Netanyahu all’ONU: “3000 anni fa il re David regnò su lo Stato ebraico nella nostra capitale eterna, Gerusalemme. Lo Stato di Israele vivrà per sempre”

 
Emanuel Baroz
28 settembre 2012
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Netanyahu all’ONU: “3000 anni fa il re David regnò su lo Stato ebraico nella nostra capitale eterna, Gerusalemme. Lo Stato di Israele vivrà per sempre”

Riportiamo qui di seguito la traduzione (effettuata dagli amici di Sionismo: Istruzioni per l’uso) del discorso del premier israeliano Benjamin Netanyahu, tenuto ieri davanti all’Assemblea Generale dell’ONU

La ringrazio molto signor Presidente.

E’ un piacere vedere l’Assemblea Generale presieduta dall’Ambasciatore di Israele, ed è bello vedere tutti voi, signori delegati.

Signore e Signori,

Tremila anni fa, il re Davide regnò su lo Stato ebraico nella nostra capitale eterna, Gerusalemme. Lo dico a tutti coloro che proclamano che lo Stato ebraico non ha radici nella nostra regione e che sparirà presto. Nel corso della nostra storia, il popolo ebraico ha superato tutti i tiranni che hanno cercato la nostra distruzione. E le loro ideologie sono state rifiutate dalla storia. Il popolo di Israele  vive. Noi diciamo in ebraico Am Yisrael Chai, e lo Stato ebraico vivrà per sempre.

Il popolo ebraico ha vissuto nella terra di Israele, per migliaia di anni. Anche dopo che la maggior parte del nostro popolo fu esiliato da esso, gli ebrei hanno continuato a vivere nella terra di Israele nel corso dei secoli. Le masse del nostro popolo non hanno mai rinunciato al sogno di tornare alla nostra antica patria.

Sfidando le leggi della storia, abbiamo fatto proprio questo. Abbiamo raccolto gli esuli, restaurato la nostra indipendenza e ricostruito la nostra vita nazionale. Il popolo ebraico è tornato a casa. Non saremo mai sradicati di nuovo.

Ieri era Yom Kippur, il giorno più sacro dell’anno ebraico. Ogni anno, da oltre tre millenni, ci riuniamo in questo giorno di riflessione e di espiazione. Facciamo il bilancio del nostro passato. Preghiamo per il nostro futuro. Ricordiamo i dolori della nostra persecuzione, ricordiamo i travagli grandi della nostra dispersione; piangiamo lo sterminio di un terzo del nostro popolo, sei milioni, durante la Shoah. Ma alla fine dello Yom Kippur, festeggiamo. Festeggiamo la rinascita di Israele. Celebriamo l’eroismo dei nostri giovani, uomini e donne, che hanno difeso la nostra gente con il coraggio indomito di Giosuè, Davide, e i Maccabei di un tempo. Celebriamo la meraviglia del fiorente Stato moderno ebraico.

In Israele, camminiamo sulle stesse strade percorse dai nostri patriarchi Abramo, Isacco e Giacobbe. Ma tracciamo vie nuove nel campo della scienza, della tecnologia, della medicina, dell’agricoltura. In Israele, il passato e il futuro trovano un terreno comune. Purtroppo, questo non è il caso in molti altri paesi. Oggi  una grande battaglia è in atto tra il moderno e il medievale. Le forze della modernità cercano un futuro luminoso in cui siano tutelati i diritti di tutti, in cui una continua espansione delle informazioni digitali sia disponibile nel palmo di ogni bambino, in cui ogni vita sia sacra.

Le forze di medievalismo cercano un mondo nel quale siano sottomesse le donne e le minoranze, in cui la conoscenza sia soppressa, in cui non la vita, ma la morte sia glorificata.

Queste forze si scontrano in tutto il mondo, ma in nessun luogo più crudamente che in Medio Oriente. Israele si erge con la forza della modernità. Proteggiamo i diritti di tutti i cittadini: uomini e donne, ebrei e arabi, musulmani e cristiani – tutti sono uguali davanti alla legge.

Israele lavora anche per rendere il mondo un posto migliore: i nostri scienziati vincono premi Nobel. Il nostro know-how è in ogni telefono cellulare e in ogni  computer utilizzato. Preveniamo la fame  (insegnando) a irrigare le terre aride in Africa e in Asia. Recentemente, sono stato profondamente commosso quando ho visitato il Technion, uno dei nostri istituti tecnologici a Haifa, e ho visto un uomo paralizzato dalla vita in giù salire una rampa di scale, abbastanza facilmente, con l’aiuto di un’invenzione israeliana. E la creatività eccezionale di Israele si sposa con la compassione notevole del nostro popolo. Quando il disastro colpisce in tutto il mondo – ad Haiti, Giappone, India, Turchia, Indonesia e altrove – i medici israeliani sono tra i primi sul posto, eseguendo interventi chirurgici salva-vita.

L’anno scorso, ho perso mio padre e mio suocero. Negli stessi reparti ospedalieri  nei quali sono stati trattati, i medici israeliani stavano trattando  arabi palestinesi. Infatti, ogni anno, migliaia di arabi dai territori palestinesi e da tutto il Medio Oriente vengono in Israele per essere curati in ospedali israeliani da medici israeliani.

So che non lo sentirete urlare dagli altoparlanti intorno a questo podio, ma questa è la verità. E’ importante che siate consapevoli di questa verità. È perché Israele nutre la vita, che Israele nutre la pace e cerca la pace. Noi cerchiamo di mantenere i nostri legami storici e i nostre storici trattati di pace con Egitto e Giordania. Cerchiamo di creare una pace duratura con i palestinesi. Il Presidente Abbas ha appena parlato qui.

Io dico a lui e io vi dico: Non risolveremo il nostro conflitto con i discorsi diffamatori alle Nazioni Unite. Non è questo il modo per risolverlo. Non risolveremo il nostro conflitto con le dichiarazioni unilaterali di statualità. Dobbiamo stare insieme, negoziare insieme e raggiungere un compromesso reciproco, in cui uno stato palestinese smilitarizzato riconosca il solo e unico Stato ebraico.

Israele vuole vedere un Medio Oriente di progresso e di pace. Vogliamo vedere le tre grandi religioni che sono nate nella nostra regione – Ebraismo, Cristianesimo e Islam – coesistere in pace e nel rispetto reciproco. Eppure le forze medievali dell’Islam radicale, che avete appena visto all’assalto delle ambasciate americane in tutto il Medio Oriente,  vi si oppongono. Essi cercano la supremazia su tutti i musulmani. Sono intenzionati a conquistare il mondo. Vogliono distruggere Israele, l’ Europa, l’ America. Vogliono spegnere la libertà. Vogliono la fine del mondo moderno. L’Islam militante ha molti rami – dai governanti dell’Iran con i loro guardiani della rivoluzione, ai terroristi di Al Qaeda, alle cellule radicali in agguato in ogni parte del globo. Ma nonostante le loro differenze, sono tutti radicati nello stesso  terreno  amaro dell’ intolleranza. Intolleranza  diretta prima di tutto contro i loro fratelli musulmani, e poi contro i cristiani, ebrei,I buddisti, indù, non credenti, tutti coloro che non si sottomettono al loro credo non sono perdonati.

Vogliono trascinare l’umanità alla un’epoca di indiscutibile dogma e inesorabile conflitto.

Sono sicuro di una cosa. Alla fine verranno a mancare. In ultima analisi, la luce penetra le tenebre. Abbiamo visto già questo accadere prima. Circa cinquecento anni fa, la stampa ha contribuito a sollevare l’Europa dalla clausura di un periodo oscuro. Alla fine, l’ignoranza ha lasciato il posto all’illuminismo.

Allo stesso modo, la chiusura in Medio Oriente alla fine cederà al potere irresistibile della libertà e della tecnologia. Quando questo accadrà, la nostra regione sarà guidata non dal fanatismo e dalla cospirazione, ma dalla ragione e dalla curiosità. Credo che la domanda in questione sia questa: non è tempo che questo fanatismo sia sconfitto? E quante vite saranno perse prima che sia sconfitto? Abbiamo già visto  questo.

Circa 70 anni fa, il mondo ha visto un’ altra ideologia fanatica alla conquista del mondo. E’ andata in fiamme. Ma  prima ci sono voluti milioni di persone morte. Coloro che si opponevano al fanatismo hanno aspettato troppo a lungo per agire. Alla fine hanno trionfato, ma a un costo terribile. Amici miei, non possiamo permettere che accada di nuovo. La posta in gioco non è solo il futuro del mio paese. La posta in gioco è il futuro del mondo. Niente puo’ porre in pericolo il nostro futuro comune più dell’armamento nucleare dell’ Iran. Per capire ciò che il mondo sarebbe  con un Iran dotato di nucleare, basta solo immaginare il mondo con un armamento nucleare di Al-Qaeda. Non fa differenza se queste armi letali sono nelle mani del regime terrorista più pericoloso del mondo o della più pericolosa organizzazione terroristica del mondo. Sono entrambi mossi dallo stesso odio: sono entrambi mossi dallo stesso desiderio di violenza.

Basta guardare a ciò che il regime iraniano ha fatto fino ad oggi, senza armi nucleari.

Nel 2009, hanno brutalmente represso le  proteste di massa che chiedevano la democrazia nel loro paese. Oggi, i loro scagnozzi stanno partecipando al massacro di decine di migliaia di civili siriani, tra cui migliaia di bambini, partecipando direttamente a questo omicidio. Hanno incoraggiato l’uccisione di soldati americani in Iraq e continuano a farlo in Afghanistan. Prima di allora, i mandatari iraniani hanno ucciso centinaia di soldati americani a Beirut e in Arabia Saudita. Hanno trasformato il Libano e Gaza in roccaforti del terrore, incorporando quasi 100.000 missili e razzi in aree civili. Migliaia di questi razzi e missili sono già stati sparati contro le comunità israeliane dai loro delegati terroristi. Nell’ultimo anno, hanno diffuso le loro reti terroristiche internazionali in due dozzine di paesi nei cinque continenti – dall’India e dalla Thailandia al Kenya e la Bulgaria. Hanno anche complottato per far saltare in aria un ristorante a pochi isolati dalla Casa Bianca per uccidere un diplomatico.

E, naturalmente, i governanti iraniani ripetutamente negano la Shoah e invitano alla distruzione di Israele quasi ogni giorno, come hanno fatto anche questa settimana dalle Nazioni Unite. Quindi vi chiedo, dato il record di aggressione iraniana senza armi nucleari, figuriamoci l’aggressione iraniana con armi nucleari. Immaginiamo i loro missili a lungo raggio con testate nucleari, le loro reti del terrore armate di bombe atomiche. Chi di voi si sentirebbe al sicuro in Medio Oriente? Chi sarebbe al sicuro in Europa? Chi sarebbe al sicuro in America? Chi sarebbe al sicuro da qualsiasi parte? Ci sono quelli che credono che un Iran dotato di nucleare possa essere dissuaso come l’Unione Sovietica. Questo è un presupposto molto pericoloso. I Jihadisti militanti si comportano in modo molto diverso dai marxisti secolari. Non c’erano kamikaze sovietici. Eppure l’Iran ne produce orde.

La deterrenza ha funzionato con i sovietici, perché ogni volta che i sovietici dovettero scegliere tra la loro ideologia e la loro sopravvivenza, scelsero la loro sopravvivenza.

Ma la deterrenza non può funzionare con gli iraniani una volta ottenute le armi nucleari. C’è un grande studioso del Medio Oriente, il Prof. Bernard Lewis, che lo ha meglio esposto. Ha detto che per gli ayatollah dell’Iran, la distruzione reciproca assicurata non è un deterrente, è un incentivo. I leader iraniani apocalittici credono che un uomo sacro medievale riapparirà sulla scia di una devastante guerra santa, in modo da garantire che il loro marchio di Islam radicale giudicherà la terra. Questo non è solo ciò in cui credono. Questo è ciò che  in realtà guida le loro politiche e le loro azioni. Basta ascoltare l’ayatollah Rafsanjani che ha detto, cito: “L’uso di una sola bomba nucleare all’interno di Israele distruggerebbe tutto, però danneggerebbe solo il mondo islamico”.

Rafsanjani ha detto: “Non è irrazionale contemplare una simile eventualità.” Non è irrazionale … E proviene da uno dei cosiddetti moderati dell’Iran. Incredibilmente, alcune persone hanno cominciato a spacciare l’idea assurda che un Iran con armi nucleari sarebbe in realtà stabilizzante per il Medio Oriente. Sì, come no … E’ come dire un armamento nucleare di Al-Qaeda potrebbe inaugurare un’era di pace universale.

Signore e Signori,

Sto parlando della necessità di impedire all’Iran di sviluppare armi nucleari da oltre 15 anni. Ne ho parlato nel mio primo mandato come Primo Ministro, e poi ne ho parlato quando ho lasciato l’incarico. Ne ho parlato quando era di moda, e ne ho parlato quando non era di moda. Ne parlo ora perché l’ora è tarda, molto tarda. Ne parlo ora perché il calendario nucleare iraniano non ha più tempo per qualcuno o per qualcosa. Ne parlo ora perché quando si tratta della sopravvivenza del mio paese, non è solo il mio diritto di parlare: è mio dovere. E credo che questo sia il dovere di ogni dirigente responsabile, che vuole preservare la pace nel mondo.

Per quasi un decennio, la comunità internazionale ha cercato di fermare il programma nucleare iraniano con la diplomazia. Non ha funzionato. L’Iran usa trattative diplomatiche come mezzo per guadagnare tempo per far avanzare il suo programma nucleare. Da oltre sette anni, la comunità internazionale ha imposto sanzioni all’Iran. Sotto la guida del presidente Obama, la comunità internazionale ha applicato alcune delle più forti sanzioni fino ad oggi. Voglio ringraziare i governi rappresentati qui che si sono uniti in questo sforzo. Ha avuto un effetto. Le esportazioni di petrolio sono state frenate e l’economia iraniana è stata colpita duramente. Ha avuto un effetto sull’economia, ma dobbiamo affrontare la verità. Le sanzioni non hanno fermato il programma nucleare iraniano.

Secondo l’Agenzia internazionale per l’energia atomica, durante l’ultimo anno soltanto, l’Iran ha raddoppiato il numero di centrifughe nel suo impianto nucleare sotterraneo a Qom. In questa ora tarda, c’è solo un modo per evitare che l’Iran  ottenga tranquillamente bombe atomiche. E’ mettere una chiara linea rossa sul programma di armamento nucleare iraniano. Le linee rosse non portano alla guerra; le linee rosse la prevengono.

Guardiamo alla Carta della NATO: è chiaro che un attacco contro un paese membro sarebbe considerato un attacco a tutti. La linea rossa della NATO ha contribuito a mantenere la pace in Europa per quasi mezzo secolo. Il Presidente Kennedy traccio’ una linea rossa durante la crisi dei missili a Cuba. Quella linea rossa ha impedito la guerra e ha contribuito a preservare la pace per decenni. In realtà, è l’incapacità di mettere linee rosse che ha spesso invitato all’aggressione. Se le potenze occidentali avessero disegnato chiare linee rosse nel 1930, credo che avrebbero fermato l’aggressione nazista e la seconda guerra mondiale avrebbe potuto essere evitata.

Nel 1990, se a Saddam Hussein fosse stato chiaramente detto che la sua conquista del Kuwait avrebbe attraversato la linea rossa, la prima guerra del Golfo avrebbe potuto essere evitata. Cancellare linee rosse è lavorare con l’Iran.

All’inizio di quest’anno, l’Iran ha minacciato di chiudere lo Stretto di Hormouz. Gli Stati Uniti hanno tracciato una chiara linea rossa e l’Iran ha fatto marcia indietro. Linee rosse potrebbero essere tracciate su diverse parti del programma di armamento nucleare iraniano. Ma per essere credibile, una linea rossa deve essere tracciata prima di tutto in una parte vitale del loro programma: gli sforzi dell’Iran di arricchire l’uranio. E spiego il perché:

Fondamentalmente, qualsiasi bomba consiste di materiale esplosivo e di un meccanismo per innescarla. L’esempio più semplice è della polvere da sparo e un fusibile. Cioè, accendete la miccia e attivate la polvere da sparo. Nel caso dei piani dell’Iran per la costruzione di un’arma nucleare, la polvere da sparo è l’uranio arricchito. Il fusibile è un detonatore nucleare. Per un paese come l’Iran, ci vogliono molti, molti anni per arricchire l’uranio per una bomba. Ciò richiede migliaia di centrifughe spinning in tandem in impianti industriali molto grandi. Tali impianti iraniani sono visibili e sono ancora vulnerabili. Al contrario, l’Iran potrebbe produrre il detonatore nucleare – il fusibile – in molto meno tempo, forse meno di un anno, forse solo pochi mesi. Il detonatore può essere fatto in un piccolo laboratorio delle dimensioni di una classe. Può essere molto difficile da trovare e colpire tale laboratorio, specialmente in Iran. Un paese che è più grande di Francia, Germania, Italia e Gran Bretagna messe insieme. Lo stesso vale per il piccolo impianto in cui potrebbero assemblare una testata o un dispositivo nucleare che potrebbe essere collocato in un container di una nave. È probabile che non poterlo trovare mai.

Quindi, in realtà l’unico modo con il quale sii può credibilmente impedire all’Iran di sviluppare un’arma nucleare, è quello di impedire all’Iran di accumulare abbastanza uranio arricchito  per una bomba. Quindi, che quantità di uranio arricchito è necessario per una bomba? E quant’è vicino l’Iran ad ottenerlo?

Lasciate che vi mostri. Ho portato uno schema per voi. Ecco il diagramma.

Questa è una bomba, questo è un fusibile. Nel caso di piani nucleari iraniani per costruire una bomba, questa bomba deve essere riempita con abbastanza uranio arricchito. E l’Iran deve passare attraverso tre fasi. La prima fase: devono arricchire abbastanza uranio a basso arricchimento. La seconda fase: devono arricchire abbastanza uranio arricchito mediamente. E la terza e ultima tappa: devono arricchire abbastanza uranio altamente arricchito per la prima bomba.  A che punto è l’Iran? L’Iran ha completato la prima fase. Ci sono voluti molti anni, ma hanno completato e sono al 70% della strada. Ora sono  nel secondo stadio. Per la prossima primavera, al massimo entro la prossima estate alla velocità corrente di arricchimento, avranno terminato l’arricchimento medio e passaranno alla fase finale. Da lì, sarano solo un paio di mesi, forse un paio di settimane prima di ottenere abbastanza uranio arricchito per la prima bomba.

Signore e Signori,

Che cosa vi ho detto ora non si basa su informazioni segrete. Non su servizi segreti militari. Si basa su relazioni pubbliche da parte dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica. Chiunque può leggerli. Sono on-line. Quindi, se questi sono i fatti, e lo sono, da dove tracciare la linea rossa? La linea rossa deve essere redatta proprio qui …Prima che l’Iran completi la seconda fase di arricchimento nucleare necessario per costruire una bomba. Prima che l’Iran arrivi a un punto in cui si tratterà di un paio di mesi o di un paio di settimane di distanza dall’ accumulare abbastanza uranio arricchito per costruire un’arma nucleare. Ogni giorno, quel momento si avvicina. Ecco perché parlo oggi con un senso di urgenza. Ed è per questo che tutti dovrebbero averlo. Alcuni di coloro che sostengono che anche se l’Iran completasse il processo di arricchimento, anche se attraversasse quella linea rossa che ho appena disegnato, i nostri servizi segreti saprebbero quando e dove l’Iran farà il fusibile, assemblerà la bomba, e preparerà la testata. Guardate, nessuno apprezza le nostre agenzie di intelligence più del primo ministro di Israele. Queste importanti agenzie di intelligence sono eccezionali, compresa la nostra. Hanno sventato molti attacchi. Hanno salvato molte vite. Ma non sono infallibili. Per più di due anni, i nostri servizi segreti non hanno saputo che l’Iran stava costruendo un grande impianto di arricchimento nucleare sotto una montagna. Vogliamo rischiare la sicurezza del mondo, partendo dal presupposto che troveremmo in tempo un piccolo laboratorio in un paese grande la metà dell’ Europa?

Signore e Signori,

La questione rilevante non è se l’Iran avrà la bomba. La domanda in questione è in quale fase si può più impedire all’Iran di ottenere la bomba. La linea rossa deve essere disegnata sul programma di arricchimento nucleare iraniano perché questi impianti sono gli unici impianti nucleari che si possano sicuramente vedere e mirare. Io credo che di fronte a una chiara linea rossa, l’Iran tornerebbe indietro. Questo darà più tempo alle sanzioni e alla diplomazia per convincere l’Iran a smantellare del tutto il suo programma di armi nucleari. Due giorni fa, da questo podio, il presidente Obama ha ribadito che la minaccia di un Iran dotato di nucleare non può essere contenuta. Apprezzo molto la posizione del presidente come tutti nel mio paese. Condividiamo l’obiettivo di fermare il programma di armamento nucleare iraniano. Questo obiettivo unisce il popolo di Israele. Esso unisce gli americani, democratici e repubblicani, ed è condiviso da importanti leader di tutto il mondo. Quello che ho detto oggi contribuirà a garantire che questo obiettivo comune sia raggiunto.

Israele è in trattative con gli Stati Uniti per questo problema, e sono fiducioso che si possa tracciare un percorso in avanti insieme.

Signore e Signori,

Lo scontro tra modernità e medioevo non deve essere uno scontro tra progresso e tradizione. Le tradizioni del popolo ebraico risalgono a migliaia di anni. Essi sono la fonte dei nostri valori collettivi e il fondamento della nostra forza nazionale. Allo stesso tempo, il popolo ebraico ha sempre guardato verso il futuro. Nel corso della storia, siamo stati in prima linea negli sforzi per espandere la libertà, promuovere la parità, e far avanzare i diritti umani. Sosteniamo questi principi non malgrado le nostre tradizioni, ma grazie a loro. Abbiamo ascoltato le parole dei profeti ebraici Isaia, Amos, Geremia  di trattare tutti con dignità e compassione, di perseguire la giustizia e di amare la vita e pregare e lottare per la pace. Questi sono i valori senza tempo del mio popolo e sono il più grande dono del popolo ebraico all’umanità. Cerchiamo di impegnarci oggi per difendere questi valori in modo da poter difendere la nostra libertà e proteggere la nostra comune civiltà.

Grazie

Nella foto in alto: il premier israeliano Netanyahu durante il suo discorso all’Onu

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  • #1Emanuel Baroz

    Palestina: le balle di Abu Abbas

    http://www.secondoprotocollo.org/?p=5040

    30 Set 2012, 10:45 Rispondi|Quota
  • #2Daniel

    28/09/2012 Nel suo discorso di giovedì sera all’Assemblea Generale dell’Onu, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha puntato il dito contro il programma nucleare iraniano esortando a porre dei chiari limiti (“linee rosse”) al suo arricchimento dell’uranio. Citando i dati AIEA, Netanyahu ha detto che, nonostante le energiche sanzioni, l’anno scorso l’Iran “ha raddoppiato le sue centrifughe”. “Chiare linee rosse – ha detto Netanyahu – non portano alla guerra, anzi servono a prevenire la guerra”, giacché “solo così l’Iran farà marcia indietro dal suo programma nucleare” che porterebbe, questo sì, alla guerra. Un Iran con la bomba atomica, ha detto il primo ministro israeliano, equivarrebbe a mettere la bomba atomica nelle mani di al-Qaeda. “Chi sarebbe più al sicuro in Europa e in America? Chi sarebbe più al sicuro da qualunque parte?”. Netanyahu ha avvertito che è già “tardi, molto tardi”.

    28/09/2012 Intervenendo giovedì sera all’Assemblea Generale dell’Onu, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha sottolineato le radici storiche del popolo ebraico in Terra d’Israele: “Tremila anni fa re David regnava su uno stato ebraico nella nostra eterna capitale, Gerusalemme” ha detto Netanyahu. Poco prima di lui, il presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen) aveva sminuito il legame degli ebrei con il paese.

    28/09/2012 Intervenendo giovedì sera all’Assemblea Generale dell’Onu, il presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen) ha accusato Israele di condurre una campagna di “pulizia etnica” e di compiere “attacchi incessanti contro la nostra gente, le nostre moschee, le chiese, i monasteri, le case e le scuole”. Ha poi annunciato che cercherà di ottenere dalle Nazioni Unite il riconoscimento come “stato sovrano” (senza negoziato né accordo con Israele) come “ultima chance per la soluzione a due stati”.

    28/09/2012 Hamas ha lanciato un boicottaggio dei mass-media di Barcellona dopo aver saputo che la squadra leader del campionato spagnolo ha offerto un biglietto omaggio a Gilad Shalit, l’israeliano tenuto in ostaggio da terroristi palestinesi nella striscia di Gaza per più di cinque anni.

    28/09/2012 Il presidente d’Israele, Shimon Peres, ha definito “vergognoso” il discorso del presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad alle Nazioni Unite, e ha detto che esso dimostra “la sua profonda ignoranza della storia: l’affermazione secondo cui il legame tra il popolo ebraico e la sua terra è vecchio solo di 60 o 70 anni, e che Israele non sarebbe mai esistito su questa terra, costituisce una sciocchezza assoluta. Mi vergognavo a veder parlare nella sala delle Nazioni Unite il presidente di uno stato che non conosce nemmeno la storia della sua regione e del suo popolo”.

    28/09/2012 Il governo israeliano ha approvato la proposta del ministro delle finanze, Yuval Steinitz, di rilasciare altre 5.000 autorizzazioni all’ingresso in Israele per lavoratori palestinesi nei settori dell’edilizia e dell’agricoltura. Secondo il ministero, l’iniziativa serve a rafforzare la cooperazione economica tra Israele e Autorità Palestinese.

    28/09/2012 Iran. Incarcerato mercoledì Ali Akbar Javanfekr, primo consigliere per la stampa del presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad. Ne ha dato notizia l’agenzia Fars, citata dal sito del quotidiano Al-Quds. “E’ stato condannato per aver insultato la Guida Suprema Ali Khamenei, e per aver pubblicato contenuti contrari ai valori islamici e alla morale pubblica” ha spiegato la fonte, senza precisare ulteriori dettagli. Ali Akbar Javanfekr, che è anche a capo dell’agenzia ufficiale Irna, è una delle decine di persone vicine ad Ahmadinejad che sono state arrestate dall’aprile 2011, quando il presidente aveva tentato per breve tempo di opporsi agli ordini della Guida Suprema sulla scelta del capo dell’intelligence.

    28/09/2012 Il Cairo avrebbe comunicato giovedì al “governo” di Hamas nella striscia di Gaza che non intende istituire una zona di libero scambio fra Gaza ed Egitto. Ne ha dato notizia il quotidiano Al Quds Al Arabi, citando fonti palestinesi secondo le quali le autorità egiziane temono che Israele possa ”approfittare” di una tale zona di libero scambio per scollegarsi economicamente dalla striscia di Gaza.

    28/09/2012 Secondo un documento interno del ministero degli esteri israeliano, le sanzioni internazionali contro l’Iran sono efficaci giacché stanno danneggiando l’economia e minando la stabilità del regime. Lo ha riferito il quotidiano Ha’aretz citando un alto funzionario del ministero. Il rapporto indica che, dopo le sanzioni varate dall’Unione Europea, Tehran ha visto diminuire di circa il 50% le sue esportazioni di petrolio, con la conseguente riduzione di 40 miliardi di dollari delle entrate del paese dall’inizio di quest’anno. Il funzionario governativo, che ha parlato in condizioni di anonimato, ha confermato il contenuto del documento del ministero, aggiungendo tuttavia che nulla indica che le sanzioni stiano spingendo gli iraniani a cambiare politica in campo nucleare.

    28/09/2012 L’ex presidente degli Stati Uniti Bill Clinton ha preso posizione contro l’eventualità che l’Iran ottenga armi nucleari. Intervistato dalla Cnn, Clinton ha detto che “Tehran ha una lunga storia di sostegno alle organizzazioni terroristiche” e che, a suo parere, “l’Iran non si farebbe alcun problema a trasferire materiale fissile sufficiente a distruggere un quarto della città di Washington”. Per Bill Clinton, “la cosa più intelligente è continuare a operare a stretto contatto con i servizi segreti israeliani e quelli dei paesi arabi che non vogliono vedere un Iran nucleare”.

    28/09/2012 Siria. Più di 30.000, per la maggior parte civili, le persone che sono state uccise dall’inizio del conflitto interno, stando a un rapporto diffuso mercoledì dall’Osservatorio Siriano dei diritti dell’uomo. Solo mercoledì vi sarebbero stati 305 morti, per lo più civili. Quasi 300mila i profughi siriani fuggiti in Giordania, Iraq, Libano e Turchia, ma secondo l’Alto Commissario Onu per i Rifugiati potrebbero diventare 700mila entro la fine del 2012.

    28/09/2012 Iran. Sospesa d’autorità la pubblicazione del quotidiano riformista Shargh per aver pubblicato una vignetta satirica considerata “offensiva” verso i soldati iraniani che hanno combattuto nella guerra Iran-Iraq (1980-88). Lo ha riferito l’agenzia di stampa Fars. Il disegno mostra uomini in fila con gli occhi bendati in marcia verso il fronte: un’allusione al loro utilizzo come “carne da cannone” da parte del regime.

    28/09/2012 Il colonnello dei carabinieri Francesco Bruzzese del Pozzo è stato nominato capo della EUBAM (Missione UE di assistenza al confine di Rafah). Sostituisce il capomissione ad interim, capitano Davide Palmigiani, anch’egli italiano. EUBAM venne istituita nel novembre 2005 quando Israele, dopo il ritiro da Gaza, accettò di rinunciare anche al controllo sul confine fra striscia di Gaza ed Egitto (Corridoio Philadelphia), ma venne di fatto ritirata da Rafah nel giugno 2007 quando Hamas prese il potere nella Striscia con un sanguinoso colpo di mano. La missione mantiene comunque il suo quartier generale ad Ashkelon (Israele) e attende di poter riprendere la sua posizione a Rafah, dove dovrebbe monitorare il traffico transfrontaliero.

    (Fonte:Israele.net)

    30 Set 2012, 10:50 Rispondi|Quota
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