ONU: Nazioni unite nell’antisemitismo

 
Emanuel Baroz
18 marzo 2009
30 commenti

Fosse solo Durban

Nazioni unite nell’antisemitismo

“Il sionismo è razzismo”
(Risoluzione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, 10 novembre 1975)

un-vs-israel1L’Onu è profondamente antisraeliana, antisionista e quindi antisemita. Eppure Israele è l’unico Stato nato in seguito a una risoluzione dell’Assemblea Generale dell’Onu, nel novembre del 1947 (33 voti a favore, 13 contrari, 10 astensioni). Ma è anche l’unico Stato al mondo il cui diritto all’esistenza sia stato messo in discussione da una successiva risoluzione, l’unico Stato membro cui non è consentito partecipare pienamente ai lavori delle Nazioni Unite. Israele, per prassi consolidata, non ha gli stessi diritti degli altri paesi membri, nonostante la Carta delle Nazioni Unite stabilisca che l’organizzazione «si fonda sul principio dell’uguaglianza dei suoi membri». Israele è meno uguale degli altri. Fino a pochi mesi fa Israele non faceva parte di nessun gruppo regionale, così da non poter essere eletto né al Consiglio di Sicurezza né in nessun altro comitato o commissione. Diciotto Stati arabi su ventitrè non accettano l’esistenza dello Stato d’Israele, figuriamoci l’idea di poterci lavorare fianco a fianco nello stesso gruppo regionale. Ora, grazie ai soliti americani, Israele è entrato nell’onnicomprensivo supergruppo dei paesi occidentali che comunque non consente ancora la partecipazione a gran parte delle attività delle Nazioni Unite.

In un’intervista al quotidiano israeliano «Yediot Ahronoth», Kofi Annan ha dato una clamorosa conferma di questo status inferiore dello Stato ebraico. Il giornalista gli aveva chiesto se riusciva «a immaginare Israele seduto nel Consiglio di Sicurezza» e Annan ha risposto: «Sì, non escludo la possibilità che un giorno Israele diventi un membro del Consiglio di Sicurezza». Ma invece che denunciare la vergognosa esclusione cinquantennale, Annan ha posto una condizione alla piena partecipazione di Israele ai lavori delle Nazioni Unite: «Dipende dai progressi che riuscirete a conseguire nel risolvere il conflitto con i palestinesi». Condizione, ovviamente, mai posta alla Siria, all’Egitto, all’Iraq, all’Arabia Saudita, al Marocco, all’Iran e a tutti gli altri paesi coinvolti al pari di Israele nel conflitto mediorientale.

Israele non può far parte della commissione sui diritti umani di Ginevra, pur essendo l’unico paese del Medio Oriente che li rispetta. L’accesso gli è precluso, ma Israele è argomento di costante attenzione da parte degli altri membri, anzi occupa metà del tempo dei lavori della commissione. Nonostante la popolazione israeliana sia pari allo 0,10% della popolazione mondiale, lo Stato ebraico è al centro del 40% dei voti dell’Assemblea Generale.

La commissione Diritti umani non batte ciglio sugli abusi nei paesi dittatoriali, ma ogni anno approva quattro, cinque, talvolta otto, risoluzioni contro Israele, per violazioni dei diritti umani che fanno sorridere se paragonate alla barbarie professata e attuata dai suoi accusatori.

L’uccisione dell’ispiratore dei terroristi kamikaze, lo sceicco Ahmed Yassin, solo per citare il caso più grave, è stato condannato con 31 voti, 18 astenuti e il solo voto contrario di Stati Uniti e Australia. Le dittature islamiche e i regimi comunisti, se c’è di mezzo lo Stato ebraico, abbandonano improvvisamente la «neutralità» invocata in altre occasioni e non lesinano condanne per «la disperata situazione» dei palestinesi creata da Israele col «pretesto» di distruggere la rete degli assassini-suicidi.

Succede la stessa cosa anche in altri ambiti internazionali: la Magen David Adom Society, la Croce Rossa ebraica nata nel 1930, non è accettata dalla Croce Rossa Internazionale perché non adotta come emblema né la croce cristiana né la mezzaluna islamica. Eppure il simbolo della Croce Rossa non nacque con un significato religioso. Era semplicemente la bandiera svizzera con i colori invertiti. Nel 1929, però, gli Stati islamici imposero, proprio per ragioni religiose, la Mezzaluna accanto alla Croce Rossa. La Magen David Adom, che ha per emblema la Stella di Davide Rossa, è stata esclusa dalla Federazione internazionale.

un-vs-israel-2Le Nazioni Unite non sono mai riuscite a rendere onore alle vittime dell’Olocausto nazista prima del 2005, nonostante il Segretario Generale Annan abbia ricordato che l’Onu è nato proprio come risposta ai lager nazisti. In occasione del cinquantenario della liberazione di Auschwitz, nel 1995, i russi e i paesi arabi si opposero a una sessione a hoc sull’Olocausto. Annan c’è riuscito nel 2005, dopo mesi di trattative e di sforzi diplomatici e convincendo infine solo 150 Stati su 191 ad accettare la proposta di onorare il sessantesimo anniversario. È impossibile sapere quali paesi abbiano detto di no. L’Onu ha fatto sapere che quel voto era segreto. Il «Corriere della Sera» ha scritto: «C’è da notare che per ottenere l’assenso del blocco arabo-musulmano, contrarissimo alla commemorazione, è avvenuto un segreto do ut des: in cambio del ricordo dell’Olocausto, Kofi Annan ha dato il via alla risoluzione contro il Muro israeliano». Il giorno della commemorazione, il 24 gennaio del 2005, i banchi dei paesi arabi e musulmani sono rimasti vuoti. Gli unici presenti sono stati l’Afghanistan appena liberato dagli americani, la Turchia e la Giordania.

L’irlandese Mary Robinson ha denunciato spesso i crimini di guerra israeliani, ma ha taciuto sugli sgozzamenti e sugli innocenti uccisi dalla furia islamica. Quando Israele le negò il visto di ingresso, ha detto Joshua Muravchik, l’ex-Alto Commissario per i diritti umani scrisse ugualmente il rapporto, dedicando «migliaia di parole per castigare Israele e solo un breve spazietto per condannare i kamikaze». Secondo l’Onu «il diritto del popolo palestinese all’autodeterminazione» è «unquilified», assoluto, cioè non importa se i palestinesi abbiano o no la volontà di vivere in pace con Israele.

Nel 2002, un’altra risoluzione della commissione sui diritti umani ha «affermato il legittimo diritto del popolo palestinese di resistere all’occupazione israeliana», aggiungendo che «facendo questo, il popolo palestinese sta esaudendo uno degli obiettivi e dei propositi delle Nazioni Unite». Per evitare che ci fossero dubbi sul verbo «resistere», il documento ha richiamato la risoluzione dell’Assemblea Generale 37/43 del 3 dicembre 1982. Quel testo, cui si opposero gli americani e finanche gli europei, affermava «la legittimità della lotta dei popoli contro le occupazioni militari con tutti i mezzi a disposizione». Come ha scritto Muravchik, quelle ultime sei parole significano una sola cosa: «terrorismo».

Il documento della commissione è passato con 40 voti a favore, cinque contrari e sette astensioni tra cui, ignominiosamente, l’Italia. Gran Bretagna, Germania, Canada, Guatemala e Repubblica Ceca hanno votato contro, mentre Francia, Belgio, Spagna, Portogallo, Svezia e Austria hanno sposato quel testo antisemita insieme con i peggiori dittatori del mondo.

Il punto più basso è stato raggiunto nel 1975, quando il dittatore razzista e assassino dell’Uganda, Idi Amin Dada, (almeno 200 mila morti all’attivo) tra gli applausi degli ambasciatori presenti chiese l’espulsione di Israele dall’Onu e lo «sterminio» dello Stato ebraico. Quel giorno l’Assemblea Generale approvò – con 72 voti a favore, 35 contro e 32 astensioni – la famigerata risoluzione che è passata alla storia con il titolo «il sionismo è razzismo».

Era il 10 novembre 1975, il trentasettesimo anniversario della Notte dei Cristalli (1938), la notte in cui i nazisti bruciarono le sinagoghe e attaccarono le comunità ebraiche. Il Segretario Generale, Kurt Waldheim, ex-nazista, rifiutò di condannare la risoluzione.

L’ambasciatore americano Daniel P. Moynihan, il cui discorso fu preparato dall’intellettuale neoconservatore Norman Podhoretz, disse che «c’è qualcuno convinto che i nostri assalitori siano motivati dalle cose sbagliate che facciamo. Ha torto. Ci attaccano per le cose buone che facciamo. Perché siamo una democrazia. Non è un caso che mercoledì Sua Eccellenza il Maresciallo di Campo Al Hadji Amin Dada abbia invocato “l’estinzione dello Stato di Israele”. E non è un caso, temo, che questo assassino razzista sia il capo dell’organizzazione per l’Unità Africana. Israele è una democrazia. E le dittature cercheranno qualsiasi occasione per distruggere la cosa che le minaccia di più, cioè la democrazia».

Sedici anni dopo, il 16 dicembre del 1991, con un voto di 111 a favore, 25 contrari e 13 astenuti, l’Assemblea Generale ha revocato quell’infamia. All’inizio del suo secondo mandato, George W. Bush ha nominato ambasciatore americano alle Nazioni Unite uno dei funzionari di Washington che più di ogni altro si è battuto per cancellare quella macchia: John Bolton, l’ex-sottosegretario al Dipartimento di Stato che durante la prima Amministrazione Bush aveva la delega alle Organizzazioni internazionali.

Ma sono passati altri dieci anni e l’infamia nazioniunitesca è ritornata. Nel 2001, a Durban, in Sudafrica, la solita Mary Robinson ha organizzato una Conferenza mondiale contro il razzismo che si è subito trasformata in un carnevale di fantasmagoriche accuse contro Israele e contro gli ebrei, come negli anni ’30 in Germania.

La trappola antisemita era stata preparata per benino, e col bollino Onu, nei mesi precedenti la Conferenza, durante un meeting in Iran. Il regime razzista degli Ayatollah aveva vietato la partecipazione a ebrei e curdi. L’Alto Commissario Robinson non ha avuto nulla da dire.

La conferenza, tenutasi pochi giorni prima dell’attacco islamista a New York e Washington, è stata usata come megafono antisraeliano e antisemita.

Razzista è diventato Israele. L’unico Stato libero e democratico del Medio Oriente, l’unico posto nella regione dove gli arabi votano e sono eletti in Parlamento, è diventato l’imputato della Conferenza contro il razzismo, su incitamento di campioni delle libertà come il dittatore comunista Fidel Castro (che ha parlato di «genocidio» perpetrato dagli israeliani) oppure di Yasser Arafat, l’inventore del terrorismo arabo-palestinese. Kofi Annan è stato al gioco, e ha aperto i lavori avvertendo che l’orrore dell’Olocausto non può certo far dimenticare la condizione dei palestinesi.

In questo clima, migliaia di manifestanti e di delegati hanno marciato per le strade di Durban contro Israele e contro gli Stati Uniti. È stata preparata una bozza di Dichiarazione che, di nuovo, definiva il sionismo una forma di razzismo (insieme con l’antisemitismo e l’islamofobia). In quel documento Onu, Israele era accusato di praticare «pulizia etnica» e «apartheid», di «commettere crimini di guerra», «disumanità» e di «negare cibo e acqua ai palestinesi». Il comma 55 della Dichiarazione metteva il mondo in guardia sulla «crescita delle pratiche razziste di sionismo, così come sull’emergere di movimenti violenti e razziali che si basano sul razzismo e sulle idee discriminatorie, in particolare il movimento sionista che si basa sulla superiorità razziale». Stati Uniti e Israele il 3 settembre abbandonarono la Conferenza. L’Unione Europea, pur condannando il testo, rimase lì a discutere di antirazzismo con i razzisti.

L’ex-ambasciatore israeliano all’Onu, Dare Gold, ha raccontato che nel 2000, subito dopo il ritiro dal Libano, tre soldati israeliani furono rapiti a Shebaa Farms, un piccolo pezzo di terra sulle alture del Golan conquistato da Israele nella guerra vinta con la Siria nel 1967. I servizi israeliani ebbero notizia che il rapimento era stato ripreso dalle telecamere dell’Unifil, la missione di pace delle Nazioni Unite. L’inviato di Kofi Annan in Medio Oriente, Terje Roed-Larsen, negò l’esistenza del video. Ma era una bugia. Tempo dopo, l’Unifil ammise di avere la cassetta. Evidentemente non la volle consegnare agli israeliani, proprio perché li avrebbe aiutati a rintracciare i rapitori. Dei tre soldati non s’è mai più saputo nulla.

Roed-Larsen è la stessa persona che per conto dell’Onu, dopo il cosiddetto «massacro» di Jenin del 2002, disse che «Israele aveva perso ogni principio morale». Un’inchiesta delle stesse Nazioni Unite successivamente riconobbe che non ci fu alcun massacro.

Roed-Larsen ha guidato la Un Relief and Works Agency for Palestine Refugees (Unrwa), l’Agenzia che si occupa dei profughi palestinesi ma che ha una gestione separata dall’Alto Commissariato per i rifugiati (Unhcr). Non è soltanto una questione di sigle. È una differenza sostanziale dettata dal sentimento antisraeliano delle Nazioni Unite.

L’Alto Commissariato per i rifugiati ha, infatti, l’obiettivo di trovare abitazioni permanenti ai profughi, mentre l’agenzia che si occupa dei rifugiati palestinesi no, non ha questo compito. Deve soltanto assistere i profughi dentro i campi creati dagli Stati arabi che non volevano, e non vogliono, ospitare i fratelli palestinesi. I paesi arabi hanno sempre rifiutato in sede Onu una soluzione al problema, preferendo mantenere i palestinesi dentro i campi e quindi, con la complicità delle Nazioni Unite, non perdere uno strumento di pressione internazionale contro Israele. Ma c’è di più. L’Onu non solo non risolve il problema, ma lo ingigantisce. Prova ne è la differente definizione di «profugo», a seconda se è palestinese o no.

L’Alto Commissariato per i rifugiati, quello che si occupa dei profughi di tutto il mondo, definisce i suoi protetti «chi, a causa del fondato timore di essere perseguitato, si trova al di fuori del proprio paese di cittadinanza».

Questa definizione non comprende i discendenti dei profughi. Come ha scritto Daniel Pipes, «i cubani che sono fuggiti dal regime castrista sono profughi, ma non lo sono i figli nati in Florida» perché, appunto, sono nati in un paese dal quale non sono mai scappati.

Le regole dell’Unrwa, che si occupa solo dei palestinesi, sono diverse. Sono profughi coloro che vivevano nella Palestina amministrata dagli inglesi «tra il giugno 1946 e il maggio 1948» e che «hanno perduto le loro case e i loro mezzi di sostentamento in conseguenza del conflitto arabo-israeliano del 1948». A questi, l’Unrwa aggiunge «i discendenti delle persone divenute profughi nel 1948», anche se figli di un solo genitore profugo. Ecco che i profughi palestinesi causati dalla guerra araba contro Israele nel 1948 si sono moltiplicati. All’epoca, secondo dati Onu, erano 726 mila (anche se altri studi riportati da Pipes parlano di 420 mila e di 539 mila). Se si applicassero le regole che valgono per tutto il mondo, oggi i profughi sarebbero 200 mila. Ma visto che di mezzo c’è Israele, l’Onu ha trasformato i 726 mila profughi di sessant’anni fa in 4 milioni e 250 mila persone, aggiungendo figli, nipoti, pronipoti, oltre ai palestinesi che hanno abbandonato le case dopo aver perso le altre guerre scatenate dai paesi arabi per distruggere Israele.

Ovviamente sono gli Stati Uniti, l’Europa e il Regno Unito a pagare il programma di aiuti ai profughi, mentre i paesi arabi non muovono un dito. Gli Usa di George W. Bush – dati dal 2000 al 2003 – hanno versato 112 milioni di dollari (il 34% del budget). L’Europa, attraverso il suo Ufficio umanitario, è al secondo posto con 40 milioni di dollari (12%), così come il Regno Unito. Al quarto posto c’è la Mezzaluna Rossa con 27 milioni di dollari e l’8% del totale degli aiuti. Il primo paese arabo si trova al 32esimo posto ed è l’Arabia Saudita con 250 mila dollari (0,8%). I soldi islamici, in totale, ammontano a 11 milioni di dollari (4% del budget), cioè quanto gli aiuti garantiti da Italia e Danimarca insieme.

La Corte internazionale di giustizia ha condannato Israele per aver eretto un muro di difesa del proprio territorio dagli attacchi terroristici palestinesi. La questione posta alla Corte non era sull’atrocità del terrorismo arabo ma sulla barriera difensiva, come se fosse stata costruita per fare un dispetto. La Corte Onu, insomma, non ha tenuto conto del diritto israeliano alla sicurezza né del fatto che dopo la costruzione della barriera-muro gli attentati terroristici sono diminuiti del 90%.

C’è un’altra stranezza che segnala il pregiudizio antisraeliano. La Corte solitamente si prende un paio d’anni per affrontare anche le più urgenti questioni all’ordine del giorno, come per esempio la causa di genocidio intentata dai bosniaci contro i serbi. Nel caso di Israele in due mesi la decisione era pronta. A fine luglio del 2004, è arrivata anche una risoluzione dell’Assemblea Generale che ha chiesto a Israele di smantellare il muro e di pagare i danni. Le Nazioni Unite non solo non condannano il terrorismo, ma pretendono che Israele non si difenda. La risoluzione è passata a larga maggioranza. Grazie all’attivismo della solita Francia ha ottenuto il voto dei 25 paesi europei, Italia vergognosamente compresa.

Nel 2002 un rapporto indipendente di due centri studi, Council on Foreign Relations e Freedom House, ha accertato che «la politicizzazione in corso dentro l’Assemblea Generale si nota nella sproporzione e nell’ingiusta condanna di Israele nel contesto del conflitto israelo-palestinese, mentre molte altre questioni importanti riguardo le violazioni dei diritti umani sono ignorate o ricevono poca attenzione».

L’Associazione britannica delle Nazioni Unite, nell’agosto del 2004, ha pubblicato un rapporto di 74 pagine con l’analisi delle risoluzioni Onu sul Medio Oriente. Malcon Harper, il direttore dello studio, ha trovato che i documenti delle Nazioni Unite sono «spesso non bilanciati riguardo la lunghezza delle critiche e della condanna delle azioni israeliane nei Territori occupati, al contrario delle azioni kamikaze dei palestinesi». Ancora: «Le Nazioni Unite sono palesemente più critiche con le politiche e le pratiche israeliane che con le azioni palestinesi e dell’intero mondo arabo». Al punto che nelle risoluzioni dell’Assemblea Generale, «la violenza perpetrata contro i civili israeliani, incluso l’uso dei kamikaze, è menzionata solo poche volte e soltanto in termini vaghi».

Nel 2000 il marxista Jean Ziegler, ex-parlamentare svizzero noto per le sue battaglie antiamericane e antioccidentali, è stato nominato Special Rapporteur sul diritto all’alimentazione, un ruolo ricavato all’interno dell’Alto Commissariato ai diritti umani. Ziegler, chiamato in patria il «Noam Chomsky svizzero», anziché occuparsi dei popoli che secondo le stesse Nazioni Unite muoiono di fame, si occupa quasi esclusivamente dei palestinesi, dei «crimini di guerra» israeliani e quindi di inviare lettere ad aziende internazionali invitandole a boicottare Israele.

La Fao, che è l’agenzia per l’alimentazione dell’Onu, ha stilato una lista dei paesi dove c’è l’emergenza fame. I paesi sono 35. Gaza e la Cisgiordania non ci sono, né ci sono mai stati. Lo stesso Istituto di ricerca applicata palestinese sostiene che «lo status nutrizionale dei palestinesi in termini di calorie è aumentato» durante l’occupazione israeliana. Il Comitato Onu sul nutrimento, nel novembre 2003, ha valutato il rischio dei popoli rifugiati e, ancora, Gaza e Cisgiordania erano agli ultimi posti. Il rapporto Onu, sempre del 2003, sullo sviluppo umano ha giudicato la percentuale dei bambini sottopeso a Gaza e in Cisgiordania (3%) più bassa rispetto a quella di qualsiasi Stato del Medio Oriente arabo, dell’Asia orientale, del Sud, del Pacifico, dell’Africa subsahariana e dell’America Latina (con l’eccezione del Cile). Ziegler però se ne è fatto un baffo: non ha speso una parola per lo Yemen, dove i bambini malnutriti sono il 46%, non ha fiatato sulla Corea del Nord dove arrivano al 60%, ma si è impegnato ad accusare Israele di «provocare la fame» e di infliggere ai bambini palestinesi «una qualche forma di danno cerebrale».Nel 2003, sempre zitto sul «diritto all’alimentazione» in Burundi, in Congo, in Liberia, il dirigente Onu ha organizzato un’unica «missione speciale». Dove? Nei Territori occupati.

Nei rari casi in cui si è occupato d’altro, secondo la denuncia di UN Watch, Ziegler ha indossato i guanti di velluto. La situazione in Darfur per Ziegler è semplicemente causa di «preoccupazione». Israele provoca uno «stato di terrore», mentre le atrocità del regime sudanese sono soltanto «presunte».

Ziegler non è un caso isolato. Presidente della sottocommissione per la promozione e la protezione dei diritti umani, in carica fino al settembre del 2004, è stata la marocchina Halima Warzazi. Nel 1988, denuncia un rapporto di UN Watch, bloccò la censura Onu allo sterminio col gas compiuto da Saddam contro i curdi di Halabja. Nella sua relazione di congedo, nell’indifferenza dei dirigenti Onu, Warzazi ha detto che Israele le ricorda la Germania nazista.

A fine dicembre del 2004, Lakhdar Brahimi, uno dei principali consiglieri di Kofi Annan, in un’intervista a una radio belga ha definito «assassino» il premier israeliano Ariel Sharon. L’ambasciatore di Gerusalemme alle Nazioni Unite ha chiesto ufficialmente le dimissioni di Brahimi, ma la burocrazia Onu è riuscita a schivare la richiesta per la chiusura natalizia degli uffici.

Annan invece è rimasto in vacanza per alcuni giorni nel suo ranch in Wyoming, nonostante il disastro umanitario causato dallo tsunami.
Non è la prima volta che a Brahimi scappano commenti antisemiti e antiamericani. Rivolgendosi agli europei, ha detto: «Voi dovreste condannare Sharon quando assassina la gente, invece restate zitti, così come non fate niente quando sradica più di un milione di alberi dai frutteti della Palestina». E poi, al Senato belga: «La comunità internazionale ha accettato troppo facilmente il cinico e ridicolo punto di vista del premier Sharon, che considerava il compianto presidente Arafat l’unico responsabile dell’insicurezza in Israele». Secondo l’algerino Brahimi, la colpa dell’insicurezza di Israele è delle «serie violazioni dei più elementari diritti umani in Palestina», cioè di Israele medesimo. Tutto questo, come è documentato a pagina 155 del libro di Jed Babbin, Inside the Asylum, mentre la bandiera dell’Onu sventola accanto a quella dell’organizzazione terroristica Hezbollah al posto di confine israelo-palestinese di Post Tziporen.

Israele, insomma, non è trattato come uno Stato normale dentro le Nazioni Unite. Eppure è l’unico paese del Medio Oriente a credere fermamente negli ideali originari delle Nazioni Unite. Oggi sono le Nazioni Unite a non credere più ai propri principi.

Camillo

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  • #1katu

    come scusa? fammi capire…l’onu è anti-israeliano? e tutte le risoluzioni (72 per l’esattezza fino al 2001) mai applicate, mai rispettate, nonché quelle svuotate del loro significato principale tramite apposizione del veto da parte dello “zio sam”?
    ancora: israele rispetterebbe i diritti umani? ma se nelle galere dello stato sionista ci sono anche i bambini di 10 anni, da più di 40 anni occupa illegalmente territori nn suoi, usa bombe indiscriminatamente sui civili, armi al fosforo bianco (tutte cose ampiamente provate) e, infine, costruisce muri di apartheid che la stessa Corte Suprema israeliana condanna come contrari (e in violazione) ai diritti umani…
    PS: gerusalemme (anzi, AL_QUDS) non sarà mai la vostra capitale fino a che nn lo sarà anche per i palestinesi…

    18 Mar 2009, 16:20 Rispondi|Quota
    • #2Emanuel Baroz

      @ katu: Ecco uno di quegli interventi che fanno capire bene cosa sia il pregiudizio antisraeliano……

      19 Mar 2009, 01:21 Rispondi|Quota
  • #3R H Tonetti

    Aggiungo che l’ONU è un’organizzazione al servizio del Comunismo internazionale, che non è affatto sepolto sotto il crollo dell’URSS. A esempio, gl’intellettuali occidentali criticano il carcere cubano di Guantanamo, in cui sono detenuti alcuni dei porci che hanno causato 3000 vittime a NY, ma non dicono nulla sui veri campi di concentramento cubani, ideati dal dr. Guevara e in funzione a pieno ritmo ancora oggi.
    Gli Stati canaglia Cuba, Libia, Arabia etc. comandano nell’ONU e diffondono l’islamismo-comunismo nel mondo!

    18 Mar 2009, 16:45 Rispondi|Quota
  • #4Elia Menachem Frescura

    Ben scritto! E’ proprio così: questo testo va divulgato.

    18 Mar 2009, 17:07 Rispondi|Quota
  • #5Edgard

    ma le persone come katu leggono gli articoli prima di sparare stronzate?! E’ incredibile la quantità di bugie che è riuscito a scrivere in poche righe!!!!

    19 Mar 2009, 01:30 Rispondi|Quota
  • #6katu

    pregiudizio anti-israeliano? a cosa ti riferisci, scusa…sulle risoluzioni ci sono un’infinità di documenti ufficiali facilmente reperibili, così come le prove del fosforo bianco o la sentenza della vostra corte suprema…le altre cose le ho viste con i miei occhi dal momento che ho lavorato per diverso tempo in una ong e sono stato in quei luoghi. ho visto coloni sparare sui bambini che stavano andando a scuola a piedi…scuola distante 2 km, ma circondata da checkpoints…risultato: i bambini costretti a percorrere 15 km di strada alternativa sotto il tiro di veri e propri cecchini. ho visto gente morire ai checkpoints, donne partorirvi e studenti passarvi tutta la giornata.

    x tonetti: islamismo-comunismo? e cos’è un neologismo berlusconiano? cerca almeno il significato delle parole prima di scriverle…

    19 Mar 2009, 09:42 Rispondi|Quota
    • #7Emanuel Baroz

      e naturalmente non hai visto i terroristi palestinesi sparare sui civili israeliani….quelle sono invenzioni delle lobbies sioniste,no? Le risoluzioni dell’Onu lasciano il tempo che trovano vista la loro assoluta disparità nei confronti di Israele e dei terroristi palestinesi, che uccidono civili da decenni ormai nel silenzio generale…ma anche questo sarà colpa della lobby pluto-giudeo-massonica credo….

      19 Mar 2009, 11:10 Rispondi|Quota
  • #8paolo

    Lo stato D’Israele e una realta’ e ci sara’ sempre chi vorra’ eliminarlo. Il Hamas, L’iran Il Hizbollah e molti dei leader religiosi Musulmani lo dichiarano apertamenta e agiscono in conseguenza. Noi dobbiamo fare il necessario per sopravvivere. Vi consiglio di vedere il film “Il Pianista” e non considerare le cose dette dai “benefattori della umanita ” come katu e i suoi cari amici.

    19 Mar 2009, 11:34 Rispondi|Quota
  • #9katu

    si li ho visti. se tu vivessi in territori occupati (west bank) o in un lager-gabbia a cielo aperto (gaza) cosa faresti? l’occupazione dura da 40 anni non pensate che sia ora di finirla? se israele nn se ne va dai territori come sperate che possa esserci una pace? i terroristi ci sono e andrebbero eliminati. ma non bombardando i civili, bensì facendo in modo che la gente viva bene: solo così la popolazione palestinese non seguirebbe i terroristi.
    le risoluzioni dell’onu lasciano il tempo che trovano xchè nn le rispettate. disparità nei confronti di israele? alcune violazioni del par.VII della carta onu dovrebbero essere punite, le risoluzioni vi condannano…eppure nessuno vi ha mai detto niente.

    edgard quali sarebbero queste bugie? le 72 risoluzioni nn rispettate? il fosforo? la sentenza della corte israeliana? l’occupazione? le sai le cose per ribattere a ciò? o sei l’ennesimo poveraccio col cervello piatto?

    19 Mar 2009, 11:35 Rispondi|Quota
    • #10Emanuel Baroz

      Ti segnalo che dalla Striscia di Gaza lo Stato di Israele si è ritirato COMPLETAMENTE qualche anno fa, e questo non ha fermato i terroristi palestinesi….per quanto riguarda l’ONu e il suo atteggiamento totalmente vessatorio e squilibrato contro lo Stato di Israele credo che l’articolo postato qui sopra renda bene l’idea…..

      19 Mar 2009, 12:29 Rispondi|Quota
  • #11katu

    si lo so baroz ero lì quando è successo…dei territori occupati in cisgiordania che mi dici? di gerusalemme est dearabizzata che mi dici? sharon si ritirò da gaza xchè sapeva che non avrebbe potuto fare niente in mezzo a 1,5 milioni di individui in poco + di 300 kmq. dalla cisgiordania invece nn ve ne andate xchè vi serve l’acqua del giordano (così come vorreste mettere le mani sul fiume litani in libano): non è forse x questo che esiste la famosa “fascia di sicurezza”? non li eliminerete mai i terroristi così, anzi troveranno sempre qualcuno disposto ad aiutarli. se israele vuole la fine del terrorismo deve accattivarsi le simpatie della popolazione civile palestinese. bombardandoli si ottiene solo l’effetto opposto. ragionate…

    19 Mar 2009, 12:42 Rispondi|Quota
    • #12Emanuel Baroz

      il dato di fatto è che si è ritirato….e la situazione di certo non è migliorata: nè per gli israeliani, nè per i palestinesi

      19 Mar 2009, 12:49 Rispondi|Quota
  • #13katu

    paolo scusami se mi viene da ridere…un film come il pianista conterrebbe l’inoppugnabile verità di ciò che succede in terra santa? andiamo paolo, devo veramente pensare che sei così stupido? certe cose le ho viste molto bene con i miei occhi, non mi serve un film.
    e ti posso assicurare che ci sono molti israeliani che la pensano come me…

    19 Mar 2009, 12:51 Rispondi|Quota
  • #14katu

    baroz ma come fa a migliorare…di fatto israele si è ritirato, ma in pratica stringe la striscia in una morsa…nn si esce, nulla entra, l’elettricità è razionata, così come l’acqua…le persone muoiono negli ospedali…prendi un ragazzo di 30 anni: ha sempre vissuto sotto occupazione, magari gli hanno sterminato la famiglia, nn può studiare, se fa l’agricoltore nn riesce neanche a vendere la verdura xchè lo fanno restare ad un checkpoint 2 giorni sotto al sole e i suoi prodotti marciscono. ci meravigliamo davvero che voglia uccidere tutti gli israeliani? e che altro dovrebbe fare?

    19 Mar 2009, 12:55 Rispondi|Quota
    • #15Emanuel Baroz

      E non sarà colpa di chi ha sempre comandato in quella terra e invece di far crescere il proprio popolo ha pensato solo a rubare il denaro che veniva messo a disposizione dal mondo intero?

      21 Mar 2009, 19:43 Rispondi|Quota
  • #16Emanuel Baroz

    20 Mar 2009, 16:11 Rispondi|Quota
  • #18katu

    censuriamo? tipico della ‘democrazia’ israeliana…

    21 Mar 2009, 18:50 Rispondi|Quota
    • #19Emanuel Baroz

      Nessuna censura per ora…….anche se hai scritto delle castronerie intrise di pregiudizio non hai ancora offeso nessuno…..ti invito a riflettere cmq sul fatto che da una parte hai scritto che Haaretz pubblica articoli contro la politica israeliana e dall’altra hai detto che in Israele c’è la censura….

      21 Mar 2009, 19:50 Rispondi|Quota
  • #20katu

    gli arabi hanno una grandissima fetta di colpa, solo chi è in mala fede può dire il contrario. dire che c’è censura nn significa che alcune cose non possano venire a galla. anche in italia siamo abituati a credere che ci sia totale libertà di stampa, ma non è così: i giornalisti per lavorare dipendono sempre più dal potere politico e sempre più spesso omettono di dire qualcosa (o lo dicono in modo ‘soft’). un esempio è berlusconi che si vanta di essere stato assolto con formula piena nei processi in cui era imputato: mai visto un giornalista che gli abbia risposto che è stato assolto xché i fatti non costituiscono più reato (e certo, li ha depenalizzati lui!) o perché vige l’immunita x le alte cariche (sempre introdotta da lui!). una sorta di censura autocondizionata che, a ben vedere, è anche più pericolosa di quella coercitivamente imposta: se la gente non percepisce tale forma di omissione non sarà mai ingrado di reagirvi. altro caso: durante piombo fuso israele non ha permesso ai giornalisti occidentali di essere sul campo e raccontarci la guerra così come avevano fatto nel 2006 in libano. la lezione (il libano ne è stato sempre foriero per il governo di tel aviv) è evidentemente servita. unico giornalista italiano presente vittorio arrigoni: invito a leggere il suo libro appena uscito,”gaza. restiamo umani”. anche questa a mio modo di vedere è censura.
    “E non sarà colpa di chi ha sempre comandato in quella terra…”: in molti blog diciamo filo-israeliani come questo – nn c’è niente di male, ben inteso – mi sono sempre visto opporre il fatto che prima della massiccia immigrazione ebraica (prima e soprattutto) durante il nazismo quella terra fosse disabitata. a me sembra che le contraddizioni siano da entrambe le parti in conflitto…
    non è mia abitudine insultare, non odio gli ebrei e non ho pregiudizi nei loro confronti. critico israele per una politica ignobile che ha trasformato uno dei popoli più laici del medioriente in una massa di disperati angustamente stipata (gaza), impossibilitati ad acquisire una vera coscienza di popolo poiché irrimediabilmente frantumati in tanti piccoli bantustans (cisgiordania) e,anche per questi motivi, inevitabilmente preda di pochi fanatici (questi si terroristi) che li usano per i loro sporchi giochi.se israele non scinde il popolo palestinese da questi soggetti, puttosto che dividere tra di loro i componenti della società civile, ha già perso. il clamoroso trionfo di avidgor lieberman e in generale della destra ultraortodossa non è altro che il primo segnale di allarme…
    x Am Israel Hai: la differenza tra AG e CdS, e tra cap VI e VII della Carta la conosciamo tutti, basta aver studiato il diritto internazionale. Tali differenze tra l’altro pongono ancora più in cattiva luce israele: passano solo le risoluzioni dell’Ag proprio perché nn sono vincolanti, mentre quelle del CdS vengono bloccate sempre dal veto degli Usa. i quali, quando nn pongono tale veto,si preoccupano di svuotare le risoluzioni del loro significato principale e delle misure previste, soprattutto quando si riferiscono al cap VII. studia…ti farebbe bene…

    22 Mar 2009, 12:08 Rispondi|Quota
    • #21Emanuel Baroz

      ma non ritieni che la trasformazione di un popolo laico in una congrega di assassini e/o di fiancheggiatori del terrorismo (anche se questa è una generalizzazione che non mi piace) sia da addebitare alle varie leadership palestinesi che si sono susseguite nel corso degli ultimi anni? Possibile che la colpa sia di Israele? Mi spiace ma è una teoria che non regge….

      22 Mar 2009, 18:58 Rispondi|Quota
  • #22Am Israel Hai

    Non ho bisogno di professori come te che hanno la testa piena di odio nei confronti di Israele: la differenza tra Ag e Cds la conosco benissimo anche io, ma è proprio quella differenza che fa capire come il tuo ragionamento sia errato, perchè i “consigli” dell’ONU non sono vincolanti….piuttosto ci sarebbe da chiedersi come mai il Cds non parla mai della Cina, della Libia, dell’Arabia Saudita….

    23 Mar 2009, 10:28 Rispondi|Quota
  • #23katu

    baroz ovvio che la colpa è della leadership palestinese, ma ragionaci un attimo e vedrai che la teoria regge eccome: se israele si fosse veramente impegnata per la pace (cosa che, non puoi negarlo, non è stata) non occuperebbe ancora territori della cisgiordania. tu credi che con la cisgiordania non occupata e gaza non sigillata i palestinesi (anche se hamas vorrebbe tutta la palestina storica) starebbero ancora a soffrire e fare la guerra ad uno stato che non potranno mai battere e/o cancellare? io dico che se ne starebbero a casa sotto le lenzuola con la moglie e lascerebbero perdere tutti i fanatismi. persino hamas dovrebbe abdicare a tale logica xchè altrimenti nn avrebbe + consensi. e invece li ha, sia per l’ignoranza dei palestinesi (ed è anche colpa di israele se nn possono studiare) sia xchè non vedono altra via d’uscita. nn tenerli come cani affamati significherebbe tranquillità per israele.

    AM ISRAEL HAI non ti rispondo nemmeno.

    faccio invece i complimenti a baroz (credo sia tu il moderatore del sito) xchè, pur non condividendo le mie opinioni (ed io le tue) non è caduto nella tentazione di insultarmi senza neanche parlare. in siti filo-israeliani ti giuro che nn mi era mai successo. e se la pace scaturisse un giorno proprio da esempi come questo?

    ULTIMA COSA (tanto per parlare): baroz posso chiederti se avresti preferito inizialmente una soluzione binazionale? ora come ora, credi possibile una “two state solution”?

    24 Mar 2009, 18:25 Rispondi|Quota
    • #24Emanuel Baroz

      ma scusami, perchè lo sforzo per vivere in pace lo dovrebbero fare solo gli israeliani?! Io credo che debba essere un percorso da effettuare contemporaneamente e se osservo la storia degli ultimi 60 anni noto che le varie leadership israeliane ci hanno provato mentre i paesi arabi e i lader palestinesi abbiano fatto di tutto per evitare che ciò accadesse…..se in Italia un essere come Yasser Arafat viene considerato da molti un eroe vuol dire che c’è qualcosa che non va nella interpretazione dei fatti

      Se nei libri di storia delle scuole elementari palestinesi non c’è traccia dell’esistenza di Israele, di chi è la colpa?

      Se le tv Al Aqsa e simili trasmettono continuamente dei programmi che incitano i bambini ad odiare Israele e gli ebrei, di chi è la colpa?

      Parliamoci chiaro: i palestinesi la loro occasione l’hanno avuta, e non solo una volta: nel 1948 avrebbero potuto accettare ciò che aveva deciso l’ONU e adesso quella regione sarebbe un’altra Singapore, così come Arafat avrebbe potuto accettare le proposte di Barak a Camp David….ma si è preferito far rimanere un popolo nella disperazione e nell’ignoranza….e la colpa di questo dovrebbe essere di Israele?

      29 Mar 2009, 11:18 Rispondi|Quota
    • #25Emanuel Baroz

      Nel 1948 la soluzione “due popoli due stati” era stata prevista dall’ONU…adesso è chiaro che diventa difficile intravedere una soluzione pacifica, ma bisogna sforzarsi di crederci….ed io purtroppo non conosco formule magiche

      29 Mar 2009, 11:20 Rispondi|Quota
  • #26Am Israel Hai

    ALCUNI FATTI SU ISRAELE

    a cura di Sandro Ribi

    (Un vecchio articolo per ricordare alcune cose tutt’altro che vecchie ma che troppi continuano a dimenticare – o a fare finta di avere dimenticato)

    Questo documento non è stato redatto per dimostrare che gli ebrei siano migliori (o peggiori) degli altri, ma semplicemente al fine di chiarire alcune informazioni distorte sulla loro storia e sul loro presente, e perché le opinioni possano essere basate su fatti e non su supposizioni.
    Ricordiamo che oggi (2002), Israele ha una superficie di circa 22.000 km², equivalente alla metà della Svizzera, e una popolazione di 6 milioni d’abitanti, dei quali 1 milione sono arabi.

    La nazione ebraica e Gerusalemme

    1. Dal 1312 a.C., al tempo dell’esodo dall’Egitto, Israele ha conseguito l’indipendenza nazionale – duemila anni prima dell’ascesa dell’Islam.
    2. Gli arabi nei territori palestinesi hanno iniziato a dichiararsi “popolo palestinese” soltanto dal 1967, due decenni dopo la fondazione del moderno stato d’Israele.
    3. Dalla conquista di Canaan (nel 1272 a.C.) gli ebrei hanno governato mille anni sul Paese. La loro presenza in Terra Santa negli ultimi 3300 anni è stata continua.
    4. A partire dalla conquista islamica nel 638 d.C. ci fu un periodo di dominio arabo fino al 1072.
    5. Da più di 3000 anni Gerusalemme è la capitale ebraica. Gerusalemme non è mai stata capitale di un’altra nazione araba o islamica. Perfino quando la Giordania occupò dal 1948 al 1967 la parte orientale della città, non ne fece mai una capitale. Nemmeno i palestinesi la chiesero come tale.
    6. Nella Bibbia troviamo Gerusalemme menzionata più di 800 volte. Nel Corano non è menzionata neppure una volta.
    7. Re Davide conquistò Gerusalemme nel 1004 a.C. e ne fece la capitale d’Israele. Maometto non venne mai a Gerusalemme, seppure la leggenda dica che Maometto sia asceso al cielo dalla Città Santa.
    8. Gli ebrei pregano rivolti a Gerusalemme, i musulmani pregano rivolti alla Mecca.

    Rifugiati arabi e rifugiati ebrei

    9. In seguito al piano di partizione delle Nazioni Unite, nel 1948 venne proclamato la nascita dello stato d’Israele. Le nazioni arabe incoraggiarono gli arabi in Israele a lasciare “temporaneamente” il Paese affinché potessero liberarlo dalla presenza ebraica. Il 68% partì senza aver visto nemmeno un soldato ebraico.
    10. Contemporaneamente gli ebrei che vivevano nelle nazioni arabe venivano costretti a fuggire dalla violenza e dalla persecuzione araba.
    11. Il numero di rifugiati arabi che lasciò Israele nel 1948 è stimato a 630.000. Il numero di rifugiati ebrei che lasciò i paesi arabi è stimato a 820.000.
    12. I rifugiati arabi non sono stati integrati intenzionalmente nelle nazioni in cui si sono andati, nonostante le dimensioni gigantesche dei paesi arabi. Dei 100 milioni di rifugiati della seconda guerra mondiale, quello dei palestinesi è l’unico gruppo non integrato. I rifugiati ebrei, invece, sono stati completamente integrati (mentre nuovi immigranti continuano ad arrivare da tutto il mondo) in una nazione che è grande come la metà della Svizzera.

    Il conflitto arabo-israeliano

    13. Gli arabi occupano 21 nazioni, mentre esiste solo una nazione ebraica. Gli stati arabi hanno condotto cinque guerre contro Israele, e ogni volta sono stati sconfitti.
    14. Ancora oggi lo statuto dell’OLP esige la distruzione dello stato d’Israele.
    15. I palestinesi hanno ricevuto da Israele la maggior parte di Gaza e della Cisgiordania (nel 2000 il 98% di tutti i palestinesi viveva sotto la sovranità dell’autorità di Autonomia Palestinese, anche alcuni avrebbero preferito non esserlo).
    16. Prima del 1967, sotto il dominio giordano, i luoghi sacri ebraici venivano sistematicamente profanati e agli ebrei era negato l’accesso ai luoghi di preghiera, perfino al Muro del Pianto e al Monte del Tempio. Dal 1967, sotto il dominio israeliano, tutti i santuari musulmani e cristiani sono stati conservati e resi accessibili a uomini e donne di ogni fede.

    Prese di posizione dell’ONU nei confronti d’Israele

    17. Delle 175 risoluzioni che il Consiglio di Sicurezza ha emanato fino al 1990, 97 erano rivolte contro Israele (il 55%).
    18. Delle 690 risoluzioni che l’Assemblea Generale dell’ONU ha votato fino al 1990, 429 erano rivolte contro Israele (il 62%).
    19. L’ONU tacque quando nel 1948 a Gerusalemme Est i giordani distrussero 58 sinagoghe e vennero profanate sistematicamente 38’000 tombe ebraiche nell’antico cimitero del Monte degli Ulivi.
    20. L’ONU tacque quando la Giordania praticò una politica di apartheid, impedendo agli ebrei l’accesso ai luoghi più sacri dell’ebraismo (il Monte del Tempio e il Muro del Pianto).

    I prossimi 5 punti concernono soltanto i credenti cristiani, quelli che credono che Dio ha rivelato la Sua volontà e i Suoi piani nella Bibbia.

    Che cosa dice la Bibbia?

    21. Il Signore avrà pietà di Giacobbe, sceglierà ancora Israele, e li ristabilirà ancora nel loro paese. E gli stranieri si uniranno a loro, si uniranno alla casa di Giacobbe. (Isaia 14:1)
    22. Dio non ha ripudiato il suo popolo. (Romani 11:2)
    23. «Benedirò quelli che ti benediranno e maledirò chi ti maledirà. E in te saranno benedette tutte le famiglie della terra.» (Genesi 12:3)
    24. «Io farò di Gerusalemme una coppa di stordimento per tutti i popoli circostanti … cingeranno d’assedio Gerusalemme. In quel giorno avverrà che io farò di Gerusalemme una pietra pesante per tutti i popoli. Tutti quelli che se la caricheranno addosso ne saranno malamente feriti, anche tutte le nazioni della terra si raduneranno contro di lei. In quel giorno avverrà che io avrò cura di distruggere tutte le nazioni che verranno contro Gerusalemme.» (Zaccaria 12:2-3,9)
    25. «Consolate, consolate il mio popolo», dice il vostro Dio. (Isaia 40:1)

    Israele si trova oggi in un tempo critico. Preghiamo per la pace di Gerusalemme. (qui)

    … ma la propaganda, si sa, è sempre molto più efficace dei fatti …

    barbara

    29 Mar 2009, 11:06 Rispondi|Quota
  • #27katu

    com’è, non vi fa comodo quando uno esprime un pensiero che mette in luce la verità…non fa comodo che la gente sappia quello che fa israele contro povera gente…

    pensate che le persone non sappiano nulla di quei posti? io li conosco molto bene, ho visto gli insediamenti, ho visto come spianate con i buldozzer gli uliveti dei contadini palestinesi per costruire le villette dei coloni ultra ortodossi con quelle treccine che li fanno assomigliare a barboncini mal tosati…ma perché nn vi andate a richiudere…

    4 Apr 2009, 13:58 Rispondi|Quota
    • #28Emanuel Baroz

      mi sembra di capire che tu abbia deciso di insultare piuttosto che discutere…non che personalmente avessi dei dubbi ma era bene che fosse chiaro a tutti

      5 Apr 2009, 01:15 Rispondi|Quota
  • #29Daniela

    Scusate ma com’e’ che le scuole palestinesi vomitano tutto sto odio antiisraeliano dopo oltre 40 anni di occupazione? Com’e’ che lo stato di israele in 40 anni di occupazione non ha potuto, saputo, voluto mettere insieme i tanti cervelli pensanti del paese – che ricordo include tanti tantissimi cittadini arabi – per scrivere dei programmi, dei libri di testo, formare degli insegnanti, dei dirigenti scolastici, delle commissioni ministeriali? Com’e’ che le TV locali vomitano antisemitismo dopo 40 anni di occupazione? Perche’ nessuno ha potuto, saputo, voluto costruire e finanziare delle emittenti, installandoci non dei fantocci ma persone valide, palestinesi, israeliani arabi, e magari anche una minoranza di israeliani ebrei, cristiani, drusi, baha’i, o quant’altro, che trasmettessero programmi ben differenti e che facessero crescere il nascente stato palestinese e la sua cultura in un’ottica di amicizia tra popoli diversi? Com’e’ che si e’ permesso a Hamas di costruire il consenso con la sua rete di ambulatori e assistenza sanitaria di base e formazione permanente degli operatori? Come mai non e’ stato Israele a costruire il consenso a proprio favore, offrendo nel contempo opportunita’ ben pagate a tutti i suoi cittadini (arabi e non) che desiderassero avvalersene, cosi’ da preparare una cooperazione per il futuro assetto a due stati, e nel contempo a portare all’indipendenza un paese con tutte le strutture che gli permettono di essere indipendente anziche fare come il belgio con il congo? E se invece lo stato palestinese non si voleva farlo, visto anche che nel 1967 gli arabi della regione non avevano una identita’ nazionale palestinese e si sentivano parte dello stesso popolo degli arabi con passaporto israeliano e dei transgiordani, perche’ non si sono semplicemente annessi questi territori come da legge internazionale, invece di correre dietro alle fantasie della bomba demografica?

    5 Apr 2009, 02:02 Rispondi|Quota
  • #30Hulk

    x Katu
    1)Esprimere un pensiero non è dire la verità altrimenti il mio pensiero è più vero del tuo.
    2)Quello che fà Israele a quella povera gente lo hai visto e quello che quella povera gente fà a Israele che ne parliamo a fare………………….
    3)Tu hai visto tutto sei un fenomeno buldozzer, uliveti, villette, contadini, tutta brava gente, mi hai convinto Israele gli attentati se li fà da sola, i razzi se li tira da sola, 4 guerre attaccata da tutti i paesi arabi confinanti con l’intenzione di buttarli a mare è una menzogna dei Giudei abitanti della Giudea poi ribattezzata dai romani palestina.
    Come direbbe Totò Ma mi faccia il piacere…………….
    Per ultimo le voglio confermare per l’ennesima volta che quegli ortodossi con quelle treccinee bla bla bla, nessuno potrà rinchiuderli da qualche parte a meno che non ci voglia provare lei, ma non glie lo consiglio perchè se li fà incazzare i barboncini potrebbero diventare Pit Bull.
    Si faccia un viaggetto in Siria, Iran, Sudan, Arabia Saudita, ecc… e veda se gli lasciano fare commenti così sarcastici sulla loro religione. Io le consiglio di fare un biglietto solo andata o magari il ritorno lo pagherà meno perchè tornerà sicuramente senza testa, se lo lascieranno come trofeo quella sua povera gente.

    5 Apr 2009, 02:12 Rispondi|Quota