ONU-Israele: siamo alle solite. Tanto vale chiamare quelli di Hamas “pacifisti”

 
Emanuel Baroz
3 giugno 2010
24 commenti

ONU-Israele: siamo alle solite. Tanto vale chiamare quelli di Hamas “pacifisti”

di Sharon Levi

nave-pacifisti-gaza-un-vs-israel-focus-on-israelRepressione del Governo birmano sui manifestanti pacifici nel 2007: risoluzioni del Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite? Zero. Reiterate violazioni dei Diritti Umani da parte dell’Arabia Saudita: risoluzioni zero. Repressione della protesta pacifica iraniana nel 2009, centinaia di morti, migliaia di arresti, esecuzioni a catena, giornalisti ancora in carcere, arresti arbitrari di cittadini stranieri: risoluzioni del Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite? Zero. Repressione in Thailandia con centinaia di morti: risoluzioni zero.

I pochi ma significativi esempi (ce ne sono centinaia) che ho riportato sulla attività del Consiglio dei Diritti Umani dell’Onu sono solo la punta dell’iceberg sulla attività di questo organismo. A questo punto qualcuno potrebbe obiettare che è del tutto normale per un organismo delle Nazioni Unite non lavorare, prendere un sacco di soldi per non fare niente o al limite partecipare a qualche costosissimo party in un albergo di lusso. E invece questa volta i detrattori dell’Onu si sbagliano. Il Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite è l’unico organismo che lavora 24 ore su 24 e solo perché quando Dio creò il mondo pensò di fare le giornate di 24 ore altrimenti lavorerebbero 48 ore al giorno (a tal proposito si potrebbe pensare a una risoluzione di condanna al Creatore per aver fatto le giornate così corte).

Il Consiglio dei Diritti Umani dell’Onu (United Nations Human Rights Council) dalla sua creazione ha lavorato costantemente per produrre centinaia di risoluzioni contro Israele trascurando completamente tutto il resto tanto che si sta pensando di cambiare il suo nome in “United Nations Council against Israel” un nome certamente più appropriato vista la continua attività di questo organismo nel monitoraggio e nella condanna di qualsiasi azione di Israele.

L’ultimo esempio ieri. Il Consiglio delle Nazioni Unite contro Israele (anche detto Consiglio dei Diritti Umani dell’Onu) ha emesso una risoluzione con cui si chiede di istituire una commissione d’inchiesta internazionale e indipendente sui fatti relativi alla Freedom Flotilla. L’ultima volta che il Consiglio delle Nazioni Unite contro Israele ha prodotto una simile risoluzione, contenenti quindi le parole “internazionale” e “indipendente” ne è nato il famigerato “Rapporto Goldstone” per cui si presume che la frase “rapporto internazionale e indipendente” contenga in effetti l’ennesima minaccia al piccolo Stato ebraico.

Calma, calma, non vi affannate ad adirarvi con il Consiglio delle Nazioni Unite contro Israele, i poveretti fanno solo il loro lavoro. E’ del tutto normale. Basta guardare la composizione di detto Consiglio per rendersi conto che non potrebbe essere altrimenti. A parte poche e coraggiose nazioni (tra cui Italia, Stati Uniti e Olanda) tutto il resto è composto dalla marmaglia del pianeta, dalla feccia dei Diritti Umani. E chi non fa parte della marmaglia (Francia e Gran Bretagna per citarne solo due) non ha gli attributi per opporsi al predominio islamico. Niente di strano quindi. Calmate gli animi e il vostro legittimo disgusto.

Anzi, sapete cosa vi dico? Bisognerebbe collaborare maggiormente con il Consiglio delle Nazioni Unite contro Israele (altrimenti detto Consiglio dei Diritti Umani dell’Onu) e lanciare nuove proposte rivoluzionarie per fare i modo che questo importante organismo raggiunga i suoi obiettivi. Per esempio, perché continuare a chiamare i poveri militanti di Hamas con l’appellativo di “terroristi”? Ormai quello è un termine superato dagli eventi. Perché allora non chiamarli “pacifisti”? Così quando l’esercito israeliano colpirà un gruppo di Hamas che sta organizzando un lancio di missili verso Israele non si dirà più “colpito un gruppo di terroristi che stavano per compiere un attentato contro Israele” ma si dirà “colpito un gruppo di pacifisti che cercavano di mandare un messaggio di pace a Israele”. E’ più bello no? Oltretutto eviterebbe al Consiglio di spendere milioni di dollari per uno come Goldstone permettendogli di passare direttamente alla risoluzione di condanna. Bello, pratico e pure economico.

Spero con questa mia proposta di non aver violato il copyright di qualcuno (che so, magari la Ong turca IHH o qualche grande organizzazione per la difesa dei Diritti Umani) e se l’ho fatto chiedo venia. E che si potrebbe semplificare tutto con poche e sostanziali modifiche. Se non altro eviteremo al Consiglio delle Nazioni Unite contro Israele (altrimenti detto Consiglio dei Diritti Umani dell’Onu) di emettere una risoluzione contro il Creatore per aver fatto le giornate di sole 24 ore e per aver elevato, colpa molto più grave, il popolo ebraico a “popolo eletto”. Come si sia permesso poi di fare una cosa del genere senza il preventivo permesso di Allah ce lo spiegherà in seguito.

Secondo Protocollo

Articoli Correlati
Siamo alle solite: razzi da Gaza contro Israele

Siamo alle solite: razzi da Gaza contro Israele

Lanciati razzi da Gaza, Israele fa ripartire i raid Allarme a Sderot e Ashkelon. Bombardata postazione di Hamas nella Striscia. di Maurizio Molinari Gerusalemme – Con tre raid contro basi […]

I «pacifisti» italiani della Freedom Flotilla? Antisemiti che negano l’Olocausto

I «pacifisti» italiani della Freedom Flotilla? Antisemiti che negano l’Olocausto

I «pacifisti» italiani sulla nave? Antisemiti che negano l’Olocausto di Roberto Fabbri Angela Lano, che su «Repubblica» ha accusato Israele per il blitz, collabora con un sito che definisce De […]

La fragilità di Israele

La fragilità di Israele

ERRORI SI’, MA TROPPA OSTILITA’ La fragilità di Israele di Angelo Panebianco E’un noto circolo vizioso: l’ossessiva, e di per sé giustificata, ricerca di sicurezza da parte di chi vive […]

Abbordaggio nave Marmara: fatti chiari, commenti distorti

Abbordaggio nave Marmara: fatti chiari, commenti distorti

Il nodo di Gaza – Fatti chiari, commenti distorti di Federico Steinhaus* Filmati, comunicati, precisazioni. Siamo inondati da tutto ciò, quando in realtà non ce ne dovrebbe essere bisogno, se […]

Unità d’assalto israeliane vengono respinte con mazze e armi da taglio mentre abbordano la Marmara, una delle sei navi componenti la Freedom Flotilla, per trasportarla insieme alle altre cinque imbarcazioni componenti la “flottiglia” nel porto di Ashdod: almeno 10 morti e numerosi feriti, tra cui anche soldati IDF

Unità d’assalto israeliane vengono respinte con mazze e armi da taglio mentre abbordano la Marmara, una delle sei navi componenti la Freedom Flotilla, per trasportarla insieme alle altre cinque imbarcazioni componenti la “flottiglia” nel porto di Ashdod: almeno 10 morti e numerosi feriti, tra cui anche soldati IDF

Unità d’assalto israeliane vengono respinte con mazze e armi da taglio mentre abbordano la Marmara, una delle sei navi componenti la Freedom Flotilla, per trasportarla insieme alle altre cinque imbarcazioni […]

Lista Commenti
Aggiungi il tuo commento

Fai Login oppure Iscriviti: è gratis e bastano pochi secondi.

Nome*
E-mail**
Sito Web
* richiesto
** richiesta, ma non sarà pubblicata
Commento

  • #1Emanuel Baroz

    Questione Freedom Flotilla: alcune cose da sapere

    Quello che si temeva è purtroppo accaduto. Ieri, durante il legittimo respingimento di una forza navale che tentava di forzare il blocco su Gaza, c’è scappato il morto, anzi, i morti. Sin dai primi minuti (in Turchia con un tempismo persino sospetto) si sono sollevate le proteste del mondo anti-israeliano che ha condannato l’azione dell’esercito di Israele, come suo costume, senza se e senza ma. Invece di se e di ma ce ne sono a bizzeffe.

    Partiamo con molta calma dall’inizio, cioè dalla organizzazione di questa che, a torto, è stata chiamata una azione umanitaria. A organizzare questa vera e propria provocazione è stata una Ong turca denominata IHH (Insani Yardim Vakfi, IHH, “humanitarian relief fund”) con la collaborazione fattiva del Governo turco. La IHH è guidata da Bülent Yildirim e opera ad ampio raggio nel settore umanitario di assistenza alle zone islamiche depresse. Tuttavia la IHH ha anche un altro settore che, a fianco di quello umanitario, supporta attivamente le attività terroristiche in particolare quelle di Hamas (attraverso la Union of Good), e quelle della rete globale della Jihad islamica. La IHH è legata a doppio filo con i Fratelli Musulmani (le fondamenta di Hamas) e non nasconde il suo supporto al gruppo terrorista. Questo atteggiamento a fatto si che la IHH nel 2001 venisse inserita dagli USA nella lista delle Ong che supportano il terrorismo globale. Secondo uno studio del 2006 condotto dal Danish Institute for International Studies, la IHH avrebbe anche contatti con Al Qaeda attraverso alcune fondazioni di supporto alle attività islamiche collegate o direttamente riconducibili ad essa. Un progetto della IHH gestito dalla Islamic Charitable Society di Hebron e dalla Al-Tadhamun a Nablus distribuisce fondi alle famiglie dei kamikaze. Per questo in un recente incontro avvenuto a Damasco tra Bülent Yildirim e Khaled Mashaal, quest’ultimo ha ringraziato sentitamente la IHH per il supporto ad Hamas. Questa è, molto sommariamente, la descrizione della Ong definita pacifista che ha organizzato la Freedom Flotilla.

    Il Governo islamico turco, che conosce bene la IHH e le sue attività, ha attivamente collaborato alla preparazione e al finanziamento dell’operazione Freedom Fotilla, supportando la Ong con ogni mezzo anche a livello politico. Mi chiedo perché nessuno di tutti quei Governi che oggi si scagliano contro Israele non abbia protestato con Ankara quando stava preparando questa operazione alla luce del sole.

    Veniamo ora all’obbiettivo dichiarato dalla Freedom Flotilla (e dal Governo turco) di “forzare il blocco navale” israeliano attorno a Gaza, cioè attorno ad un territorio che Israele considera a ragione come “territorio ostile”. Secondo il Diritto Internazionale il tentativo di forzare un blocco navale è da considerarsi alla stregua di un atto di guerra. Sempre secondo il Diritto Internazionale chi attua il blocco ha il Diritto di catturare qualsiasi imbarcazione mercantile che violi il blocco e di deferire detta imbarcazione a un apposito tribunale delle prede e ha il Diritto di attaccare qualsiasi imbarcazione mercantile nemica che opponga resistenza al blocco navale. Tra gli obblighi di chi attua un blocco navale vi è quello di permettere il passaggio di carichi contenenti beni di prima necessità e medicinali per la popolazione locale. Ebbene, per quanto riguarda gli obblighi Israele ha adempiuto a quelli previsti dal Diritto Internazionale invitando la Freedom Flotilla a dirigersi in un porto israeliano e da li, via terra e sotto il controllo dell’Onu, a Gaza, proposta seccamente rifiutata dalla Freedom Flotilla (qui il video http://www.youtube.com/watch?v=qKOmLP4yHb4 ). In base a quanto sopra specificato non è scorretto affermare quindi che sia stata la Freedom Flotilla a compiere un atto di guerra e ad attaccare Israele e non, come tutti i media riportano, che sia stato Israele ad attaccare la Freedom Flotilla. Quella di Israele era, in sostanza, una azione difensiva.

    Ora, premesse queste due cose di fondamentale importanza per capire come e perché si è arrivati a questo punto, fatto salvo il cordoglio per le vittime civili, mi domando perché la Freedom Flotilla non sia stata fermata prima di arrivare al limite delle acque di Gaza ben sapendo che tutta l’operazione era una forzatura se non, addirittura, un vero e proprio atto di guerra. Mi domando come abbia potuto la NATO, di cui la Turchia è membro, chiudere gli occhi su questo vero e proprio atto di guerra di Ankara verso Israele. Eppure i commenti che si leggono sui media e le parole dei leader politici, dall’Europa all’Onu, sono di tenore esattamente diverso quando non contrario. E’ un vero e proprio paradosso.

    Oltretutto si continua a parlare di “pacifisti attaccati”. Nessuno mette in dubbio che a bordo delle cinque navi della Freedom Flotilla non ci fossero un buon numero di pacifisti convinti, ma gli attivisti della IHH sono tutt’altro che pacifisti, lo dimostrano le immagini dell’attacco ai militari israeliani scesi sulla nave turca Marmara, immagini che dimostrano come siano stati gli attivisti della IHH ad attaccare i militari israeliani legittimamente saliti a bordo e non il contrario (qui il video http://www.vimeo.com/12177727 ).

    Il ruolo della Turchia, in tutta questa vicenda, non è marginale e non deve essere sottovalutato. Ankara sapeva benissimo chi erano gli attivisti a bordo delle navi (della Marnara in particolare) e il fatto che sulle altre navi non vi siano stati scontri fa pensare ad una azione studiata a tavolino. Non si spiega altrimenti il rifiuto opposto dalla Turchia alla proposta diplomatica avanzata da Israele nei giorni scorsi di scaricare gli aiuti umanitari in un porto israeliano e di farli entrare via terra a Gaza. Se veramente l’obbiettivo erano gli aiuti umanitari era una validissima soluzione. Ma è chiaro che l’obbiettivo non erano gli aiuti ma era forzare il blocco navale su Gaza che, come abbiamo visto, è un atto di guerra, oltre naturalmente quello di aiutare Hamas (che non c’entra niente con l’aiutare i palestinesi). Per fare un esempio calzante del comportamento turco, mi chiedo come la prenderebbe la Turchia se oggi Israele decidesse di dare sostegno al PKK. Come lo chiamerebbe se non “atto di guerra”?

    Allora, si faccia questa inchiesta internazionale (inevitabile) sui fatti accaduti ieri al largo delle coste di Gaza, ma la si faccia a 360° . Si indaghi sulle finalità della IHH e su come questa Ong venga usata dal governo turco per appoggiare Hamas, un gruppo considerato terrorista da Unione Europea, Stati Uniti e Nazioni Unite. Si indaghi sui veri obbiettivi della operazione Freedom Flotilla. Alla fine si potrebbe scoprire che ad essere attaccata è stata Israele e non la cosiddetta flotta pacifista.

    Miriam Bolaffi

    http://www.secondoprotocollo.org/?p=1054

    3 Giu 2010, 11:55 Rispondi|Quota
  • #2Emanuel Baroz

    Il tranello a Israele e l’inconfessabile ombra di Teheran

    di Emanuele Ottolenghi

    Israele è caduto nell’ennesima trappola: il convoglio navale abbordato dai commando navali israeliani era un’imboscata. Molti partecipanti erano estremisti islamici. E i cosiddetti pacifisti erano addestrati alla guerriglia urbana. Per loro l’obbiettivo, in caso di scontro, era il martirio e l’impatto mediatico e politico conseguente. Come ha detto un’attivista sulla barca in un’intervista a un network arabo, «ci aspettiamo una di due buone cose – o il martirio o di arrivare a Gaza». Abbordando la nave turca Mavi Marmara armati di proiettili di vernice, aspettandosi dei riottosi ma non agguerriti esperti di guerriglia urbana, gli israeliani hanno dato loro il martirio desiderato, il tutto filmato da una troupe di Al-Jazeera che viaggiava col convoglio.Israele poteva evitare questo disastro diplomatico e d’immagine? Si trattava di una situazione impossibile: lasciar passare il convoglio avrebbe reso insignificanti tutte le minacce israeliane a chi avesse forzato il blocco navale di Gaza, non solo aprendo la via a consegne di armi ed equipaggiamento ma anche dando un segnale di debolezza in una regione dove i deboli hanno vita breve. Bloccare il convoglio avrebbe creato una crisi diplomatica con la Turchia, i paesi arabi moderati e il mondo occidentale. Per Israele il calcolo era dunque tra il male e il peggio, e si trattava di stabilire quale opzione avrebbe causato il male minore. Chiaramente, la mediocre intelligence di cui Israele disponeva ha creato il peggiore dei risultati, visto che una miglior conoscenza dei partecipanti al convoglio, i mezzi di cui disponevano e le loro intenzioni avrebbero permesso ai commando israeliani di agire diversamente.

    Il dramma umano risultante ha finora offuscato l’orizzonte strategico e il contesto geopolitico e ideologico di quest’episodio. Dietro al convoglio c’è un’organizzazione islamista turca che ha agito con la benedizione del suo governo. La Ihh – (Insani Yardim Vakfi, IHH – Humanitarian Relief Fund) ha legami stretti con la Fratellanza Musulmana e Hamas, e ha avuto un ruolo chiave nell’ingresso di Jihadisti in Bosnia negli anni Novanta. È illegale in Israele ed è stata indicata come strumento per il finanziamento di Hamas da vari governi occidentali . È tutt’altro che pacifista e attiva in altri teatri salafisti, come Cecenia e Iraq. Il convoglio è potuto partire grazie alla connivenza di Ankara che ha utilizzato il porto turco-cipriota di Famagosta – un’enclave pirata negata al legittimo governo cipriota dall’occupazione militare turca – per inviare un convoglio senza le carte in regola in piena violazione del diritto marittimo internazionale. Ankara ora può ben sfruttare la rabbia popolare a fini elettorali in un momento di crisi del partito al governo e a fini di consolidamento interno del potere contro l’esercito (unico contraltare in Turchia all’ascendenza islamista di Erdogan) che resta l’unico potere all’interno dello stato turco a favorire rapporti cordiali con Israele.

    Ma dietro a tutto questo c’è un altro fattore: l’Iran e la sua ricerca di egemonia regionale. Non è un caso che il dramma si sia consumato lo stesso giorno che l’Agenzia internazionale per l’energia atomica ha fatto circolare due durissimi rapporti sull’Iran e la Siria. Il 31 maggio era l’ultimo giorno della presidenza libanese al Consiglio di sicurezza – un ostacolo al nuovo round di sanzioni Onu contro l’Iran – e si presumeva che questa settimana o la prossima l’Onu avrebbe deliberato contro l’Iran alla vigilia dell’anniversario delle elezioni fraudolente dell’anno scorso. In breve, il convoglio e i suoi vari complici hanno creato un brillante diversivo per l’opinione pubblica e le diplomazie internazionali. Fino alla settimana scorsa non si parlava che d’Iran, dei trasferimenti di missili a Hezbollah attraverso la Siria, della complicità turca con l’Iran nel violare le sanzioni o nell’inventare soluzioni diplomatiche inesistenti per prender tempo al programma nucleare iraniano.

    D’ora innanzi si parlerà di Gaza, Israele e le sue malefatte. Un’imboscata, messa a punto dai migliori giocatori di scacchi del mondo – gli iraniani che ne sono gl’inventori – nella quale i martiri e i loro compagni di viaggio sono pedine e l’isolamento d’Israele serve per fare scacco matto. Gli israeliani ci sono cascati, ma non avevano altra scelta.

    02 giugno 2010

    http://www.ilsole24ore.com/

    3 Giu 2010, 12:35 Rispondi|Quota
  • #3Emanuel Baroz

    M.O.: Flottiglia, Usa confermano rapporti tra Ong turca e Hamas

    Roma, 3 giu. (Apcom) – Gli Stati Uniti hanno confermato che l’Ong turca IHH, che ha organizzato la flottiglia umanitaria per Gaza assaltata lunedì dalle forze israeliane, ha avuto contatti con Hamas. Lo riporta il sito web del quotidiano israeliano Jerusalem Post. “Sappiamo che rappresentanti della IHH hanno incontrato alti dirigenti di Hamas in Turchia, in Siria e a Gaza negli ultimi tre anni”, ha detto ieri il portavoce del Dipartimento di Stato Usa, P.J. Crowley. “Questo ovviamente ci preoccupa molto”, ha aggiunto il portavoce, precisando che gli Stati Uniti non possono invece affermare che ci siano stati contatti tra il gruppo turco e Al Qaida. Hamas, il gruppo integralista palestinese che nel 2007 ha preso il controllo della Striscia di Gaza con la forza, esautorando l’Autorità Palestinese, è inserito nella lista dei gruppi terroristici del Dipartimento di Stato Usa. Nella lista non c’è invece l’organizzazione turca.

    http://www.lastampa.it/_web/_servizi/apcom/newsapcom.asp?id=PN_20100603_00190

    3 Giu 2010, 13:25 Rispondi|Quota
  • #4Mario

    “gli israeliani ci sono cascati, ma non avevano altra scelta.”

    Non avevano altra scelta? Ne avevano eccome, sui modi di intervenire.
    C’è stato un mostruoso errore militare, prendiamone atto per andare avanti, smettiamola di negarlo

    3 Giu 2010, 19:34 Rispondi|Quota
    • #5Emanuel Baroz

      ma se sulle altre 5 navi della “flottiglia” non è accaduto nulla!!! Non sarà forse che la reazione dei pacifinti presenti sulla Marmara ha obbligato i militari israeliani a cambiare metodo di intervento?! Altrimenti sarebbe accaduta la stessa cosa anche sulle altre cinque navi!

      3 Giu 2010, 19:45 Rispondi|Quota
  • #6Alberto Pi

    Lettera aperta al Manifesto di Gabriele Levy

    Dunque siamo alle solite: gli israeliani sono i cattivi e i palestinesi sono i buoni.
    Veniamo ai fatti.
    Dunque: partono delle navi di aiuti umanitari ed Israele chiede solamente di poterle controllare per verificare che non vi siano a bordo armi o esplosivi.
    Il filmato fatto nei minuti prima dell’attacco, dove l’ufficiale israeliano chiede per megafono questo si puo’ vedere qui:

    http://www.youtube.com/watch?v=3E2REKHzUoI

    La risposta dalla nave dei “pacifisti” e’ negativa.

    In seguito i soldati israeliani si calano ad uno ad uno come dei polli con una fune dall’elicottero e vengono bastonati e picchiati dai pacifici “pacifisti”.
    Questo si puo’ vedere qui:

    http://www.youtube.com/watch?v=gYjkLUcbJWo

    Avete visto il filmato?
    Come vi sareste comportati al posto dei soldati israeliani, presi a bastonate e coltellate dalla massa dei “pacifisti”?

    Sapete, compagni, piu’ la sinistra appoggia l’integralismo islamico e piu’ le gente votera’ a destra.
    Piu’ la sinistra appoggera’ Hamas e l’oppressione delle donne nel mondo islamico, e piu’ la gente votera’ a destra.
    Piu’ la sinistra sosterra’ Hezbollah ed i movimenti neonazisti del mondo arabo, e piu’ la gente votera’ a destra.

    Se anche odiate solo gli israeliani, ma non tutti gli ebrei, sappiate che odiate “solo” la meta’ del popolo ebraico.Questo ci basta per riconoscervi come antisemiti al 100%.

    Noi ebrei siamo spesso stati perseguitati, non sappiamo mai da quale parte verra’ l’odio: a volte e’ il cattolicissimo tribunale dell’inquisizione, a volte i bastardi nazisti, ed oggi sono gli islamisti alleati con i “pacifisti”.
    Il gioco del “toto-odio”…

    Che in Israele ci siano dei problemi tra le varie etnie, non lo discuto: c’e’ del razzismo verso gli arabi cosi’ come verso i russi o gli etiopi. Ma trovatemi voi uno stato occidentale dove non ci sia del razzismo.
    Io spesso qui in Italia, ne ho visto: verso gli ebrei come verso gli africani, verso gli zingari e verso i marocchini.
    Si sa, la stupidita’ umana non ha limiti.

    Ma da questo ad allearsi con movimenti che chiedono la distruzione di Israele, chiamando questo atto “Liberazione della Palestina”, ce n’e’ di strada da fare.
    Eppure siete giorno dopo giorno, sempre piu’ a braccetto con i fondamentalisti.
    Per fortuna che la gente non e’ cieca. E sa leggere e capire sia la parola scritta che le immagini.

    1500 esseri umani sono stati massacrati a Gaza?
    Terribile.
    Ma quanto tempo e quato spazio avete dedicato a protestare contro questo massacro e quanto contro il massacro del Darfur, dove i morti pare siano stati circa 300 mila?
    E quanto avete protestato per i 150 mila morti assassinati in Algeria dai fondamentalisti negli anni scorsi?

    Mi sa che questo odio a senso unico verso lo stato ebraico abbia una radice che viene da lontano, da molto lontano.
    L’antisemitismo, diceva Lenin, e’ il socialismo degli imbecilli.
    State attenti a non caderci, amici.
    Il Sionismo e’ nato dal proletariato ebraico che era in fuga.
    Gli ebrei ricchi si potevano permettere il lusso di pagare per il visto USA o Australia. Gli ebrei poveri andavano in Terra d’Israele, l’unico paese che li accoglieva senza chiedere nulla in cambio.

    E quando mi ricordate della Nakba, la tragedia palestinese, vi prego, non scordatevi della nostra Nakba: circa 700 mila ebrei sono dovuti scappare negli anni ‘50 dai paesi arabi, dove venivano massacrati in pogrom ben organizzati.
    Io stesso sono figlio di un ebreo fuggito dall’Egitto.
    C’e’ stato, tanti anni fa, un semplice e doloroso scambio di popolazioni.
    Ma gli ebrei immigrati in Israele si sono integrati nel paese.
    Invece i palestinesi sono sempre stati trattati, nella loro Diaspora, come un popolo da differenziare sempre. Ad esempio in Libano c’e’ una legge per cui un palestinese non puo’ possedere terre.
    Ed in Giordania stanno cacciando via migliaia di palestinesi.
    E nessuno dice niente.
    I palestinesi servono sempre.
    Servono ai dittatori arabi, che governano in maniera fascista il mondo arabo.
    Se gli arabi non avessero il nemico satanico israeliano, si renderebbero conto che il responsabile della loro miseria, economica e culturale, e’ proprio colui che li domina da decenni; da Assad a Mubarrak, da Gheddafi a Ahmadinejad. Veri fascisti professionisti.

    Quando vi chiedete dov’e’ finita la sinistra, provate a pensare se nel nostro mondo globalizzato, la sinistra non sia slittata troppo a destra, andando fianco a fianco con i fascismi mediorientali.
    Cosi, forse, capirete meglio questa nostra piccola grande tragedia.

    Credetemi, vi conviene occuparvi del Darfur e dei diritti civili in Cina, dell’Iran e dei milioni di morti di fame in Africa.

    Lasciateci stare, se continuate cosi’ ad odiarci un giorno avrete gli islamisti in casa che vi imporranno la Sharia.
    Non a La Mecca, ma a Moncalieri o Tortona, a Livorno o Benevento.
    E quel giorno vi chiederete:”Come e’ potuto succedere tutto questo?”

    3 Giu 2010, 19:39 Rispondi|Quota
  • #7Cesare

    Questo viene costruito nella Gaza in emergenza umanitaria….Qualcuno ci andrà pure poi…..

    http://www.rootsclub.ps/index.php

    3 Giu 2010, 20:22 Rispondi|Quota
  • #8Cesare

    Che è accaduto a Freedom Flotilla?

    di Stefano Magni – [email protected]

    martedì 01 giugno 2010

    Gli israeliani hanno attaccato di punto in bianco un convoglio di otto navi passeggeri che trasportavano aiuti umanitari per Gaza, uccidendo almeno 9 pacifisti che erano a bordo? La marina israeliana (proprio co me la nostra marina e t utte quelle della Nato) non ha regole di ingaggio che permettono l’uccisione indiscriminata di civili. I soldati israeliani stavano conducendo un’operazione di polizia, con armi non letali, nel momento in cui sono stati aggrediti. Hanno rischiato il linciaggio e solo in quel momento hanno aperto il fuoco. Si parla dei 9 attivisti uccisi, quasi mai dei 6 militari feriti, di cui due gravemente.

    Le notizie che si susseguono sulla tragedia consumatasi al largo di Gaza parlano di un confronto fra Davide e Golia, dove il giovane armato di fionda è questa volta incarnato nelle Ong pacifiste e il gigante nella più grande potenza militare del Medio Oriente. Quel che non si vede (leggasi: quello di cui si parla molto meno nei media) è il braccio di ferro fra Israele e la Turchia. Erdogan ha teso una trappola mediatica a Israele. E il governo di Gerusalemme ci è cascato.

    Il convoglio umanitario è stato assemblato in Turchia. E’ stato organizzato da associazioni internazionali, fra cui, in prima fila si schierava l’Ihh, una Ong islamica turca, nel mirino dei precedenti governi laici di Ankara, ma pienamente legittimata da quando alla guida dell’esecutivo c’è Erdogan. L’Ihh è accusata da Israele di avere legami con Hamas. La sua missione, sbarcare aiuti umanitari direttamente a Gaza, violando il blocco navale israeliano, è stata identificata immediatamente da Israele come un atto ostile. Soprattutto perché avviene a poco più di un anno dal durissimo scontro fra Olmert ed Erdogan sulla guerra a Gaza. La Turchia è stata la base dell’organizzazione di tutta la spedizione. L’esecutivo israeliano aveva chiesto ad Ankara di non far partire il convoglio, ottenendo solo un secco rifiuto. L’11 maggio, Erdogan ha espresso pubblicamente il suo sostegno personale alla missione delle Ong, a favore di Gaza. Nel lungo braccio di ferro fra la «Freedom Flotilla» (questo il nome dato al convoglio umanitario) e il governo di Gerusalemme si sono presentate numerose alternative, ma alla fine gli organizzatori hanno optato solo per la soluzione più radicale: il forzamento del blocco, cercando esplicitamente lo scontro con Israele.

    La proposta di Israele era: uno sbarco degli aiuti umanitari al porto di Ashdod, poi l’organizzazione di un convoglio via terra per far affluire tutto il materiale a Gaza. Per dimostrare che non ci sono problemi nell’invio di beni di prima necessità alla popolazione palestinese, la settimana scorsa gli israeliani avevano fatto transitare oltre 14mila tonnellate di aiuti umanitari attraverso i valichi della Striscia di Gaza, più del tonnellaggio trasportato dalla «Freedom Flotilla». Gli organizzatori, però, hanno rifiutato la proposta di una rotta alternativa da Ashdod, dimostrando di non voler avere a che fare con i controlli alla frontiera israeliana. E di non considerare prio ritaria la consegna degli aiuti umanitari alla popolazione di Gaza. Anche in questo caso la Turchia ha giocato un ruolo ben preciso: il 24 maggio Ankara ha inviato una missiva al governo israeliano, minacciando rappresaglie se la flotta con la stella di David si fosse opposta al passaggio della «Freedom Flotilla».

    Il 27 maggio Noam Shalit, padre del caporale Gilad Shalit, prigioniero di Hamas dal 2006, ha proposto una sua mediazione personale. Ha promesso di intercedere presso il governo a favore di un passaggio del carico umanitario. In cambio chiedeva la consegna a suo figlio di un pacchetto di aiuti e di alcune sue lettere. Gli organizzatori della missione «umanitaria» hanno però rigettato anche questa proposta di mediazione. Sul forum di Al Manar, quel giorno, era apparso un commento più che esplicito di un lettore militante: «Sono d’accordo con la decisione di non includere aiuti a Shalit, perché distrarrebbe dallo sc opo principale della missione: spezzare l’assedio di Gaza imposto da Israele, dall’Ue e dagli Usa». Lo scopo era sfondare il blocco, dunque, non tanto portare aiuti a un popolo affamato. La marina israeliana si è così trovata con le spalle al muro.

    Il governo israeliano aveva avvertito: non avrebbe permesso il passaggio. Se il convoglio non avesse deviato su Ashdod, gli israeliani sarebbero intervenuti per arrestare gli attivisti. Alle intimazioni dell’alt, la flottiglia non ha risposto. E la marina ha dovuto mandare dei commando per abbordare la nave di testa, la turca Mavi Marmara. A giudicare dai filmati e dalle testimonianze dei militari, i commando con la Stella di David sono arrivati sulle navi senza attendersi alcuna resistenza, per condurre un’operazione di polizia. Non erano dotati di proiettili veri, ma di vernice. Contrariamente a quel che si aspettavano, però, i primi soldati calatisi dall’elicottero della marina hanno dovuto affr ontare una folla inferocita armata di bastoni e armi da taglio. Un soldato è stato gettato fuori bordo. Un altro è svenuto dopo essere stato colpito da un proiettile. C’è chi dice che sia stato sparato da un fucile trafugato agli israeliani nel corso del linciaggio, chi da un’arma non identificata posseduta da qualche attivista a bordo. Sei militari israeliani sono stati feriti nello scontro, due dei quali versano in gravi condizioni. E’ solo a questo punto che il commando hanno aperto il fuoco. Avrebbero potuto reagire diversamente? Forse sì, se avessero mantenuto i nervi più saldi o fossero stati preparati, sin da subito, ad affrontare una folla ostile e non un gruppo di pacifisti pronti ad arrendersi. Fatto sta che, aprendo il fuoco, gli israeliani hanno fatto esattamente quello che si aspettava chi aveva teso loro la trappola mediatica. E forse anche molto di più: nessuno si aspettava i morti.

    A scontro avvenuto, è semp re la Turchia di Erdogan la prima a protestare. Su 800 persone a bordo del convoglio, 350 erano cittadini turchi, così come turche sono quasi tutte le vittime. Ankara ha richiamato l’ambasciatore in Israele per consultazioni, mentre una folla di manifestanti (fra cui spuntavano anche bandiere di Hamas ed Hezbollah) marciava contro le sedi diplomatiche dello Stato ebraico a Istanbul e nella capitale. Per il governo islamico di Erdogan è un momento d’oro. A una settimana dalla conclusione di uno pseudo-accordo sul nucleare iraniano, di cui si è fatto promotore, può ora mettersi alla testa dell’indignazione anti-israeliana di tutto il mondo musulmano.

    http://www.ragionpolitica.it/cms/index.php?option=com_content&task=view&id=2933&

    3 Giu 2010, 20:26 Rispondi|Quota
  • #9Ruben DR

    Il nodo di Gaza – Si fa strada un poco di chiarezza

    Ora gli Stati Uniti prendono posizione in favore di Israele. Il vicepresidente Joe Biden ha detto: “Israele ha il diritto assoluto di curare i propri interessi di sicurezza.. E’ legittimo per Israele di dire: non so cosa ci sia a bordo di quella nave. Se andate un po’ più a nord potrete scaricare e noi trasporteremo il carico a Gaza. Perché insistere di andare direttamente a Gaza?”. Parole chiare in un mare di accuse contro Israele.

    Quando soldati israeliani uccidono nove civili turchi l’opinione pubblica occidentale insorge e non vuole ascoltare spiegazioni. E’ stato certamente un incidente grave, ma non più di quelli che quasi ogni giorno mettono a confronto forze dell’ordine e dimostranti, come per esempio a Bangkok.

    Invece per la Commissione per i diritti dell’uomo a Ginevra c’è un solo problema serio al mondo ed è quello creato da Israele. Un giudizio ridicolo.

    Se si sceglie questo triste episodio per farne un’arma contro Israele, è perché alla base c’è la propaganda islamica che è riuscita dopo anni di lavoro a minare la legittimità israeliana. C’è la compassione per i poveri palestinesi le cui azioni terroristiche sono giustificate dal Patriarca Latino di Gerusalemme, Fouad Twal, quando dice : “Chi non mangia, non si può curare e diventa per necessità terrorista”. Ciò è falso poiché il terrorismo è organizzato come metodo di governo dal Hamas che negli ultimi anni ha lanciato 12 mila razzi contro la popolazione civile israeliana. Inoltre la maggior parte dei terroristi viene assoldata non fra i poveri che non mangiano e non possono curarsi, ma bensì fra intellettuali spesso laureati in ingegneria o chimica

    Il patriarca latino e la Santa Sede non protestano mai contro gli atti terroristici palestinesi, e la Santa Sede sostiene che l’occupazione israeliana è “un’ingiustizia politica imposta ai palestinesi”. Essa dà così il beneplacito agli atti terroristici dei palestinesi che diventano legittimi agli occhi di chi stima la Chiesa cattolica come il depositario della morale universale. Insomma si invertono le parti e chi si difende è condannato.

    Hamas ha assunto il potere nella striscia di Gaza uccidendo centinaia di altri palestinesi appartenenti ad al Fatah, dopo l’evacuazione degli israeliani dalla striscia di Gaza.. Esso rifiuta di riconoscere lo Stato d’Israele, cerca di ricevere armi dall’Iran, mantiene in cattività un soldato israeliano al quale non concede nemmeno la visita di un rappresentante della Croce Rossa Internazionale. A questa entità Israele ha imposto il blocco navale simile a quanto fa l’Egitto che tenta di vanificare le gallerie sotterranee verso Gaza che servono al contrabbando. E’ del tutto legittimo impedire ad Hamas di ricevere altre armi.

    Sui risvolti interni israeliani del “fattaccio” non sembra questo il momento di richiedere le dimissioni di Netanyahu o di Barak. Se l’opinione pubblica li riterrà colpevoli, li punirà col voto alle urne.

    Sergio Minerbi

    (Fonte: Rassegna Ucei, 2 Giugno 2010)

    3 Giu 2010, 20:30 Rispondi|Quota
  • #10Ruben DR

    GUARDATE QUESTO VIDEO!!!!!!

    http://www.youtube.com/watch?v=bVPrSK4_mMw

    3 Giu 2010, 20:33 Rispondi|Quota
  • #11Ruben DR

    Volete vedere come è fatto un eroe? Guardate qui:

    http://www.youtube.com/watch?v=ABjE_7uwA0I&feature=player_embedded

    Uno studente ebreo del liceo affronta da solo una folla di arabi a a Los Angeles:

    Una folla forte e rabbiosa di dimostranti pro-araba al di fuori del consolato israeliano a Los Angeles è divenuta ancora più rabbiosa quando un solitario studente ebreo di scuola superiore con una Kippà e una grande bandiera israeliana ha marciato di fronte a loro senza paura.

    Il giovane sembrava essere indifferente alle maledizioni che gli ha sccagliato contro la folla americano-araba. Anche se protetto da una fila di poliziotti, sembrava che potesse essere attaccato in qualsiasi momento.

    I giornalisti gli ha chiesto poi sulla sua insolita presenza, e lui ha spiegato: “Sono uscito perché voglio difendere Israele … Essi [i soldati tentano di deviare le navi della flottiglia ] Sono stati attaccati, e avevano il diritto di difendersi [se stessi ]. Queste persone sulle barche non erano filantropi: a borcdo della loro nave vi erano coltelli, bastoni e ogni genere di cose per attaccare gli israeliani C’è un blocco navale di Gaza, e loro [i] soldati stavano solo facendo il loro lavoro per far rispettare il blocco . Hamas è un’organizzazione terroristica che cerca di uccidere gli israeliani “.

    Alla domanda se è affiliato ad alcun gruppo, ha detto, “Solo ebraismo e Israele, ed è abbastanza”.

    http://ilblogdibarbara.ilcannocchiale.it/

    3 Giu 2010, 20:36 Rispondi|Quota
  • #12Andrea

    @Alberto Pi

    Vedi, e’ proprio questo che i Komunisti nostrani vogliono: veder sventolare la bandiera di Allah in tutto l’Occidente.
    Non che gli interessi molto dell’ Islam sai
    Ma sono persone reduci da un fallimento ideologico colossale.
    La storia li ha definitivamente sputtanati.
    L’Occidente (Amerika & Co), l’antico e odiato nemico e’ ancora vivo e vegeto, seppur malconcio. Qualunque cosa va bene pur di affossarlo. Qualunque.
    Ecco che allora : “il nemico del mio nemico e’ mio amico”.
    Questo spiega il loro ridicolo comportamento.
    E stai pur certo che quando verranno ad imporci la Sharia, loro saranno felicissimi di accoglierla dando dimostrazione di “apertura mentale, culturale, sociale – democratica e matura – contro ogni forma di discriminazione e di razzismo”

    La soluzione al problema c’e’ ed e’ semplicissima. Di una semplicita’ disarmante.
    Proviamo per una volta a metterci nei panni dei vari Komunistislamicopacifinti e chiediamoci come farebbero loro – a parti invertite – a risolvere il problema…
    magari possedendo una Tsar Bomb……piccola…..

    3 Giu 2010, 21:07 Rispondi|Quota
  • #13Anthony Sortino

    Like I said before this is one Sicilian man that will not fall to these idiotic KATTOKOMMUNIST propoganda that has only sentiments of anti-Israel instead of reasonable arguments ( which they would loose if they get into one .)
    100% PRO ISRAEL on this issue !

    3 Giu 2010, 21:57 Rispondi|Quota
  • #14barbara

    4 Giu 2010, 01:47 Rispondi|Quota
  • #15Mirko Viola

    …”In tutto questo siamo fieri che all’Onu l’Italia abbia votato contro la richiesta d’indagini sul blitz israeliano”…(nirenstein fiamma)

    Fonte: http://www.ilgiornale.it/interni/il_vero_terrorismo_sono_bugie_contro_israele/03-06-2010/articolo-id=450035-page=1-comments=1

    Domanda banale: perchè è “male” una indagine INTERNAZIONALE su:
    DIROTTAMENTO
    PIRATERIA
    SEQUESTRO
    9 OMICIDI
    FURTO
    operato dai militari ebrei della colonia sionista di Palestina?
    COSA si vuole COPRIRE?
    Di cosa ha PAURA la Nirenstein Fiamma?
    Cosa teme accerti una commissione indipendente?
    Gli ONESTI e gli INNOCENTI non temono il giudizio!

    4 Giu 2010, 10:14 Rispondi|Quota
    • #16Emanuel Baroz

      perchè non c’è stato nè dirottamento, nè pirateria, nè sequestro, nè furto….purtroppo ci sono stati dei morti e dei feriti, tra cui alcuni militari israeliani feriti anche gravemente. Gli ONESTI e gli INNOCENTI non temono il giudizio di una GIUSTA giuria che non ha preconcetti, cosa che il Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite h dimostrato in più di una occasione di avere. Ma d’altra parte basta guardare chi ne fa parte per capire….sempre che si vogliano aprire gli occhi, è chiaro!

      4 Giu 2010, 11:00 Rispondi|Quota
  • #17Daniele

    @Andrea, Alberto Pi

    Purtroppo per noi Italiani i Komunisti nostrani non conoscono la storia e chi non conosce la storia è costretto a riviverla.

    Il 1683 è ancora ricordato a Vienna come “l’anno dei turchi” ma anche l’anno in cui si gioco’ il destino dell’intera Europa. Se un qualsiasi accidente avesse fermato la carica degli “ussari alati” polacchi che si scatenarono come arcangeli vendicatori contro le armate islamiche che assediavano Vienna, oggi probabilmente le nostre donne porterebbero il velo e San Pietro sarebbe una moschea.
    Purtroppo nonostante i ripetuti segnali del tentativo di egemonia mondiale da parte del mondo musulmano i Komunistislamicopacifinti si ostinano a manifestare solo se c’è da bruciare la bandiera israeliana o americana ma mai scendono in piazza quando una ragazza musulmana viene vilipesa, oltraggiata o lapidata in nome della sharia.

    La storia compone un puzzle molto preciso e presenta sempre il suo conto».

    4 Giu 2010, 12:57 Rispondi|Quota
  • #18vince

    Ma che articolo stupido, banale e qualunquista. Io sono a favore del diritto di Israele ad esistere ma se uno sbaglia paga. Ma per chi scrive sto articolo Israele non deve mai pagare. ISRAELE SI ASSUMA LE SUE RESPONSABILITA’ SE VUOL VIVERE IN UN PAESE CIVILE E SI DISTINGUA NETTAMENTE DA HAMAS CON COMPORTAMENTI UMANI E CHE NON LEDANO IL DIRITTI DELL’UOMO.

    4 Giu 2010, 20:47 Rispondi|Quota
  • #19vince

    siete senza Dio. Per me siete come i palestinesi. Non ammettete gli errori, siete devi patetici vittmisti anche quando muoiono 9 persone. Io sto con Israele perchè è un suo diritto esistere ma non posso stare con dei fanatici ciechi e patetici come voi.

    4 Giu 2010, 23:00 Rispondi|Quota
  • #20Emanuel Baroz

    Ripeto ciò che ho scritto da un’altra parte: noto spesso che chi non la pensa come noi viene qui e offende chi scrive e chi legge e poi magari commenta…naturalmente la cosa personalmente non mi tange minimamente, ma credo sia sintomatico di come ci sia sempre più bisogno di un sito del genere, per combattere l’ottusità antisraeliana e/o antiebraica che spesso si annida nelle menti di molti

    6 Giu 2010, 10:22 Rispondi|Quota
  • #21Emanuel Baroz

    @vince: Se Israele ha sbagliato è giusto che paghi, infatti ci sarà una inchiesta. Ma l’atteggiamento dell’ONU e del Consiglio dei Diritti Umani del medesimo non è accettabile, poichè è chiaramente sbilanciato contro i diritti dello Stato di Israele

    6 Giu 2010, 10:23 Rispondi|Quota
  • #22Alberto Pi

    ma quale vittimisimo???? Ma come si fa a sostenere una tesi del genere?! Qui c’è una organizzazione, l’ONU, che negli anni ha sempre dato contro lo Stato di Israele ed ha fatto finta di non vedere le azioni dei terroristi palestinesi, si chiamassero Al Fatah prima o Hamas come oggi, o quelle di stati come Siria, Libia e Iran….ma appena possibile ecco una bella risoluzione contro Israele! Ormai siamo al ridicolo….e i vittimisti saremmo noi!!!! Incredibile!…

    6 Giu 2010, 10:26 Rispondi|Quota
  • #23libera

    che l’onu sia contro israele non mi sorprende,so delle cose che vorrei dire ma non posso,diciamo che conosco un prof.universitario che è consulente onu e sfacciatamente comunista-propalestina,guarda caso i studenti palestinesi sono i suoi prediletti ,e guarda caso quest’anno ne hanno arrestati alcuni che preparavano attentati,vorrei dire ma non posso…….dovrei parlarne privatamente , chiedete vi racconterò una bella storia [email protected]

    18 Set 2010, 01:54 Rispondi|Quota
    • #24Emanuel Baroz

      Se vuole può scrivere quello che sa qui tra i commenti….di norma diffidiamo da chi lascia il proprio indirizzo e-mail visibile a tutti

      19 Set 2010, 11:23 Rispondi|Quota