Torino: Università ancora teatro dell’odio contro Israele

 
Emanuel Baroz
22 febbraio 2018
4 commenti

Torino, capitale del boicottaggio d’Israele

Un appello al rettore Ajani perché fermi la marea d’odio nelle sue aule

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Torino da città antifascista a città antisionista? Quello che sta succedendo nella sua università è a dir poco grave. E meritava una lettera aperta al rettore Ajani, che ora circola in quella università e firmata da numerose personalità.

Il 18 gennaio del 2017 nel Campus Einaudi dell’Università ha avuto luogo il seminario autogestitoRicordare Auschwitz per ricordare la Palestina” corredato da dispense universitarie dal titolo infamante: “Collusioni tra sionismo e nazifascismo prima e durante la Shoah“.

In un secondo seminario, promosso dal Dipartimento di Culture, Politica e Società e alla presenza delle relatrici Eliana Ochse e Simona Taliani, Salim Vally, dell’Università di Johannesburg, si è potuto dipingere Israele come un paese dove si praticherebbe l’apartheid.

Il 24 gennaio, sempre al Campus Einaudi e a ridosso della Giornata della memoria, con un altro seminario autogestito tenutosi nell’Aula A3, si è parlato dello “sfruttamento della Shoah da parte di Israele”.

Quando, un anno fa, 350 docenti, ricercatori e assegnisti delle università italiane lanciarono un appello per il boicottaggio di Israele, in particolare dell’Università Technion di Haifa, ben 61 di loro provenivano dall’Università di Torino. L’Università di Torino è stata la prima (e finora unica) in Italia a votare ufficialmente una mozione di boicottaggio di Israele, sostenuta a maggioranza (sedici favorevoli e cinque contrari) dal Consiglio degli studenti.

L’ateneo torinese ha anche fatto notizia per un altro caso incredibile. “Rinuncio a fare ricerca per boicottare l’università di Tel Aviv e Israele“. Questa la decisione di una giovane ricercatrice, Ilaria Bertazzi, che dopo il dottorato ha rifiutato la proposta di continuare a studiare le energie rinnovabili perché il progetto prevedeva la collaborazione con atenei israeliani. Ci sono docenti torinesi, come Daniela Santus, che hanno subito non poche contestazioni per le loro idee anticonformiste su Israele. Il rettore Ajani può e deve fare di più per evitare che la sua gloriosa università, che vanta progetti di collaborazione con Israele, non si trasformi nella capitale del suo boicottaggio accademico. Sarebbe un disonore per la città di Primo Levi.

(Fonte: Il Foglio, 22 Febbraio 2018)

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  • #1Emanuel Baroz

    Torino-BDS, continuano i convegni contro Israele

    http://www.progettodreyfus.com/torino-bds-israele/

    25 Feb 2018, 20:01 Rispondi|Quota
  • #2Emanuel Baroz

    Lettera al Magnifico Rettore dell’Università di Torino

    Egr. Prof. Ajani,
    Magnifico Rettore dell’Università di Torino,

    quanto sta accadendo da tempo in alcune aule e in uno specifico Dipartimento dell’Università di Torino di cui Lei è Rettore, non può più essere sottaciuto.

    Il 18 gennaio del 2017 nel Campus Einaudi dell’Università ha avuto luogo il seminario autogestito “Ricordare Auschwitz per ricordare la Palestina” corredato da dispense universitarie dal titolo infamante: “Collusioni tra sionismo e nazifascismo prima e durante la Shoah”. Nonostante Lei avesse espresso parere contrario al suo svolgimento, i promotori, facenti capo al Centro Sociale C1, ubicato all’interno del campus e coadiuvato da un membro del Movimento BDS, trovavano tranquillamente posto nell’Aula A4.

    Nel corso dell’evento Israele veniva presentato come un paese razzista, suprematista e genocidario in linea con la vulgata demonizzante che lo vuole uno Stato ontologicamente criminale.

    E’ altresì grave che nel suo stesso ateneo sia stato possibile ascoltare anche interventi più “qualificati”, come quello del 16 gennaio u.s. promosso dall’Dipartimento di Culture, Politica e Società in cui, alla presenza delle relatrici Eliana Ochse e Simona Taliani, Salim Vally, dell’Università di Johannesburg e attivista BDS, ha potuto dipingere, in linea con la narrativa diffamante della organizzazione in cui milita, Israele come un paese dove si praticherebbe l’apartheid e in cui i bambini palestinesi verrebbero. arrestati di notte nelle loro abitazioni con una media di 500-700 all’anno (sic). Già il 26 gennaio del 2017, lo stesso dipartimento ha invitato per un seminario su “Israele e i palestinesi nell’era Trump” la giornalista israeliana di “Haaretz”, Amira Haas, nota a livello internazionale per le sue posizioni visceralmente filopalestinesi.

    Quest’anno, a ridosso della Giornata della Memoria, si è replicato il 24 gennaio, sempre al Campus Einaudi, con un altro seminario autogestito tenutosi nell’Aula A3, durante il quale il medesimo gruppo di studenti, dichiaratisi tutti attivisti del BDS, ha voluto sottolineare il presunto sfruttamento della Shoah da parte di Israele, tesi sostenute allo stesso modo da ideologie radicali di destra e di sinistra quanto da gruppi jihadisti e nazifascisti.

    Lei è stato nuovamente informato previamente, e anche questa volta, come la volta precedente, ha dichiarato che si sarebbe impegnato a vegliare sull’evento, nonché a riferire alle autorità competenti se si fosse ripetuto, come riportato nel comunicato del consiglio della Comunità Ebraica di Torino del 23/01/2018.

    Il mercoledì successivo, in una altra aula dell’università si svolgeva la proiezione di un lungometraggio sulla rivolta del Ghetto di Varsavia del 1943, a cui avrebbe dovuto fare seguito un ulteriore dibattito sulle modalità con cui questa vicenda storica sarebbe stata “sfruttata” da Israele. Dibattito che non c’è stato unicamente per mancanza di tempo.

    Tutto ciò descrive una situazione di pregiudiziale avversione nei confronti dello Stato di Israele, di cui Il Dipartimento di Culture, Politica e Società si fa portavoce, promuovendo specifici incontri clamorosamente di parte, mentre altri estemporanei hanno luogo senza che lei, malgrado le assicurazioni date, abbia preso alcuna iniziativa per impedirne lo svolgimento.

    Chiediamo dunque che questa situazione di grave diffamazione venga corretta quanto prima, creando le condizioni affinché nelle aule non siano permessi “seminari” svolti da collettivi di estrema sinistra aventi come scopo la criminalizzazione dello Stato ebraico, e, in seconda istanza, dando l’opportunità al pubblico interessato di ascoltare voci diverse da quelle che si sono ascoltate, senza alcun contraddittorio, presso il Dipartimento di Culture, Politica e Società dell’Università di cui Lei è Rettore.

    Cordiali saluti

    Matteo Angioli, membro della Presidenza del Partito Radicale
    Antonio Attisani, Professore ordinario di Culture del teatro presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Torino
    Andrea Aversa, Social Media Manager
    Nicolas Ballario, giornalista – critico
    Marco Beltrandi, membro della Presidenza del Partito Radicale nonviolento, transnazionale e transpartito
    Raffaele Besso, Presidente della Comunità Ebraica di Milano
    Rita Bernardini, già parlamentare, membro della Presidenza del Partito Radicale, dirigente della Lista Marco Pannella
    Loredana Biffo, Giornalista, direttore “Caratteri Liberi”
    Laura Camis De Fonseca, Presidente Fondazione De Fonseca – Torino
    Marco Cappato, già parlamentare europeo, Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni
    Dario Coen, Presidente The Council for a Beautiful Israel in Italy
    Maria Antonietta Farina Coscioni, Presidente Istituto Luca Coscioni
    Enzo Cucco, Fondatore ed ex Presidente Associazione Radicale Certi Diritti, Direttore della Fondazione Fuori
    Claudia Debenedetti, Presidente Agenzia Ebraica per Israele – Sochnut Italia
    Sergio D’Elia, Presidente di Nessuno Tocchi Caino, membro della Presidenza del Partito Radicale nonviolento
    Carla Di Veroli, membro assemblea Pd di Roma
    Rosi Domini, pittrice
    Massimiliano Donninelli, Presidente di Associazione Italia-Israele Trieste
    Deborah Fait, ex Presidente Associazione Italia Israele
    Alessio Falconio, Direttore di Radio Radicale
    Giuliano Ferrara, fondatore de Il Foglio
    Niram Ferretti, Scrittore
    Camillo Fornasieri, Direttore del Centro Culturale di Milano, Consigliere Delegato Arte e Cultura – Fondazione Stelline Milano
    Enrico Fubini, ex Professore ordinario dell’Università di Torino, ex Presidente della Comunità di Torino
    Filomena Gallo, Segretario dell’Associazione Luca Coscioni
    Riccardo Ghezzi Antonioli, Giornalista, direttore de “L’Informale”
    Yuri Guaiana, Presidente Associazione Radicale Certi Diritti, membro del Direttivo Ampi
    Carla Guastalla, Presidente Adei Wizo Livorno
    Guido Guastalla, Editore e Vicepresidente Associazione amicizia ebraico cristiana Livorno
    Laura Harth, rappresentante all’Onu del Partito Radicale nonviolento
    Andrea Jarach, Editore
    Stefano Jesurum, giornalista, collaboratore di Pagine ebraiche (Moked)
    Alessandro Litta Modignani, Giornalista, presidente Unione associazioni pro Israele (UDAI)
    Gianni Locatelli, giornalista
    Lucio Malan, Senatore della Repubblica
    Laura Malchiodi, presidente Associazione Italia-Israele di Brescia
    Pierangelo Masarati, Professore ordinario Politecnico Milano
    D.ssa Donatella Masìa, magistrato
    Walker Meghnagi, Ex Presidente della Comunità Ebraica di Milano
    Giulio Meotti, Giornalista de Il Foglio, scrittore
    Monica Mistretta, vice direttrice del quotidiano di inchiesta online ArticoloTre
    Giorgio Myallonier, presidente associazione radicali Bergamo, membro direttivo Italia Israele Bergamo
    Leonardo Monaco, Segretario Associazione Radicale Certi Diritti
    Carlotta Morgana, giornalista
    Riccardo Pacifici, ex Presidente della Comunità Ebraica di Roma
    Vittorio Pavoncello, Presidente Maccabi Italia, Member European Jewish Parliament
    Angelo Pezzana, giornalista, fondatore Associazione Italia-Israele
    Barbara Pontecorvo, avvocato
    Pier Franco Quaglieni, Vice Presidente del Centro “Pannunzio”
    Sergio Ravelli, Cavaliere della Repubblica
    Daniela Rella, insegnante
    Fabrizio Ricca, capogruppo della Lega Nord nel Consiglio Comunale di Torino
    Davide Riccardo Romano, ex assessore alla Cultura della Comunità Ebraica di Milano
    Rosana Rosatti, Chairman and founder “Associazione Amici di Alyn” sezione di Milano
    Giuseppe Rossodivita, Avvocato, presidenza del Partito Radicale
    Sergio Rovasio, fondatore Associazione Radicale Certi Diritti, membro del Partito Radicale
    Flaminia Sabatello, presidente Associazione Romana Amici di Israele
    Paolo Salom, Giornalista del Corriere della Sera
    Daniela Santus, Docente Università di Torino
    Emanuel Segre Amar, Presidente Gruppo Sionistico Piemontese, ex Vice Presidente Comunità Ebraica di Torino
    Simona Segre Reinach, Professore associato Università di Bologna
    Elisa Serafini, assessore al Marketing Territoriale, Cultura e alle Politiche per i Giovani al Comune di Genova
    Michael Sfaradi, Giornalista, reporter di guerra e Scrittore
    Pierluigi Signorini, presidente Associazione Bresciana Italia – Israele, aderente UDAI
    Antonio Stango, presidente FIDU – Federazione Italiana Diritti Umani
    Astrit Sukni, Tesoriere Associazione milanese Pro Israele
    Marco Taradash, giornalista ed ex parlamentare
    Enrico Tateo, Medico Presidente di A.P.P.I. (Associazione Parmense Pro Israele)
    Irene Testa, membro della Presidenza del Partito Radicale nonviolento, transnazionale e transpartito
    Maurizio Turco, Presidente dell’Associazione Politica nazionale Lista Marco Pannella, presidenza del Partito Radicale nonviolento
    Valter Vecellio, giornalista Tg2
    Roberta Vital, Rappresentante Osservatorio Solomon Sulle Discriminazioni Milano
    Vittorio Viterbo, giornalista
    Elisabetta Zamparutti, Tesoriere di Nessuno Tocchi Caino, membro della Presidenza del Partito Radicale nonviolento

    http://www.linformale.eu/lettera-al-magnifico-rettore-delluniversita-di-torino/

    25 Feb 2018, 20:01 Rispondi|Quota
  • #3Emanuel Baroz

    La propaganda anti-israeliana di “Progetto Palestina” e di Ilan Pappé vale tre crediti formativi

    di Riccardo Ghezzi

    Partecipare al seminario “L’eredità di Edward Said in Palestina” varrà tre crediti formativi. L’Ateneo di Torino ha pubblicizzato l’evento, annunciandolo anche sul proprio sito. Peccato che in quel convegno risulti tra i relatori Ilan Pappé, da tempo screditato dal ben più autorevole storico Benny Morris, e che come organizzatore figuri “Progetto Palestina”, un gruppo di studenti universitari torinesi che ha già promosso altri convegni antisionisti e varie iniziative contro Israele.
    Insomma, non proprio una lectio magistralis ma un seminario di parte, come altri che si sono tenuti recentemente al campus Einaudi di Torino lo scorso gennaio. In uno di questi, Israele è stato addirittura paragonato al Sudafrica dell’apartheid, in un altro accusato di aver speculato sulla Shoah, il tutto in concomitanza con il Giorno della Memoria.
    Edward Said scrittore e docente statunitense di origine araba, sarà raccontato da nove relatori, tutti docenti universitari, tra cui appunto Ilan Pappé. Il convegno si svolgerà l’1 e il 2 marzo sempre al campus Einaudi di Torino, Pappé parlerà solo la mattina dell’1 anche perché il 2 interverrà in un altro evento che si terrà presso l’Università di Salerno.

    Dopo i discutibili eventi di gennaio, il campus Einaudi ospiterà quindi un nuovo evento organizzato da “Progetto Palestina” che stavolta varrà ben tre crediti formativi. Il Rettore, Gianmaria Ajani, interpellato in merito dal quotidiano La Stampa ha fatto sapere che ” “L’università è un luogo aperto e questo ha tanti lati positivi ma si porta dietro anche qualche problema. Se un gruppo decide di prendere un’aula per fare un incontro non è possibile farci molto. Chiedere l’intervento delle forze dell’ordine non è una strada percorribile e l’Ateneo può solo decidere di non supportare questo tipo di iniziative”.
    Le polemiche, però non sono mancate. La docente Daniela Santus ha spiegato: “I relatori invitati sono di parte e in alcuni casi le loro tesi sono state messe in discussione dalla comunità scientifica internazionale perché si basavano su fonti di seconda mano”, mentre Angelo Pezzana ha posto l’accento sui crediti formativi: “Se si autorizzano certi incontri e si danno anche crediti formativi per seguirli non si tratta di tolleranza ma di connivenza”.

    http://www.linformale.eu/la-propaganda-anti-israeliana-di-progetto-palestina-e-di-ilan-pappe-vale-tre-crediti-formativi/

    25 Feb 2018, 20:02 Rispondi|Quota
  • #4Giuseppe

    Si dovrebbe richiedere la radiazione del rettore Ajani.
    Magari con una iniziativa dal basso.

    26 Feb 2018, 14:05 Rispondi|Quota
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