Accoltellamenti, attentati, aggressioni: una “normale” giornata in Israele

 
Emanuel Baroz
4 dicembre 2015
1 commento

Accoltellamenti, attentati, aggressioni: una “normale” giornata in Israele

Intifada-coltelli-terrorismo-palestinese-focus-on-israelGerusalemme, 4 Dicembre 2015 – Un agente di polizia israeliano di 35 anni è stato ferito a coltellate, ieri pomeriggio, in via Hanevi’im, nei pressi della Porta di Damasco, a Gerusalemme, da un terrorista palestinese di 21 anni originario di Tulkarem. L’aggressore è stato ucciso dalla reazione del compagno di pattuglia del poliziotto ferito.

In precedenza un civile e un soldato israeliani erano stati feriti da colpi d’arma da fuoco esplosi da un’auto in movimento vicino al posto di controllo Hizma, alla periferia nord di Gerusalemme. Il terrorista, ucciso dalla reazione dei militari, era un ufficiale delle forze di sicurezza dell’Autorità Palestinese.

Sempre nella serata di ieri un veicolo israeliano è stato raggiunto da una decina di colpi d’arma da fuoco nei pressi di Psagot (poco a nord di Gerusalemme): danni al mezzo, ma nessun ferito.

(Fonte: Israele.Net)

Thanks to Allarme Rosso

Nell’immagine in alto: una delle tante simpatiche vignette postate negli ultimi mesi sui social network dalla propaganda palestinese

 

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  • #1Parvus

    Al di la della giusta esecrazione, è doveroso aggiungere che questa è la giusta occasione per dimostrare chi è l’aggredito, e chi l’aggressore.
    Metà del mondo ha capito che Israele sta solo difendendosi, e che gli insediamenti hanno il solo scopo di creare una barriera che protegga il popolo ebreo dall’aggressione araba.
    L’altra metà però è convinta che siano i palestinesi che debbono difendersi con ogni mezzo, lecito e illecito, dagli israeliani che pian piano erodono la loro terra.
    E’ dunque giunto il momento di fare chiarezza: Il governo di Israele deve far sapere in modo chiaro e inequivocabile che fa insediamenti solo a scopo difensivo, nel momento in cui i palestinesi smettessero di compiere le loro quotidiane violenze, non avverrebbero più nuovi insediamenti e si inizierebbero i negoziati per il ritiro graduale su un confine sicuro.
    Gli arabopalestinesi sicuramente non rinuncerebbero alle loro endemiche violenze per cui non cambierà niente. Ma il mondo saprà con sicurezza chi è l’aggredito, e chi l’aggressore.

    4 Dic 2015, 17:14 Rispondi|Quota