Gerusalemme: il terrorismo palestinese colpisce ancora, come la disinformazione targata Repubblica

 
Emanuel Baroz
26 dicembre 2015
3 commenti

Gerusalemme: il terrorismo palestinese colpisce ancora, come la disinformazione targata Repubblica

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Gerusalemme, 26 Dicembre 2015 -Ancora sangue nella capitale dello Stato d’Israele: un terrorista palestinese ha tentato di aggredire un agente con un coltello (che evidentemente portava con se per tagliare meglio la frutta…) che gli aveva chiesto i documenti per un controllo, poichè i suoi movimenti avevano destato sospetti. Le forze di polizia lo hanno neutralizzato, uccidendolo.

Il secondo attacco della giornata è avvenuto A Hawwara, a sud di Nablus, doveun altro palestinese ha lanciato il suo veicolo contro i militari israeliani stazionati nei pressi di un check point di sicurezza a nord dei territori contesi, ferendo uno di loro prima di essere a sua volta colpito.

Questi i fatti, chiari e riteniamo inequivocabili per tutti tranne evidetentemente per la redazione di Repubblica che ha effettuato per l’ennesima volta una manipolazione delle notizie invertendo la causa e l’effetto, e titolando “due palestinesi uccisi” senza chiamarli terroristi facendoli così apparire come vittime della “brutalità israeliana”, e accompagnando il titolo con una foto che mostra un “ebreo ortodosso” che starebbe esultando per la morte dell’assalitore.

Avremmo molto da aggiungere, ma per oggi ci siamo imposti di lasciar da parte gli insulti che questi signori, il cui compito dovrebbe essere quello di informare, meriterebbero.

Nell’immagine in alto: la notizia riportata dal sito di Repubblica. Non crediamo ci sia bisogno di aggiungere altro…

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  • #1HaDaR

    L’equilibrio dei media italiani verso Israele è una chimera MAI ESISTITA.

    L’OSTILITÀ ITALIANA verso Israele non è mai cambiata dai tempi del Min. Cul. Pop. e dei BOMBARDAMENTI dell’Aviazione Italiana su Tel Aviv e Haifa nel 1940-1941, che fecero 135 morti esclusivamente fra i civili (NON furono attaccati obiettivi miltari).

    L’OSTILITÀ verso Israele è un retaggio sia della destra, sia del centro, sia della sinistra. Basta leggere i commenti dei lettori a qualsiasi articolo che parli di ebrei o Israele, sia esso pubicato su Repubblica o su Il Giornale.

    LA SOLA ECCEZIONE era il defunto Partito Repubblicano Italiano, gli eredi di Giustizia e Libertà, che vide tanti partigiani ebrei nelle proprie file, partito che stava all’Italia come Mazzini stava al risorgimento: lo volevano tutti morto perché libero e scomodo…

    L’Italia è stato il SOLO paese non musulmano a bombardare Israele.
    L’Italia (e il Vaticano) sono DA SEMPRE contro i riconoscimento di qualsiasi sovranità ebraica su qualsiasi parte di Gerusalemme.
    Chi conosce la Storia sul serio non si può stupire della vergognosa copertura mediatica italiana di tutto ciò che ha a che fare con ebrei e Israele.

    28 Dic 2015, 17:27 Rispondi|Quota
  • #2Emanuel Baroz

    I titoli tarocchi di Repubblica su Israele

    di Gabriele Carrer

    In quel di Repubblica – si sa – c’è qualche problema ad individuare vittime e carnefici, a chiamare con il suo nome lo Stato Islamico – meglio optare per l’acronimo Daesh che ha il medesimo significato ma permette di omettere una parolina che lascio a voi individuare –, a condannare il terrorismo in quanto islamico. L’ultimo capitolo della saga “sbandate politicamente corrette di Rep” è della vigilia di Natale. Titolo: «Natale di sangue in Cisgiordania: quattro palestinesi uccisi». E già con il sottotitolo nascono i primi problemi legati all’opportunità del lancio: «I militari israeliani hanno ucciso due assalitori a Hebron e nella zona di Arile: un terzo è stato abbattuto dopo essersi lanciato con l’auto contro un gruppo di militari a Gerusalemme nord. Un altro morto durante scontri in un campo di rifugiati. La polizia indaga su un video in cui estremisti ebrei festeggiano la morte di un bambino palestinese bruciato vivo».

    I fatti sono cinque: un primo a Hebron, un secondo ad Arile, un terzo a Gerusalemme nord, un quarto mentre l’ultimo è legato ad un bambino palestinese arso vivo. Primo caso: un palestinese si lancia le forze di polizia israeliane vicino Hebron, in Cisgordiania, armato di cacciavite e muori sotto il fuoco israeliano. L’esercito ha spiegato in una nota che «le forze hanno risposto all’imminente minaccia, sventato l’attacco e sparato all’autore, che è morto». Stesse ore, Ariel, nord della West Bank, un palestinese attacca armato di coltello due guardie all’ingresso di una zona industriale e raggiunge il suo compagno di Hebron e le loro vergini. Ci spostiamo a Gerusalemme nord e troviamo un soldato israeliano ferito in un tipico attacco portato da un’auto lanciata contro un gruppo di militari. Alla guida un altro palestinese, ucciso poi dalle forze di sicurezza. Nei campi rifugiati di Ramallah e Gerusalemme sono scoppiati scontri in cui ha perso la vita una palestinese, secondo il ministero della sanità palestinese Wissam Abu Ghuela, in circostanze ancora non chiare.

    Ultimo scenario: scrive Repubblica che «la polizia israeliana ha aperto un’indagine su un video girato a una festa di nozze, in cui estremisti ebrei ballano, cantano e celebrano la morte del bimbo palestinese bruciato vivo in Cisgiordania nel luglio scorso. Le immagini, registrate una decina di giorni fa, mostrano il gruppo di ebrei ortodossi: alcuni danzano con pistole e coltelli, uno, con il volto coperto, ha una bomba molotov in mano, un altro pugnala la foto di Ali Dawabsheh. L’immagine poi passa di mano in mano finchè non viene distrutta. Il piccolo, 18 mesi appena, morì nella casa paterna incendiata da ignoti ultra’ ebrei, nel villaggio di Duma, in Cisgiordania».

    Il quotidiano fondato da Barbapapà Scalfari si sofferma sulla sposa di quel matrimonio, «una nota militante dell’estrema destra israeliana, tra l’altro interrogata perché sospettata di azioni di “terrorismo ebraico”; e molti invitati erano amici o parenti proprio degli ultrà arrestati nel quadro della stessa inchiesta». Tralasciando la differenza tra chi condanna questi video (premier israeliano e governo tutto) e chi glorifica e martirizza i palestinesi morti nel tentativo di uccidere israeliani ed ebrei, una domanda bisognerebbe fare al quotidiano di De Benedetti: perché parlare di terrorismo ebraico quando ancora non ci ancora prove né sentenze e non parlare di terrorismo islamico palestinese quando c’è l’evidenza degli attacchi?

    http://www.lintraprendente.it/2015/12/86848/

    28 Dic 2015, 20:12 Rispondi|Quota
  • #3Parvus

    Non posso che ripetere: Chi finanzia i repubblichini?

    28 Dic 2015, 20:22 Rispondi|Quota