Unità d’assalto israeliane vengono respinte con mazze e armi da taglio mentre abbordano la Marmara, una delle sei navi componenti la Freedom Flotilla, per trasportarla insieme alle altre cinque imbarcazioni componenti la “flottiglia” nel porto di Ashdod: almeno 10 morti e numerosi feriti, tra cui anche soldati IDF

 
Emanuel Baroz
31 maggio 2010
54 commenti

Unità d’assalto israeliane vengono respinte con mazze e armi da taglio mentre abbordano la Marmara, una delle sei navi componenti la Freedom Flotilla, per trasportarla insieme alle altre cinque imbarcazioni componenti la “flottiglia” nel porto di Ashdod: almeno 10 morti e numerosi feriti, tra cui anche soldati IDF


Gaza, 31 Maggio 2010 – Finisce nel sangue l’assalto israeliano contro la flottiglia di navi appartenenti ad organizzazioni non governative in rotta verso Gaza nel tentativo di forzare il blocco imposto da Tel Aviv nella zona. Secondo la tv israeliana, 19 attivisti filo-palestinesi che erano a bordo sono morti, mentre almeno 26 persone sono rimaste ferite. Fonti dell’esercito israeliano parlano invece di 10 vittime. Feriti anche diversi militari israeliani, due dei quali gravemente a seguito di colpi di armi da fuoco (fonte israeliana). Ricordiamo che il gruppo di imbarcazioni era composto da sei navi (tutte abbordate e trasportate nel porto di Ashdod), su una delle quali, la Marmara appunto (controllata dalla Humanitarian Relief Foundation turca, organizzazione legata a Hamas), è avvenuto lo scontro a fuoco.

Sono contrapposte le ricostruzioni su quanto accaduto. Secondo l’esercito israeliano, i militari sarebbero stati oggetto di un attacco da parte di armi da fuoco da alcune persone presenti sulle navi. Secondo alcune testimonianze, invece, i soldati sarebbero stati colpiti con armi da taglio e non da fuoco.  «Questa mattina – si legge nella ricostruzione dell’esercito – le forze navali dell’Idf hanno intercettato sei navi che tentavano di forzare il blocco della Striscia di Gaza. Questo è accaduto dopo numerosi avvertimenti da parte di Israele e della sua marina, lanciati prima dell’azione. L’esercito israeliano ha chiesto alle navi di cambiare rotta e dirigersi verso (il porto israeliano di) Ashdod, dove avrebbero potuto scaricare il proprio materiale di aiuto che sarebbe poi stato trasferito via terra (nella Striscia ndr) dopo ispezioni di sicurezza».

«Durante l’intercettazione – prosegue il comunicato militare israeliano – i dimostranti a bordo hanno attaccato il personale navale dell’Idf con armi da fuoco e armi leggere, incluso coltelli e bastoni. Inoltre una delle armi usate era stata strappata a un soldato dell’Idf. I dimostranti avevano chiaramente preparato le proprie armi in anticipo per questo specifico scopo. Come risultato di questa attività violenta e pericolosa per la vita le forze navali hanno usato strumenti antisommossa, incluso armi da fuoco».

Israele attribuisce a militanti filo-palestinesi la responsabilità degli scontri. «Sono stati loro a dare il via alla violenza», ha detto Mark Regev, portavoce del premier israeliano Benjamin Netanyhahu. «Noi abbiamo fatto ogni sforzo possibile: il mandato ai militari era che si trattava di un’operazione di polizia e di usare la massima attenzione. Sfortunatamente (i militari) sono stati attaccati con violenza dalle persone a bordo, (che hanno utilizzato) sbarre, coltelli e colpi d’arma da fuoco». Il ministero degli Esteri ha fatto sapere di aver trovato armi a bordo della Flotta della Libertà.

“Era come un linciaggio pianificato – ha detto uno dei soldati – Questi erano tutto meno che attivisti pacifisti”.

Opposta la versione dei funzionari doganali del porto di Antalya, in Turchia, che hanno respinto le accuse israeliane circa il fatto che la nave turca assaltata nella notte dalla marina di Tel Aviv trasportasse armi oltre che aiuti umanitari diretti a Gaza. Funzionari della direzione della dogana turca, citati dal quotidiano al-Zaman, hanno chiarito che tutti i passeggeri saliti a bordo della nave Mavi Marmara sono transitati attraverso i rilevatori a raggi X. Nessuno di loro, hanno precisato, aveva armi con sé. «Quarantadue persone si sono imbarcate a Istanbul, qui (ad Antalya, ndr) 504 passeggeri sono saliti sulla nave. Tutti sono passati attraverso i metal detector e i raggi X. Non abbiamo trovato nessuna arma e non abbiamo notato nulla di sospetto su Mavi Marmara. Se i nostri funzionari avessero sospettato qualcosa, ce lo avrebbero riportato», hanno dichiarato dal direttivo della dogana turca.

Il governo israeliano ha espresso il proprio “rammarico per tutte le vittime” dell’assalto della marina. “Le immagini non sono certo piacevoli. Posso solo esprimere rammarico per tutte le vittime” ha detto il ministro israeliano per il Commercio e l’Industria, Binyamin Ben-Eliezer, alla radio dell’esercito.

Le Forze di Difesa israeliane affermano comunque che le navi saranno comunque scortate nel porto di Ashdod dove, nonostante le violenze, il carico di aiuti, dopo la dovuta ispezione, verrà trasferito alla striscia di Gaza via terra, attraverso i valichi di frontiera usati normalmente ogni giorno per far arrivare nel territorio controllato da Hamas tonnellate di beni necessari.

Nei giorni scorsi gli attivisti della flottiglia avevano ripetutamente annunciato che non avrebbero opposto nessuna resistenza all’eventuale intervento delle Forze di Difesa israeliane.

(Fonti: stampa varia, Corriere.it, Israele.net, JPost)

Nel Video: Ufficiale israeliano alla radio: “Mavi Marmara, vi state avvicinando a un’area di ostilità che è sotto blocco navale. L’area di Gaza, la regione costiera e il porto di Gaza sono chiusi a tutto il traffico marittimo. Il governo israeliano è favorevole alla consegna di forniture umanitarie alla popolazione civile nella striscia di Gaza e vi invita a entrare nel porto di Ashdod. La consegna delle forniture umanitarie, in conformità con i regolamenti dell’autorità, avrà luogo attraverso i valichi ufficiali via terra, e sotto la vostra osservazione; dopo di che, potrete tornare ai vostri porti d’imbarco a bordo delle imbarcazioni con cui siete arrivati”.
Risposta dalla nave: “Negativo, negativo. La nostra destinazione è Gaza”.

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  • #1Giulio B

    grave errore di israele.
    non è stato assolutamente il modo migliore di accogliere una nave; di sicuro la marina israeliana poteva abbordare Marmara in acque nazionali.

    31 Mag 2010, 16:35 Rispondi|Quota
  • #2Ruben DR

    E’ incredibile come i mass media italiani abbiano cambiato la versione dei fatti!!!!! BASTA con questa continua e vergognosa disinformazione!!!!! Ne abbiamo le palle piene delle versione dei cosidetti pacifisti!!!!

    “Era come un linciaggio pianificato”

    Gli attivisti internazionali a bordo della flottiglia (che intendeva forzare il blocco israelo-egiziano anti-regime di Hamas a Gaza) hanno aperto il fuoco sui soldati israeliani mandati ad abbordare le navi, dopo che la flottiglia aveva ignorato l’ordine di fermarsi. È quanto hanno spiegato lunedì mattina fonti delle Forze di Difesa israeliane. Secondo le fonti, gli attivisti internazionali “avevano preparato un vero e proprio linciaggio” dei soldati saliti a bordo delle navi intorno alle 2.00 di lunedì mattina dopo che, alcune ore prima, era stato impartito l’ordine di fermarsi o di farsi scortare dalle navi israeliane fino al porto di Ashdod.

    Secondo le Forze di Difesa israeliane, nel violento scontro che ne è seguito vi sarebbero stati almeno 10 attivisti morti e sei soldati israeliani feriti, alcuni anche da armi da fuoco (uno versa in condizioni critiche).

    Dopo essere saliti a bordo delle navi, i militari hanno incontrato una violenta resistenza da parte di passeggeri armati di pugnali, bastoni, spranghe di ferro e alcune armi da fuoco. I soldati hanno inizialmente fatto ricorso a mezzi anti-sommossa non letali per disperdere la folla, ma alcuni attivisti sono riusciti a impadronirsi dell’arma di un militare e hanno aperto il fuoco, scatenando la reazione e la sanguinosa escalation.

    “Era come un linciaggio pianificato – ha detto uno dei soldati – Questi erano tutto meno che attivisti pacifisti”.

    Le Forze di Difesa israeliane dicono che le navi saranno comunque scortate nel porto di Ashdod dove, nonostante le violenze, il carico di aiuti, dopo la dovuta ispezione, verrà trasferito alla striscia di Gaza via terra, attraverso i valichi di frontiera usati normalmente ogni giorno per far arrivare nel territorio controllato da Hamas tonnellate di beni necessari.

    Nei gironi scorsi gli attivisti della flottiglia avevano ripetutamente annunciato che non avrebbero opposto nessuna resistenza all’eventuale intervento delle Forze di Difesa israeliane.

    (Da: Jersualem Post, 31.5.10)

    http://www.israele.net/articolo,2839.htm

    31 Mag 2010, 18:29 Rispondi|Quota
  • #3Sharon

    Leggete questa!!!!!

    Dalla parte della marina israeliana

    by Giordano Masini

    Ritengo che la marina israeliana abbia fatto più che bene a fermare la nave Freedom Flotilla in rotta verso Gaza, per almeno 4 motivi:

    1) I palestinesi ricevono due milardi e cinquecento milioni di dollari all’anno di aiuti internazionali. In media ogni palestinese riceve il triplo di un afghano e il doppio di un iracheno, e sei volte tanto l’aiuto in denaro ricevuto in media da ogni europeo durante il Piano Marshall.

    2) Hamas ha trasformato Gaza in una zona di guerra permanente: base di lancio per razzi e mortai, traffico d’armi nei tunnel. Il blocco navale su Gaza è stato imposto per impedire gli approvvigionamenti di armi ai militanti islamici.

    3) Il governo israeliano aveva offerto di consentire che il personale dell’ONU prendesse in carico gli aiuti umanitari a bordo di Freedom Flotilla per farlo pervenire agli abitanti della striscia. L’offerta è stata rifiutata dagli attivisti.

    4) L’azione di Freedom Flotilla è stata una provocazione, con l’unico obbiettivo di forzare il blocco navale su Gaza.

    C’è una differenza tra i pacifari europei che pensavano che forzare un blocco navale israeliano equivalesse a una crociera estiva su Goletta Verde (qualche sommo idiota, pare, s’era portato dietro anche la famiglia) e i jihadisti armati che li hanno accompagnati: questi ultimi avevano calcolato bene le conseguenze politiche e mediatiche della loro azione.

    http://lavalledelsiele.com/2010/05/31/dalla-parte-della-marina-israeliana/

    31 Mag 2010, 18:32 Rispondi|Quota
  • #4Palestina Libera!!!!

    Siete degli assassini!!!! VERGOGNA!!!!!!

    Terrorismo di Stato!
    La Marina israeliana attacca la Freedom Flotilla:
    19 morti e vari feriti tra i partecipanti

    All’alba di quest’oggi, 31 maggio, nelle acqua internazionali Israele ha aggredito con navi da guerra della Marina militare appoggiata da elicotteri la Freedom Flotilla, che trasporta tonnellate di aiuti per la popolazione della Striscia di Gaza, sotto embargo da circa quattro anni.

    Vi sarebbero almeno 19 morti e vari feriti soprattutto sulla nave turca della Flotilla contro cui si sono accanite le truppe speciali israeliane.

    L’aggressione – che è ancora in corso – è avvenuta in acque internazionali, pertanto si tratta a tutti gli effetti di pirateria.

    I partecipanti alla Freedom Flotilla sono attivisti pacifisti internazionli e disarmati, il cui unico scopo dichiarata è quello di portare gli aiuti alla popolazione di Gaza.

    31 Mag 2010, 18:35 Rispondi|Quota
  • #5Alberto Pi

    Israele parla di “provocazione”

    Pistole, armi da taglio, una “deliberata provocazione”. Israele giustifica l’intervento contro le sei navi di attivisti fermate dalla marina militare. In una conferenza stampa a Gerusalemme, il vice-ministro degli Esteri israeliano Dany Ayalon ha dichiarato: “A bordo abbiamo trovato armi che erano state preparate e sono poi state usate – ha detto. L’intento degli organizzatori era violento. Questi aiuti cosiddetti umanitari non erano per scopi umanitari. Se si fosse trattato di scopi umanitari, la nostra offerta di consegnare tutti gli aiuti attraverso gli appositi canali sarebbe stata accettata”.

    Israele chiede ora agli Stati i cui cittadini si trovano tra i passeggeri della flottiglia di collaborare per chiudere in fretta l’incidente. Nell’operazione sono rimasti feriti anche diversi soldati israeliani, alcuni di loro sarebbero in gravi condizioni.

    http://it.euronews.net/2010/05/31/israele-parla-di-provocazione/

    31 Mag 2010, 18:42 Rispondi|Quota
  • #6Alberto Pi

    Le colpe del gruppo estremista che controllava la Marmara

    “Ci rincresce molto per le vittime, ma la responsabilità ricade interamente su chi ha voluto e organizzato questa navigazione”. Lo ha detto lunedì mattina il ministro della difesa israeliano Ehud Barak in conferenza stampa, insieme al capo di stato maggiore Gabi Ashkenazi e al comandante della marina Eliezer Marom, a proposito del tragico epilogo del tentativo di forzare il blocco anti-regime di Hamas sulla striscia di Gaza.

    Barak ha sottolineato che le Forze di Difesa israeliane avevano già assunto il controllo di cinque delle imbarcazioni coinvolte nel tentativo, senza incontrare nessuna violenza e dunque senza che si verificasse alcun incidente. Ma sulla nave principale, la Marmara, controllata dalla Humanitarian Relief Foundation turca, descritta da Barak come “un’organizzazione estremista e violenta che sostiene il terrorismo”, le cose sono andate in modo tragicamente diverso.

    “Lo stato d’Israele – ha continuato Barak – aveva fatto appello agli organizzatori sin da prima che le imbarcazioni salpassero, invitandoli ad approdare al porto di Ashdod per trasferire il loro carico di aiuti umanitari, dopo i necessari controlli di sicurezza”, attraverso i normali valichi via terra quotidianamente usati per far arrivare nella striscia di Gaza i generi di prima necessità. “Ma tutti i nostri appelli sono stati respinti – ha detto Barak – e i soldati, una volta arrivati sulla Marmara (con circa 600 persone a bordo), sono stati attaccati con estrema violenza e alcuni sono stati feriti anche in modo grave. Conosco bene questo tipo di operazioni e i loro possibili sviluppi, e conosco le unità che hanno operato in questa occasione e i loro comandanti. E so che sono fra degli uomini migliori che abbiano”, ha spiegato il ministro della difesa. “Trovandosi sotto seria minaccia di morte, i soldati hanno dovuto usare strumenti antisommossa ed anche armi da fuoco”. Barak ha ricordato che alcuni dei soldati sono stati feriti da armi da fuoco.
    Secondo Barak, l’organizzazione Humanitarian Relief Foundation, che aveva il controllo dell’unica nave dove sono scoppiate le violenze, “è un gruppo estremista e violento che opera sotto la copertura dell’attività umanitaria. Ma questo è il momento in cui bisogna esercitare tutti la massima responsabilità: faccio appello a tutti perché si agisca col massimo autocontrollo e buon senso, senza lasciare che un’organizzazione filo-terrorista ed elementi estremisti riescano ad approfittare di questo tragico fatto di sangue”.

    (Da: YnetNews, 30.5.10)

    http://www.israele.net/articolo,2841.htm

    31 Mag 2010, 18:43 Rispondi|Quota
  • #7Daniele Tiles

    Disarmati sti cazzi, a vedere le immagini combattono bene…a buttare giù un soldato da una nave sul ponte di sotto si fa la pace?
    Basta vedere la loro stessa propaganda!
    http://www.youtube.com/watch?v=b3L7OV414Kk&feature=player_embedded
    http://www.youtube.com/user/idfnadesk
    http://www.youtube.com/watch?v=MOGVua_pYI4

    Bah….pacifinti…anzi, alelati dei terroristi, avete portato ancora più vicino ad una guerra peggiore in mediooriente

    31 Mag 2010, 19:26 Rispondi|Quota
  • #8Mariano

    quante bugie dette dai giornali italiani……che schifo!!!!

    http://www.drzz.info/article-des-pacifistes-armes-de-barres-de-fer-51413545.html

    31 Mag 2010, 19:33 Rispondi|Quota
  • #9Mario

    che vergogna, che rabbia, che tristezza.

    Non provate a giustificare queste azioni, non è sempre tutto giusto e giustificato.
    Di certo non in questo caso.

    31 Mag 2010, 19:50 Rispondi|Quota
  • #10Giulio B

    Abbordaggio in acque internazionali…
    di tutto quello che dice la stampa, che può essere distorto o meno, predo solo questo fatto, ammesso da un ufficiale israeliano:
    –Abbordaggio in acque internazionali–

    quindi prima di tutto Israele non poteva abbordare le navi!

    inoltre non hanno dimostrato di aver trovato armi a bordo: poteva risolversi tutto in maniera non violenta, con la nave nel porto, sotto controllo israeliano.

    31 Mag 2010, 20:00 Rispondi|Quota
  • #11Daniele Tiles

    Secondo il Manuale di San Remo sul Diritto internazionale applicabile ai conflitti armati sul mare, si legge nella sezione V paragrafo 67 (a) quanto segue: “Le navi mercantili che battono bandiera neutrale non possono essere attaccate a meno che: a) si possa ragionevolmente supporre che esse trasportino contrabbando o violino un blocco, e, dopo previa un’intimazione, rifiutino intenzionalmente e chiaramente di fermarsi o si oppongano intenzionalmente e chiaramente visita, perquisizione o cattura…” Come è facile constatare, Israele ha agito in modo perfettamente legale e non ha commesso nessun atto di pirateria.

    31 Mag 2010, 20:08 Rispondi|Quota
  • #12Giulio B

    a) si possa ragionevolmente supporre che esse trasportino contrabbando

    quali armi?? dove sono??
    io non sono di parte, cerco solo di capire,che armi c’erano a bordo?
    Se l’avessero dimostrato Israele avrebbe avuto ragione, pur commettendo un’aggressione preventiva (che secondo me non ha senso), ma di sicuro avrebbe salvato i rapporti internazionali!.

    Ma che ci voleva a perquisire tutta la nave una volta arrivata in porto?

    31 Mag 2010, 20:15 Rispondi|Quota
  • #14Daniele Tiles

    Si sono rifiutati di farsi accompagnare in porto!! Come potevano controllare la presenza di armi?
    Sto attendendo che mi approvino il messaggio con il link della comunicazione alla flottilla di essere scortati ad Ashdod…sono loro che hanno rifiutato!
    E gli altri filmati mostrano le sprangate che tirano sti “pacifinti”

    31 Mag 2010, 21:03 Rispondi|Quota
  • #15Daniele Tiles

    http://www.youtube.com/watch?v=YABBH3TxHzc
    Altro bel link delle azioni dei “pacifinti”

    31 Mag 2010, 21:05 Rispondi|Quota
  • #16Daniele Coppin

    L’obiettivo della “flottilla” era quello di provocare Israele, altrimenti avrebbe potuto far pervenire gli aiuti a Gaza via terra, come avviene normalmente. Gli Israeliani ci sono cascati, hanno abbordato sei navi. Su cinque non è accaduto nulla. Su una, la folla ha reagito all’arrembaggio con spranghe e coltelli, sicuramente. Che l’abbordaggio fosse legittimo o meno, che la reazione all’abbordaggio fosse legittima o meno, in simili circostanze è inevitabile che ci scappi il morto.
    L’idea che l’uso estremo della forza da parte di Israele per fare vittime sia stato un atto deliberato, può essere solo di qualche mente malata. Netanhyau stava per incontrare Obama per recuperare una situazione non favorevole ad Israele, ed è stato costretto a rientrare in Israele. Difficile credere ad un atto deliberato. A meno che ha farlo non sia stato qualche nemico del premier israeliano.

    31 Mag 2010, 21:30 Rispondi|Quota
  • #17David

    31 Mag 2010, 22:22 Rispondi|Quota
  • #18Joseph

    Intanto oggi quei coglioni che manifestavano a Piazza Venezia a Roma hanno pensato bene di venire in Ghetto per provocare gli ebrei…ma hanno preso gli schiaffi!!!!

    31 Mag 2010, 22:23 Rispondi|Quota
  • #19Marina

    ma come fate a difendere l’indifendibile?! Non vi vergognate???? ISRAELE STATO DI ASSASSINI!!!!

    31 Mag 2010, 22:26 Rispondi|Quota
  • #20Ambasciata d’Israele a Roma

    Oltre le righe – Sul tentativo di forzare il blocco navale

    31 maggio 2010 1- Tra Hamas e Israele esiste uno stato di guerra. Hamas ha lanciato contro i civili israeliani oltre 10.000 missili e, ancora oggi, sta ammassando numerosi armamenti nel territorio della Striscia di Gaza. Questi armamenti arrivano via mare e via terra;

    2- Secondo il diritto internazionale, Israele ha il diritto di proteggere la vita dei propri civili e prendere, conseguentemente, le misure di sicurezza che ritiene atte a questo scopo. Israele ha dichiarato, nel 2007, la Striscia di Gaza “territorio nemico” e imposto un blocco navale. In base al Diritto marittimo internazionale, quando un blocco navale è in atto, nessuna nave civili e militare può entrare e forzare il blocco stesso;

    3- In linea con il Diritto internazionale, le navi dei dimostranti che hanno tentato di forzare il blocco, sono state avvisate e sono state invitate a fornire le loro coordinate;

    4- Ripetutamente e fino all’ultimo momento, Israele ha offerto alle navi di attraccare nel porto di Ashdod e di trasferire gli aiuti a Gaza dai valichi già esistenti (valichi da cui transitano quotidianamente numerosi camion di aiuti internazionali). L’offerta è stata rifiutata e gli organizzatori hanno dichiarato che “la missione non è destinata a consegnare aiuti umanitari, ma a rompere l’assedio di Israele” (Greta Berlin, AFP, 27 maggio 2010);

    5- Mentre gli organizzatori dimostravano una solidarietà con la popolazione palestinese locale, la stessa solidarietà non veniva dimostrata verso Gilad Shalit. Gli organizzatori hanno rifiutato di chiedere pubblicamente ad Hamas di lasciar visitare Shalit dalla Croce Rossa;

    6- Le intenzioni non pacifiche della flotta sono state dimostrate dalle numerose interviste rilasciate alle televisioni il 30 maggio dal comandante della Mavi Marmaris, Bulent Yildrim. In una delle interviste Yildrim teneva in mano un bambino da usare come scudo umano contro i militari israeliani;

    7- La flotta verrà ora diretta ad Ashdod e qui verranno controllati i dimostranti e il loro equipaggiamento. Il carico umanitario delle navi verrà quindi trasferito a Gaza.

    http://roma.mfa.gov.il:80/mfm/web/main/document.asp?DocumentID=180319&MissionID=41

    31 Mag 2010, 22:27 Rispondi|Quota
  • #21Ambasciata d’Israele a Roma

    L’esercito israeliano incontra una reazione violenta prepianificata durante il tentativo di abbordare la flottiglia

    31 maggio 2010 Nelle prime ore della mattina, le forze navali dell’esercito israeliano hanno intercettato le sei navi che tentavano di forzare il blocco nella Striscia di Gaza. L’azione israeliana è scattata solamente dopo numerosi avvertimenti.

    Israele, infatti, ha chiesto alla flotta di dirigersi verso il porto di Ashdod dove – al fine di favorire una soluzione pacifica della controversia – i dimostranti avrebbero potuto scaricare il loro carico. Israele, da parte sua, ha assicurato che, dopo il necessario controllo di sicurezza, il carico sarebbe stato consegnato alla popolazione di Gaza.

    Durante l’azione di intercettazione delle navi, i dimostranti hanno attaccato i militari israeliani con armi da fuoco, coltelli e bastoni. Quanto accaduto dimostra chiaramente che i dimostranti, come già evidenziato, erano preparati a colpire violentemente e volevano mettere in atto una azione meramente politica. Aspetto sottolineato dal rifiuto dei dimostranti di consegnare, nelle ore precedenti, una lettera e un pacco umanitario al padre di Gilad Shalit destinato al figlio.

    Secondo le prime notizie quanto accaduto ha provocato dieci morti tra i dimostranti e diversi feriti, mentre almeno quattro militari della Marina israeliana sono rimasti feriti, alcuni per colpi di arma da fuoco, altri da armi di altro genere. Due soldati feriti si trovano in condizioni più critiche. Tutti i feriti, israeliani e stranieri, sono stati evacuati dagli elicotteri e portati in ospedale.

    Gli eventi sono ancora in corso e il Comandante della Marina israeliana, il Vice-Ammiraglio Eliezer Marom sta seguendo costantemente l’accaduto.

    Nelle prossime ore le navi verranno fatte attraccare al porto di Ashdod al fine di identificare tutte le persone a bordo e l’equipaggiamento in loro possesso.

    http://roma.mfa.gov.il/mfm/web/main/document.asp?DocumentID=180318&MissionID=41

    31 Mag 2010, 22:28 Rispondi|Quota
  • #22Valeria

    31 Mag 2010, 22:32 Rispondi|Quota
  • #23David Cohen

    video delle armi ritrovate su Marmara:

    http://www.youtube.com/watch?v=JvS9PXZ3RWM&feature=player_embedded#!

    tentativo di linciaggio dei soldati israeliani sbarcati sulla Marmara:

    http://www.youtube.com/watch?v=Wc6vqsQoCY0

    31 Mag 2010, 22:36 Rispondi|Quota
  • #24David Cohen

    31 Mag 2010, 22:37 Rispondi|Quota
  • #25Daniele Tiles

    Brava Marina…ma leggere un po’ di link postati, invece che lanciare accuse?

    31 Mag 2010, 22:45 Rispondi|Quota
  • #26Minolussi

    Avere armi a bordo di una nave NON è reato internazionale.
    Una nave è TERRITORIO dello stato cui la nave appartiene, quindi sottosta alle regole di quello stato!

    31 Mag 2010, 22:51 Rispondi|Quota
  • #27barbara

    Vedo anche qui esattamente quello che è successo da me: non appena Israele si muove per difendersi dall’annientamento, immediatamente si scatenano gli sciacalli, tutti pronti a difendere i terroristi, gli assassini, quelle belve sanguinarie che si nutrono unicamente di odio. E per meglio attaccare, emuli di rabbi Yeoshua di Nazaret che moltiplicava pani e pesci, loro moltiplicano le identità, e sotto un identico IP trovi quattro nomi diversi, per far credere di essere in tanti. Sapete che cosa ha raccontato uno da me, dopo che ho postato i video con gli attacchi con bastoni e coltelli e armi da fuoco e granate? Che avevano attaccato con delle sedie! E poi finitela con questa storiella delle acque internazionali: Israele aveva tutto il sacrosanto diritto di fermarli lì. E se non si conosce il diritto internazionale si faccia a meno di sparare cazzate, pliz.

    31 Mag 2010, 23:01 Rispondi|Quota
  • #29Daniele Tiles

    Minolussi, vedi commento 11 sulle leggi del mare…

    31 Mag 2010, 23:09 Rispondi|Quota
  • #30David Cohen

    31 Mag 2010, 23:11 Rispondi|Quota
  • #31Boycott Israel

    Il comunicato ufficiale di FreeGaza

    (Cypro 1 Gigno 2010, 6:30 am) Nel buio della notte, commandos Israeliani hanno abbordato la nave passeggeri Turca la Mavi Marmara, sparando. Il filmato in diretta dall’imbarcaione mostra che 2 persone sono state uccise e 31 ferite.

    Al Jazeera ha appena confermato i numeri. Israele dichiara che sta prendendo possesso delle imbarcazioni.

    Lo streaming video mostra i soldati Israeliani che sparano a civili, e il nostro ultimo messaggio SPOT diceva ; “Aiuto, siamo stati contattati dagli Israeliani”.

    La coalizione formata dal Free Gaza Movement (FG), European Campaign to End the Siege of Gaza (ECESG), Insani Yardim Vakfi (IHH), Perdana Global Peace Organisation , Ship to Gaza Greece, Ship to Gaza Sweden, e International Committee to Lift the Siege on Gaza lancia un appello alla comunità internazionale per chiedere a Israele di fermare questo brutale attacco contro civili che stavano tentando di portare aiuti di vitale importanza ai palestinesi imprigionati a Gaza e di consentire alle navi di continuare il loro cammino.

    L’attacco è avvenuto in acque internazionali, a 75 miglia al largo della costa di Israele, in violazione del diritto internazionale.

    31 Mag 2010, 23:15 Rispondi|Quota
  • #32Minolussi

    sig. Daniele Tiles… di quale bandiera neutrale sta parlando???
    di quali stati belligeranti va cianciando???
    la barca batteva bandiera di stato non belligerante ed è stata ATTACCATA in acque internazionali…
    sospetti???
    congetture???
    richieste???
    ma per piacere… ma voi ci credete davvero…
    siete di un’arroganza colossale.
    In un altro post leggevo un utente che scriveva più o meno così: l’arroganza è la “corda” che vi siete scelti e con la quale vi impiccherete da soli,
    PAROLE SANTE!
    da quando ISRAELE è nato viola costantemente il diritto internazionale, consuetudinario o pattizio che sia.
    Israele ignora deliberatamente ogni risoluzione del Cds delle Nazioni Unite, senza che gli stati si mobilitino per dar seguito alle raccomandazioni del Cds ed alle azioni in caso di attacco alla pace.
    Israele è uno stato sorto nell’ingiustizia… e che dell’ingiustizia fa la propria bandiera.
    Vergognatevi… da una parte ci sono 15 morti, dall’altra un mitra che fuma… ma voi continuate a giustificare… a fare i distinguo.
    Israele durerà poco… grazie a Dio e ai fanatici come voi.

    31 Mag 2010, 23:19 Rispondi|Quota
  • #33Daniele Coppin

    Giusto, Barbara. I filmati dell’abbordaggio (che e cosa diversa da un attacco)trasmessi dai TG sono stati subdolamente epurati delle immagini iniziali, che mostrano la reazione per nulla pacifica dei cosiddetti pacifisti. Un vero e proprio tentativo di linciaggio, con il corpo del soldato israeliano buttato sul ponte sottostante che ricorda le immagini di un altro linciaggio, con esito ben più grave, avvenuto a Ramallah anni fa e ripreso solo dalla troupe del TG5, mentre la RAI si affrettò a spiegare, con il suo corrispondente Riccardo Cristiano, che loro non c’entravano nulla con la diffusione del video.
    Non c’è niente da fare: i nemici di Israele sono tanti (anche se meno di quelli che certi media vorrebbero far credere) e sono particolarmente abili a disinformare, facendo passare solo le notizie e le immagini che possono portare consensi alle loro posizioni. Continuiamo a far fronte con la controinformazione, a diffondere tutte le immagini e le notizie, a scrivere a giornali e Tg. L’esempio del fallito boicottaggio della COOP, quando tutti noi, in piena autonomia e senza coordinarci, abbiamo contribuito a far conoscere quanto stesse accadendo ed abbiamo martellato di e-mail la COOP fino a costringerla a fare marcia indietro deve essere di esempio.

    31 Mag 2010, 23:41 Rispondi|Quota
  • #34Alberto Pi

    M. O.: MANTICA, PROVOCAZIONE VOLUTA E REAZIONE INEVITABILE

    (AGI) – Roma, 31 mag. – Per il sottosegretario agli Esteri, Alfredo Mantica, la spedizione della flotta pacifista “Free Gaza” era “una voluta provocazione” e la reazione israeliana era inevitabile. “Non ho ancora elementi sufficienti per capire cosa sia successo ma la questione era nota da giorni”, ha dichiarato a CNRmedia, “questa vicenda si puo’ classificare come una voluta provocazione: aveva un fine preciso, politico”.

    Il sottosegretario agli Esteri ha detto di non avere “elementi per dare giudizi” sul raid israeliano, ma ha osservato che era “un’illusione” pensare che Israele non reagisse, visto che “il principio della rappresaglia israeliana e’ un principio conosciuto nel mondo” Per Mantica si puo’ “discutere sulla reazione israeliana ma pensare che tutto avvenisse senza una reazione di una qualche natura era una dilettantesca interpretazione di chi ha provocato questa vicenda”. “Azioni spettacolari” come il tentativo di forzare il blocco navale attorno a Gaza, ha sottolineato, “servono solo a peggiorare la situazione e a rendere ancora piu’ impraticabile la strada del dialogo”. (AGI) Red/Sar

    31 Mag 2010, 23:44 Rispondi|Quota
  • #35Daniele Tiles

    Sig Minolussi, a Gaza vi è uno stato di guerra, se non ha presente…
    Comunque che bello vedere come i pacifisti come lei distorcano la realtà, e come vogliano una pace duratura fra 2 popoli….compliments!
    Si è chiesto a loro di attraccare ad Ashdod, e hanno voluto forza un blocco navale…cavoli loro.
    Soprattutto, se si usano coltelli come questi sulle navi pacifinte
    http://idfspokesperson.files.wordpress.com/2010/05/knivesmarmara.jpg

    31 Mag 2010, 23:49 Rispondi|Quota
  • #36Minolussi

    sig. Daniele, vediamo se le suona meglio così:
    “Una flotta di navi da guerra con a bordo 6.000.000 (il numero SEIMILIONI è SACRO per voi sionisti… no???) di terroristi arabi islamici, comandati dall’ammiraglio Bin Laden, armati sino ai denti ha teso un’imboscata ad uno sparuto di inermi sopravvissuti ebrei.
    I poveri giudei sono stati presi a viva forza a bordo delle imbarcazioni, ma si sono strenuamente difesi con la fionda di davide e con l’aiuto del buon Dio, intervenuto in loro soccorso con schiere d’angeli guerrieri.
    Il tutto nelle acque territoriali israeliane, ancora una volta violate dai pirati musulmani.
    Il mondo intervenga a difendere i giusti eletti, prima che l’Iran scagli le sue innumerevoli testate nucleari sul muro del pianto!
    (testo copiato da fonte)

    l’autore di questo testo potrebbe essere Fiamma Nirenstein, il ministro degli esteri italo-israeliano Frattini oppure – a scelta – uno dei vostri rabbini… vero???

    INTIFADA fino alla vittoria… siete la feccia del mondo.

    1 Giu 2010, 00:03 Rispondi|Quota
  • #37Ugo Volli

    Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli

    Poteva Israele evitare la sfida e lasciar passare la flottiglia? No, non poteva

    Cari amici, volete capire freddamente che cos’è successo stamattina nella acque davanti a Israele? Ripensate alla famosa frase di Clausewitz: la guerra è la continuazione della politica con altri mezzi. La politica consiste nel cercare di accumulare consenso con gesti simbolici e discorsi, di negoziare alleanze, di imporre così degli obiettivi e di realizzarli sul terreno. La guerra sostituisce ai discorsi le azioni fisiche e punta soprattutto a indebolire il nemico, a metterlo in difficoltà, per acquisire così un vantaggio. Nel caso di Gaza l’obiettivo politico immediato è stabilire la legittimità di Hamas e della sua “lotta”; quello più a lungo termine, naturalmente, la distruzione di quell’entità “estranea” (Sergio Romano) che è Israele. La guerra non sono più i carri armati e non ancora i missili balistici e le atomiche; oggi sono i razzi Kassam, gli attentati e le azioni che indeboliscono la capacità israeliana di autodifesa.

    La spedizione delle navi turche e degli attivisti di sinistra verso la Striscia è stato un atto di questa guerra, freddamente calcolato e organizzato in maniera militare. L’obiettivo dei “pacifisti” armati che le popolavano non era affatto assistere la popolazione: in quel caso avrebbero accettate le forme di trasporto indiretto dei materiali proposte da Israele. Quello era solo un pretesto. Il punto era “rompere il blocco”, cioè aprire la strada a un futuro comodo rifornimento di armi pesanti per Hamas e alla sua possibilità di proiettarsi all’esterno; oppure obbligare Israele a intervenire, come ha fatto, danneggiando ancora la sua immagine internazionale, isolandolo, indebolendolo. Come si è espresso nei giorni scorsi un capo di Hamas, “noi abbiamo vinto comunque, o riapriamo il porto di Gaza, oppure smascheriamo Israele”.

    In termini militari questa si chiama guerra asimmetrica, ed è la strategia dei palestinesi da sempre. Di fronte a una forza militare maggiore si compiono azioni che colpiscono la normalità della vita quotidiana (gli attentati alle fattorie degli anni Cinquanta, i dirottamenti degli anni Sessanta, le stragi all’estero, gli attentati suicidi, i rapimenti e i razzi), non pensando che questo modifichi l’equilibrio militare, ma facendo sì che il nemico si trovi nell'”alternativa del diavolo” di non reagire al terrorismo che minaccia la sua popolazione e quindi logorare la sua stessa esistenza o presentarsi come oppressivo, violento e inumano. E’ quel che è accaduto negli ultimi anni con la guerra in Libano, con quella di Gaza e oggi con la flottiglia allestita dai turchi. Lo scopo è delegittimare Israele, renderlo incerto sul suo stesso territorio, trasformarlo in una stato paria. Purtroppo in buona parte questo è già successo. In questa guerra asimmetrica hanno una parte importantissima le organizzazioni internazionali (pensate al consiglio dei diritti umani dell’Onu e al giudice Goldstone), le organizzazioni “umanitarie” che agiscono in maniera unilaterale, gli intellettuali e i giornalisti che invece di spiegare quel che accade producono pregiudizi e demonizzazioni. Chi legge Informazione Corretta sa bene come queste forze della guerra asimmetrica dell’informazione siano massicciamente schierate.

    Poteva Israele, come hanno suggerito i soliti noti di Haaretz e dintorni, evitare la sfida e lasciar passare la flottiglia? No, non poteva. Se Hamas realizzasse l’obiettivo tattico di avere libero accesso all’esterno senza controlli israeliani – il senso della “rottura del blocco” voluta dai “pacifisti” è questo – in mezzo al Mediterraneo si stabilirebbe un santuario terroristico, una base armata inattaccabile per l’islamismo combattente, l’equivalente della Somalia o delle valli tribali del Pakistan. Anche l’Egitto, che certo non vuol bene a Israele, tiene bloccata Gaza: perché è il solo modo per contenere una minaccia terrorista globale (a parte la riconquista della Striscia, che sarebbe stata opportuna già l’anno scorso, quando Olmert e Barak non ebbero il coraggio di andare fino in fondo – ma oggi dopo Goldstone e con Obama al potere è praticamente impossibile). Fra i due rischi, un’ennesima demonizzazione globale e la liberazione strategia di Hamas, Israele ha scelto giustamente il male minore e ha mandato i suoi ragazzi ad affrontare, col minor uso della forza possibile, “pacifisti” armati e militarmente organizzati.

    http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=115&sez=120&id=34868

    1 Giu 2010, 00:03 Rispondi|Quota
  • #38Daniele Tiles

    Sig Minolussi :), i suoi deliri mentali non mi fanno nè caldo nè freddo, tant’è che posso riempire questo post di smile sorridenti :D…quando si inventano commenti su “ecco, questo immagino le suonerebbe meglio”, corredato da insulti, vuol dire che siamo alla frutta…marcia proprio! 😀
    La sua la trovo una risposta perfetta per la foto che ho postato prima…il suo è un contributo estremamente apprezzato nella discussione, veramente costruttivo 🙂

    1 Giu 2010, 00:11 Rispondi|Quota
  • #39Minolussi

    sig. Tiles, rida pure… vuole un contributo costruttivo?
    parliamo delle vittime e dei sopravvissuti… chissà se suscitano anch’essi la sua “eletta” ilarità.
    Massimo rispetto per le Vittime perchè sapevano di rischiare la pelle.
    Sono decenni che gli occupanti sionisti della terra palestinese, trattano i volontari pacifisti… alla stessa stregua delle donne, vecchi e bambini palestinesi…. cioè bersagli subumani sopprimibili.
    Quando un volontario parte con destinazione Terra Santa, sa bene che dovrà scrivere il Testamento.
    Questo… se possibile… aumenta ancor di più il valore umano di queste persone.
    Dei sopravvissuti… sequestrati in acque internazionali dagli aggressori criminali sionisti… ora non si sa più nulla.
    Le notizie… se filtrano… sono rilasciate col contagocce dai pirati sequestratori sionisti.
    Il sionismo è una immonda bestia razzista impazzita.
    Una belva scatenata assetata di sangue… una furia con le spalle al muro… che sta diventando ancora più pericolosa per l’intero Mediterraneo.
    …..sig. Tiles, le basta questo “contributo costruttivo”?
    oppure preferisce gli insulti?
    in caso affermativo si rivolga a Fiamma “Frankestein” Nirenstein e alla sua degnissima sorella… loro sono delle professioniste ad insultare il mondo.
    Shalom!

    1 Giu 2010, 00:53 Rispondi|Quota
  • #40Minolussi

    sig. Tiles, rida pure… vuole un contributo costruttivo?
    parliamo delle vittime e dei sopravvissuti… chissà se suscitano anch’essi la sua “eletta” ilarità.
    Massimo rispetto per le Vittime perchè sapevano di rischiare la pelle.
    Sono decenni che gli occupanti sionisti della terra palestinese, trattano i volontari pacifisti… alla stessa stregua delle donne, vecchi e bambini palestinesi…. cioè bersagli subumani sopprimibili.
    Quando un volontario parte con destinazione Terra Santa, sa bene che dovrà scrivere il Testamento.
    Questo… se possibile… aumenta ancor di più il valore umano di queste persone.
    Dei sopravvissuti… sequestrati in acque internazionali dagli aggressori criminali sionisti… ora non si sa più nulla.
    Le notizie… se filtrano… sono rilasciate col contagocce dai pirati sequestratori sionisti.
    Il sionismo è una immonda bestia razzista impazzita…. Una belva scatenata assetata di sangue… una furia con le spalle al muro… che sta diventando ancora più pericolosa per l’intero Mediterraneo.
    sig. Tiles… ha proprio ragione, ormai SIETE alla frutta… e gli “insulti” non sono i commenti come i miei, ma Israele stesso… siete voi “eletti” gli insulti viventi all’essere umano.

    1 Giu 2010, 00:58 Rispondi|Quota
  • #41FREE GAZA

    Activist or not Israel has make the big mistake and now is must pay if ONU —
    STOP THE WAR NOW AND SUPPORT GAZA – HELP THE PEOPLE TO RECOVERY AND GIVE THEM PEACE.
    MANY COUTRIES RIFIUTE TO COLABORATE WITH ISRAEL…LOOK INTO THE MAP ISRAEL WHAT U SEE?
    west = EGIPT
    east = IORDANIA
    south = Saudi Arabia
    north = Liban & Siria
    If all this country blocks Israel ..what are u doing? no petroleum,no electricity.U get lost and kill the INNOCENT israelians PEOPLE like Juda on Jesus..READ THE BIBLE.NOT MUSLIM KILL THE JESUS.
    Israel u are surrounded and that bring justice for the all people.
    ————–
    For Mr. @Sharon
    Where is “due milardi e cinquecento milioni di dollari all’anno” ? The palestinian people have electricy? NO…U read bullshit..
    ——————–
    For all italians people u disagrees with my idea think …Every day the “giornalli” give news about the clandestin people u live in ITALY ,if this war is FINISH NOW AND NOT TOMOROW IN ALL THE COUNTRY’S…every stranger are come back in their countries and live … READ how the ECONOMY is affect for this war and how much money are spended for the country’s with oil..If the “tedeschi” people come in your country to claim the Colosseum…what u do? You protect the rights of Italy…
    —————————————
    FREE GAZA —
    ALLAHU AKBAR!!! ALLAHU AKBAR!!! ALLAHU AKBAR!!!
    —————————————————————————————
    PS : CERCATE SU YOUTUBE I VIDEO CON BERLUSCONI …IN GENNAIO SUPPORTA D’AVANTI AL STATO ISRAELIANE “IL SUO CORE” E DOPO UN MESE PREPARA SOLDI PER GAZA…MILIONI DI EURO…

    MA NON VEDETE CHE QUA SOFRONO LA GENTE CHE NON CENTRA NIENTE E SOLO UN GIOCCO POLITICO CHE AMERICA HA DA GUADAGNARE E NO NOI,QUELLI CHE ANDIAMO A CERCARE OGNI GIORNO UN POSTO DI LAVORO..SOLO PER CHE I SOLDI SONO ANDATI PER I ARMI DI GUERRA…
    COME IN ISRAELE ANCHE IN GAZA SONO LE PERSONE CHE HANNO BISOGNO DI AIUTO.FA BENE PER TUTTI PAESI

    1 Giu 2010, 03:20 Rispondi|Quota
  • #42mariolina

    Il contrabbando di armi da parte di Hamas e i suoi complici è un dato di fatto. sono stati usati sistemi diversi nel corso del tempo e Israele ha diritto di fare in modo che questo non succeda.I pacifisti che tifano solo per una parte non sono veri pacifisti, ma sono strumentalizzati. Ed è questa la triste realtà dei fatti. Provocano Israele ma non osano certo farlo con alcuni dei paesi per i quali tifano, perchè sanno che quelli non avrebbero il minimo scrupolo.
    E’ una vergogna!!!
    E come mai il controllo sulle altre navi non ha avuto nessuna conseguenza e qui invece si erano preparati a colpire duramente???
    Ma perchè i pacifisti non sprecano energie per i pakistani o gli afghani dove ogni giorno muoiono tante persone in seguito ad attentati gravissimi persino nelle moschee durante le preghiere? Ma vi volete svegliare?

    1 Giu 2010, 08:23 Rispondi|Quota
  • #43Mario

    Basta distinguo perfavore
    Ma quando impareremo anche a combattere le ingiustizie nella nostra comunità, senza difendere SEMPRE E COMUNQUE le azioni dei fratelli?
    E’ lo stesso identico errore dei comunisti che appoggiavano le brigate rosse.
    Vorrei non dovermi vergognare del mio popolo, mentre in casi come questo mi capita di farlo, mi sento indifendibile.

    1 Giu 2010, 08:41 Rispondi|Quota
  • #44Daniele Tiles

    Perchè ingiustizia? I video mostrati non bastano per mostrare la volontà suicida/omicida che avevano questi pacifinti?
    Non nascondiamoci neanche con il buonismo ad oltranza…

    1 Giu 2010, 08:51 Rispondi|Quota
  • #45Daniele Tiles

    @Minolussi: non avevo notato il suo commento successivo, altrettanto divertente :D.
    Complimenti, l’idea di commento costruttivo che ha è notevole :), e i commenti che pensa facciano insultare7rabbiare fanno ridere, perchè dimostrano la sua incapacità dialettica 🙂

    1 Giu 2010, 12:00 Rispondi|Quota
  • #46Parvus

    Si tratta chiaramente di un aggressione armata di elementi collaterali al terrorismo, da cui i soldati di Israele hanno fatto benissimo a difendersi.

    1 Giu 2010, 18:05 Rispondi|Quota
  • #47Minolussi

    sig.Daniele… la stampa israeliana è critica nei confronti della “finda di Davide” che voi difendete… come il mondo intero.
    questo non le fa venire qualche sospetto???
    …qua state uscendo di testa, parvus dice che i soldati “sono stati costretti a difendersi”… MILITARI ARMATI abbordano una nave di CIVILI e sono costretti a difendersi???
    fanno una strage e voi gli fate le carezze???
    non ho parole… il vostro ottuso fanatismo non ha confini… siete un INVITO ALL’ANTISEMITISMO…
    VERGOGNATEVI!

    1 Giu 2010, 19:07 Rispondi|Quota
  • #48Mario

    Purtroppo Minolussi dice il vero in questo caso
    episodi come questo non fanno che dare spazio alla causa antisemita

    1 Giu 2010, 20:19 Rispondi|Quota
  • #49Daniele Tiles

    @Minolussi e @Mario: la stampa israeliana può, e giustamente lo fa, giudicare l’operazione per quello che è…una trappola ed un grosso danno mediatico, questa senza ombra di dubbio anche per me.
    Ma anche i giornali israeliani dicono che i soldati devono difendere la loro vita.

    Però a continuare dire che quelli fossero pacifisti civili, con quei coltelli…mmm…si fa abbastanza offesa ai veri pacifisti, quelli sono e restano pacifinti, alleati del terrorismo.
    Quello che continuo a ribadire è:
    – I pacifinti sapevano che era una provocazione. Sapevano che andavano contro un blocco navale, sapevano che andavano contro un esercito.
    – Erano stati avvertiti che sarebbero stati bloccati
    – Gli era stato richiesto di rinunciare a Gaza, e di attraccare ad Ashdod, e da lì il carico sarebbe stato ispezionato e portato a Gaza.
    – I soldati sono intervenuti per prendere il controllo della nave, e sono stati aggrediti. Con bastoni e coltelli che NON si possono giustificare su una nave.
    – I soldati hanno sparato per self-defense. Punto.

    1 Giu 2010, 20:42 Rispondi|Quota
  • #50barbara

    Dov’è che l’avevo già sentita questa storia che la gente diventa antisemita per colpa degli ebrei…?

    2 Giu 2010, 00:03 Rispondi|Quota
  • #51Daniele Coppin

    Daniele T., lascia perdere Minolussi. Vorrei vedere lui armato ecircondato da decine di persone che voglio linciarlo. D’altra parte il suo linguaggio, con frasi del tipo “Israele è uno stato sorto nell’ingiustizia”, “Israele durerà poco… grazie a Dio “, “I poveri giudei”, “Quando un volontario parte con destinazione Terra Santa”, “siete un INVITO ALL’ANTISEMITISMO”, dimostrano con che genere di personaggio abbiamo a che fare. Altre parole sono superflue.

    2 Giu 2010, 01:44 Rispondi|Quota
  • #52Ambasciata d’Israele a Roma

    La Flottiglia per Gaza e il blocco marittimo di Gaza

    Aspetti legali

    1. Al largo della costa di Gaza è in atto un blocco marittimo. Tale blocco è stato imposto poiché Israele si trova attualmente in uno stato di conflitto armato con il regime di Hamas che controlla la Striscia di Gaza, regime che ha ripetutamente bombardato obiettivi civili in Israele, con armi contrabbandate e introdotte illegalmente a Gaza anche via mare.

    2. I blocchi marittimi sono misure legittime e riconosciute dal diritto internazionale, e possono essere implementate come parte di un conflitto armato in mare.

    3. Un blocco può essere imposto in mare, anche in acque internazionali, a patto che esso non impedisca l’accesso ai porti e alle coste degli Stati neutrali.

    4. I manuali militari di vari paesi occidentali, compresi gli Stati Uniti e la Gran Bretagna, riconoscono il blocco navale marittimo come misura efficace e espongono i vari criteri che rendono valido un blocco, compreso l’obbligo di dare la dovuta notifica dell’esistenza del blocco.

    5. Alla luce di quanto detto, va osservato che Israele ha reso nota pubblicamente l’esistenza del blocco e ha fornito le coordinate precise dello stesso blocco mediante i canali marittimi professionali internazionalmente riconosciuti. Israele ha anche inviatoappropriata notifica del caso ai governi interessati e agli organizzatori della flottigliadi protesta per Gaza. Inoltre, anche in tempo reale, fino all’ultimo momento, le navi che partecipavano alla flottiglia di protesta sono state avvertite ripetutamente che era in vigore un blocco marittimo.

    6. Qui è bene ribadire che in base al Diritto Consuetudinario, la conoscenza del blocco può essere presunta una volta che il blocco è stato dichiarato e una volta reso noto mediante le appropriate notifiche.

    7. In base al diritto internazionale marittimo, quando è in vigore un blocco marittimo, nessuna imbarcazione può entrare nella zona interessata dal blocco. Ciò vale per imbarcazioni sia civili sia nemiche.

    8. Uno Stato può intervenire per far rispettare il blocco. Ogni imbarcazione che violi o tenti di violare il blocco marittimo può essere catturata o persino attaccata secondo il Diritto internazionale. Il Manuale dei Comandanti Statunitensi sulla legge per le Operazioni Navali stabilisce che il tentativo di violare il blocco da parte di una nave è considerato tale dal momento in cui tale imbarcazione lascia il suo porto con l’intento di eludere il blocco.

    9. Qui è opportuno ribadire che i manifestanti, per mezzo di numerose dichiarazioni scritte e verbali, hanno esplicitamente manifestato la loro chiara intenzione di violare il blocco. Inoltre, la loro rotta confermava la loro chiara intenzione di violare il blocco in violazione del Diritto internazionale.

    10. Data l’esplicita intenzione di violare il blocco navale da parte dei manifestanti, Israele ha esercitato il suo diritto, in base alle leggi internazionali, di far rispettare il blocco. Va osservato che, prima di intraprendere misure concrete per far rispettare il blocco, sono stati trasmessi vari avvertimenti espliciti direttamente ai capitani delle navi, per esprimere l’intenzione di Israele di esercitare il suo diritto a far rispettare il blocco.

    11. Israele aveva tentato di prendere il controllo delle navi che partecipavano alla flottiglia con mezzi pacifici e in modo ordinato, sempre al fine di far rispettare il blocco. Dato l’elevato numero di navi che partecipavano alla flottiglia, si è stati costretti ad adottare misure di sicurezza per far rispettare il blocco a una certa distanza dall’area del blocco.

    12. Quando gli israeliani hanno tentato di far rispettare il blocco sono stati aggrediti con violenza dai manifestanti e hanno agito per legittima difesa per respingere gli attacchi.

    2 Giu 2010, 10:55 Rispondi|Quota
  • #53Emanuel Baroz

    Caro Lerner, ma che c’entra l’Exodus?

    di Emanuele Ottolenghi

    Mavi Marmara ed Exodus. Ecco perché Lerner sbaglia paragone.

    Nei giorni scorsi Gad Lerner ha proposto, sulla Repubblica (1 giugno, “L’Exodus rovesciato”) un paragone tra il blocco navale inglese che nel 1947, alla vigilia della proclamazione dello Stato d’Israele, cercava di impedire all’Agenzia Ebraica di portare sopravvissuti dell’Olocausto in Palestina, e il blocco navale israeliano lungo le coste di Gaza. Un giornalista profondo conoscitore della storia e delle realtà politiche israeliane come Lerner lascia stupiti in questo accostamento tra la nave Exodus, carica di sopravvissuti di Auschwitz, e la Mavi Marmara, carica di barbuti islamisti pronti al martirio, di armi assortite per la guerriglia urbana, di soldi per Hamas, di legami con al Qaida e video falsi preconfezionati da dare alla stampa credulona per far credere d’essere delle povere vittime indifese. Va dato atto a Lerner di aver messo una notevole quantità di puntini sulle “i” per qualificare la sua affermazione.

    Scrive Lerner:
    «Il blocco militare del Mar di Levante evoca troppi simboli dolorosi nel Paese che coltiva la memoria dei sopravvissuti alla Shoah quasi alla stregua di una religione civile. Impossibile sfuggire alla suggestione che in una tiepida notte d’inizio estate le acque del Mediterraneo abbiano vissuto un Exodus all’incontrario.
    Non certo perché i militanti e i giornalisti a bordo della flotta che intendeva violare l’embargo di Gaza siano paragonabili ai 4.500 sopravvissuti dei lager che le cacciatorpediniere britanniche speronarono nel 1947 al largo di Haifa, impedendo loro di approdare nel nuovo focolare nazionale ebraico. Ma perché quell’arrembaggio sconsiderato in acque internazionali, senza che Israele fosse minacciato nella sua sicurezza, discredita uno dei suoi valori fondativi: la superiorità morale preservata da una democrazia anche nelle circostanze drammatiche della guerra».

    Nel mondo in cui viviamo, il ciclo di notizie è talmente rapido che si potrà anche scusare Lerner per aver espresso dei giudizi così netti a notizia calda – quando molto di quello su cui poteva costruire il suo argomentare era soltanto «la tiepida notte d’estate» o «il Mediterraneo incendiato dall’inconfondibile luce del Levante». Di quello che è accaduto sulla Mavi Marmara si dirà certamente molto ancora e sicuramente Israele prima di tutto esaminerà in maniera rigorosa gli avvenimenti della notte tra il 30 e il 31 maggio. Ma sembra che Lerner giunga a conclusioni così rapide e nette più per un istintivo riflesso di condanna per Israele tipico di certe aree politiche cui anche intellettuali ebrei come Lerner non si sottraggono, che non per un esame rigoroso dei fatti (dice Lerner «proviamo un senso di vergogna, come di profanazione per quello che vi è accaduto nell’oscurità». Noi chi? Vien da dire: usa il pluralis maiestatis, o presume di parlare a nome di altri? Nel qual caso è una bella presunzione). Delle molte cose che colpiscono nel suo argomentare è la critica a Israele per aver rovinato i rapporti con la Turchia. Ma questi rapporti sono in stato terminale già da qualche anno soprattutto per merito del governo islamista turco che si premura di rimbrottare Israele sull’occupazione della Cisgiordania, sui diritti umani e sul diritto internazionale a ogni pie’ sospinto. È buffo che Lerner se ne accorga soltanto ora. Ed è buffo tra l’altro che sia proprio la Turchia ad adottare questi argomenti (e Lerner a prenderli come buoni, evidentemente) visto che da anni occupa il Nord di Cipro che ha trasformato in uno Stato fantoccio, che nega i più elementari diritti culturali dei curdi nel proprio Paese, che ha massacrato impunemente migliaia di propri cittadini senza troppe remore morali nella sua guerra contro il terrorismo e che continua a negare il genocidio armeno compiuto dall’impero ottomano alla cui politica il governo islamista si ispira. C’è da augurarsi che Lerner rifletta sull’ipocrisia di un governo turco, le cui azioni hanno profanato l’oscurità della notte in maniera ben peggiore di quella che lui attribuisce a Israele prima di trarre conclusioni affrettate.

    Ma il facile ribaltamento delle responsabilità e del rapporto causa effetto con riguardo ai rapporti tra Israele e Turchia permette di sollevare un altro tema che risponde al paragone maldestro, anche se qualificato, tra l’Exodus e la Mavi Marmara. In realtà, per tutti coloro che in questi giorni hanno preteso inchieste e gridato al massacro, idealizzando l’accozzaglia di tagliagole e agitatori professionisti che si annidavano sulla nave, sarebbe opportuno meditare sul proprio termine di paragone – non l’Exodus che Lerner evoca per attuare un’inversione morale utile più alla sua torturata coscienza d’ebreo di sinistra che alla spiegazione della realtà – ma la Rainbow Warrior di Greenpeace. La nave di Greenpeace fu affondata nella rada di Auckland, Nuova Zelanda, da due bombe piantate da dei commando dei servizi segreti francesi per impedirle di disturbare i test nucleari di Parigi in corso all’atollo di Mururoa. Il raid fu ordinato direttamente dall’allora presidente François Mitterrand e costò la vita a un fotografo. Non ci furono inchieste internazionali o sessioni d’emergenza del Consiglio di Sicurezza dell’Onu. Non ci furono polpettoni moralistici per giorni e giorni da Jakarta a Johannesbourg. Come si spiega quest’incredibile doppio standard tra come si comportarono rispettivamente la Francia e Israele e come reagì il mondo allora e come reagisce adesso? La Francia dopotutto meritava una condanna peggiore (e le sue odierne condanne di Israele sanno dunque d’ipocrisia) di Israele. Si spiega in poche parole, specie agli occhi di commentatori avventati e di parte: non confondetemi coi fatti, mi son già fatto un’opinione

    http://www.ilriformista.it/stories/Prima%20pagina/237304/

    11 Mar 2012, 15:38 Rispondi|Quota
  • #54Emanuel Baroz

    3 Giu 2012, 14:30 Rispondi|Quota
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