Hamas minaccia il Barcellona: no all’invito a Gilad Shalit per il “Clasico”

 
Emanuel Baroz
29 settembre 2012
2 commenti

Hamas minaccia il Barcellona: no all’invito a Shalit per il “Clasico”

Barcellona, 28 Settembre 2012 – Il Barcellona F.C. minacciato di boicottaggio per aver invitato al ‘clasico’ di Liga col Real Madrid, che sara’ disputato al Camp Nou il prossimo 7 Ottobre, l’ex soldato israeliano Gilad Shalit. Lo si apprende da fonti vicine al club blaugrana. Una radio del movimento islamico Hamas ha esortato i palestinesi a boicottare la squadra, molto amata dai giovani nella Striscia di Gaza, che hanno inondato nelle ultime ore le reti sociali di messaggi di protesta e appelli al club a non consentire l’entrata di Shalit al Camp Nou.

Il Barcellona ha confermato che Shalit – per 6 anni prigioniero a Gaza – sara’ allo stadio, nonostante le proteste dei gruppi pro-palestinesi e, in un comunicato del vicepresidente Carles Vilarrubi ha spiegato che non si tratta di un invito, bensi’ di una richiesta presentata dal giovane israeliano, che ora lavora come commentatore sportivo del popolare quotidiano israeliano Yediot Aharonot. Secondo questo quotidiano, l’invito di Shalit al Camp Nou si deve alla richiesta che sarebbe stata fatta a suo nome da un ex ministro israeliano, Itzhak Herzog, membro del Partito Laburista. Shalit, 26 anni, venne catturato da tre milizie palestinesi nel giugno del 2006 e tenuto prigioniero durante 5 anni a Gaza in un luogo segreto. L’ex soldato fu liberato nell’ottobre dello scorso anno, dopo un accordo fra il movimento islamico e Israele in cambio della consegna di un migliaio di detenuti palestinesi.

Il Club dei Prigionieri di Gaza, collegato ad Hamas, in un comunicato citato dai media iberici ha sostenuto che ”invitare Shalit e’ un nuovo tentativo di coprire i crimini sionisti col pretesto dello sport”. ”Come puo’ un club cosi’ rispettabile, che difende la multiculturalita’ e l’umanismo, invitare un assassino e criminale come Shalit per mostrargli rispetto e onorarlo?”, si chiede l’organizzazione. Allo stesso modo, l’ufficio stampa del primo ministro di Hamas a Gaza, Ismail Haniyeh, in un comunicato ha condannato la presenza dell’ex soldato nello stadio barcellonese ed ha esortato il club a impedirla. Da Barcellona, le fonti ricordano che in passato sono stati invitati al Camp Nou tre giovani ex prigionieri palestinesi, che allo stesso modo degli israeliani, amano i colori blaugrana.

(Fonte:Israele.net e Ansamed, 27 e 28 Settembre 2012)

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  • #1Emanuel Baroz

    Hamas minaccia persino i Blaugrana

    di Dimitri Buffa

    «Le proteste tenute in occasione della partita di basket tra Barcellona e Maccabi Tel Aviv nel 2011, sono nulla in confronto a quello che abbiamo in programma al Camp Nou».

    Questa è la pacifica e simpatica promessa, contenuta in una lettera mandata da capi degli ultras del Barca al presidente della società e per conoscenza governo catalano qualora confermasse la propria volontà di invitare Gilad Shalit il prossimo 7 ottobre a vedere la partita derby contro il Real Madrid. L’ha spedita e scritta l’attivista Jorge Sanchez, che è a capo di un’organizzazione che chiede il boicottaggio di Israele. E chiede anche al presidente del Barcellona Sandro Rosell di ritirare l’invito. La cosa più grave è che gli ultras blaugrana sembrano marciare divisi e colpire uniti con i supporters di hamas a Gaza. Che a loro volta minacciano sfracelli, come quello di non far più vedere le partite alla gente della Striscia, oscurando le parabole. A Gaza i tifosi locali in realtà portanp Messi e la sua squadra nel cuore. Per prima cosa Hamas ha lanciato quindi una sorta di boicottaggio del club catalano.

    Con questo slogan: “Come può un club sportivo dignitoso onorare un assassino”. L’assassino sarebbe lui, Shalit, non più giovane caporale di diciannove anni sequestrato in territorio israeliano e tenuto segregato per oltre cinque anni, ma «prigioniero di guerra» per «avere sparato da un carro armato a Gaza. E le perdite inflitte, la maggior parte dei quali civili», sarebbero la causa del suo rapimento. Bugie e mistificazioni già note agli esperti della propaganda di hamas, ma che adesso mettono in crisi il club catalano, combattuto tra islamically correctness e non fare una figura di guano dopo avere invitato il povero soldato, ancora traumatizzato dopo la sua liberazione, a vedere una partita di calcio e a ritirare un premio simbolico. Una fonte del club catalano ha detto alla Afp: «Abbiamo ricevuto una richiesta da un ministro israeliano per invitare Shalit, e abbiamo accettato. Occorre chiarire che il Barcellona non prende posizione attraverso questo invito nel conflitto israelo-palestinese. Ricordiamo che in 2011 vice presidente del club, Carles Villarubi, ha ricevuto il leader palestinese Mahmoud Abbas e gli mostrò le strutture del club». Insomma la classica excusatio non petita.

    Per ora quindi se la cavano così, una sorta di par condicio dichiarata tra uno stato democratico e un’organizzazione terrorista che semina terrore tra i suoi dissidenti a Gaza. Un amico di Shalit ha detto che ufficialmente, dopo l‘invito, a lui non sarebbe stato comunicato nulla. Neppure un’eventuale ripensamento dei vertici del Barca. La medesima fonte si dichiara certa che alla fine Shalit potrà assistere alla partita con il contributo di sicurezza che potrà essere garantito dalla polizia catalana. Certo però che ritrovarsi contro tutti gli ultras filo palestinesi del Barca e rischiare per paradosso un incidente diplomatico con Israele dovuto ad eventuali striscioni anti semiti o quanto meno anti israeliani è per la stessa cittadinanza un rischio troppo grosso. E si vedrà se avrà lo stesso coraggio avuto dal sindaco Alemanno a Roma nel dichiarare Shalit cittadino onorario. Cosa che rimane fino ad adesso l’unica notevole compiuta dalla giunta in questione.

    (Fonte: L’Opinione.it, 29 Settembre 2012)

    30 Set 2012, 10:47 Rispondi|Quota
  • #2Daniel

    04/10/2012 Turchia/Siria. Almeno cinque civili, tra cui un bambino di tre anni, sono rimasti uccisi da un tiro di mortaio siriano che si è abbattuto in territorio turco. Lo ha comunicato mercoledì alla CNN turca Abdulhakim Ayhan, sindaco della città di confine turca Akcakale, nel sud-est del paese. Vi sarebbero anche nove feriti gravi, tra cui tre poliziotti. “Si tratta di un fatto molto grave e inaccettabile”, ha dichiarato il vice primo ministro turco Besir Atalay. In serata l’ufficio del primo ministro turco, Recep Tayyip Erdogan, ha annunciato che la Turchia ha attaccato obiettivi siriani in reazione al bombardamento siriano sul suo territorio.

    04/10/2012 Siria. Sarebbero almeno 20 i palestinesi uccisi, decine i feriti, nella notte fra martedì e mercoledì dall’esercito siriano in un campo palestinese vicino a Deraa, nel sud del paese. Lo ha riferito l’agenzia Ma’an citando un’organizzazione palestinese che ha sede a Damasco.

    04/10/2012 Benny Gantz, capo di stato maggiore dell’esercito israeliano, ha messo in guardia dal rischio che la Siria possa diventare “un serbatoio di armi per organizzazioni terroristiche legate alla jihad globale”.

    04/10/2012 Siria. Cittadini delle repubbliche russe del Caucaso settentrionale sarebbero attivamente coinvolti a fianco dei ribelli contro i regimi al potere in Siria, Afghanistan e Pakistan. Lo ha detto mercoledì a Mosca il capo del servizio di sicurezza federale russo, Alexander Bortnikov.

    04/10/2012 Calo del 21% delle esportazioni d’Israele verso l’Europa tra luglio e agosto dello scorso anno. Comparativamente, le esportazioni verso il mondo intero sono diminuite solo del 3,5%, mentre le esportazioni verso gli Stati Uniti sono aumentate del 16%.

    04/10/2012 L’organizzazione non governativa “ONG Monitor” ha pubblicato mercoledì un rapporto di 43 pagine che documenta il ricorso da parte di Hamas nella striscia di Gaza a torture, arresti illegali, processi sommari ed esecuzioni pubbliche ai danni di detenuti palestinesi.

    04/10/2012 Siria. Sarebbero almeno 40 le persone uccise, per lo più militari, e una novantina quelle ferite in una serie di attentati che hanno colpito mercoledì il centro di Aleppo, la maggiore città nel nord della Siria. Lo ha riferito l’Osservatorio Siriano dei diritti dell’uomo.

    04/10/2012 Tel Aviv figura nelle prime 25 città selezionate tra le centinaia candidate al titolo di “città più innovativa del mondo” (assegnato da Wall Street Journal e Citibank), in compagnia di città come New York, Londra, Berlino, Chicago, Singapore, Hong Kong, San Paolo, Toronto, Vienna e Copenaghen.

    04/10/2012 Negli anni 2007-2008 (dopo il blitz contro l’impianto nucleare siriano attribuito a Israele), l’esercito iraniano avrebbe più volte aperto il fuoco per errore contro aerei civili e propri aerei militari, pensando ad un attacco israeliano.

    04/10/2012 La maggior parte degli attacchi lungo il confine israelo-egiziano dello scorso anno sarebbero stati realizzati da una sola rete terroristica composta da islamisti legati ad Al-Qaeda. Lo hanno detto martedì fonti dell’intelligence israeliana, che hanno menzionato il gruppo Ansar al-Bait Maqdis (Partigiani del Tempio Santo), che fa base nel deserto del Sinai e che contra fa i suoi ranghi anche beduini del posto pur essendo composto per la maggior parte da cittadini egiziani e di altri paesi arabi.

    04/10/2012 Domenica scorsa il ministro delle finanze israeliano, Yuval Steinitz, ha dato il via libera alla vendita alla Siria di compresse per la potabilizzazione dell’acqua AquaTabs, prodotte dal gruppo irlandese Medentech controllata dal gigante della chimica israeliana Israel Chemicals. L’autorizzazione del governo è necessaria per tutte le operazioni tra società israeliane e un paese, come la Siria, che è tecnicamente in stato di guerra con Israele. La richiesta al gruppo irlandese era stata inoltrata dall’Unicef.

    03/10/2012 “All’Iran, per annientare Israele, bastano 24 ore e un pretesto”. Lo ha detto martedì l’ayatollah Ali Shirazi, rappresentante speciale della Guida Suprema dell’Iran Ali Khamenei presso la Brigata Al Quds, l’unità d’élite dei Guardiani della Rivoluzione iraniana.

    03/10/2012 Il vice presidente della Commissione difesa del parlamento iraniano, Mansour Hakikat-Fur, ha dichiarato martedì che l’Iran, in caso di impasse dei negoziati con l’occidente sul programma nucleare, aumenterà l’arricchimento di uranio al 60%.

    03/10/2012 Quattro soldati israeliani in licenza per Succot sono stati investiti martedì pomeriggio da un taxi palestinese sulla Strada 60, all’altezza di Newe Daniel, in Giudea (Cisgiordania meridionale). Uno è grave, gli altri tre sono feriti leggermente. Il tassista è fuggito. Gli investigatori non hanno ancora determinato le cause dell’incidente, ma non escludono né l’attentato né la pista criminale. Secondo uno dei soldati, il taxi li avrebbe investiti intenzionalmente.

    03/10/2012 Siria. La tv di stato si è scagliata martedì contro Khaled Mashaal, capo del politburo di Hamas, a lungo stretto alleato del regime quando Hamas aveva la sede a Damasco. La tv siriana ha definito Meshaal un “traditore infido e ingrato, che ha voltato le spalle a Bashar al-Assad nella sua lotta contro i ribelli”. La settimana scorsa Meshaal aveva espresso il suo appoggio alla rivolta contro il regime.

    03/10/2012 Siria. Il capo della task force di Hezbollah in Siria, Ali Hussein Nassif (alias Abu Abbas), è stato ucciso domenica durante un’operazione militare nel paese. Lo hanno riferito martedì mattina i mass-media libanesi. Abu Abbas, il cui ruolo era quello di coordinare i servizi di sicurezza di Assad a Homs, sarebbe caduto in un agguato teso dai ribelli dell’Esercito Libero Siriano.

    03/10/2012 L’Iran ha implicitamente avvertito lunedì il suo alleato siriano che il possibile uso di armi chimiche farebbe perdere al regime ogni legittimità. Rispondendo a una domanda sul possibile uso di tali armi da parte di Damasco, il ministro degli esteri iraniano Ali Akbar Salehi ha dichiarato che “se questa ipotesi si verificasse (..), sarebbe la fine di tutto”. Poco prima, il ministro degli esteri siriano Walid Moallem aveva accusato gli Stati Uniti di adoperarsi per la caduta del regime di Damasco cogliendo il “pretesto” delle armi chimiche “come in Iraq”. Tuttavia il ministro siriano, intervistato dalla tv di Beirut al-Mayadeen, è rimasto sul vago circa il possesso di tali armi da parte della Siria. Lunedì anche il Segretario Generale dell’Onu, Ban Ki-moon, aveva messo in guardia Damasco contro la tentazione di fare ricorso al suo arsenale di armi chimiche, dicendo che ciò comporterebbe “conseguenze estremamente nefaste”.

    03/10/2012 Zion Evrony, nominato in luglio ambasciatore d’Israele presso la Santa Sede, è ufficialmente entrato in carica dopo aver presentato venerdì le credenziali a papa Benedetto XVI. Evrony è nato in Iran nel 1949 e ha fatto l’aliyah (si è stabilito in Israele) quando era ancora bambino. Diplomatico di carriera, ha ricoperto incarichi negli Stati Uniti e in Irlanda. Il Vaticano e Israele hanno allacciato relazioni diplomatiche nel 1993-94.

    02/10/2012 Un razzo Qassam palestinese lanciato lunedì sera dalla striscia di Gaza verso Israele si è abbattuto su terreni agricoli nella zona di Hof Ashkelon.

    02/10/2012 Con un comunicato pubblicato sul giornale al-Dustour, la tribù giordana Obeidat ha condannato la nomina del suo membro Walid Khalid Obeidat ad ambasciatore di Giordania in Israele sostenendo che tale nomina contraddice la storia e la posizione della tribù.

    02/10/2012 Il quotidiano Times of London ha scritto lunedì che l’Iran avrebbe versato circa 10 miliardi di dollari in aiuti militari a sostegno del presidente siriano Assad nella guerra civile siriana. Secondo fonti di intelligence occidentali, il fatto che, nonostante il grosso impegno finanziario iraniano, il conflitto non si sia ancora risolto a favore di Assad avrebbe provocato una spaccatura tra la Guida Suprema iraniana, ayatollah Ali Khamenei, e Qassem Suleimani, da 14 anni a capo dei servizi di spionaggio di Tehran. “Suleimani – ha spiegato una fonte della difesa occidentale, citata dal giornale londinese – aveva promesso a Khamenei che avrebbe ribaltato la situazione in Siria, ma non è riuscito a mantenere l’impegno” ed ora Tehran “ha bisogno di tempo per costruire le alleanze necessarie per assicurarsi che l’Iran non venga definitivamente espulso dalla Siria”.

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    (Fonte: Israele.net)

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