Khamenei: “Entro 25 anni Israele non ci sarà più”

 
Emanuel Baroz
10 settembre 2015
4 commenti

Khamenei: Israele cesserà di esistere entro i prossimi 25 anni

Il “duce” iraniano respinge altri negoziati con gli Usa e promette che Israele verrà perseguitato fino alla sua distruzione

khamenei-israele-iran-twitter-focus-on-israelFra 25 anni Israele non esisterà più. E’ quanto ha proclamato mercoledì la Guida Suprema iraniana, ayatollah Ali Khamenei, in un discorso rilanciato dal suo account ufficiale su Twitter.

Dopo i negoziati – recita il messaggio – nel regime sionista hanno detto che non hanno più da preoccuparsi dell’Iran per i prossimi 25 anni. Io direi: innanzitutto, non arriverete a 25 anni. Se Dio vuole, entro i prossimi 25 anni non ci sarà più nessun regime sionista. In secondo luogo, fino al allora, con la lotta, l’eroico spirito jihadista non lascerà neanche un momento di serenità ai sionisti”.

La citazione appare sullo sfondo di una fotografia che mostra il “duce” iraniano che calpesta una bandiera israeliana dipinta su un marciapiede.

In un altro tweet, sempre mercoledì, Khamenei fa riferimento all’accordo sul nucleare raggiunto con le potenze mondiali lo scorso luglio, e afferma: “Abbiamo permesso negoziati con gli Stati Uniti solo sulla questione nucleare per ragioni particolari; in altri campi non abbiamo permesso e non permetteremo negoziati con gli Stati Uniti. I rappresentanti americani cercano di negoziare con l’Iran: il negoziato è lo strumento per infiltrarsi e imporre la loro volontà. La nazione iraniana – conclude Khamenei – ha cacciato questo Grande Satana. Abbiamo sbarrato loro l’accesso diretto e ora non dobbiamo permettere loro un accesso indiretto e l’infiltrazione”.

In un terzo messaggio, Khamenei cita il fondatore della Repubblica Islamica e suo predecessore come Guida Suprema, l’ayatollah Ruhollah Khomeini, e scrive: “Khomeini ha affermato: gli Stati Uniti sono il Grande Satana, [ma] alcuni insistono a raffigurare questo Grande Satana come un angelo”.

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(Fonte: Israel HaYom, Times of Israel, 9 Settembre 2015)

Israele.net

Nelle immagini in alto: i tweet della Guida Suprema iraniana, l’ayatollah Ali Khamenei

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  • #1Emanuel Baroz

    Khamenei: Israele non sopravviverà ai prossimi 25 anni

    http://www.progettodreyfus.com/khamenei-israele-non-sopravvivera-ai-prossimi-25-anni/

    11 Set 2015, 00:37 Rispondi|Quota
  • #2Emanuel Baroz

    “Khamenei non concede il minimo margine di illusione ai sostenitori dell’accordo sul nucleare iraniano” ha commentato il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, al suo arrivo mercoledì a Londra per un visita di due giorni. “Khamenei ribadisce che gli Stati Uniti sono il Grande Satana e che l’Iran intende distruggere lo stato di Israele – ha sottolineato Netanyahu – Ma questo non accadrà: Israele è un paese forte e diventerà ancora più forte. La conseguenza da trarre dalle parole del despota di Teheran è che tutte le nazioni responsabili devono cooperare per fermare l’aggressione iraniana che, mi duole dirlo, non farà che aumentare in seguito all’accordo sul nucleare”.

    (Fonte: Times of Israel, 9 Settembre 2015)

    http://www.israele.net/khamenei-israele-cessera-di-esistere-entro-i-prossimi-25-anni

    11 Set 2015, 00:38 Rispondi|Quota
  • #3Emanuel Baroz

    L’ayatollah e quelle “cene antisemite”. Ora Khamenei getta ponti pure in Europa

    Parlamentari inglesi che parlano di “razza ebraica”, merci e professori israeliani boicottati. Storie dalla settimana dell’odio. “In 25 anni Israele sparirà”.

    di Giulio Meotti

    L’ayatollah Ali Khamenei, Guida suprema dell’Iran, usa tre parole in farsi per spiegare cosa vorrebbe fare di Israele: nabudi (annientare), imha (dissolvere) e zaval (cancellare). Sono impresse in un libro, “Palestine”, in cui Khamenei espone il suo piano per cancellare dalla mappa geografica quel “tumore canceroso”, lo stato ebraico. Ieri, Khamenei è tornato a scandirlo: “Se Allah vuole, entro i prossimi 25 anni non ci sarà più nessun regime sionista”. Non è stata certo mitigata dai negoziati nucleari con gli Stati Uniti la furia antisemita dell’Iran.

    Londra è distante da Teheran. Ma qualche giorno fa Sajid Javid, ministro inglese delle Attività produttive, ha tenuto un discorso drammatico durante la serata di raccolta fondi per l’educazione sulla Shoah. Javid ha attaccato “le cene antisemite”, un fenomeno tipico delle “chattering classes” inglesi che durante le cene sedute, i “dinner parties” nei quartieri benestanti della capitale inglese, “persone rispettabili della classe media che avrebbero un sussulto di orrore se fossero accusate di razzismo sono molto felici di ripetere calunnie sugli ebrei”. Gli ayatollah hanno saputo costruire ponti in questa fragile psiche europea, che come ha spiegato il rabbino Giuseppe Laras in un discorso pubblicato in esclusiva dal Foglio online, era già gravemente malata di antisemitismo.

    E questa è stata una settimana proficua per la raccolta dell’odio antiebraico. A Londra, l’arrivo del premier israeliano Benjamin Netanyahu è stato accolto da petizioni per il suo arresto (oltre 110 mila le firme) e da manifestazioni antisemite. In un video virale, un’attivista, Pamela Hardyment, dichiara senza inibizioni che sei milioni di ebrei israeliani “devono andare in mare”. A firmare la petizione contro Netanyahu anche dei parlamentari inglesi, come Tommy Sheppard, e i principali capi dei sindacati inglesi con una lettera sul quotidiano Guardian. Un parlamentare dello Scottish National Party, Paul Monaghan, ha parlato di “orgogliosa razza ebraica” che “perseguita il popolo di Gaza”. In Lussemburgo, la più grande catena di supermercati, Cactus, ha sospeso la vendita di prodotti israeliani dalla Cisgiordania. Una decisione che ieri Netanyahu ha paragonato al boicottaggio antiebraico negli anni Trenta. Il premier stava commentando il voto del Parlamento europeo (525 a favore, 70 contrari) che chiede la marcatura dei prodotti ebraici provenienti dai territori contesi, ricalcando perfettamente la linea del movimento Bds per il boicottaggio di Israele.

    Ad Aachen, in Germania, la banca Sparkasse ha ospitato nei suoi uffici un dibattito in cui hanno preso parte attivisti che hanno firmato un manifesto per “il completo smantellamento del regime israeliano dalla Palestina storica, dal mare al fiume”. Ovvero la cancellazione dello stato ebraico. In Francia, la richiesta di due scienziati israeliani di ottenere un campione di antisiero è stata respinta da un professore di Biologia presso l’Università di Bordeaux, a causa della loro nazionalità. Nella sua risposta alla richiesta, l’accademico ha scritto: “Finché non vedo un serio sforzo fatto dal vostro paese per raggiungere la pace con coloro che vivevano in Palestina prima dell’attuale popolazione non manderò alcun antisiero”. In Olanda, l’editore Thieme Meulenhoff ha difeso la pubblicazione di un libro di testo per le scuole superiori in cui, a pagina 23, si legge: “Il governo britannico aveva urgente bisogno di denaro durante la Prima guerra mondiale. Banchieri ebrei erano pronti a offrire quel prestito se il governo avesse fatto un gesto verso il popolo ebraico”. Inoltre, si legge che Israele è “basato sull’ingiustizia” .

    Il supremo turbante iraniano non avrebbe saputo dirlo meglio. Con posto a tavola.

    (Fonte: Il Foglio, 12 Settembre 2015)

    13 Set 2015, 10:16 Rispondi|Quota
  • #4Francesco Possi

    Creperà prma lui, se Dio vuole (anche se Allah no)

    F.P.

    13 Set 2015, 22:02 Rispondi|Quota