Strumentalizzazione della Shoah, Grillo rincara la dose e passa alle offese, rivelando il suo pregiudizio antisemita: “Non mi scuso, è stupido il comunicatore della comunità ebraica. Sono loro che si nascondono dietro la Shoah”

 
Emanuel Baroz
17 aprile 2014
6 commenti

In risposta alle farneticanti ed offensive dichiarazioni del signor Giuseppe Grillo segnaliamo la splendida risposta del deputato PD Emanuele Fiano del quale facciamo nostra una frase: “SAPPIA GRILLO CHE NOI NON ABBASSEREMO MAI LA TESTA!”

Strumentalizzazione della Shoah, Grillo rincara la dose e passa alle offese, rivelando il suo pregiudizio antisemita: “Non mi scuso, è stupido il comunicatore della comunità ebraica. Sono loro che si nascondono dietro la Shoah”

grillo-shoah-antisemitismo-primo-levi-auschwitz-focus-on-israelRoma, 15 Aprile 2014 –   “Non sono io che mi nascondo dietro certe tragedie, sono loro che lo fanno. Non chiedo scusa, dovrebbero sostituire il loro portavoce, quando si toccano i poteri forti vengono fuori le lobby“. Lo ha detto Beppe Grillo nel corso di una conferenza stampa alla Camera, rispondendo alla domanda se chiederà scusa alla comunità ebraica per il post di ieri in cui parafrasava la poesia di Primo Levi «Se questo è un uomo» (ed utilizzava la foto del cancello di Auschwitz).

Non avete capito”  la sua risposta “non c’è nessun intento di offendere. Io non ho mancato di rispetto a nessuno. La comunità ebraica dovrebbe cambiare il comunicatore che è stupido e ignorante. Hanno scritto che io ho utilizzato la shoah a fine elettorali. Questa è una menzogna, che respingo. Io non devo chiedere scusa, perché è stata data un’interpretazione distorta delle mie parole“.

Non ho preso le parole di Primo Levi per fare del sarcasmo. Ho rapportato la poesia ai giorni nostri, ho parlato dei poteri mafiosi e della P2. La Shoah è dietro l’angolo, e ne succede forse una al mese o una all’anno: dal Ruanda alla Siria, a un sistema bancario e finanziario che fa migliaia di morti all’anno. Abbiamo Shoah da tutte le parti, dobbiamo stare attenti a non abbassare la guardia. Questo mi ha insegnato Primo Levi e questo ho scritto. Non ho fatto battute o ironia. Ho usato la frase ‘Arbeit macht frei’ – il lavoro rende liberi – per dire che oggi il lavoro fa tante vittime e che la P2 rende liberi” ha concluso Grillo.

(Fonte: Italpress, 15 Aprile 2014)

Nella foto in alto: Beppe Grillo durante la suaconferenza stampa alla Camera dei Deputati il 15 Aprile 2014

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  • #1Emanuel Baroz

    Grillo come Goebbels: le prove in un video

    di Sharon Levi

    C’è una parte della conferenza stampa fatta da Grillo il 15 aprile che riflette in maniera impressionante il suo pensiero sulla Comunità Ebraica e in generale sugli ebrei (ne abbiamo estratto i passaggi fondamentali nel video che trovate in coda all’articolo).

    Riassumendo il Grillo pensiero:

    quando tocchi i poteri forti, cioè la comunità ebraica, vieni subito attaccato.
    Gli ebrei si fanno scudo della Shoah.
    Dietro a De Benedetti e a Repubblica c’è la Comunità Ebraica.
    Dietro alle banche e ai poteri finanziari c’è la Comunità Ebraica.
    Quando tocchi “quelle cose” vengono fuori le lobby, cioè la lobby ebraica che chiaramente controlla tutto e tutti.

    E quando la giornalista lo incalzava specificando che lei parlava della “Comunità Ebraica” Grillo con il suo silenzio confermava che anche lui stava parlando della Comunità Ebraica.

    Intendiamoci, questa cosa non è una novità. Grillo, da buon filo-iraniano, è ossessionato dagli ebrei e dalla loro patria, Israele. Vede lobby ebraiche dappertutto e di questo convince i suoi adepti, anzi, punta proprio su questo per convincerli. E la conferenza stampa che vi mostriamo sotto (purtroppo l’abbiamo trovata solo sul sito del Fatto Quotidiano) ne è la prova incontrovertibile.

    E’ la stessa tecnica informativa usata a suo tempo da Goebbels quando convinse i tedeschi che alla base di tutti i loro problemi c’era la lobby ebraica, gli ebrei che controllavano i media, le banche e la finanza. Quel tipo di politica e di informazione portò alla Shoah.

    http://vimeo.com/92216258

    http://www.rightsreporter.org/grillo-come-goebbels-le-prove-in-un-video/

    17 Apr 2014, 18:52 Rispondi|Quota
  • #2Emanuel Baroz

    Grillo, Fiano (Pd): Sue accuse dimostrano rischio di vero e proprio antisemitismo

    “Sul reale pensiero del signor Grillo non avevo alcun dubbio e quell’ingiuria, la più grave lanciata nella sua conferenza stampa: ‘Sono loro che si nascondono dietro la tragedia della Shoa’, ha confermato il mio giudizio sul comico. Per lui fascismo e antifascismo, razzismo e antirazzismo, critica politica e antisemitismo pari sono”. Lo dichiara Emanuele Fiano, capogruppo Pd in commissione Affari costituzionali. “‘Loro’ – continua Fiano – sarebbero tutti quelli che si sono, che ci siamo indignati per l’uso strumentale e cinico del testamento morale di Primo Levi, ma anche quei presunti poteri forti (di cui ha parlato in conferenza stampa) che dietro la Shoa si nascondono”.

    “La storia non è disposizione del signor Grillo e la sua frustrazione politica nel non riuscire a incidere in nessun modo e di non capacitarsi del cambiamento che stiamo imprimendo al Paese, non gli consente di calpestare i nostri valori. A Renzo Gattegna, che ieri ha difeso questa storia, il mio abbraccio fraterno e la mia solidarietà”. “Purtroppo Grillo non è isolato: un orribile vento di destra soffia in tutta Europa. Ma la maggioranza degli europei conosce bene la storia e non vuole che si ripeta. Per questo non sopporteremo e combatteremo sempre quel concetto di indifferenza tra fascismo e antifascismo professato da molti dei 5 stelle”.

    http://www.ilvelino.it/it/article/2014/04/15/grillo-fiano-pd-sue-accuse-dimostrano-rischio-di-vero-e-proprio-antisemitismo/5bb4560d-9921-41a8-871d-84f3e79426fe/

    17 Apr 2014, 18:53 Rispondi|Quota
  • #3Emanuel Baroz

    Insulti alla Montalcini, lite con Pacifici l’antisemitismo nel circo del leader

    di Alessandra Longo

    Chissà come sarà fiero Grillo di essersi guadagnato ancora una volta i titoli dell’odiata stampa di regime. No, nessun incidente, nessuna gaffe: sono autentiche e pensate quelle frasi vomitate ad effetto sulla carne e la memoria delle persone. Anche Auschwitz può trovare posto nelsuo circo.

    E se qualcuno s’indigna chi se ne frega, come direbbe Benito. Grillo e gli ebrei: storia lunga. E anche molto sgradevole. A cominciare dalle parole che il comico pronunciò nel lontano 2001 nei confronti di Rita Levi Montalcini. La chiamò «vecchia puttana», accusandola di essersi fatta pagare da un’azienda farmaceutica il premio Nobel. Lei querelò, lui pagò la multa. E non era nemmeno la prima volta che si cimentava ad offendere. Nel 1996 ecco il paragone tra Adolf Eichmann e Cesare Romiti, allora presidente della Fiat: «Eichmann ha gasato tre milioni di persone per un ideale distorto. L’altro gasa milioni di persone per un conto corrente». Quasi a dire: meglio il primo. Le camere a gas e la marmitta Fiat, i sei milioni di morti che diventano tre. Parole messe assieme per colpire, dissacrare, insensibilità, ignoranza, il dileggio per la Levi Montalcini, «quella con lo zucchero filato in testa », il disprezzo per Gianfranco Fini, di ritorno da Gerusalemme («Si è messo la papalina, ha dato due testate al Muro del Pianto, si è circonciso da solo tre volte»).

    Antisemitismo da bar, l’hanno definito. Ora, dopo l’ultima performance, Auschwitz e Primo Levi usati per lo show, il giudizio dovrà essere
    più tranchant. Il comico non fa ridere, il politico ancora meno. Aveva visto giusto Bet Shlomo, portavoce della sinagoga di Milano: «Grillo ha un problema, non solo con Israele, ma anche con gli ebrei». Era il 2012 e il leader CinqueStelle si era concesso un’intervista al quotidiano israeliano Yedioth Ahronoth. Lunga agiografia del regime iraniano e del suo dittatore (la moglie di Grillo, Parvin Tadjik, è iraniana): Ahmadinejad? «Lo traducono male. Anche quando uscivano i discorsi di Bin Laden mio suocero mi spiegava che le traduzioni non erano esatte». E poi ecco l’ossessione della «lobby ebraica» che controlla l’Europa, e anche l’America, la quale America, a sua volta, «occupa » l’Italia… Intervista monitorata con preoccupazione dalle Associazioni ebraiche internazionali, al contrario lodata da Irib, la radio ufficiale iraniana: «L’analisi di Grillo è oro colato contro i poteri forti, i servi delle banche e dei padroni sionisti». Per la verità, i complimenti di certi estimatori andrebbero anche a Roberta Lombardi, già capogruppo dei deputati grillini, balzata agli onori delle cronache per la sua generosa descrizione del fascismo «prima che degenerasse»: «Un’ideologia con un altissimo senso dello Stato e della famiglia».

    Il qualunquismo, il populismo di destra, l’iperbole, il complottismo che trasforma persino la Val di Susa nella «Striscia di Gaza dell’Europa ». Le parole che aprono il varco, incoraggiano oscenità senza controllo. Il blog del comico si riempie di frasi come queste: «Non sono razzista o fascista. Hitler era sicuramente un pazzo malato, ma la sua idea di eliminare gli ebrei aveva come obiettivo di eliminare la loro dittatura finanziaria ». Sempre la Rete, evocata come il totem della vera democrazia: «Gli ebrei hanno una memoria selettiva. Il sangue e la sofferenza ai banchieri non interessa». Nel mirino anche Gad Lerner, definito «verme ebreo». Insulto poi cancellato dal blog dopo uno scambio di battute tra il giornalista e Grillo.

    Ma l’episodio più noto, perlomeno fino alla dissacrazione di Primo Levi, è la lite di Grillo con Riccardo Pacifici, presidente della Comunità ebraica di Roma (ieri in lutto per la morte del padre Emanuele, scampato alla Shoah). Era il marzo 2013 quando Pacifici rilasciò un’intervista al quotidiano israeliano Haaretz. Riassunto della conversazione »: «Grillo ancora più pericoloso dei fascisti». E ancora: «Gli ebrei italiani dovrebbero pensare di andare in Israele». Scoppiò il caso. «Mai pronunciato quelle frasi», precisò il presidente degli ebrei romani, «ho solo detto che alcune terminologie usate da Grillo, come “ l’inutilità” dei partiti, sono state mutuate dal “Mein Kampf”». Non poco come accusa. Ma l’uomo di spettacolo Grillo, difensore d’ufficio dell’attore Mel Gibson, scansato a Hollywood per il suo antisemitismo, sicuramente se la ride. I sondaggi accreditano il Movimento al secondo posto. Il resto — la storia manomessa, la memoria e le persone violate — non conta.

    (Fonte: La Repubblica, 15 Aprile 2014, pag. 10)

    17 Apr 2014, 19:02 Rispondi|Quota
  • #4Emanuel Baroz

    Andrea’s Version

    “P2 macht frei”? Strano che non abbia aggiunto P3 e P4. O i palestinesi gassati ai check-point d’Israele. O evitato un accenno ai nuovi nazisti con la stella di Davide. Allora non si può che stare con tutto il cuore dalla parte di Emanuele Fiano, deputato pd, unico superstite di un’intera famiglia deportata e sterminata ad Auschwitz: “A tutto c’è un limite. Insultare la tragedia della Shoah, le sue vittime, e anche la persona di Primo Levi, morto suicida per non essere più riuscito a sopportare lo strazio del ricordo, è proprio non avere idea di cosa abbia significato quella sofferenza. Urlare, insultare, bestemmiare pur di far notizia: questo è Grillo. Ora basta, chi si prende gioco di quella tragedia sta idealmente dalla stessa parte di chi la provocò. E chi conosce quella storia, lo punirà nelle urne”. Che è esatto, infatti vincerà.

    (Fonte: Il Foglio, 15 Aprile 2014)

    17 Apr 2014, 19:04 Rispondi|Quota
  • #5Emanuel Baroz

    Grillo o la banalità dell’antisemitismo

    Molto più che una gaffe o un mero insulto

    di Donatella Di Cesare

    La Shoah non è un evento sacro e non va perciò sacralizzata. Fa parte della storia, anzi della nostra storia più recente. In questo senso è legittimo proporre dei paragoni con altri eventi storici e anche con quel che avviene nel contesto del nostro mondo attuale. Ma i paragoni servono anche a capire quel che non è paragonabile, non perché sia sacro e trascenda la storia, ma semplicemente perché non ha precedenti. Dire che Auschwitz non ha precedenti non significa farne un simulacro, o peggio, uno scudo. Piuttosto è un monito a vigilare perché quel che è accaduto non si ripeta.

    Che cos’è che Grillo non capisce, o non vuole capire? È la singolarità di Auschwitz. Certo è vero che vittime sono vittime sempre e ovunque; nel nulla della morte tutti sono uguali. Chi non ha provato una pena infinita per coloro che, in questo periodo di crisi gravissima, hanno ceduto alla disperazione? Chi non si sente coinvolto e chiamato in causa per i tanti innocenti calpestati dalla violenza subdola e illimitata che domina nelle strade delle nostre metropoli? Ma la questione è un’altra.

    «Se questo è un uomo», dice Primo Levi. E la sua, a ben guardare, è una domanda: questo è un uomo? Gli ebrei che entravano nei campi di sterminio, prima ancora che essere vittime di una morte atroce, quella prodotta attraverso il gas, erano vittime di un esperimento inedito: l’esperimento del non-uomo. L’ebreo ridotto a un fascio di funzioni fisiche in agonia non segna solo un limite tra la vita e la morte; segna il limite tra l’uomo e il non-uomo. Si trascina in silenzio, non ha più reazioni, né più consapevolezza; sembra spenta in lui ogni scintilla divina. Così lo ha descritto Levi. Ma come può l’essere umano continuare a vivere passando quasi alla specie del non-uomo? E resta ancora umano? Appartiene ancora all’umanità? Ha ancora la dignità del vivente? «Considerate se questo è un uomo», è allora non solo una domanda, ma anche un’ingiunzione.

    Auschwitz è stato il luogo di un esperimento, mai compiuto prima, in cui l’umanità stessa è stata messa in questione. Non comprenderemo Auschwitz se non avremo tentato di riflettere su questo esperimento. Quell’esperimento, quel crimine contro l’umanità, è una ferita che riguarda tutti. In questo senso la Shoah non è paragonabile né ad altri genocidi, anche successivi, né alle tante violenze dei nostri giorni. Ma purtroppo proprio questo punto non è chiaro a molti.

    Con il suo gesto Grillo non ha dissacrato né profanato quel che appunto sacro non è. Piuttosto ha banalizzato la Shoah. Ed è ben più grave. Perché ha reso usuale, scontato, ovvio, usuale quel crimine che, non avendo precedenti nel passato, non deve in nessun modo diventare un precedente nel futuro. Il cinismo osceno che ha guidato il gesto dell’ex comico è sotto gli occhi di tutti. Ma l’abuso della memoria, in una comunicazione che non sa nulla né di etica né di rispetto per gli altri, non si ferma all’oltraggio delle vittime. Con quella trovata spettacolare gli ebrei finiscono d’un tratto sotto accusa. Non solo perché sarebbero «stupidi» o ignoranti. Ma perché si farebbero «scudo» della Shoah per i loro affari. Qualcuno ha parlato di patetica gaffe, di indifferenza e ignoranza. Ma è tempo di dire a chiare lettere che questo è antisemitismo della peggior specie. L’antisemitismo di Grillo sta nel suo tentativo di rilanciare in ogni modo l’idea del «complotto», di insinuare il pensiero che sarebbero gli ebrei a profittare del malessere e, anzi, a causarlo. Erano idee che circolavano nella Germania degli anni Trenta.

    In quale Paese civile potrebbe essere tollerata questa degradazione della storia? Questo oltraggio inutile e vergognoso delle vittime? Questa provocazione disonesta alla nostra memoria democratica?

    (Fonte: Avvenire.it, 18 aprile 2014)

    18 Apr 2014, 13:30 Rispondi|Quota
  • #6GeertWilders4president

    Tipico parlare da sostenitore delle teorie del gombloddo e delle balle alternative (Beppe Adolfo Grillo beninteso)

    24 Apr 2014, 19:58 Rispondi|Quota