Ma gli israeliani sono sempre tutti “coloni”?

 
Emanuel Baroz
4 ottobre 2015
5 commenti

“Coloni” a chi?

La solita strategia: manipolazione e disumanizzazione. Così è più facile uccidere l’intruso israeliano

di Giulio Meotti

vittime-terrorismo-palestinese-focus-on-israelUn rabbino, Eitam Henkin, e sua moglie, Naama, sono stati assassinati davanti ai loro quattro figli da terroristi palestinesi. Due cittadini israeliani, ma per quasi tutta la stampa occidentale, per le Nazioni Unite, per l’Unione europea e le ong, erano prima di tutto “coloni”. Una parola che implica memorie di sfruttamento e imperialismo. Si tratta di una manipolazione linguistica e storica e una disumanizzazione che fa sì che il sangue di coloro che vivono sul lato “sbagliato” di una linea immaginaria sulla carta geografica, non sia rosso come quello dei loro connazionali di Tel Aviv.

Sulla stampa, anche italiana, i “coloni” non sono nemmeno qualificati con l’aggettivo di “ebrei”, mentre i palestinesi sono “residenti locali”. E’ più facile uccidere un intruso che un nativo. Se il fine è smantellare gli “insediamenti” israeliani, erroneamente bollati come ostacolo alla pace, allora ogni mezzo è giustificato. Compresa la strage di una famiglia o sparare a un’auto con all’interno bambini “coloni”. Come se il duplice stigma di “ebreo” e “colono” giustificasse l’omicidio nella psiche occidentale, allontanandolo dalla nostra attenzione. Emilio Lussu ha scritto che “con queste parole, le pistole sparano da sole”. Siamo stati noi, diligentemente, a porre le vittime israeliane sullo stesso piano dei loro carnefici. Israele tutto, invece, è per di per sé, agli occhi dei fedeli dell’islam, un grande insediamento, sia esso una comunità ebraica affacciata su Ramallah, come quella dove vivevano le due vittime, siano i bar della sinistra bohème in via Shenkin a Tel Aviv. Il giorno dopo la strage della famiglia palestinese di Duma, tutti i politici israeliani hanno condannato l’attacco.

Oggi, a Gaza e Nablus, si distribuiscono dolci per celebrare la strage della famiglia israeliana. Non due coloni, ma due ebrei.

Il Foglio.it

Nella foto in alto: Eitam e Na’ama Henkin, le due vittime israeliane dell’attentato palestinese di giovedì scorso

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  • #1Emanuel Baroz

    4 Ott 2015, 17:14 Rispondi|Quota
  • #2Emanuel Baroz

    4 Ott 2015, 17:17 Rispondi|Quota
  • #3Alba

    In realtà nei loro documenti e proclami, tutte le organizzazioni terroristiche arabe, da Fatah a Hamas a Jihad Islamico, definiscono “coloni” tutti gli Ebrei d’Israele, che vivano a Tel Aviv, Gerusalemme, Petah Tiqwah, Hebron o Bet El, per i maometani gli ebrei son tutti da eliminare.

    6 Ott 2015, 16:53 Rispondi|Quota
  • #4Alba

    Alba ha detto:

    In realtà nei loro documenti e proclami, tutte le organizzazioni terroristiche arabe, da Fatah a Hamas a Jihad Islamico, definiscono “coloni” tutti gli Ebrei d’Israele, che vivano a Tel Aviv, Gerusalemme, Petah Tiqwah, Hebron o Bet El, per i maometani gli ebrei son tutti da eliminare.

    Intendevo dire che quella dei “coloni” è solo una scusa… Cosí come gli antisemiti oggi si dichiarano in genere “solo” anti sionisti.

    6 Ott 2015, 16:55 Rispondi|Quota
  • #5Micol

    Purtroppo la propaganda palestinese ha influenzato anche il modo di parlare dei mass media e quindi delle persone comuni, questo grazie al pregiudizio di fondo che alberga nelle menti di molti

    7 Ott 2015, 09:17 Rispondi|Quota