Figlio leader di Hamas si converte al cristianesimo: ”Ho detto addio a una cultura palestinese in cui un terrorista suicida diventa un eroe, un martire”

 
admin
31 luglio 2008
4 commenti

La storia è anticipata oggi dal quotidiano israeliano ‘Ha’aretz’

Figlio leader di Hamas si converte al cristianesimo: ”Ho detto addio a una cultura palestinese in cui un terrorista suicida diventa un eroe, un martire”

Il padre è Sheikh Hassan Yousef, uno dei capi del movimento terrorista a Ramallah

Gerusalemme, 31 lug. – (Aki) – Una conversione dall’Islam al Cristianesimo per dire addio a una “cultura palestinese in cui un terrorista suicida diventa un eroe, un martire”. Un nome che cambia da Masab a Joseph. E’ la storia del figlio del leader di Hamas a Ramallah, Sheikh Hassan Yousef, anticipata oggi dal quotidiano israeliano ‘Ha’aretz’ e che uscirà integralmente nel magazine del giornale distribuito nel fine settimana. Dopo essere stato per anni al fianco di suo padre, il giovane Masab ha deciso di ‘cambiare vita’ ed è consapevole che sta “mettendo a rischio la sua vita”. “Ma spero che mio padre capirà e che Dio dia a lui e alla mia famiglia la pazienza e la volontà di aprire gli occhi a Gesù e al Cristianesimo – afferma il giovane durante un colloquio con un giornalista di ‘Ha’aretz’ – Forse un giorno potrò tornare in Palestina e a Ramallah con Gesù, nel regno di Dio”.

E il figlio del leader di Hamas a Ramallah non tenta neanche di nascondere il suo ‘legame’ con Israele. “Mandate i miei saluti a Israele, mi manca. Rispetto Israele e lo ammiro come Paese – ha detto – Voi ebrei dovete essere consapevoli: non avrete mai e poi mai la pace con Hamas. L’Islam, come ideologia che li guida, non consentirà loro di arrivare a un accordo di pace con gli ebrei. Credono che la tradizione dica che il Profeta Maometto ha combattuto contro gli ebrei e che pertanto devono continuare a combattere contro gli ebrei fino alla morte”.

Un’intera società santifica la morte e i terroristi suicidi. Nella cultura palestinese un terrorista kamikaze diventa un eroe, un martire. I leader religiosi parlano ai loro studenti dell”eroismo dei martiri’ – ha proseguito il giovane che ora vive in California – Mi manca Ramallah. Mi mancano soprattutto mia madre, i miei fratelli e le mie sorelle, ma so che sarà molto difficile per me tornare presto a Ramallah”.

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  • #1Monica

    Questo giovane è la speranza che altri come lui aprano gli occhi su ciò che è Hamas ed il terrorismo, che permette a genitori folli e indrottinati di lasciar morire i propri figli
    pur di uccidere ebrei.Ma è inutile,nemmeno la testimonianza di uno che vive questa realtà dall’interno riesce a passare
    nelle menti europee che vivono di sogni e di una speranza di poter dialogare con chi non vuole due Stati e due popoli ma solo la cancellazione di Israele.
    Shabbat shalom
    monica

    2 Ago 2008, 10:57 Rispondi|Quota
  • #2Focus on Israel

    12 Ago 2008, 12:43 Rispondi|Quota
  • #3Emanuel Baroz

    Nel Mossad il figlio del capo di Hamas

    di R.A. Segre

    Esce allo scoperto Massav Hasan Yusef, il più insospettabile degli agenti di Israele in Palestina. Convertito in segreto al cristianesimo, ha impedito un gran numero di attentati suicidi.

    Come hanno fatto i servizi israeliani a eliminare, senza farsi prendere, a Dubai – ammesso che siano stati loro -, Mahmud al-Mahbhou, il principale fornitore di armi iraniane a Hamas? Non sono certo una razza speciale di 007 e gli errori commessi in passato lo confermano. Basta pensare all’uccisione, nel 1973, a Lillehamer, in Norvegia, di un cameriere marocchino scambiato per Ali Hassan Salame, uno degli organizzatori della strage degli atleti israeliani alle Olimpiadi di Monaco nel 1972. Oppure il fallito attentato ad Amman contro Khaled Mashaal, capo di Hamas, che obbligò il governo di Gerusalemme a rilasciare il fondatore e guida spirituale di Hamas, lo sceicco Ahmed Yassin, per liberare gli agenti israeliani arrestati dalla polizia giordana.

    D’altra parte, nonostante lo sviluppo delle tecnologie per la raccolta di informazioni in campo nemico sia ormai diventato un elemento indispensabile per l’intelligence di ogni Paese (in Israele l’unità nota con la sigla 8200 si è mostrata molto efficace), la guerra in Irak e in Afghanistan ha messo in evidenza a spese degli americani come non si possa fare a meno degli agenti segreti. L’abilità dei servizi israeliani consiste nel saperne reclutare anche all’interno dei più ostili schieramenti nemici.

    Un anno e mezzo fa, raccontavamo su queste pagine la storia di un leader degli Hezbollah che si era convertito all’ebraismo dopo aver per anni collaborato coi servizi israeliani nel Libano. Nell’intervista che ci aveva concesso, aveva spiegato come fosse arrivato alla convinzione che vivere in pace con Israele e, se necessario, aiutarlo a difendersi, fosse un dovere per un buon musulmano. Sembrava un caso unico nel suo genere. Invece mercoledì la prima pagina del quotidiano israeliano Haaretz è stata dedicata all’intervista di un suo giornalista con Massav Hasan Yusef, figlio di uno dei fondatori e leader di Hamas, lo sceicco Hasan Yusef.

    Noto ai servizi col nome di «Principe verde», per anni è stato il miglior agente israeliano in Palestina. L’uomo-ombra a cui – secondo quanto scriveva ieri il quotidiano di Tel Aviv – moltissimi israeliani debbono, senza saperlo, la loro vita.

    Questo agente ha permesso a Israele, con grande rischio personale, di prevenire l’arrivo di nuovi candidati suicidi, procurando informazioni su chi forniva loro le cinture esplosive e in seguito (in collaborazione con al-Fatah) ha contribuito a distruggere l’organizzazione di Hamas in Cisgiordania.

    Venerdì il giornale pubblicherà l’intero testo dell’intervista, superando l’ostacolo della censura militare, che certo avrebbe preferito che questo agente restasse incognito. Ma i servizi hanno dato il loro accordo alla pubblicazione, perché il «Principe verde» ha deciso di pubblicare in America la sua storia. Hanno capito, anche sulla base di precedenti esperienze, che il tentativo di bloccare la pubblicazione avrebbe solo aumentato la popolarità dell’autore. Hanno cosi preferito ricordare pubblicamente i suoi meriti e sottolineare il fatto che Massav Hasan Yusef ha agito per convinzione, dopo essersi convertito al cristianesimo. Una prova che il radicalismo terrorista islamico non è un fronte monolitico. Legato a una ideologia di morte che non è mai stata parte della fede islamica, una volta arrivato al potere come a Gaza sopravvive grazie alla paura che incute alle masse.

    Il caso del «Principe verde» non è comunque un caso isolato, anche se straordinario.

    Una delle ricadute meno note del conflitto arabo-israeliano è il numero di palestinesi che discretamente si converte all’ebraismo o al cristianesimo e che, meno discretamente, fa la fila davanti agli uffici del ministero dell’Interno a Gerusalemme Est per ottenere la cittadinanza israeliana. I vantaggi economici e sociali sono evidenti. Ma il fatto che il numero delle domande abbia superato quota dodicimila la dice lunga su quello che molti palestinesi pensano, contrariamente a quanto afferma l’opinione pubblica araba e palestinese.

    (Fonte: Il Giornale, 25 febbraio 2010)

    25 Feb 2010, 11:27 Rispondi|Quota
  • #4fancesco

    Hai fatto Bene a convertirti al Cristianesimo, dillo anche ai tuoi amici di farlo e che sempre di più i Musulmani si convertano al cristianesimo. You have made well to convert to Cristianesim and tell at you friends to convert at Cristhianesim!!!!!!!!!!!!!!! You are welcome 🙂

    12 Mar 2010, 13:15 Rispondi|Quota
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