Non capire Israele significa non capire l’occidente

 
Emanuel Baroz
19 ottobre 2015
3 commenti

Non capire Israele significa non capire l’occidente

Appunti sul caso Boldrini-imam. Ci si può girare attorno, ma la sostanziale indifferenza che accompagna la notizia dell’invito in Parlamento di un imam che auspica la fine di Israele corrisponde a un’indifferenza più grande, che porta a osservare in modo pigro e quasi svogliato la violenza improvvisa di matrice terroristica con cui Israele si ritrova a fare i conti da due settimane.

di Claudio Cerasa

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Ci piacerebbe molto dire che il problema riguarda solo Laura Boldrini e che il caso del presidente della Camera – e il suo invito a Montecitorio rivolto a un imam che professa la necessaria distruzione di Israele – sia un caso isolato, unico, raro e persino inimitabile. Ci piacerebbe molto dire che a parte Laura Boldrini esiste, in Italia, una sensibilità profonda, nella classe dirigente e nella classe politica, rispetto alla difesa dello stato ebraico; in un passaggio storico in cui il disimpegno dell’occidente nell’intero Medio Oriente ha coinciso con due fenomeni che solo apparentemente possono essere considerati separati l’uno dall’altro: il rafforzamento politico dell’Iran e l’isolamento politico di Israele.

Ci si può girare attorno quanto si vuole ma la sostanziale indifferenza che accompagna la notizia dell’invito in Parlamento di un imam che auspica la fine di Israele, che giustifica gli attacchi suicidi dei terroristi palestinesi e che rifiuta il dialogo con il cristianesimo – invito che è venuto meno sabato scorso, anche dopo gli articoli del nostro giornale, che per primo è intervenuto sul tema, ma che è venuto meno in una forma surreale, con il presidente della Camera che ha fatto sapere non di aver ritirato l’invito ma semplicemente di aver ricevuto dall’imam la comunicazione del ritiro della sua presenza – questa sostanziale indifferenza, si diceva, corrisponde a un’indifferenza più grande, che porta a osservare in modo pigro e quasi svogliato la violenza improvvisa di matrice terroristica con cui Israele si ritrova a fare i conti da due settimane.

Chiunque abbia degli amici tra Tel Aviv e Gerusalemme sa perfettamente che l’ondata di violenza che sta colpendo da giorni Israele è qualcosa in più di una semplice nuova intifada: è qualcosa che riguarda da vicino un fenomeno più grande e più corposo in cui il terrorismo è più simile a quello degli anni Trenta che a quello degli anni Novanta, e in cui l’odio per gli ebrei deriva non dalla spinta legata a un progetto politico (la Palestina libera) ma da una dimensione religiosa in cui al centro di tutto vi è l’islam radicale e il suo profondo e viscerale antisemitismo, unico grande collante tra tutti i fondamentalismi islamici, sia di matrice sciita sia di matrice sunnita. Ci piacerebbe dunque dire che la superficialità con cui si osservano gli accoltellamenti e i segnali di terrorismo a bassa intensità che colpiscono da giorni Israele riguardino solo Laura Boldrini e i suoi compagni che scambiano merende con gli imam radicali.

Ma il disinteresse verso Israele – rafforzato anche dal fatto che a differenza delle ultime intifade quella di oggi è un’intifada praticamente senza immagini e senza icone, che colpendo il corpo dell’ebreo con un pugnale è come se riuscisse a circoscrivere il raggio del terrore solo dentro i confini di Israele – è un disinteresse più profondo e radicale che è maturato in un contesto politico in cui le grandi potenze occidentali hanno scelto in modo deliberato di allontanarsi da Israele nello stesso momento in cui hanno deciso di trasformare nel grande stabilizzatore del Medio Oriente l’Iran, ovvero uno stato le cui massime autorità religiose professano ancora oggi, e con estrema convinzione, la necessaria distruzione di Israele. L’accordo sul nucleare iraniano non sappiamo ancora se impedirà la costruzione di una bomba atomica per il regime degli ayatollah ma sappiamo già oggi che ha avuto l’effetto di lasciare detonare un’altra bomba che ha fatto saltare in aria quel piccolo schermo protettivo che l’occidente aveva costruito intorno a Israele per difendere lo stato ebraico da tutti i suoi vicini di casa che sognano la sua fine (Hamas, Hezbollah, l’Iran). E l’indifferenza che si registra oggi nell’osservare quotidianamente ebrei feriti o uccisi nelle città di Israele è la spia di un’indifferenza più grande che riguarda naturalmente una più grande disattenzione e una conseguente inazione dell’occidente di fronte alla minaccia del terrorismo islamico.

Pochi giorni fa, come ha ricordato la scorsa settimana il nostro Giulio Meotti sul Foglio, un imam di Gaza ha brandito un coltello durante un sermone e ha invitato i fedeli dell’islam a seguire l’esempio di Khaybar, quando Maometto nel 627 partecipò di persona allo sgozzamento di ottocento ebrei della tribù Banu Qurayza. E’ anche uno degli slogan più usati nelle strade palestinesi: “Khaybar, Khaybar, oh ebreo, l’esercito di Maometto tornerà“. Laura Boldrini e Piergiorgio Odifreddi non saranno d’accordo ma mai come in questo momento per capire la superficialità con cui l’occidente osserva e combatte il fondamentalismo islamico – “le operazioni di martirio in cui i palestinesi si fanno esplodere sono permesse al cento per cento secondo la legge islamica“, ha spiegato in modo illuminato l’imam Tayyeb – bisogna osservare lo spirito con cui l’occidente descrive le lame dei palestinesi come se fossero ogni giorno meno affilate e tutto sommato giustificabili, di fronte a questi signori che non hanno altra colpa se non quella di essere ebrei. E non capire oggi il dramma di Israele, e il suo oggettivo stato di assedio, significa non capire il dramma dell’occidente, e i rischi che si corrono ogni giorno nel rimandare nel tempo la nostra azione, militare e culturale, contro i fondamentalismi islamisti.

(Fonte: Il Foglio, 19 Ottobre 2015)

Nella foto in alto: il Grande Imam della Moschea di Al-Azhar Mohamed Ahmed al Tayyeb e Laura Boldrini, attuale Presidente della Camera dei Deputati

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  • #1Emanuel Baroz

    L’Imam di al Azhar, unità arabi contro nemico sionista. Su sua visita a Roma era scoppiato caso

    Le parole nel suo discorso di domani anticipato dalla Mena

    “Islam, religione di pace”. Così è annunciata la ‘lectio magistralis’ per deputati e senatori che il grande Imam di Al Azhar, Ahmed al Tayyeb, terrà il prossimo 21 ottobre nella Sala della Regina a Montecitorio, affiancato dalla presidente della Camera, Laura Boldrini, e dal presidente della Commissione Affari Esteri, Fabrizio Cicchitto. Ma, ancora prima che il 44esimo Sheikh del più importante centro teologico sunnita del mondo sbarchi in Italia, già infuriano le polemiche contro chi lo ha invitato. Ad aprire il fuoco sulla Boldrini è stato stamane il quotidiano ‘Il Foglio’, che accusa il teologo e filosofo egiziano di aver “invocato più volte la distruzione di Israele”. “C’è da domandarsi – si chiede il giornale – cosa sia passato per la testa della presidente della Camera che ha invitato Tayyeb” proprio “nelle settimane in cui in Israele gli ebrei sono uccisi a coltellate, asfaltati con le automobili e assassinati a fucilate sotto gli occhi dei loro figli”.

    A rincarare la dose, in serata, è intervenuto l’ex ambasciatore di Israele in Italia, Avi Pazner, che ha esortato senza troppi giri di parole Laura Boldrini a ripensarci e ad “annullare l’invito”. “Penso sia un errore fatale – ha detto il diplomatico – invitare ad una conferenza sulla pace un integralista che non riconosce il diritto all’esistenza di Israele”. Roberto Natale, portavoce della presidente della Camera, replica che il grande imam è una figura importante nella lotta al terrorismo fondamentalista dell’Isis e che la sua visita romana “nasce nel segno del contributo alla pace, al dialogo e alla sicurezza internazionale”. A riprova di ciò, al Tayyeb sarà ricevuto da “altre cariche istituzionali”, tra cui – a quanto si apprende – anche lo stesso presidente della Repubblica Sergio Mattarella. “L’invito – precisa poi Natale – è stato formulato dalla presidente Boldrini sulla base di una espressa richiesta della Commissione Affari Esteri di Montecitorio, che ne aveva sollecitato ‘l’autorevole contributo’ come figura di rilievo nell’indispensabile azione di contrasto al dilagare del terrorismo e alla strumentalizzazione estremista della fede”.

    Il Grande Imam, dopo la strage di Charlie Hebdo, aveva pronunciato un discorso durissimo (“devono essere crocifissi”) contro i terroristi del Califfato e aveva chiamato a raccolta tutto il mondo islamico, denunciando la manipolazione dei testi coranici. “Al Tayyeb è considerato un interlocutore moderato nel mondo occidentale. Non possiamo parlare solo con chi è uguale a noi. Lui esprimerà il suo punto di vista e poi interverremo io e Boldrini e denunceremo, oltre che l’islamofobia, anche l’antisemitismo”, ha detto ai giornalisti il presidente della Commissione Esteri Cicchitto. Lo scorso anno, l’Imam ha tenuto un discorso molto apprezzato alla Camera dei Lord britannica e collabora attualmente con la Francia – si ricorda a Montecitorio – per istituire severi meccanismi di controllo sul messaggio diramato dalla galassia di moschee e di associazioni dell’area islamica. “Non vi è autorità istituzionale al più alto livello che oggi, recandosi in Egitto – sottolinea Natale – non incontri il Grande Imam”. Al Tayyed intanto, in vista di parlare a Montecitorio e nel pieno della nuova Intifada dei coltelli, ha per il momento già redatto la sua predica di domani, venerdì – anticipata dall’agenzia egiziana Mena – in cui invoca l’unità del mondo arabo e musulmano contro il “comune nemico sionista”, accusato di continuare “la sua aggressione contro la moschea di al Aqsa”. Parole che, probabilmente, non calmeranno le acque della politica italiana.

    http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/mediooriente/2015/10/15/limam-di-al-azhar-unita-arabi-contro-nemico-sionista.-su-sua-visita-a-roma-era-scoppiato-caso_de22fefe-351d-4953-87cb-9869105caef6.html

    25 Ott 2015, 14:34 Rispondi|Quota
  • #2Emanuel Baroz

    Ecco chi è l’Imam che secondo Laura Boldrini deve “darci una lezione”

    di Silvano Moffa

    Laura Boldrini una ne fa e cento ne pensa. E, ogni volta, si imbarca in situazioni imbarazzanti, sgradevoli, a dir poco spiacevoli. Per il ruolo che riveste, dal Presidente della Camera ci si aspetterebbe prudenza, cautela, una buona dose di circospezione. Soprattutto quando si aprono le porte di Montecitorio a personalità straniere, a soggetti particolari. Invece, alla Boldrini queste doti sono del tutto estranee. Solo che, questa volta, rischia di farla ancora più grossa.

    La notizia la fornisce il Foglio. Il 21 ottobre, alle tre del pomeriggio, nella Sala della Regina farà il suo ingresso per una lectio magistralis Mohamed Ahmed al Tayyeb, l’imam diventato famoso per l’odio che nutre verso Israele. Tayyeb non è un Imam qualsiasi. E’ il grande Imam di Al Azhar, il “Vaticano dell’islam sunnita”, Gran Muftì d’Egitto. E’ quello che predica la distruzione di Israele, che esalta “la proliferazione degli attacchi suicidi che diffondono terrore nel cuore dei nemici di Allah”, che considera le gesta dei kamikaze islamici “operazioni di martirio”, in linea con la legge del Corano. Quando una donna palestinese alcuni giorni si è fatta esplodere sulla strada per Gerusalemme, Tayyeb ha ribadito il concetto. Come quando ha rifiutato l’offerta di recarsi in visita nella città santa, oppure quando ha invitato i musulmani a non recarsi da quelle parti e a non stringere la mano ad alcun governante israeliano sia in Egitto sia all’estero. Al suo predecessore Tantawi che si era “macchiato” di un tale gesto (aveva stretto la mano a Shimon Peres durante una sessione dell’Onu) aveva fatto sapere, ove non ci fossero equivoci sul suo modo di pensare, che lui, Tayyeb mai e poi mai avrebbe partecipato a incontri, convegni, seminari o cose di questo genere, dove fossero stati presenti funzionari e governanti israeliti. Poi, tanto per mostrare la sua rigida e immacolata impostazione religiosa, l’Imam ha rispedito gli auguri che Papa Benedetto XVI gli aveva inviato per la festa dell’Eid e sospeso il dialogo con il Vaticano, quando il Pontefice aveva invocato la protezione dei cristiani in medio oriente. Come se non bastasse questa carrellata di dichiarazioni provocatorie, insensate, dirette a sobillare gli animi e ad alimentare il terrorismo, Tayyeb ha mostrato di nutrire della donna una considerazione talmente infima e riprovevole. Per lui, le mogli vanno sottomesse, percosse, prese a pugni. Ecco, un individuo di questo genere, predicatore incallito di odio, dispensatore di fanatismo, nemico giurato di Israele, sarà accolto da Laura Boldrini con tutti gli onori. Una vergogna.

    http://www.secoloditalia.it/2015/10/ecco-chi-e-limam-che-secondo-laura-boldrini-deve-darci-una-lezione/

    25 Ott 2015, 14:35 Rispondi|Quota
  • #3Emanuel Baroz

    Boldrini consegna la Camera all’imam antisemita del Cairo

    Il 21 ottobre l’imam Ahmed al Tayyeb terrà una lectio magistralis alla Camera sull’islam come religione di pace. Ma nei suoi sermoni chiama a raccolta i musulmani per sterminare Israele. Scoppia il caso politico

    di Sergio Rame

    L’ultima follia di Laura Boldrini​ è consegnare la Camera ad Ahmed al Tayyeb.

    Il 21 ottobre, in occasione del un convegno intitolato Islam, religione di pace, l’imam dell’università “Al Azhar” del Cairo, il centro teologico più importante dell’Islam sunnita, terrà infatti una lectio magistralis a Montecitorio. Come faccia a parlare di pace un imam, che più volte ha invocato la distruzione di Israele e che è stato duramente attaccato dal Congresso americano per aver giustificato gli attentati suicidi, risulta davvero difficile da comprendere. Tanto più che a pochi giorni dal suo viaggio in Italia, in occasione del discorso che tiene ogni settimana, ha sottolineato l’importanza dell’unità del mondo arabo e musulmano contro “il comune nemico sionista”.

    Al Tayyeb non terrà solo la lectio magistralis alla Camera, ma incontrerà il capo dello Stato Sergio Mattarella. Il tempismo dell’invito della Boldrini è disarmante. Basta guardare cosa stanno passando gli ebrei di Israele, quotidianamente ammazzati a coltellate, asfaltati con le automobili e assassinati a fucilate sotto gli occhi dei propri figli, per capire che invitare in Italia un imam antisemita singifica lanciare un messaggio alquanto pericoloso alla comunità internazionale. Anche perché il suo odio non è solo per Israele, ma anche per la Santa Sede. Ha persino sospeso il dialogo con il Vaticano da quando il Pontefice ha invocato la protezione dei fedeli di religione cristiana in Medio Oriente. Ma alla presidenza della Camera tutto questo va benissimo. L’invito è stato formulato dalla presidente Boldrini sulla base di una espressa richiesta della Commissione Affari Esteri di Montecitorio, che ne aveva sollecitato l'”autorevole contributo” come figura di rilievo nell’indispensabile azione di contrasto al dilagare del terrorismo e alla strumentalizzazione estremista della fede. “Il Grande Imam – precisa il portavoce della presidente della Camera, Roberto Natale – è colui che ha levato la propria voce contro il terrorismo fondamentalista perpetrato dal cosiddetto Stato Islamico e che ha chiamato a raccolta tutto il mondo islamico, denunciando la manipolazione dei testi coranici”. Dopo la strage di Charlie Hebdo aveva pronunciato un discorso durissimo contro i tagliagole dell’Isis (“devono essere crocifissi”) e aveva chiamato a raccolta tutto il mondo islamico denunciando la manipolazione dei testi coranici. Non solo. Collabora tutt’oggie con la Francia per istituire severi meccanismi di controllo sul messaggio diramato dalla galassia di moschee e di associazioni dell’area islamica. Eppure i suoi sermoni non sono così cristallini.

    I “buoni propositi” della Boldrini si infrangono contro le parole d’odio pronunciate anche oggi dallo stesso imam. Ahmed al Tayyeb ha, infatti, sottolineato l’importanza dell’unità del mondo arabo e musulmano contro “il comune nemico sionista”. Nel suo discorso settimanale ha, poi, affermato che “l’entità sionista continua la sua aggressione contro la moschea di al Aqsa”. Dichiarazioni che hanno fatto scoppiare un vero e proprio caso politico. Con la Lega Nord in prima fila a chiedera alla Boldrini di cancellare l’intervento di al Tayyeb alla Camera. Massimiliano Fedriga, capogruppo del Carroccio a Montecitorio, ha inviato una lettera ufficiale alla Boldrini affinché non sia proprio il cuore delle istituzioni democratiche a fare da cassa di risonanza a posizioni estremistiche. Anche l’ex ambasciatore israeliano in Italia Avi Pazner ha chiesto alla presidente della Camera di ritornare sui propri passi: “È un errore fatale invitare a una conferenza sulla pace un integralista che non riconosce il diritto all’esistenza di Israele”.

    Da sempre la Boldrini sostiene di essere una strenua oppositrice della violenza sulle donne. Eppure invita l’imam al Tayyeb che sulla violenza domestica ai danni delle donne ha rilasciato dichiarazioni che sembrano non solo tollerarla ma legittimarla. “Secondo il Corano – aveva spiegato il Grande Imam – prima si ammonisce, poi si dorme in letti separati, infine si colpisce”. “È vergognoso – tuona Fedriga – che il presidente della camera sponsorizzi un evento del genere”.

    http://www.ilgiornale.it/news/politica/boldrini-consegna-camera-allimam-antisemita-cairo-1183290.html

    25 Ott 2015, 14:36 Rispondi|Quota