Attentato antisemita di Bruxelles: responsabilità chiare da parte dell’Europa e dei media che continuano a diffondere le menzogne della propaganda palestinese

 
Emanuel Baroz
27 maggio 2014
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L’attentato di Bruxelles non nasce dal nulla

Tollerata da troppo tempo l’industria della menzogna che fomenta odio verso gli ebrei e lo stato ebraico

di Noah Klieger

attentato-museo-bruxelles-antisemitismo-focus-on-israelEra solo questione di tempo. Il fenomeno era sotto gli occhi di tutti, e non solo in Europa. Mi spingerei persino a dire che è sorprendente che vi siano stati solo “pochi” attacchi mortali contro ebrei e istituzioni ebraiche. Si potrebbe ricordare Parigi, circa otto anni fa, il sequestro e atroce linciaggio dell’ebreo Ilan Halimi; o Tolosa, circa due anni fa, l’assassinio di tre scolari e un insegnante in una scuola ebraica; o a Kansas City, circa un mese fa, l’omicidio di tre persone in due istituzioni ebraiche. E ora l’attentato al Museo ebraico di Bruxelles (4 morti, di cui due israeliani).

Da anni gli estremisti islamici e i loro numerosi sostenitori in molti paesi del mondo, soprattutto in Europa, istigano sistematicamente all’odio contro lo stato ebraico in particolare, e gli ebrei in generale. Per qualche oscura ragione, questi fomentatori professionali di odio trovano sostegno in molte testate giornalistiche e molte stazioni radio-televisive, che trasmettono presunte notizie e intere trasmissioni in cui Israele viene presentato come uno stato terrorista che si dedica allegramente all’omicidio a sangue freddo di donne e bambini nei cosiddetti territori palestinesi e a seminare devastazione e disperazione nelle città e nei villaggi della striscia di Gaza.

Evidentemente non ha alcuna importanza il fatto che tutte queste “notizie” siano senza riscontro e prive di fondamento, che molto spesso siano dei falsi o addirittura vere e proprie messe in scena. Le reti televisive europee insistono nel loro sforzo di presentare Israele come un mostro assetato di sangue paragonabile al Terzo Reich nazista.

Prendiamo solo un esempio tra i tanti. Circa un anno e mezzo fa, mentre i soldati delle Forze di Difesa israeliane operavano a Gaza nel quadro dell’operazione anti-terrorismo “Colonna di nube difensiva”, quasi tutte le emittenti televisive in Europa e nel mondo mandavano in onda immagini di case distrutte e di centinaia di vittime, tra cui naturalmente molte donne e bambini, con titoli del tipo: “Ecco cosa fanno gli israeliani a Gaza”. Ebbene, erano quasi tutte foto scattate nella guerra civile siriana, relative alle attività delle forze di Bashar Assad contro i ribelli locali.

Il problema è che in molti paesi anche persone che dovrebbero essere ragionevoli cadono vittima di queste menzogne. Quante volte, durante i miei tour di conferenze all’estero, ho visto tanti nel pubblico alzarsi per chiedere spiegazione dei nostri “massacri contro una popolazione pacifica e inerme”.

Non c’è da stupirsi, quindi, se in molti paesi europei, con una presenza del 10% o più di immigrati da paesi musulmani, si verificano innumerevoli aggressioni personali e persino attentati omicidi contro gli ebrei e le loro istituzioni. È da tempo che si è capito che non c’entra nulla la legittima critica a questa o quella politica del governo israeliano, e nemmeno quello che ama definirsi anti-sionismo: quello che è in gioco è puro e semplice odio verso gli ebrei, ben alimentato e assecondato.

Finché le autorità e le società di questi paesi non si ribelleranno contro l’istigazione all’odio e i tanti fomentatori di odio anti-ebraico, è chiaro che il numero di sanguinosi attentati contro gli ebrei non farà che aumentare.

(Fonte: YnetNews, 26 Maggio 2014)

Israele.net

Nell’immagine in alto: un fotogramma del video dell’attentato al museo ebraico di Bruxelles diffuso dalla polizia belga, in cui sono rimasti uccisi due turisti israeliani e due addetti del museo (thanks to Progetto Dreyfus)

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