Israele vs UE: sospesi rapporti diplomatici dopo la marchiatura dei prodotti dei territori contesi

 
Emanuel Baroz
30 novembre 2015
3 commenti

Israele sospende relazioni diplomatiche con l’Ue

Il pugno duro a tre settimane dalla decisione di Bruxelles di dare avvio alle etichettature dei prodotti israeliani degli insediamenti ebraici in Cisgiordania.

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Sospensione dei contatti diplomatici con le istituzioni Ue e riesame del loro coinvolgimento per quanto riguarda il processo di pace con i palestinesi. Il pugno duro del premier israeliano Benyamin Netanyahu con l’Europa è arrivato – in una Gerusalemme colpita oggi da due nuovi attentati palestinesi – a quasi tre settimane dalla decisione di Bruxelles di dare avvio alle etichettature dei prodotti israeliani degli insediamenti ebraici in Cisgiordania (Giudea e Samaria) e sulle Alture del Golan.

Sempre oggi, il ministero dell’istruzione israeliano ha vivamente sconsigliato le gite delle scolaresche in Europa, per il timore di nuovi attentati. Eccezion fatta per la Polonia, dove continueranno i viaggi degli studenti ai lager dove si consumò lo sterminio degli ebrei.

La mossa di Netanyahu era stata già annunciata lo scorso 11 novembre e comunicata in un colloquio burrascoso al ministero degli esteri al rappresentante europeo Lars Faaborg Andersen che in quella occasione difese la scelta dell’etichettatura definendola «tecnica e non politica». Ora è però la reazione è stata formalizzata dal premier che ha anche l’interim degli ministero degli esteri alla vigilia della sua partecipazione al vertice sul clima previsto a Parigi. E sarà proprio il ministero, secondo l’ordine dato da Netanyahu, a dover «rivedere» la cooperazione in corso con la Ue. Fermo restando che in base alla decisione di oggi – ha spiegato il portavoce del ministero Emmanuel Nahshon – Israele continua a mantenere «contatti diplomatici con i singoli Paesi europei come Germania, Francia e Gran Bretagna», ma non «con le istituzioni europee».

made-in-israel-prodotti-focus-on-israelA sembrar coinvolti – secondo i media – sono principalmente i rapporti nel campo dei diritti umani, delle organizzazioni internazionali e il congelamento di un incontro su progetti di sviluppo dell’Area C della Cisgiordania (Giudea e Samaria), quella sotto controllo amministrativo e militare israeliano. Ma non sono pochi i commentatori a domandare quale effetto possa avere la decisione di oggi, vista la mancanza allo stato attuale di una qualsiasi trattativa di pace tra le parti. E Dan Margalit, giornalista del filogovernativo «Israel Ha Yom» ha sostenuto che con la decisione di oggi Israele sembra «aver perso la bussola». Del resto, da mesi, a parlare è rimasta solo la cronaca e ieri Gerusalemme, con due attacchi palestinesi in tre ore, è tornata al centro della tensione continua che resta regola quotidiana. Ad essere accoltellati ieri mattina sono stati un poliziotto e una giovane donna nepalese che lavora in Israele: dei due aggressori palestinesi uno è stato ucciso dalla reazione delle forze di sicurezze e l’altro è stato catturato.

«Il terrorismo – ha detto il premier Benyamin Netanyahu ricordando che oggi sono 68 anni dalla decisione dell’Onu di riconoscere Israele e che subito dopo lo stato fu attaccato – è stato con noi per quasi 100 anni e lo abbiamo sconfitto più volte; lo sconfiggeremo anche questa volta». Poi ha sottolineato che il combustibile del terrorismo è l’opposizione «all’esistenza di «Israele come stato nazionale del popolo ebraico» e che a questo si è aggiunto «l’Islam radicale che attualmente colpisce nel mondo: Parigi, Londra, Mali, dove ovviamente non ci sono colonie e territori». Secondo gli analisti, tuttavia difficilmente si potrà sostenere a lungo una situazione come quella attuale anche se fino ad oggi sia i vertici dell’esercito sia quelli dello Shin Bet (la sicurezza interna) e lo stesso Netanyahu hanno respinto gli inviti della destra israeliana a ripetere nei Territori un’operazione militare su larga scala come quella compiuta nel 2002 durante la Seconda Intifada e denominata «Scudo protettivo».

La Stampa.it

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  • #1Emanuel Baroz

    Il flop della Mogherini con Israele tocca tutta l’Ue

    Motivo: l’etichettatura dei prodotti che arrivano dalla Giudea.

    di Dimitri Buffa

    Una disfatta diplomatica targata Federica Mogherini ma caduta sulla testa di tutta la Ue. Ambienti della diplomazia israeliana ieri hanno precisato i contorni di questa decisione unilaterale del governo di Benjamin Nethanyahu di escludere la Ue dalle relazioni di cooperazione per trovare una soluzione di pace con i palestinesi. La storia della «odiosa» etichettatura ad hoc dei beni di consumo, principalmente datteri e altre squisitezze locali, che vengono prodotti in Giudea e Samaria, territori contesi con l’Anp, e di quelli che provengono dalle alture del Golan (contese con quel che resta della Siria), soprattutto vino e olio d’oliva, si può considerare «al massimo la goccia che ha fatto traboccare il vaso».

    Il problema invece per il governo di Gerusalemme ha nome e cognome: Federica Mogherini. Che peraltro prima di entrare in area renziana e governativa era nota tra i tanti attivisti di estrema sinistra europei del movimento per il disinvestimento e per il boicottaggio accademico, il famigerato Bds movement. La Mogherini stessa fu studentessa di islamistica all’università prima di entrare nel giro della cooperazione. E per Israele la scelta di Renzi di mandarla, anzi di imporla, come miss Pesc in Europa è stata vissuta come una tragedia sin dall’inizio. La ex ministra degli esteri non ha buoni rapporti neanche con paesi dell’area come Qatar e Arabia Saudita, per non parlare dell’Egitto di Al Sisi, essendo stata lei fino a poco tempo fa un’estimatrice del presunto moderatismo dei Fratelli mussulmani e dell’ex presidente Morsi. Israele, proprio insieme a Egitto, Qatar, i sauditi e l’Anp, ha da tempo iniziato le proprie trattative segrete per mettere il mondo di fronte al fatto compiuto di un accordo provvisorio con i palestinesi che in ogni caso escluderebbe Hamas. Un accordo fatto tenendo ai margini lo stesso Obama. E a maggior ragione la Ue, giudicata un organismo inutile che in politica estera non rappresenta nessuno degli stati più importanti, Francia, Germania e Gran Bretagna, con cui invece Nethanyahu i rapporti continua a mantenerli.

    (Fonte: Il Tempo, 1 Dicembre 2015)

    1 Dic 2015, 19:47 Rispondi|Quota
  • #2Emanuel Baroz

    Israele risponde all’etichettatura dei prodotti: sospesi i rapporti diplomatici con le istituzioni europee

    http://www.progettodreyfus.com/israele-risponde-alletichettatura-dei-prodotti-sospesi-i-rapporti-diplomatici-con-le-istituzioni-europee/

    1 Dic 2015, 19:47 Rispondi|Quota
  • #3Emanuel Baroz

    Ecco tutti i motivi della rottura dei rapporti tra Israele e UE

    http://www.rightsreporter.org/ecco-tutti-i-motivi-della-rottura-dei-rapporti-tra-israele-e-ue/

    1 Dic 2015, 19:48 Rispondi|Quota