Abu Mazen confessa: “Ho rifiutato lo stato palestinese e la pace offerta da Israele”

 
Emanuel Baroz
20 novembre 2015
4 commenti

Abu Mazen confessa: «Così ho abortito lo stato palestinese»

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Il presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas per la prima volta ha ammesso in pubblico che nel 2008 ha respinto una proposta di pace che avrebbe dato luogo alla nascita di uno stato palestinese che avrebbe incluso tutta la Striscia di Gaza, quasi tutto il West Bank (mediante scambi territoriali) e un corridoio che avrebbe collegato i due territori.

Abbas lo ha riconosciuto nell’ambito di un’intervista concessa al canale televisivo israeliano Channel 10, che ha mandato in onda un documentario in tre puntate sui negoziati di pace del 2000 e del 2008 (la mission della TV pubblica è evidentemente ben diversa in Israele rispetto ai territori palestinesi, NdT). Secondo Abu Mazen e Ehud Olmert, primo ministro di Gerusalemme nel 2008, Israele presentò al leader palestinese una mappa dettagliata che definiva i confini del futuro stato di Palestina. Abbas affermò che la respinse, perché sosteneva di non essere un esperto di mappe, e perché gli scandali che lo coinvolsero promettevano una fine prematura del mandato di Olmert. In passato l’ex Primo Ministro israeliano e diversi dirigenti palestinesi hanno dichiarato che Abbas all’epoca respinse il piano di pace, ma questa è la prima volta che il presidente dell’ANP lo ammette esplicitamente.

Al minuto 24’05” del filmato, il giornalista di Channel 10 Raviv Drucker chiede ad Abbas: «nella mappa che Olmert sottopose alla Sua attenzione, Israele avrebbe annesso il 6.3% del West Bank, offrendo in cambio il 5.8% dei territori israeliani al di qua della Linea Verde: cosa rispose a questa proposta?». «Non ero interessato», ha replicato Abbas; al che l’intervistatore lo incalza: «seriamente, perché non ha accettato l’offerta di Olmert?»
«Olmert mi disse: “ecco, questa è una piantina. La vedi? è tutto qui. Accettai il suo intendimento di non consegnarmi la mappa. Ma come possiamo firmare qualcosa che non ci viene consegnato, e che non è stato nemmeno discusso?».

L’esistenza di un’offerta di pace è stata confermata per la prima volta due anni fa, quando Olmert rivelò ad un giornalista che propose ad Abbas una mappa durante il mandato di primo ministro. Poco dopo, Olmert si affidò alla sua memoria per ridisegnare la mappa, in modo da accertarsi che entrambi avessero bene in mente la stessa cosa. Issacharoff, giornalista di The Tower, fotografò la mappa, riprodotta qui al lato.

Come ha scritto il giornalista, Abbas zittì i presenti per potersi concentrare. Voleva tracciare la mappa di Olmert che aveva memorizzato. Olmert precisò che fino a quando Abu Mazen non avesse siglato quella mappa, non gli avrebbe consegnato alcuna copia. Abu Mazen allungò una mano e afferrò un foglio di carta da lettera dell’Ufficio di Presidenza palestinese, tracciando i confini dello stato palestinese per come li ricordava.

Abbas contrassegnò i blocchi degli insediamenti ebraici che sarebbero rimasti ad Israele: l’area di Ariel, quella di Ma’Ale Adumin (inclusa E1) e il Gush Etzion; per un totale del 6.3% del West Bank. Dopodiché abbozzò i territori che Gerusalemme era disposta a consegnare in cambio: l’area di Afula-Tirat Zvi, l’area di Lachish, l’area contigua ad Har Adar, parte del deserto della Giudea e una cintura attorno alla Striscia di Gaza; per un totale del 5.8% dell’estensione del West Bank.

Abu Mazen scrisse a sinistra dell’intestazione i dati, riportandoli erroneamente (6.8 e 5.5%), mentre sul retro riportò i dettagli della proposta: un passaggio sicuro fra Gaza e West Bank mediante galleria, una commissione multilaterale che avrebbe amministrato l’Holy Basin, il disimpegno del contingente israeliano dalla Valle del Giordano e l’assorbimento di 5.000 profughi palestinesi in cinque anni.

Abbas piegò accuratamente la mappa, ottenuta da TheTower.org nel corso della preparazione di questo dossier sui negoziati segreti fra Abbas e Olmert del 2008, e che pubblica qui in esclusiva. I due leader si incontrarono ben 36 volte, perlopiù a Gerusalemme e a Gerico, pervenendo ad una formulazione che avrebbero rappresentato la piattaforma per un successivo accordo fra le parti. Ma, alla fine, gli accordi di pace non furono sottoscritti, malgrado le buone intenzioni iniziali. L’Autorità Palestinese si è rifiutata di spiegarne i motivi».

Il giorno dopo, Abbas si ritirò dai negoziati, dichiarando che aveva un impegno in Giordania. Il capo negoziatore palestinese Saab Erekat nel 2009 ricostruì in termini analoghi la faccenda, in un’intervista ad Al Jazeera: «Olmert ha offerto i confini del 1967, aggiungendo: “tratterremo il 6.5% del West Bank, consegnando in cambio il 5.8% dei territori del 1948, mentre il residuo 0.7% sarà costituito da un passaggio sicuro fra Gaza e West Bank. Gerusalemme Est sarà la capitale” (dello stato palestinese, NdT). Abu Mazen reagì stizzito: “non siamo al mercato. Traccerò i confini del futuro stato palestinese lungo i confini del 4 giugno 1967, senza rimuovere un solo centimetro ne’ una singola pietra”. Ecco perché non firmammo l’accordo».

(Fonte: Abbas Admits For the First Time That He Turned Down Peace Offer in 2008 su The Tower)

Il Borghesino

Nella foto in alto: un estratto del video dell’intervista concessa dal presidente con mandato scaduto dell’ANP Abu Mazen (Mahmoud Abbas) alla tv israeliana Channel 10

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  • #1Emanuel Baroz

    “Rifiutai l’offerta di pace di Olmert”

    Lo ha detto Abu Mazen in un’intervista (ignorata da quelli che incolpano sempre Israele per la mancanza di un accordo)

    Il presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen) ha ammesso d’aver rifiutato l’accordo di pace proposto nel 2008 dall’allora primo ministro israeliano Ehud Olmert. In un’intervista alla tv israeliana Canale 10 andata in onda la sera di martedì scorso, Abu Mazen ha spiegato il suo rifiuto dicendo che aveva potuto solo vedere, ma non trattenere, la mappa dettagliata dell’ipotesi di soluzione per Gerusalemme che avrebbe comportato il passaggio della Città Vecchia sotto controllo internazionale.

    Olmert, anch’egli intervistato separatamente da Canale 10, ha detto che aveva offerto un ritiro quasi totale dalla Cisgiordania a favore di uno stato palestinese, proponendo che Israele mantenesse il 6,3% del territorio al fine di annettere i maggiori insediamenti ebraici, ma risarcendo la controparte con territori israeliani equivalenti a un 5,8% della Cisgiordania, più un collegamento fra Cisgiordania e striscia di Gaza anch’esso parte del futuro stato di Palestina. “Gli dissi – racconta Olmert nell’intervista – Ricorda le mie parole: passeranno cinquant’anni prima che un altro primo ministro israeliano vi offra quello che vi sto offrendo ora. Non perdete questa occasione”.

    “Mi mostrò una mappa ma non me la consegnò”, afferma Abu Mazen nell’intervista sostenendo che questo sarebbe il motivo per cui la storica occasione andò perduta. Abu Mazen afferma anche, tuttavia, che l’offerta di Olmert di accettare in Israele un numero simbolico di profughi palestinesi non avrebbe risolto il problema perché i discendenti dei profughi palestinesi si contano oggi a milioni, sparsi in tutta la regione.

    I negoziati diretti fra Israele e palestinesi sono di fatto congelati dall’aprile 2014 nonostante i ripetuti inviti a riprenderli da parte dell’attuale primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu.

    (Fonte: i24news, Times of Israel, 19 Novembre 2015)

    http://www.israele.net/rifiutai-lofferta-di-pace-di-olmert

    22 Nov 2015, 01:20 Rispondi|Quota
  • #2Emanuel Baroz

    Scrive Elliott Abrams, su Israel HaYom: «Gli interrogativi circa quanto accadde alla fine del 2008 nei negoziati di pace israelo-palestinesi tra l’allora primo ministro israeliano Ehud Olmert e il presidente dell’Autorità Palestinese Abu Mazen costituiscono una questione controversa sin dal momento in cui quei colloqui ebbero luogo.

    Ma ora abbiamo l’ammissione diretta da parte di Abu Mazen che la versione israeliana degli eventi era corretta: lui disse no. Lo ammette lui stesso in una estesa intervista alla TV israeliana.

    A mezzanotte e cinque, sugli schermi di Canale 10 il reporter Raviv Drucker chiede ad Abu Mazen: “Nella mappa che Olmert le presentò, Israele annetteva il 6,3% [della Cisgiordania] e compensava i palestinesi con un 5,8% [tratto da Israele pre-‘67 ]. Che cosa propose lei in cambio?”. “Non ero d’accordo – risponde secco Abu Mazen – Rifiutai subito”.

    L’intervista (anche quella con Olmert) contiene dettagli che saranno di grande interesse per molte persone, ma la sostanza è che Abu Mazen si sottrasse all’accordo come aveva fatto Yasser Arafat ai negoziati di Camp David del luglio 2000.

    Vi sono vari argomenti che cercano di spiegare perché Abu Mazen disse di no: ad esempio, che aspettava di vedere quale sarebbe stata la politica del nuovo presidente che stava per entrare in carica negli Stati Uniti, oppure che non voleva firmare con un primo ministro, Olmert, “azzoppato” dalle inchieste che erano in corso a suo carico. Altri sostengono che Abu Mazen non aveva la legittimità, o il coraggio, di firmare un accordo che Hamas avrebbe immediatamente attaccato; ed anche che Abu Mazen, come Arafat, non aveva fatto nulla per preparare i palestinesi ai compromessi che un accordo di pace avrebbe inevitabilmente richiesto. Ma sono tutte speculazioni.

    Quello che non è una speculazione è che il primo ministro israeliano fece un’offerta di pace e il capo palestinese – capo del partito Fatah, dell’Olp e dell’Autorità Palestinese – la respinse.

    Coloro che amano incolpare Israele per la perdurante mancanza di progressi verso un complessivo accordo di pace probabilmente non presteranno attenzione a questa intervista. Ma quelli sono i fatti».

    (Fonte: Israel haYom, 19 Novembre 2015)

    http://www.israele.net/rifiutai-lofferta-di-pace-di-olmert

    22 Nov 2015, 01:21 Rispondi|Quota
  • #3Parvus

    Abu Mazen è politicamente troppo debole, se firmasse un trattato di pace verrebbe abbattuto. Perciò trova scuse per non farlo.

    24 Nov 2015, 13:45 Rispondi|Quota
    • #4Parvus

      @Parvus:
      Bisogna anche dire che Israele non sa proprio farsi propaganda. Dopo il rifiuto, l’offerta andava fatta pubblicamente, reiterata, sbandierata.

      24 Nov 2015, 15:28 Rispondi|Quota