fatto compiuto che nessun palestinese avrebbe sottoscritto.

    I miliardi di dollari che Arafat ha intascato fra il 1994 e il 2000 non lo persuasero ad accettare anche l’offerta più generosa mai fatta ai palestinesi da un capo di governo israeliano. Peggio ancora, i primi sette anni del “processo di pace” hanno fatto registrare la seconda intifada, deflagrata a settembre 2000, poco tempo dopo il fallimento del vertice a Camp David.

    La riluttanza all’epoca della comunità internazionale di chiedere conto ad Arafat è stato il motivo principale per cui la maggioranza dei palestinesi è stata spinta letteralmente fra le braccia di Hamas. I palestinesi hanno perso fiducia non solo nel processo di pace, ma anche nell’Autorità Palestinese e nei suoi leader: non è stato sperimentato alcun progresso nel tenore di vita, soprattutto a causa della corruzione dilagante dell’AP. Hamas ha promesso loro il cambiamento, le riforme e la fine della corruzione. Da un certo punto di vista, americani ed europei sono responsabili dell’affermazione di Hamas. Fino al 2007 i palestinesi avevano soltanto un regime corrotto e illiberale, chiamato Autorità Palestinese. Da allora, hanno potuto contare su un secondo regime ancora più bieco e repressivo: Hamas.

    Per cui se i 4.5 miliardi di dollari elargiti ai palestinesi hanno prodotto due regimi corrotti e autoritari, cosa sarebbe successo se americani ed europei avessero versato ulteriori fondi nella promozione della democrazia palestinese? probabilmente sarebbero sorte ulteriori dittature nel West Bank e a Gaza.

    Naturalmente, il primo ministro di Ramallah non ha ammesso al cospetto del suo ospite americano che i miliardi investiti dagli Stati Uniti sono finiti nei conti cifrati aperti dal regime presso le banche svizzere. Ne’ ha confessato che i palestinesi non dispongono di istituzioni politiche funzionanti o di una stampa libera nel West Bank o presso la Striscia di Gaza. E per dirla tutta, Hamdallah si è guardato bene dall’annunciare al parlamentare americano quando saranno tenute nuove elezioni presidenziali e politiche nei territori palestinesi.

    Al contempo, però, come tutti gli occidentali che visitano Ramallah, il deputato McCarthy si è guardato bene dal porre al suo interlocutore domande scomode o imbarazzanti. Il parlamentare ovviamente è stato lieto di apprendere che gli Stati Uniti hanno investito una simile somma per promuovere la democrazia e accelerare il processo di pace. Ma ha forse chiesto – al pari di chi l’ha preceduto, beninteso – come i palestinesi hanno impiegato questo denaro per conseguire tali due obiettivi?

    Non c’è alcun bisogno di chiedere agli esponenti dell’AP come il denaro occidentale sia stato speso: è sin troppo evidente. I miliardi di dollari ottenuti hanno alimentato corruzione e malaffare. La democrazia è l’ultima cosa che i palestinesi si aspettano dall’AP o da Hamas.

    Ha forse l’AP utilizzato tutto questo denaro per promuovere la pace e la pacifica coesistenza con Israele? tutto il contrario: oltre ad incitare ogni giorno il suo popolo contro lo stato ebraico, la leadership palestinese usa questi fondi per finanziare una massiccia campagna internazionale di delegittimazione e isolamento di Israele. “L’investimento” nella democrazia e nel progresso palestinesi è stato un completo fallimento a causa del rifiuto dell’amministrazione americana di chiedere conto ai palestinesi delle modalità con le quali è stato speso il denaro. A meno che gli occidentali sbattano i pugni sul tavolo, le probabilità di rilanciare il processo di pace in Medio Oriente sono pressoché nulle.

    * What Are Palestinians Doing With U.S. Money?

    http://www.ilborghesino.blogspot.it/2015/08/che-uso-hanno-fatto-i-palestinesi-del.html

    20 Ago 2015, 17:02 Rispondi|Quota
  • #4Emanuel Baroz

    20 agosto 2015 – Secondo una fonte di alto livello citata dall’emittente libanese Al Mayadeen, il presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen) intende presentare le sue dimissioni dal Comitato esecutivo dell’agenzia Onu per i profughi palestinesi Unrwa, insieme ad altri importanti membri. L’Autorità Palestinese non ha confermato la notizia.

    20 agosto 2015 – L’Alta Corte di Giustizia israeliana ha temporaneamente sospeso mercoledì sera la detenzione amministrativa del terrorista della Jihad Islamica Mohammad Allaan dopo che il Barzilai Medical Center aveva comunicato che, stando alla risonanza magnetica, Allaan ha subito danni cerebrali, non si sa se irreversibili, a causa delle carenze nutritive dovute a più di due mesi di sciopero della fame. In una precedente udienza, sempre mercoledì, presso l’Alta Corte di Giustizia, le autorità israeliane avevano detto che Allaan, detenuto in quanto considerato un pericoloso terrorista organizzatore fra l’altro di attentati suicidi, sarebbe stato scarcerato se fossero risultati danni permanenti al cervello. Il giudice Elyakim Rubinstein ha spiegato il motivo alla base della decisione: “A causa del suo stato di salute non costituisce un pericolo e quindi il provvedimento amministrativo ora non è più in vigore”. Allan resterà in terapia intensiva, ma sarà soggetto alle normali regole dei ricoverati non detenuti. In serata la famiglia ha annunciato alla tv Canale 2 che Allaan ha cessato lo sciopero della fame. I giudici Neal Hendel, Elyakim Rubinstein e Hanan Melcer hanno comunque stabilito di riconsiderare il caso se le condizioni dovessero mutare.

    20 agosto 2015 – Secondo un documento citato mercoledì dalla Associated Press, un accordo segreto tra l’Iran e l’agenzia Onu AIEA permetterà a Teheran di utilizzare i propri esperti per ispezionare il sito nucleare di Parchin, sospettato di attività volte a sviluppare armi nucleari: in pratica all’Iran sarà consentito impiegare i propri esperti alla ricerca delle prove di attività illegali che ha sempre negato. L’indagine dell’AIEA a Parchin è collegata a un’inchiesta più vasta sulle accuse all’Iran d’aver lavorato alla produzione di armi atomiche, separata e indipendente dall’accordo firmato a Vienna fra l’Iran e le potenze mondiali.

    20 agosto 2015 – Sei casi di tifo sono stati confermati nel campo palestinese di Yarmouk, in Siria, dall’agenzia Onu Unrwa che per la prima volta dallo scorso giugno ha potuto entrare in contatto con alcuni residenti del campo nella vicina Yalda, dove ha effettuato più di 200 visite mediche. Il tifo è scoppiato a causa delle pessime condizioni i cui vivono i residenti del campo, alle porte sud di Damasco, tenuto sotto stretto assedio dalle forze del regime sin dal 2013.

    20 agosto 2015 – La richiesta del presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen) di essere ricevuto a Teheran è stata respinta. Lo ha detto mercoledì Hossein Sheikh al-Islam, braccio destro del capo dipartimento affari internazionali del parlamento iraniano, secondo il quale le notizie circa un imminente viaggio di Abu Mazen in Iran sono infondate. “La dirigenza palestinese ha più volte chiesto di visitare l’Iran – ha detto Al-Islam – ma non ha mai ricevuto il permesso. Anche la loro ultima richiesta è stata respinta”. Secondo Al-Islam, il governo iraniano si attiene alla sua tradizionale politica di sostegno alle organizzazioni della “resistenza palestinese”, come Hamas.

    20 agosto 2015 – Israele aveva offerto di scarcerare ai primi di novembre il detenuto della Jihad Islamica palestinese Muhammad Allaan se questi accettava di sospendere lo sciopero lo sciopero della fame. Allaan era ricoverato presso il Barzilai Medical Center di Ashkelon dove aveva temporaneamente accettato di ricevere assistenza medica essenziale per mantenersi in vita. Uno dei suoi avvocati, Kamal Natur, citato mercoledì da radio Galei Tzahal, aveva definito “realistica” l’offerta delle autorità israeliane dicendo che “è quanto mi aspettavo di ottenere”.

    20 agosto 2015 – Una fonte del ministero degli esteri russo, citata mercoledì l’agenzia di stampa RIA Novosti, ha confermato che Mosca intende fornire all’Iran entro quest’anno quattro batterie di missili terra-aria S-300.

    20 agosto 2015 – Jihadisti dello “Stato Islamico” (ISIS) hanno decapitato l’archeologo 82enne Khaled Asaad, nella città siriana di Palmira, e ne hanno appeso il corpo martoriato a una colonna nella piazza principale del sito storico patrimonio Unesco. Lo ha comunicato martedì il capo delle antichità statali siriane Maamoun Abdulkarim, dicendo d’averlo saputo dai famigliari della vittima. Khaled Asaad, per oltre 50 anni capo archeologo delle antichità a Palmira, era stato arrestato e interrogato per più di un mese dai jihadisti sunniti dell’ISIS. Secondo fonti siriane citate dal Guardian, lo studioso si sarebbe rifiutato di rivelare ai suoi aguzzini dove sono stati nascosti i preziosi reperti rimossi da Palmira prima che la città cadesse nelle mani dell’ISIS.

    20 agosto 2015 – Il governo spagnolo ha condannato martedì la decisione degli organizzatori del festival reggae spagnolo Rototom Sunsplash di annullare il concerto del musicista ebreo americano Matisyahu dopo che il cantante, che non è israeliano né politicamente impegnato, si era rifiutato di sottoscrivere una dichiarazione politica a sostegno di uno stato palestinese. La cancellazione in stile “maccartista” o da “commissariato politico”, avvenuta su pressione del movimento per il boicottaggio d’Israele, aveva suscitato vivaci critiche in Spagna e all’estero. Il Ministero degli esteri spagnolo ha dichiarato d’essere contrario a campagne di boicottaggio e a qualunque segnale di antisemitismo, pur ribadendo il suo sostegno a uno stato palestinese indipendente da raggiungere attraverso negoziati bilaterali. Dopo la presa di posizione di Madrid, mercoledì pomeriggio gli organizzatori del Rototom Sunsplash Festival hanno ritrattato la cancellazione dicendosi dispiaciuti per l’accaduto, e hanno re-invitato Matisyahu ad esibirsi al festival il prossimo 22 agosto. In particolare, gli organizzatori hanno ammesso del loro comunicato “d’aver fatto un errore a causa del boicottaggio e della campagna di pressione, coercizione e minacce impiegata dal movimento BDS País Valencià”.

    20 agosto 2015 – Hamas ha annunciato mercoledì d’aver scoperto un delfino che spiava per conto di Israele. L’animale sarebbe stato catturato poche settimane fa vicino alle coste della striscia di Gaza da un commando di “uomini rana” di Hamas allertati dai suoi “movimenti sospetti”. Il giornale palestinese Al-Quds ha riferito che il delfino era dotato di un dispositivo video e di un aggeggio in grado di “sparare frecce capaci di ferire o addirittura uccidere un essere umano”. Nel 2010 fonti arabe avevano accusato il Mossad israeliano d’aver usato uno squalo per uccidere turisti nel Mar Rosso e danneggiare così l’economia egiziana.

    (Fonte: Israele.net)

    20 Ago 2015, 17:04 Rispondi|Quota
  • #5Emanuel Baroz

    19 agosto 2015 – Non ci possono essere compromessi nella guerra al terrorismo, ma la pace può arrivare presto se c’è abbastanza buona volontà da entrambe le parti. Lo ha detto il leader dell’opposizione israeliana Isaac Herzog (Unione Sionista) incontrando martedì a Ramallah il presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen). “I recenti attacchi terroristici – ha detto Herzog – potrebbero portare a una terza intifada, cosa che dobbiamo evitare con tutti gli strumenti che abbiamo: bisogna lottare senza compromessi contro il terrorismo e su questo argomento sono ancora più radicale di Netanyahu”. D’altra parte, ha aggiunto Herzog, “bisogna dare una speranza ai due popoli rilanciando mosse coraggiose che ci riportino ai negoziati in modo tale da obbligare i leader e anche i popoli a condurre con coraggio un rinnovato dialogo. Sono convinto che, se c’è la volontà, è possibile raggiungere entro due anni un accordo che garantisca la sicurezza di Israele”.

    19 agosto 2015 – Ha ripreso conoscenza ed è in condizioni “stabili”, dopo aver ricevuto l’infusione di sali e liquidi, il terrorista della Jihad Islamica Mohammed Allaan, detenuto in Israele e in sciopero della fame da 65 giorni. Allaan è stato tolto da un respiratore martedì mattina e, secondo le dichiarazioni dell’ospedale, continuerà a ricevere “trattamenti medici essenziali” in attesa che esprima le sue volontà sul trattamento minimo sanitario che lo tiene in vita. Secondo il fratello Amid, Mohammed Allaan ha respinto la proposta del tribunale di essere scarcerato a condizione di essere allontanato dal paese per almeno 4 anni. L’Alta Corte di Giustizia ha giudicato lunedì che la detenzione amministrativa di Allaan è legale, pur ordinando una revisione del suo stato di salute entro mercoledì. La misura della detenzione amministrativa, utilizzata in Israele contro terroristi arabi ed ebrei, è considerata controversa perché bypassa le normali procedure giudiziarie quando è indispensabile proteggere le fonti di prova (informatori infiltrati) a carico di pericolosi terroristi. “Lo stato gli ha offerto di lasciare il paese per quattro anni per ottenere la sua scarcerazione – ha detto martedì il vice ministro della difesa Eli Ben-Dahan in un comunicato – Allaan ha rifiutato, e ora dovremmo applicare la legge sull’alimentazione forzata. Se Israele cede, tutti i terroristi detenuti faranno la stessa cosa per essere rilasciati”.

    19 agosto 2015 – Accogliendo l’invito recentemente formulato alla Knesset dal primo ministro italiano Matteo Renzi, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu sarà in Italia, e in particolare a Milano e a Firenze, dal 27 al 30 agosto.

    19 agosto 2015 – Per la prima volta in due mesi l’Egitto ha aperto per 4 giorni a Rafah il suo unico valico di confine con la striscia di Gaza. Lo ha riferito la Associated Press specificando che quest’anno il valico di Rafah è stato aperto per soli 15 giorni in tutto.

    19 agosto 2015 – Il ministro della difesa iraniano Hossein Dehghan ha detto martedì mattina che la Russia è pronta a firmare un accordo con la Repubblica Islamica per la fornitura di missili anti-aerei S-300 e che la consegna degli armamenti avverrà poco dopo la firma. Dehghan ha anche ribadito che l’Iran non intende accettare nessuna restrizione alle sue capacità missilistiche “difensive”.

    19 agosto 2015 – L’ufficio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha diffuso lunedì una dichiarazione in cui smentisce che Israele stia intrattenendo incontri con Hamas, né direttamente né indirettamente. L’Autorità Palestinese martedì ha invece nuovamente accusato Hamas di intrattenere con Israele colloqui segreti che sancirebbero la divisione fra palestinesi. “Ci sono stati negoziati – ha detto il ministro degli esteri palestinese Riad al-Malki – e sono sul punto di arrivare a un accordo per una tregua a Gaza di 8 o 10 anni”.

    19 agosto 2015 – In un video diffuso lunedì su Twitter, lo “Stato Islamico” (ISIS) ha definito il presidente turco Recep Tayyip Erdogan “infedele” e “traditore” per aver consentito agli Usa di usare basi aeree per “bombardare il popolo dell’islam”, esortando i musulmani di Turchia a sostenere l’ISIS, a combattere contro “crociati, atei e tiranni infedeli” e a conquistare Istanbul.

    19 agosto 2015 – Le Forze di Difesa israeliane hanno diffuso domenica un video che mostra l’azione con cui lo scorso aprile le loro forze aeree hanno eliminato un commando di quattro terroristi penetrato dalla Siria in Israele per piantare esplosivi vicino a Majdal Shams, sul lato israeliano delle alture del Golan. “Gli esplosivi appartenevano a Hezbollah ed erano predisposti per essere fatti esplodere a distanza: c’era l’Iran dietro l’operazione” ha spiegato una fonte militare, aggiungendo che tutti gli attacchi degli ultimi due anni sul confine settentrionale sono stati diretti dall’Iran. La fonte ha anche detto che la cellula era diretta da Samir Kuntar, il terrorista druso-libanese rilasciato da Israele nel 2008, che secondo un giornale arabo sarebbe stato ucciso da un drone israeliano il mese scorso a Hader, sul Golan, dopo che aveva reclutato circa 120 drusi siriani per combattere con Hezbollah e il presidente Assad. Vedi il video sul Jerusalem Post

    (Fonte: Israele.net)

    20 Ago 2015, 17:05 Rispondi|Quota