ONU: Consiglio dei diritti umani in mano a dittature ossessionate da Israele

 
Emanuel Baroz
25 giugno 2015
8 commenti

Il “Consiglio dei tiranni” dell’Onu processa Israele. E arriva la Corte dell’Aia

27 membri su 45 sono “non democratici”. Il ruolo di Bensouda, giudice islamica ostile a Gerusalemme

di Giulio Meotti

onu-diritti-umani-un-vs-israel-focus-on-israelCos’hanno in comune Algeria, Bangladesh, Cina, Congo, Costa d’Avorio, Cuba, Etiopia, Gabon, Indonesia, Kazakistan, Kenia, Maldive, Marocco, Nigeria, Pakistan, Qatar, Russia, Arabia Saudita, Sierra Leone, Emirati Arabi, Venezuela e Vietnam? Una poltrona in prima fila al Consiglio dei diritti umani dell’Onu sulle rive del lago di Ginevra. Sono loro, dittature o “stati parzialmente liberi”, forti di una maggioranza di 27 membri su 45, ad aver dato mandato alla commissione di Mary McGowan Davis di accusare Israele di “crimini di guerra”.

Il rapporto imputa all’esercito israeliano l'”uso sproporzionato della forza” e suggerisce un’indagine della Corte dell’Aia. Il ministro israeliano Naftali Bennett martedì ha detto che “il rapporto ha il sangue sulle mani, perché acconsente all’uccisione degli ebrei”, stabilendo una simmetria legale e morale fra Israele e i terroristi. Il Consiglio dei diritti umani è diventato un tribunale di dittatori. Nel 2004, 13 stati su 53 erano “non liberi” o “parzialmente liberi” secondo l’organizzazione non governativa Freedom House. Nel 2011 erano a 21. Oggi sono 27. Intanto, il presidente sudanese Omar Bashir, che i crimini di guerra nel Darfur li ha commessi davvero, si fa beffe dell’Aia e gira indisturbato nonostante il mandato di cattura. Un po’ di numeri per spiegare “l’ossessione” di cui parlava martedì il premier israeliano, Benjamin Netanyahu. Come denuncia la ong UN Watch, “il 70 per cento delle critiche specifiche del Consiglio dei diritti umani è contro Israele, un terzo delle condanne sono dirette a Israele e tre delle cinque sessioni speciali del Consiglio sono state dedicate a Israele“.

Il rapporto Davis avvicina i capi israeliani alla Corte dell’Aia. Perché a giudizio non c’è soltanto il fuoco di artiglieria a Shujaiyeh che ha colpito i civili palestinesi, le bombe dei piloti che hanno fatto esplodere le abitazioni a più piani a Gaza o i soldati che hanno sparato a tutto quello che si muoveva durante il “Venerdì nero” di Rafah. Sotto accusa sono le decisioni prese da Netanyahu, dal ministro della Difesa Moshe Ya’alon, dal capo di stato maggiore Benny Gantz e dal capo dell’aviazione Amir Eshel. Israele ha già risposto al rapporto dell’Onu con uno suo di 275 pagine che accusa Hamas di aver deliberatamente collocato le proprie attività militari nelle aree civili. Rivela anche che non una sola decisione militare israeliana venne presa senza la luce verde degli avvocati. “Se un legale riteneva che non fosse un bersaglio legale, il comandante non era in grado di lanciare l’attacco“. E’ il ruolo della “Dabla”, l’unità giuridica dell’esercito che per la prima volta in un conflitto ha avuto un ruolo fondamentale.

Ora diventa decisivo il procuratore dell’Aia, Fatou Bensouda, giudice di fede islamica del Gambia. Ha preso il posto di Louis Ocampo, diventato famoso per le photo opportunity a Davos al fianco di Angelina Jolie e Richard Branson. E come scrive sul Wall Street Journal l’ex attorney general degli Stati Uniti, Michael Mukasey, “il procuratore capo Bensouda è ostile a Israele e agli Stati Uniti”. A dicembre, Bensouda ha rivelato che sta “valutando le prove” sulle tecniche di interrogatorio usate dagli americani in Afghanistan. E nel corso di una conferenza in Marocco, Bensouda ha appena detto che “crimini di guerra” sono stati commessi da Israele sulla Mavi Marmara, un’imbarcazione della cosiddetta “flottiglia”. Bensouda ha aperto un’inchiesta preliminare sugli insediamenti israeliani in Cisgiordania, che per il magistrato dell’Aia costituirebbero “crimine di guerra”.

John Rosenthal, sulla Policy Review, ha scritto che la Corte “rappresenta la negazione dei principi classici del diritto internazionale delle Nazioni Unite. E’ un tribunale canaglia”. Perfetta dunque per incriminare Israele.

Il Foglio.it

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  • #1Emanuel Baroz

    Scrive Avi Issacharoff, su Times of Israel: «Il rapporto delle Nazioni Unite sull’operazione Margine Protettivo è tutt’altro che sorprendente e non offre nessuna conclusione di qualche portata. Come previsto, il rapporto accusa Israele e le “organizzazioni palestinesi” di possibili crimini di guerra. Il rapporto non rivela nulla che non fosse già noto e non presenta nessuna scoperta rilevante. Le organizzazioni palestinesi, guidate da Hamas, hanno effettivamente sparato migliaia di razzi contro le città israeliane, e centinaia di non combattenti palestinesi sono effettivamente rimasti uccisi nella guerra della scorsa estate. Il dato fondamentale, e più rilevante, è proprio quello che manca in questo rapporto: Israele non avviò la guerra e si è essenzialmente concentrato sull’obiettivo di fermare i lanci di razzi di Hamas e impedire infiltrazioni terroristiche attraverso i tunnel. Praticamente sin dal primo giorno Israele ha accettato tutti i cessate-il-fuoco proposti, ma è Hamas quella che ha insistito nel continuare a lanciare razzi da dentro aree densamente abitate, sapendo bene che ciò avrebbe comportato un prezzo pesante. Quel prezzo – il numero dei morti civili – non solo era messo in conto dal gruppo terroristico, ma era accolto con favore. I capi di Gaza sapevano che sarebbe arrivata ineluttabile la condanna internazionale di Israele, e questo rapporto ne è la riprova. Servono a ben poco le reazioni degli esponenti di tutto l’arco politico israeliano, che sembrano fare a gara su chi reagisce più rapidamente e con più forza. I loro commenti non cambieranno l’opinione pubblica internazionale e l’Onu continuerà a dare addosso a Israele. Il rapporto, che pretende di essere obiettivo, suona a tratti come un brutto scherzo. Scrivere che l’inchiesta “non può stabilire in modo definitivo quale fosse l’intento dei gruppi armati palestinesi per quanto riguarda la costruzione e l’uso dei tunnel” sotto il confine, aggiungendo che l’uso dei tunnel da parte di Hamas è legittimo finché è rivolto contro obiettivi militari, non è una cosa seria: è un’affermazione al servizio della propaganda di Hamas, fatta da persone che non hanno la minima idea di quello accade qui né di cosa accada fra i nemici di Israele. Allo stesso modo, interpretare come un “preavviso” per risparmiare civili israeliani le minacce di Hamas di bombardare Tel Aviv e il suo aeroporto suona come una tragica barzelletta. Hamas naturalmente ha elogiato la scelta delle Nazioni Unite di condannare Israele. Perché non dovrebbe? Il rapporto si spinge al massimo a criticare i “funzionari di Gaza” che non hanno manifestato la volontà di indagare sui crimini di guerra della parte palestinese, come se si trattasse di azioni ad opera di qualche misteriosa organizzazione straniera e non della dirigenza stessa di Hamas. I lanci di razzi sono attribuiti a non meglio identificati “gruppi armati palestinesi” o alle Brigate Ezzedin al-Qassam, quasi senza menzionare che hanno giusto qualche collegamento con Hamas. Alle fine dei conti, questo rapporto molto probabilmente non cambierà nulla. Il prossimo round scoppierà quando Hamas lancerà di nuovo raffiche di razzi su Israele, e Israele reagirà bombardando i siti da cui sono stati lanciati i razzi anche se si trovano in zone abitate, e le Nazioni Unite torneranno a condannare Israele».

    (Fonte: Times of Israel, 22 Giugno 2015)

    http://www.israele.net/un-rapporto-strabico-incompleto-prevenuto

    26 Giu 2015, 12:57 Rispondi|Quota
  • #2Emanuel Baroz

    Israele parificato ad Hamas: il solito strabismo dell’Onu

    La commissione accusa Gerusalemme e i terroristi di crimini di guerra. Ma le motivazioni sono politiche. Fissazione Onu: fra il 2006 e il 2013 Israele è stato condannato 45 volte.

    di Fiamma Nirenstein

    Che l’Onu, e ancor più il suo Consiglio per i Diritti umani (Unhrc) condanni Israele è talmente ovvio: è come la notizia del cane che morde un uomo. La «fissazione», come ha detto Netanyahu, è evidente dalle percentuali abnormi: fra il 2006 e il 2013 è stata condannata 45 volte, lo stesso numero di tutti gli altri 192 membri stati tutti insieme. Ma stavolta l’Onu ha cercato di fare il furbo e di offrire in pasto all’opinione pubblica anche l’uomo che morde un cane: la notizia infatti è che (ambedue secondo l’Unhrc) Israele e Hamas, l’organizzazione terroristica padrone di Gaza, «possono aver commesso crimini di guerra» durante il conflitto dell’estate scorsa: questa è la conclusione cui giunge un rapporto di 50 pagine che mette sullo stesso piano un Paese democratico con un esercito dal codice morale inflessibile, e un’organizzazione terrorista che usa le cinture esplosive e uccide i «collaborazionisti» per strada col colpo alla nuca, e che prevede lo sterminio degli ebrei nella sua Carta. Il Consiglio per i Diritti Umani, anche quando si chiamava Commissione, ha sempre preferito i peccati eventuali di Israele a qualsiasi altra violazione, tanto che non gliene importa quasi niente di quello che accade in Siria, in Arabia Saudita, in Cina… Stavolta ci risiamo, anche se nella relazione si nota un po’ di cautela, dopo che il precedente relatore William Shabas è stato estromesso a causa di un suo rapporto, anche economico, con i palestinesi, e dopo che il precedente rapporto Goldstone del 2009 sull’operazione Cast Lead è stato smentito da Goldstone stesso: dopo aver bistrattato Israele scrisse sul Washington Post che non aveva avuto le fonti giuste. Oggi si condanna il fatto che Israele abbia colpito strutture civili, secondo il rapporto, ingiustificatamente: si chiede a Israele come mai abbia deciso di colpire quegli edifici e si disprezzano i suoi allarmi preventivi alla popolazione, perché, dice il rapporto, non consentivano abbastanza tempo per l’evacuazione. Nel rapporto si parla di 742 perdite di civili e si accusa Israele di «non avere rivisto la tecnica degli attacchi aerei dopo averne constatato gli effetti sui civili». Cosa avrebbe dovuto fare lo Stato Ebraico per fermare i missili che seguitavano a cadere sugli israliani non si dice. Hamas invece ha, dice il rapporto, «indiscriminatamente preso di mira civili israeliani» e causato «grande scompiglio» a chi cercava di raggiungere i rifugi in pochi secondi. Davvero poca roba in confrono all’intenzione genocida di Hamas.

    Mai si vide analisi più sconclusionata e incurante delle leggi che in un certo senso obbligano un Paese a difendere la propria popolazione civile. Non a caso Hamas si è dichiarata soddisfatta del rapporto. Chi è più obnu- bilato di chi si permette di ignorare oggi che la guerra asimmetrica che conducono le guerriglie islamiste come Hamas, fa un uso di civili talmente largo e cinico da rendere impossibile distinguere le strutture civili da quelle che costituiscono legamente un obiettivo di guerra? A tutti era ben noto che il maggiore ospedale di Gaza era usato come sede dello stato maggiore di Hamas (e tuttavia è stato risparmiato), che nelle scuole dell’Unrwa Hamas teneva armi e uomini, e che ogni casa, ogni strada, erano usati per nascondere rampe di lancio o imboccature dei tunnel per gli attacchi terroristi. La guerra contro Hamas è stata una guerra che Israele ha cercato di evitare in tutti i modi; che ha prevenuto un massacro di israeliani tramite i tunnel, un progetto miliardario finanziato dal Qtar e dall’Iran; e se Israele ha potuto utilizzare Iron Dome per proteggere la sua gente da una pioggia di missili che cercavano donne e bambini, forse è dispiaciuto a qualcuno. Distinguere i morti civili da quelli militari in una guerra in cui la maggior parte dei combattenti non indossa una divisa, e costringe i più a diventare scudi umani è infine una pretesa che si è già dimostrata irrealistica nelle indagini precendete. Ma al Consiglio per i diritti umani interessava affiancare Israele a Hamas in un giudizio che soddisfi chi non distingue fra democrazia e dittatura, fra difesa e aggressione, chi sbaglia i terroristi per combattenti della libertà. E sono tanti.

    (Fonte: il Giornale, 23 Giugno 2015)

    26 Giu 2015, 12:58 Rispondi|Quota
  • #3Emanuel Baroz

    Netanyahu: “L’inchiesta sui crimini di guerra a Gaza è una perdita di tempo”

    http://www.progettodreyfus.com/netanyahu-linchiesta-sui-crimini-di-guerra-a-gaza-e-una-perdita-di-tempo/

    26 Giu 2015, 13:00 Rispondi|Quota
  • #4Emanuel Baroz

    Gaza 2014: per il gruppo di alto livello militare Israele ha rispettato gli standard legali internazionali

    http://www.progettodreyfus.com/gaza-2014-per-il-gruppo-di-alto-livello-militare-israele-ha-rispettato-gli-standard-legali-internazionali/

    26 Giu 2015, 13:00 Rispondi|Quota
  • #5Emanuel Baroz

    Il rapporto del Consiglio dei Diritti Umani non è abbastanza per incriminare i soldati israeliani

    http://www.progettodreyfus.com/il-rapporto-del-consiglio-dei-diritti-umani-non-e-abbastanza-per-incriminare-i-soldati-israeliani/

    26 Giu 2015, 13:00 Rispondi|Quota
  • #6Emanuel Baroz

    Il resoconto sulla guerra a Gaza dimostra la parzialità delle Nazioni Unite

    http://www.progettodreyfus.com/il-resoconto-sulla-guerra-a-gaza-dimostra-la-parzialita-delle-nazioni-unite/

    26 Giu 2015, 13:01 Rispondi|Quota
  • #7Emanuel Baroz

    Corte Penale Internazionale: palestinesi pronti ad avviare l’indagine sui presunti crimini di guerra israeliani

    http://www.progettodreyfus.com/corte-penale-internazionale-palestinesi-pronti-ad-avviare-lindagine-sui-presunti-crimini-di-guerra-israeliani/

    26 Giu 2015, 13:01 Rispondi|Quota
  • #8Emanuel Baroz

    Tutte le falsità del rapporto ONU sulla guerra di Gaza

    http://www.rightsreporter.org/tutte-le-falsita-del-rapporto-onu-sulla-guerra-di-gaza/

    1 Lug 2015, 18:39 Rispondi|Quota