Il nuovo antisemitismo: l’orrore in rete

 
Emanuel Baroz
6 marzo 2010
1 commento

Il nuovo antisemitismo: l’orrore in rete

“In 2840 inneggiano alla Shoah su facebook, tra negazionismo, nostalgie ariane e violenza verbale d’ogni tipo”

facebook antisemitismo focus on israelSu Facebook, è cosa nota, si possono trovare gruppi di ogni tipo. Alcuni simpatici, altri volgari, altri ancora offensivi, intollerabili, disumani. E’ di qualche giorno fa il caso del gruppo, prontamente chiuso, che invitava al tiro al bersaglio sui bambini con sindrome di down. Non c’è da stupirsi (ma di che indignarsi c’è, eccome) se nascono gruppi dichiaratamente antisemiti. Date le dimensioni raggiunte dal fenomeno (e il livello di incitamento all’odio e alla violenza) crediamo sia doveroso parlarne. Nel momento in cui vi scriviamo la pagina più rappresentativa del preoccupante fenomeno si chiama “Spaventaebrei” e annovera 2840 fans con tanto di nome, cognome e foto personale.

Alcuni, a onor del vero, preferisco usare pseudonimi come Militante Lictoriae II e apprendiamo dal profilo di quest’ultimo che è amico di tal Lady Camicia Nera e di un giovane che si fa chiamare con il nome de plume Benni Musso. La maggior parte dei sostenitori e degli animatori del gruppo preferisce però metterci la faccia e cercando informazioni sui loro profili si scopre che, tra pugnali, svastiche, teste rasate e croci celtiche, la militanza politica è tutta a destra. Estrema destra per lo più, ma qualcuno anche Pdl.

Tra frasi che inneggiano alla Shoah e citazioni di storici negazionisti, saltano fuori anche le battute di (presunto) spirito che si rivelano essere agghiaccianti: “Cosa fa un ebreo con un portacenere in mano? Guarda l’album di famiglia”.

Finita qui? Manco per idea. Negli ultimi giorni sono iniziati ad apparire profili facebook finti, pagine personali senza fotografie che aggiungono agli amici solo ragazzi ebrei. In questo modo possono accedere alle loro pagine personali e sapere tutto delle iniziative culturali, delle cerimonie religiose e persino delle feste private. Il trucco è semplice, basta scegliere un cognome ebraico e dichiararsi appartenenti alla comunità di una città diversa rispetto alle persone che si vuole spiare. Il clima è assurdo e ci è sembrato doveroso portare alla luce queste manifestazioni di ignoranza e violenza, fino a questo momento (per quanto ancora?) solo verbale. Ma facebook fa notizia, tanti altri gruppi sono stati chiusi a seguito delle denunce della stampa, come mai un fenomeno dai contorni e dalle dimensioni preoccupanti finora è passato sotto silenzio? La sensazione è che, a fianco all’antisemitismo di ritorno, ci sia un atteggiamento diffuso compiacente e troppo morbido. Chi pensa che siano ragazzate finisce per rendersi, più o meno volontariamente, complice.

(Fonte: Le Ragioni.it, 6 marzo 2010)

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Commento

  • #1dova cahan

    Facebook e una piattaforma per l’antisemitismo e anti-Israele, nonostante
    il fondatore sia un giovane ebreo americano, ed e` al presente di cio che
    succede su questo link di fama mondiale…non gli importa niente..cio che
    importa a lui sono i soldi…tutto qui..

    8 Mar 2010, 17:06 Rispondi|Quota
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