Alcune considerazione su Gerusalemme capitale dello Stato di Israele

 
Emanuel Baroz
10 dicembre 2017
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20 motivi per cui ogni ambasciata straniera dovrebbe spostarsi a Gerusalemme

di Mordechai Kedar* (traduzione dall’ebraico di Rochel Sylvetsky, versione italiana di Yehudit Weisz)

In seguito alla dichiarazione di Trump, leader e portavoce arabi e musulmani hanno cercato di intimorire il mondo intero per impedire ad altre nazioni di riconoscere Gerusalemme come capitale di Israele e di trasferirvi le loro ambasciate. È giunto il momento di dire ciò che il mondo aveva bisogno di sapere già molto tempo fa.

1. Gerusalemme, la capitale dello Stato del popolo ebraico, è una delle più antiche capitali del mondo. Divenne capitale del Regno di Israele grazie a Re David nel 1003 a.C. , cioè 2030 anni fa, quando le capitali dei Paesi che rifiutano di riconoscerla erano ancora terre paludose , foreste o aridi deserti. La storia dei popoli più antichi d’Europa, dei Greci e dei Romani, dimostra senza dubbio che Gerusalemme era già la capitale della nazione ebraica fin dall’antichità.

2. Gli ebrei sono l’unico popolo indigeno della terra di Israele: vivevano a Gerusalemme già 1613 anni prima della nascita dell’Islam, che avvenne nel 610 d.C. Senza mezzi termini, gli ebrei vivevano a Gerusalemme quando gli antenati dell’Islam erano ancora nomadi pagani nella Penisola Arabica: quindi, cosa dà ai musulmani di oggi il diritto di opporsi al riconoscimento di Gerusalemme come capitale dello Stato ebraico?

3. Come si può accettare che le minacce islamiche di attacchi terroristici, manifestazioni o rivolte incontrollate possano orientare o limitare le decisioni politiche delle nazioni mondiali?

4. C’è qualche altro Paese al mondo che debba accettare da altri Stati dove stabilire la sede della propria capitale?

5. Perché il mondo non riconosce la sovranità israeliana a Gerusalemme, nonostante Israele abbia liberato il settore orientale di Gerusalemme dall’occupazione illegale e illegittima giordana, che non era stata riconosciuta da nessun altro paese?

6. Il re Abdullah II, il monarca giordano, sta cercando di fare pressione su Israele affinché si costituisca uno Stato palestinese sulle colline della Giudea e della Samaria con capitale a Gerusalemme Est. Perché suo padre, il re Hussein, che era salito al trono nel 1952, si astenne dal farlo quando Gerusalemme Est, Giudea e Samaria, erano occupate dalla Giordania fino al 1967?

7. La Lega Araba chiede che Israele istituisca uno Stato palestinese nella stessa area occupata da Abdullah II. Perché non aveva preteso la stessa cosa da re Hussein, che salì al trono nel 1952, e invece attese a farlo dopo che Israele aveva liberato Gerusalemme Est, Giudea e Samaria nel 1967?

8. Molti governi e personalità politiche internazionali sostengono la creazione di uno Stato palestinese in Giudea e Samaria con Gerusalemme Est come capitale. Perché quegli intrepidi combattenti per la giustizia non hanno chiesto la stessa cosa a re Hussein, prima del 1967, mentre lui governava su terre israeliane occupate illegalmente dalla Giordania?

9. Durante la sua campagna elettorale per la Presidenza degli Stati Uniti, Donald Trump aveva promesso inequivocabilmente di spostare l’ambasciata degli Stati Uniti in Israele da Tel Aviv a Gerusalemme e si presume che molti elettori, sia cristiani che ebrei, abbiano votato per lui proprio per questo. È quindi tenuto ad adempiere tale promessa o perderebbe la sua credibilità, in particolare perché le elezioni del Congresso si terranno l’anno prossimo, mentre le elezioni presidenziali e del Senato si terranno fra tre anni.

10. Una volta che tutte le ambasciate straniere si saranno trasferite a Gerusalemme, i nemici di Israele si renderanno conto che la loro guerra contro lo Stato ebraico è fallita e tutto ciò che possono fare è ammettere questo fallimento e accettare Israele come un fatto compiuto, per cui non ha più alcun senso continuare a combattere. Questo è il significato della parola “pace” in Medio Oriente. Per questo motivo, il trasferimento di tutte le ambasciate straniere a Gerusalemme rappresenterà un significativo passo avanti nella ricerca della pace tra Israele e il mondo arabo/ islamico.

11. Una delle organizzazioni internazionali che chiede al mondo di non riconoscere Gerusalemme come capitale di Israele è l’Organizzazione di Cooperazione Islamica (OIC), composta da 57 Paesi islamici. Queste organizzazioni, tra gli altri obiettivi, vogliono rendere illegale il diritto di criticare l’Islam, eliminando così due fondamentali e importanti libertà basilari per la cultura moderna, la libertà di pensiero e la libertà di esprimere un’opinione. Chiunque abbia a cuore la propria libertà di pensiero e di espressione, deve sostenere tutto ciò contro cui questa organizzazione si oppone, e assicurarsi che la OIC rimanga al di fuori dei paesi civili.

12. L’opposizione islamica al riconoscimento di Gerusalemme come capitale di Israele deriva dalla convinzione dell’Islam che il giudaismo e tutte le altre religioni siano obsoleti, solo l’Islam è la vera fede. Riconoscere Gerusalemme come capitale di Israele garantisce al giudaismo lo status di una religione vivente che minaccia l’Islam, venuto al mondo per “sostituire le religioni esistenti” (Corano, capitolo 9, versetto 33). Il mondo deve dire ai musulmani di occuparsi dei loro propri affari e che smettano di interferire nelle altre religioni. L’ebraismo è vivo e vegeto e non rappresenta una minaccia per nessun’altra religione. Se l’Islam non è in grado di vivere in pace con le altre religioni, allora deve risolvere il problema con una moderna interpretazione, ove l’Islam acconsenta di accettare “gli altri”, compresi gli ebrei, come persone con religioni vive e luoghi santi, ad esempio Gerusalemme, e con il diritto di fare libere scelte.

13. Non è un segreto che la maggior parte degli arabi che vivono nella Terra di Israele (alias palestinesi), i loro vicini arabi e i musulmani in tutto il mondo, non considerano Israele uno Stato legittimo, perché secondo l’Islam gli ebrei (e allo stesso modo i cristiani) devono vivere sotto il dominio e la protezione islamica come umili dhimmi. Naturalmente significa essere cittadini di quarta classe con limitati diritti imposti dalla legge della Sharia. La Sharia nega agli ebrei il diritto a una propria terra e nega il riconoscimento di Gerusalemme come capitale di Israele perché è contro la legge islamica. Cedere a queste richieste da parte del mondo moderno è in sostanza sottomettersi umilmente alla visione islamica del mondo e alla Sharia islamica, entrambe provenienti dal settimo secolo. Onestamente, chiunque creda nella libertà della persona e al suo diritto alla dignità, può accettarlo?

14. Un’altra ragione per opporsi al riconoscimento di Gerusalemme come capitale di Israele è il concetto religioso islamico della terra, come un fattore nel conflitto di Israele con i suoi vicini. Secondo i principi dell’Islam, ogni Paese può aderire all’Islam e diventare una “Casa dell’Islam” invece di una “Casa della Guerra”. Secondo questa legge, non esiste un modo legittimo per abbandonare l’Islam, una volta che si è stati sotto il suo dominio, non importa per quanto tempo. Riconoscere Gerusalemme come capitale di Israele equivale ad approvare l’esistenza di uno Stato ebraico su una terra che è stata conquistata in passato dai musulmani.

15. Molti musulmani sostengono che la questione di Gerusalemme deve essere risolta come parte di un accordo di pace tra Israele e gli arabi (palestinesi) che vivono nella Terra di Israele. Qual è la relazione tra l’istituzione di un futuro Stato – se mai dovesse esserci – e il riconoscimento del mondo del fatto che Gerusalemme è ed è sempre stata la capitale della nazione ebraica?

16. Organizzazioni terroristiche come Hamas, Jihad islamica e Hezbollah, hanno proclamato ad alta voce la loro opposizione al riconoscimento di Gerusalemme come capitale di Israele. A queste dichiarazioni seguono minacce velate e reali, si vedano gli attacchi terroristici. Se il Presidente Trump si fosse astenuto dal riconoscere Gerusalemme, avrebbe avuto il significato una resa disonorevole nei confronti del terrorismo e avrebbe portato a ulteriori minacce in futuro. Il grado di consenso di questi gruppi estremisti nel mondo musulmano, cresce quando i politici e gli Stati democratici si arrendono, arrivando anche a sostenerli attraverso aiuti finanziari. Il riconoscimento di Gerusalemme come capitale israeliana rappresenta quindi un colpo mortale alla loro immagine.

17. Gli arabi conquistarono Gerusalemme nel 1948, riducendo in rovine il quartiere ebraico della Città Vecchia e demolendo decine di sinagoghe. Durante i 19 anni di occupazione, dal 1948 al 1967, gli occupanti giordani distrussero volutamente ampie aree dell’antico cimitero ebraico sul Monte degli Ulivi, usando le lapidi per costruire case e pavimentare strade, impedendo agli ebrei di visitare i siti sacri situati nella città più importante per il giudaismo. Si veda lo scavo criminale condotto addirittura con i bulldozer dal Waqf islamico e dal Movimento islamico sul Monte del Tempio, distruggendo inestimabili artefatti ebraici, cristiani e di altre fedi. Come gli arabi musulmani considerarono la città, i suoi abitanti, la sua storia passata e i suoi luoghi sacri, li rende inidonei ad esprimere un’opinione sul suo status e sul suo futuro. Se il mondo li ignora e riconosce Gerusalemme come capitale di Israele, hanno solo da incolpare se stessi. Se non lo faranno alimenteranno la loro speranza di governare ancora una volta la città, ritornando alla discriminazione contro gli ebrei, la distruzione delle loro case e sinagoghe, la negazione della possibilità di accesso ai luoghi santi, proprio come fecero fino al 1967.

18. Durante i 19 anni di occupazione giordana della parte orientale di Gerusalemme, i cecchini arabi sparavano contro ebrei innocenti che percorrevano le strade della parte occidentale della città, costringendo Israele a costruire muri di cemento lungo le strade e i marciapiedi per proteggere i passanti. Questi cecchini sparerebbero quindi nuovamente dalle finestre delle case private, provocando morti e feriti tra molti residenti ebrei della città. Il mondo civile deve dire agli arabi: “Avete già dimostrato di non essere degni di governare questa città santa, nemmeno la sua parte orientale, come potreste garantire che non tornerete a fare quello che avete fatto per 19 anni?

19. Negli ultimi 50 anni, da quando Israele l’ha liberata dall’occupazione araba, Gerusalemme è una città aperta, a ebrei, cristiani, musulmani e a qualsiasi altra religione. La libertà di culto è garantita a tutti (eccetto agli ebrei che non possono pregare sul Monte del Tempio a causa delle violente reazioni dei teppisti musulmani), c’è libero accesso a tutti i luoghi santi. Milioni di turisti hanno visitato Gerusalemme dal 1967 e raccontano di come la sua atmosfera unica abbia avuto su di loro un effetto di profonda spiritualità. Israele ha dimostrato che è l’unico Stato degno, nella regione, di amministrare Gerusalemme e di mantenerla libera, come lo è la stessa Israele.

20. Questo è il motivo più importante: Gerusalemme appare nella Bibbia centinaia di volte sotto vari nomi, mentre non viene mai citata nel Corano, sotto nessuno dei suoi quattro nomi in arabo: Beis Almaquds (la casa del Tempio), nome che appare in un Hadith (legge orale islamica); Ilya, una versione abbreviata di Ilia Capitolina, il nome dato alla città dai Romani, Orshalem, usato dai cristiani, e Al Quds, un nome più recente. Gerusalemme è santa per i sunniti, non per gli sciiti. I sunniti hanno voluto minimizzare l’importanza della Mecca in un momento della storia, nel 682, tentando di dar vita a un pellegrinaggio Hajj ( pellegrinaggio annuale dei musulmani ) a Gerusalemme invece della Mecca. Questo fatto, basato su fonti islamiche, trasforma qualsiasi pretesa su Gerusalemme come intrinsecamente santa per l’Islam in una fake news originata dalle lotte di potere del settimo secolo tra i seguaci di Maometto. Il mondo moderno deve forse comportarsi secondo le bugie, le favole e le storie di cavalli volanti che risalgono all’Islam del settimo secolo? Insomma, l’unica conclusione a cui si giunge da questi venti punti, è che non c’è alcuna logica nel fatto che così tanti Paesi non riconoscano ancora Gerusalemme come capitale di Israele. È tempo che prendano esempio dal Presidente Trump e trasferiscano le loro ambasciate a Gerusalemme. Prima lo faranno, meglio sarà …

Informazione Corretta

*Mordechai Kedar è lettore di arabo e islam all’ Università di Bar Ilan a Tel Aviv. Nella stessa università è direttore del Centro Sudi (in formazione) su Medio Oriente e Islam. E’ studioso di ideologia, politica e movimenti islamici dei paesi arabi, Siria in particolare, e analista dei media arabi.

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