Escalation del terrorismo palestinese in Israele: donna fa esplodere una autobomba ad un check point

 
Emanuel Baroz
11 ottobre 2015
5 commenti

Escalation del terrorismo palestinese in Israele: donna fa esplodere una autobomba ad un check point

autobomba-israele-terrorismo-palestinese-focus-on-israelGerusalemme, 11 Ottobre 2015 – Il terrorismo antisraeliano sale pericolosamente di un altro gradino: questa mattina una donna palestinese ha fatto detonare un ordigno a bordo della propria auto a un checkpoint ferendo leggermente un poliziotto israeliano. La donna fermata per un controllo era scesa dall’auto gridando “Allah u akbar”, innescando l’ordigno e rimanendo seriamente ferita. L’attentato è avvenuto a Malee Adumim, nei pressi di Gerusalemme.

Secondo una prima ricostruzione dei fatti fornita dalla polizia, l’agente aveva fermato l’auto per un controllo dopo essersi insospettito dalla guida della donna. La palestinese e’ quindi uscita dall’auto e ha fatto esplodere un ordigno che era a bordo della sua macchina. Secondo il Jerusalem Post, l’attentatrice e’ stata poi trasportata in ospedale a Gerusalemme “con bruciature sull’intero corpo”. L’agente ha riportato ferite leggere sulla parte superiore del corpo ed e’ stato anche lui trasferito in ospedale.  L’auto conteneva un’altra bombola di gas che miracolosamente la terrorista non è riuscita a far esplodere.

In serata nuovo accoltellamento di due israeliani assaliti da un palestinese ad Hadera, a nord di Tel Aviv. L’aggressore è stato poi bloccato mentre uno dei feriti sarebbe in gravi condizioni. Inoltre durante la scorsa notte un missile Grad è stato lanciato contro la città di Ashkelon ma è stato fortunatamente  intercettato dal sistema anti-missile Iron Dome. A seguito di questo attacco aerei israeliani hanno colpito due fabbriche di armi di Hamas nel Nord della Striscia di Gaza. In un caso l’esplosione ha fatto crollare una casa adiacente, causando la morte di una donna di 30 anni incinta e della figlia di 4 anni.

(Fonte: Ansa, 11 Ottobre 2015)

Thanks to Progetto Dreyfus

Nella foto in alto: L’autobomba usata dalla donna al posto di blocco di Al-Zaim, davanti a Maalei Adumim poco fuori Gerusalemme

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  • #1Emanuel Baroz

    La Jihad palestinese evolve, dai coltelli alle autobombe

    Non conosce sosta la Jihad palestinese e questa mattina dimostra di voler evolvere. Una donna palestinese stava portando una autobomba a Gerusalemme quando solo il caso ha voluto che un poliziotto israeliano di servizio sulla strada 437 si insospettisse e la fermasse. Vistosi scoperta la donna è uscita dall’auto e urlando “Allah Akbar” (Dio è grande) ha fatto esplodere l’auto ferendo il poliziotto e rimanendo lei stessa gravemente ferita.

    L’evoluzione è importante e molto preoccupante perché il sospetto è che la donna stesse portando la macchina a Gerusalemme per farla esplodere in città il che dimostrerebbe la volontà da parte della Jihad palestinese di alzare ulteriormente i toni dello scontro.

    Ieri sera intanto altri due missili sono stati sparati dalla Striscia di Gaza verso il sud di Israele. Uno dei due è stato intercettato dal sistema Iron Dome.

    http://www.rightsreporter.org/la-jihad-palestinese-evolve-dai-coltelli-alle-autobombe/

    11 Ott 2015, 23:56 Rispondi|Quota
  • #2Emanuel Baroz

    Israele – Palestina: non chiamatela “intifada” ma “Jihad”

    http://www.rightsreporter.org/israele-palestina-non-chiamatela-intifada-ma-jihad/

    11 Ott 2015, 23:56 Rispondi|Quota
  • #3Emanuel Baroz

    11 Ott 2015, 23:57 Rispondi|Quota
  • #4Emanuel Baroz

    Nel Corano l’«intifada dei coltelli». I mandanti? Cercateli in moschea

    Nel testo sacro dei musulmani abbonda l’odio verso gli ebrei. Imam di Gaza ripreso mentre brandisce un pugnale durante il sermone: «Imitate le gesta di Maometto». Nel testo sacro dei musulmani abbonda l’odio verso gli ebrei.

    di Magdi Cristiano Allam

    Venerdì scorso in una moschea a Rafah, nella Striscia di Gaza controllata da Hamas, l’imam ha impugnato il coltello nel corso del sermone ordinando ai fedeli di uccidere gli ebrei nel nome di Allah ed emulando le gesta di Maometto. Il ricorso al coltello, l’arma simbolo di quella che viene indicata come la «Terza Intifada», la nuova rivolta palestinese caratterizzata da un’ ondata di accoltellamenti di ebrei, trova riscontro nei versetti coranici: «Getterò il terrore nel cuore dei miscredenti: colpiteli tra capo e collo (…) Non siete certo voi che li avete uccisi: è Allah che li ha uccisi». (8, 12-17) «Quando (in combattimento) incontrate i miscredenti, colpiteli al collo finché non li abbiate soggiogati». (47, 4) Così come è illuminante l’esempio di Maometto che nel 627, alle porte di Medina, partecipò di persona allo sgozzamento e alla decapitazione di circa 800 ebrei della tribù dei Banu Qurayza.

    Nel dicembre 1987 esplose la Prima Intifada, ribattezzata «delle pietre», l’arma con cui gli shabab, i giovani, palestinesi colpivano coloni e soldati israeliani. Il 28 settembre 2000, quando l’allora leader dell’opposizione Ariel Sharon fece una passeggiata sulla Spianata delle Moschee (per i musulmani) o Monte del Tempio (per gli ebrei), è considerato come la data d’inizio della Seconda Intifada, connotata dall’uso del kalashnikov in azioni armate contro militari e civili israeliani.

    C’era stata, ancor prima, una sanguinosissima ondata di attentati terroristici suicidi, firmati da Hamas, Jihad Islamica e Al Fatah, dopo la storica stretta di mano tra Rabin e Arafat il 13 settembre 1993, per far fallire il neonato processo di pace israelo-palestinese. Il Corano è un testo profondamente anti-ebraico, al punto da far impallidire il Mein Kampf di Hitler. Gli ebrei sono presentati come «i più feroci nemici di coloro che credono», «coloro che Allah ha maledetto», perché «uccidevano ingiustamente i profeti», «praticano l’usura», «con falsi pretesti divorano i beni della gente», che Allah «ha trasformato in scimmie e porci», che «somigliano a un asino». La legittimazione dell’odio, della violenza e dell’uccisione degli ebrei e dei cristiani è sancita da Allah nel Corano: «Dicono i giudei: “Esdra è figlio di Allah”; e i nazareni dicono: “Il Messia è figlio di Allah”. Questo è ciò che esce dalle loro bocche. Ripetono le parole di quanti già prima di loro furono miscredenti. Li annienti Allah (…)». (9, 30)

    La «Terza Intifada dei coltelli» è l’onda lunga delle decapitazioni dei terroristi dello «Stato islamico» dell’Isis, meno eclatante mediaticamente perché manca l’ostentazione della testa mozzata, ma più diffusa tra la popolazione e che si conclude comunque con l’uccisione dei nemici dell’islam. L’augurio è che la Sinistra non ripeta l’errore di schierarsi pregiudizialmente al fianco dei palestinesi, anche quando accoltellano a morte gli ebrei, immaginandoli come le vittime storiche ed eterne di un’ingiustizia che si sostanzia con la stessa presenza dello Stato di Israele. L’augurio è anche che la Chiesa di Papa Francesco cessi di assecondare acriticamente una politica incentrata sul buonismo, che l’ha portata a riconoscere uno Stato palestinese inesistente e che non è mai esistito nella Storia. La pace vera, stabile, sicura e duratura tra israeliani e palestinesi ci sarà solo quando sarà sconfitto il terrorismo palestinese ed islamico, che disconosce aprioristicamente, nel nome di Allah e di Maometto, il diritto di Israele ad esistere come Stato del popolo ebraico.

    (Fonte: Il Giornale, 11 Ottobre 2015)

    11 Ott 2015, 23:57 Rispondi|Quota
  • #5Emanuel Baroz

    12 ottobre 2015 – Un razzo palestinese lanciato domenica sera dalla striscia di Gaza verso Israele è ricaduto all’interno del territorio palestinese.

    12 ottobre 2015 – Quattro israeliani feriti domenica sera in un attacco con auto e arma bianca presso un grande centro commerciale vicino al kibbutz Gan Shmuel, a nord di Hadera (Israele centrale). Grave una 19enne. Gli altri feriti sono una ragazza di 14 anni e due uomini di 20 e 45 anni. Catturato illeso l’aggressore, un 20enne arabo israeliano di Umm el-Fahm che dapprima ha investito la 19enne con la sua auto, poi è sceso è ha colpito le altre persone con un coltello.

    12 ottobre 2015 – La recente ondata di violenze non sta intaccando l’afflusso di turisti in Israele. Lo ha detto domenica il Ministero del turismo israeliano spiegando che “finora non si sono registrate significative cancellazioni nelle prenotazioni”. Secondo cifre dell’Ufficio Centrale di Statistica citate dal Ministero, in settembre si sono avuti 225.000 ingressi turistici, pari al 25% in più rispetto allo stesso mese del 2014 e il 6% in più rispetto al settembre 2013.

    12 ottobre 2015 – Arrestate in tempo, a Hebron, due donne palestinesi sorprese in possesso di pugnali vicino a fedeli ebrei, nei pressi della Tomba dei Patriarchi.

    12 ottobre 2015 – Un incendio è scoppiato domenica lungo la statale 437 nei pressi di Pisgat Ze’ev (Gerusalemme nord) a causa di bombe molotov scagliate da ultrà palestinesi.

    12 ottobre 2015 – I ribelli sciiti filo-iraniani Houthi hanno imposto agli ebrei rimasti nello Yemen la scelta tra conversione all’islam e fuga dal paese. Lo ha detto domenica il ministro israeliano per cooperazione regionale Ayoub Kara. Secondo Kara, che è arabo druso e mantiene contatti in tutto il mondo arabo, un rappresentante della piccola comunità ebraica yemenita lo ha informato dell’ultimatum imposto dagli Houthi che attualmente controllano vaste aree del paese. Nella prima metà del XX secolo lo Yemen vantava una popolazione ebraica di oltre 50.000 persone, quasi tutte emigrate in Israele dopo la nascita dello stato ebraico. Ora vi sarebbero meno di cento ebrei della capitale, più un’altra comunità simile nella città settentrionale di Raida. Il logo degli Houthi reca le frasi “Morte a Israele” e “Maledizione agli ebrei”.

    12 ottobre 2015 – Secondo fonti palestinesi, un 13enne palestinese sarebbe rimasto ucciso, domenica, nel corso di volenti scontri fra ultrà palestinesi e soldati israeliani alle porte di Ramallah.

    12 ottobre 2015 – Secondo funzionari turchi, è salito a 128 il bilancio dei morti nel duplice attentato di sabato ad Ankara.

    12 ottobre 2015 – Più di 150 palestinesi hanno nuovamente tentato domenica pomeriggio di fare irruzione in territorio israeliano attraverso il varco aperto venerdì nella barriera di confine fra Israele e striscia di Gaza. Le Forze di Difesa israeliane hanno contenuto il tentativo sparando colpi in aria e candelotti lacrimogeni.

    12 ottobre 2015 – Durante una riunione del Gabinetto per la sicurezza dedicata domenica alla recente ondata di violenze, un rappresentante dei servizi di sicurezza israeliani ha detto che Hamas è il principale istigatore che fomenta la violenza in tutto il paese, mentre il presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen) starebbe discretamente adoperandosi per una de-escalation in Cisgiordania, sebbene molti elementi all’interno del suo partito Fatah siano fra coloro che alimentano le tensioni.

    12 ottobre 2015 – Feriti domenica, da lanci di pietre palestinesi contro i loro veicoli, un 25enne israeliano colpito da schegge di vetro al volto poco a est di Gerusalemme, e un 30enne ferito alle braccia e alle gambe sulla statale 60 che attraversa la Cisgiordania da nord a sud.

    12 ottobre 2015 – I parlamentari arabo-israeliani delle Lista Araba Comune hanno annunciato l’intenzione di visitare giovedì mattina la spianata sul Monte del Tempio di Gerusalemme in aperta sfida al bando temporaneo decretato la scorsa settimana dal governo alle visite di tutti i politici israeliani come misura per depotenziare le tensioni nell’area.

    12 ottobre 2015 – Ali Salam, sindaco di Nazareth, la più grande città araba d’Israele, ha criticato in due interviste i parlamentari arabo-israeliani per il ruolo giocato nel fomentare manifestazioni violente nella comunità araba d’Israele. Parlando domenica a radio Galei Tzahal, Salam ha detto: “Accuso quei leader perché stanno distruggendo la convivenza e stanno distruggendo il nostro futuro”. Pur dicendo di disapprovare le azioni israeliane sul Monte del Tempio di Gerusalemme, Salim ha affermato che i leader arabo-israeliani devono sapere come far sentire la propria voce senza danneggiare la coesistenza: “Dobbiamo trovare il modo di vivere insieme – ha detto al sito di news Walla – Non dobbiamo combatterci in questo modo: così non facciamo che danneggiare noi stessi”. A radio Galei Tzahal, Salam ha anche detto d’aver visto alla manifestazione di Nazareth (degenerata in tumulti) il presidente della Lista Araba Comune Ayman Odeh e di avergli detto: “Va fuori di qui: non abbiano bisogno che tu venga a Nazareth”.

    12 ottobre 2015 – Aprendo domenica la riunione settimanale del governo, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha citato un’intervista rilasciata da Haneen Zoabi a una pubblicazione di Hamas nella quale la parlamentare arabo-israeliana ha detto: “Centinaia di migliaia di fedeli dovrebbero salire alla moschea al-Aqsa per respingere il complotto israeliano volto a spargere il loro sangue. Il terrorismo dei singoli deve essere trasformato in una vera e propria intifada”. Sottolineando questa forma di “sfrenata e calunniosa istigazione alla violenza”, Netanyahu ha detto d’aver chiesto l’apertura di un’inchiesta. “Siamo nel mezzo di un’ondata di terrorismo che è stata appunto scatenata da false accuse circa il Monte del Tempio”, ha ricordato Netanyahu.

    12 ottobre 2015 – L’Iran ha testato con successo il missile Emad, un nuovo missile balistico ad alta precisione. Lo ha annunciato domenica il ministro della difesa iraniano Hossein Dehghan. Lo scorso gennaio il Center for Strategic and International Studies aveva scritto che il missile Emad avrà una gittata di 1.700 km, con una precisione di 500 metri e una testata esplosiva di 750 kg. Sarebbe la prima arma iraniana ad alta precisione in grado di raggiungere Israele: una variante del missile Shahab-3 in servizio dal 2003, che ha una gittata simile ma una precisione di soli 2.000 metri.

    12 ottobre 2015 – L’esercito iracheno ha dichiarato domenica che la sua aviazione ha attaccato un convoglio in cui viaggiava Abu Bakr al-Baghdadi, il capo dello “Stato Islamico” (ISIS). Al momento non è chiara la sorte di Al-Baghdadi.

    12 ottobre 2015 – Palestinesi di Gaza hanno aperto il fuoco, domenica, verso un gruppo di lavoratori israeliani impegnati a riparare la breccia aperta venerdì nella barriera di sicurezza fra Israele e striscia di Gaza da palestinesi di Hamas e Jihad Islamica. Si segnalano danni a un veicolo, ma nessuna vittima.

    12 ottobre 2015 – Una terrorista palestinese 31enne che vive fra Gerico e il quartiere Jabal Mukabar di Gerusalemme est ha fatto esplodere domenica mattina un ordigno artigianale che aveva nell’auto, dopo essere stata fermata per un controllo di polizia a Maaleh Adumim, sobborgo orientale di Gerusalemme. La terrorista è rimasta gravemente ferita nell’esplosione. Ferito anche un agente di polizia. Secondo la ricostruzione del portavoce della polizia israeliana Micky Rosenfeld, una volta costretta ad accostare la donna ha gridato “Allahu akbar” e ha tentato di innescare l’ordigno fatto di materiali infiammabili mentre cercava di uscire dal veicolo. Le forze di sicurezza hanno poi trovato in suo possesso note scritte a mano contenenti messaggi di sostegno ai “martiri”. La polizia ritiene che la terrorista intendesse effettuare un attentato esplosivo a Gerusalemme, fortunatamente sventato dall’intervento della polizia. L’agenzia di stampa palestinese Ma’an ha scritto che l’esplosione è stata causata da un guasto meccanico e non da un ordigno.

    12 ottobre 2015 – Il tribunale israeliano di Rishon LeZion ha confermato, domenica mattina, la detenzione in custodia cautelare di cinque israeliani accusati d’aver aggredito e picchiato un arabo la scorsa settimana nella città costiera di Netanya. Secondo il quotidiano Ha’aretz, l’incidente è iniziato come una rissa in un bar del posto per poi degenerare in uno scontro a sfondo razzista. Malmenati anche alcuni cittadini ebrei che avevano fatto scudo all’aggredito.

    12 ottobre 2015 – Fatah, la fazione palestinese che fa capo al presidente palestinese Abu Mazen, ha distribuito sabato volantini ufficiali in cui inneggia ai palestinesi che nel corso della giornata avevano violentemente aggredito cittadini israeliani. Poche ore dopo l’attacco in cui Ishaq Badran aveva ferito due persone a coltellate, Fatah ha stampato un volantino che commemora la morte del terrorista con le scritte “Vita e gloria eterne per il nostra shahid (martire)” e “la nostra essenza è sacrificarsi per al-Aqsa”, accompagnate da foto di Abu Mazen e di Yasser Arafat, fondatore di Fatah. Un volantino quasi identico è stato stampato anche in onore del terrorista Mohammed Ali, responsabile dell’attentato di sabato alla porta di Damasco. Entrambi i volantini sono stati diffusi anche attraverso l’account ufficiale di Fatah su Twitter. Vedi le immagini su YnetNews: http://www.ynetnews.com/articles/0,7340,L-4709292,00.html

    12 ottobre 2015 – Dopo il lancio di razzi palestinesi di sabato sera, l’aviazione israeliana ha bombardato nella notte due depositi di armi e munizioni di Hamas a Gaza. Secondo fonti palestinesi, l’esplosione di uno dei depositi ha causato il crollo di un’abitazione civile adiacente provocando la morte di una donna e una bambina. Hamas ha dichiarato che “l’attacco dimostra che Israele cerca l’escalation”.

    (Fonte:Israele.net)

    12 Ott 2015, 23:52 Rispondi|Quota